Raffaello in pillole: 8 posti a Roma dove ammirare le sue opere

Raffaello in pillole: 8 posti a Roma dove ammirare le sue opere. Cari romani, se avete perso l’attesissima mostra evento Raffaello 1520-1483 (2 giugno-30 agosto) ospitata presso la cornice romana delle Scuderie del Quirinale, non disperate. La vostra città vi regala un patrimonio inestimabile, che conta una quantità di opere vastissima dello straordinario artista urbinate — fra cui alcune delle opere presenti in mostra — che a Roma trascorse gli anni più floridi della sua carriera. L’immane valanga di oggetti e chincaglierie pop che gridano all’orrore (sparse ahimè in moltissime case), su cui sono state brutalmente stampigliate le sue più famose serie di Madonne, hanno portato spesso a identificare nell’immaginario collettivo Raffaello come un pittore un po’ “snob”, distaccato, freddo e poco emotivo. Niente di più sbagliato. Raffaello fu un artista in grado di incarnare genio, impulsività, spirito di imprenditorialità e grande modernità (curiosità: è proprio con Raffaello che nasce il concetto moderno di tutela dei beni culturali). Raffaello è passionalità, seduzione, colore, vita. Dopo un’infanzia d’oro trascorsa ad Urbino e i primi soggiorni fra Perugia, Città di Castello e Firenze, il giovane Sanzio, all’età di circa 25 anni, giunge a Roma in seguito alla chiamata diretta di papa Giulio II della Rovere (1443-1513) per partecipare alla seconda grande impresa pittorica del suo pontificato (dopo quella della Volta Sistina di Michelangelo, per intenderci): le Stanze Vaticane. Raffaello resterà a Roma fino alla sua morte, avvenuta il 6 aprile 1520 in seguito a una febbre acuta, un evento drammatico che rappresentò una cesura importante per l’ambiente artistico romano e non solo. A testimonianza di quanto l’artista fu amato e stimato in vita, gli fu concesso l’onore di essere sepolto nel Pantheon — luogo dal quale parte a ritroso il percorso espositivo della mostra al Quirinale, con una ricostruzione in scala 3D del sepolcro— che avete la fortuna di poter ammirare dal vero e gratuitamente nella Capitale. Il Pantheon rappresenta pertanto l’ultima tappa legata a questo straordinario artista, che a Roma trascorrerà oltre un decennio (dal 1508 al 1520), lasciandoci opere di straordinaria bellezza che costituiscono un vanto per la nostra città, ma troppo spesso sconosciute dalla maggior parte dei suoi abitanti, che ignari passano davanti ai capolavori della nostra identità storica e culturale. Da oggi non avete più scuse, perché saprete dove trovarli. Allora, siete pronti a scoprire quante meraviglie dell’artista urbinate si celano fra le mura di chiese, palazzi e musei romani? Iniziamo! 1. MUSEI VATICANI Il primo luogo che vi consiglio di visitare è senz’altro il complesso dei Musei Vaticani, che ospita alcune fra le più celebri opere di Raffaello: le Stanze Vaticane, le Logge (purtroppo chiuse al pubblico) e il gruppo di opere mobili presenti in Pinacoteca. Le Stanze Vaticane rappresentano l’impresa artistica più impegnativa realizzata da Raffaello, sia per la loro estensione pittorica che per la durata del progetto (1508-1524). Infatti, la loro elaborazione si protrasse anche dopo la morte dell’artista urbinate, grazie ai progetti da lui lasciati. Consistono in quattro ampi ambienti, concepiti come stanze private del pontefice, ciascuno interamente decorato ad affresco da Raffaello e la sua bottega. La decorazione di ciascuna stanza coincide con la sua originaria funzione, ancora oggi non del tutto definite. Ad esempio, la Stanza della Segnatura (1508-1511) probabilmente ospitò in origine la biblioteca privata del pontefice Giulio II, come suggeriscono i moltissimi libri raffigurati in ciascuna scena, ma soprattutto la scelta tematica degli episodi sulle pareti e sulla volta, che corrispondono alle sezioni delle antiche biblioteche: la Teologia, la Filosofia (raffigurata dalla celebre Scuola di Atene), la Poesia, e la Legge. Gli ambienti successivi, eseguiti sempre più grazie all’aiuto della bottega, sono la Stanza di Eliodoro (1511-1514), la Stanza dell’incendio di Borgo (1514-1517), e la Sala di Costantino (1517-1524). Quest’ultima, compiuta dopo la morte di Raffaello seguendo fedelmente i cartoni lasciati dal maestro, è da qualche mese di nuovo visibile al pubblico dopo un lungo restauro, che ha riportato alla luce, oltre gli splendidi colori originali, anche due figure ad olio: la Comitas e la Iustitia, attribuite dagli studiosi proprio alla mano del maestro Raffaello. Camminare lungo questi ambienti (che oggi avete la fortuna di visitare in tutta tranquillità, rispetto al flusso incontrollato di turisti del passato, vista la capienza ridotta in seguito alle norme anti-Covid) vi offre un’intera panoramica sull’evoluzione artistica di Raffaello, che muta di Stanza in Stanza il suo linguaggio stilistico, maturando, assumendo una consapevolezza di sé sempre maggiore e assorbendo gli stimoli degli artisti presenti a Roma — primo fra tutti Michelangelo— creando uno stile unico. Sempre all’interno del grande complesso dei Musei Vaticani, nella Pinacoteca, potrete ammirare un’intera sala dedicata all’artista urbinate, che comprende tre grandi pale d’altare, ovvero la Pala Oddi (1502-1504), la Madonna di Foligno (1511-1512), e la Trasfigurazione (1518-1520). Questa serie di opere, collocate fisicamente in maniera ravvicinata, si situano in tre periodi diversi della carriera di Raffaello e consentono pertanto di coglierne il suo sviluppo stilistico, dapprima legato ai modi del maestro Perugino e poi sempre più personale, fino a giungere alla Trasfigurazione, l’ultima opera ad essere eseguita in vita dall’artista e nota per essere stata posta sul suo letto di morte. Altre opere presenti in Pinacoteca sono la predella della Pala Baglioni (1507) — opera conservata presso la Galleria Borghese di Roma —, e la serie degli Arazzi Vaticani (1515-20 circa), voluti da papa Leone X e un tempo collocati nella cappella Sistina, nella fascia inferiore, dove oggi appaiono i finti arazzi dipinti. 2. GALLERIA BORGHESE La Galleria Borghese, in cui si concentra una quantità smisurata di capolavori dell’arte di tutti i secoli, ospita la bellissima Dama con Liocorno (1506), eseguita da Raffaello prima dell’arrivo a Roma, durante il soggiorno fiorentino. Questo dipinto è stato oggetto di un vero e proprio giallo. Infatti, originariamente non si conoscevano né il committente, né il soggetto e nemmeno il suo autore, identificato successivamente con Raffaello grazie ad una intuizione di Roberto Longhi. La giovane donna, chiaramente ispirata al modello leonardesco della Gioconda, vi incanterà con il suo sguardo penetrante dagli occhi di ghiaccio

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