Quando una nascita non è una buona notizia

Una donna ha partorito. Sarebbe una buona notizia, ma c’è un però: il racconto va completato. Una donna ucraina ha partorito nel boschetto della droga di Rogoredo. La donna è una tossica di meno di trent’anni. Dopo aver assunto l’ennesima dose, si è buttata come un animale a partorire in una cascina. Per quanto triste sia, l’unica buona notizia è un suo connazionale ha avuto almeno l’idea di chiamare il 118 per fornirle un minimo di assistenza medica. Avendo intossicato almeno in parte anche il nascituro, la donna è stata poi trasferita insieme al neonato alla clinica Mangiagalli. Questa vicenda ci riporta ancora una volta a quello che è indubbiamente un fallimento per l’Amministrazione Sala, per le istituzioni e anche di tutta la comunità milanese. Non dobbiamo negare gli sforzi di alcune parti della città per impedire lo sfascio umano che anima Rogoredo, ma se ancora ne parliamo è perché non sono stati sufficienti. A Rogoredo stiamo tutti perdendo una battaglia importante: Milano può rivendicare di essere l’immagine positiva di italianità che altre città, magari più antiche e in riva al Mediterraneo, non possono rivendicare. E’ la città delle possibilità, dove chiunque può trovare il suo spazio perché il lavoro a Milano è sacro in questo senso: se hai una buona idea e davvero sei disposto a spezzarti la schiena, qui trovi il tuo posto. E nel famoso “paese” da cui sei partito puoi tornare come donna o uomo di successo. Qui puoi essere ciò che vuoi senza dover parlare un’altra lingua. E’ il posto dove venire da giovani e da visitare da anziani. Ma poi, poi, si torna a Rogoredo: l’immagine di città della possibilità si è estesa al mondo dei tossici. L’eroina è tornata prepotentemente con vecchie e nuove mafie, è tornata e sta distruggendo l’ultimo sogno italiano. Ieri ha ucciso persino la magia della nascita. Speriamo sia l’ultimo omicidio, perché spento l’ultimo sogno si spegnerà del tutto anche l’Italia.

Quando una nascita non è una buona notizia Leggi tutto »