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Emergenza Abitativa. Sardone (Lega): gli stranieri aiutati sono il doppio degli italiani

“In risposta a una mia interrogazione Comunale sul Polmone abitativo, l’iniziativa targata Pd per il sostegno alle emergenze abitative con l’obiettivo di offrire una prima risposta a sfrattati e a nuclei familiari in difficoltà assegnando alloggi in immobili di proprietà comunale in via Celio, viale Ortles e via Antonini, ho scoperto che come al solito a beneficiare degli aiuti del Comune di Milano sono gli stranieri”, lo rende noto Silvia Sardone, Europarlamentare e Consigliere Comunale della Lega. “A parte il caso di via Celio, – spiega la Sardone – dove i sei alloggi disponibili sono tutti abitati da italiani, in via Antonini tra il 2018 e il 2019 hanno sottoscritto il contratto di locazione 23 famiglie straniere contro 6 italiane, mentre in viale Ortles 8 famiglie straniere contro 2 italiane: praticamente il doppio delle case che il Comune mette a disposizione per accompagnare le famiglie verso una soluzione abitativa stabile finiscono a stranieri. Lo squilibrio è evidente, ma non ci stupisce visto che quando si parla di politiche sociale i nostri connazionali vengono sempre scavalcati, vedi bebè card, sostegno al reddito, borse lavoro, reddito di inclusione, esenzione mense. A sinistra grideranno al razzismo ed è vero che c’è razzismo: ma verso gli italiani”. “Allo stato attuale in via Antonini, su 12 alloggi tre quarti sono occupati da stranieri (8 famiglie contro 4 italiane), mentre in viale Ortles su 4 alloggi 3 sono abitati da famiglie straniere e solo uno da una famiglia italiana. A questo punto – continua Silvia Sardone -, visto che i beneficiari sono individuati dal Comune attraverso le procedure dell’emergenza abitativa e nell’ambito delle graduatorie, chiedo: possibile che gli italiani debbano sempre venire dopo? Ci sono migliaia di milanesi, in difficoltà economico-sociali, che abitano nella nostra città da decenni: perché chi è appena arrivato merita più aiuto rispetto a loro? Il welfare anti-italiano della sinistra è sempre più pericoloso”.

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Emergenza abitativa, ampliata la platea degli aventi diritto a un posto in hotel

Il Comune di Milano vuole ampliare la platea di chi può beneficiare dell’ospitalità in albergo in situazioni di emergenza abitativa. Ad oggi, infatti, ad usufruire di questa misura sono solo gli assegnatari di casa popolare in attesa di alloggio e chi viene colpito da eventi imprevedibili. Questo ha portato al fatto che nel 2018 sono stati spesi solo 67mila euro sui 300mila a disposizione. L’obiettivo è quello di ampliare la platea modificando i requisiti e permettendo l’accesso anche alle famiglie che stanno per essere sfrattate e presentano particolari fragilità (persone con disabilità fisica o disagio psichico, nuclei con minori o anziani). In questo modo il Comune, che nel 2018 ha ospitato 27 famiglie sfruttando questa soluzione, punta a portare il numero a 150, prevedendo anche forme di compartecipazione alla spesa per chi non può permettersi di pagare un affitto al canone di mercato, ma può comunque dare un piccolo contributo per la permanenza in albergo che poi verrà in gran parte integrato dal Comune. “Il nostro scopo è fare in modo che le risorse a disposizione per l’emergenza abitativa siano sfruttate appieno – ha dichiarato l’assessore alla Politiche Sociali Pierfrancesco Majorino – e che gli interventi intercettino anche le nuove forme di bisogno sociale tenendo conto di chi presenta particolari fragilità. Per questo, nelle prossime settimane, gli uffici lavoreranno per trovare la formula migliore per modificare i criteri di accesso a una delle tante misure che il Comune mette in campo per chi si trova in difficoltà con l’obiettivo che nessuno a Milano sia costretto a vivere per strada o in macchina”. “Credo moltissimo nella task force sull’emergenza abitativa, nell’integrazione tra i temi casa e politiche sociali, una necessità che ho condiviso con l’assessore Majorino. – ha aggiunto l’assessore alla Casa Gabriele Rabaiotti – E’ chiaro che per chi è in difficoltà, accanto al problema dell’abitazione, ce ne sono sempre altri che richiedono un’attivazione di tipo differente. Questa è la sfida che ci proponiamo di vincere insieme, nell’interesse dei cittadini che hanno più bisogno“.

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