enrico marcora

Marcora (Fdi) e Sardone (Lega): inaccettabile la chiusura della scuola di via Gentilino

“Il Comune di Milano, dopo non aver nemmeno concluso i lavori di manutenzione ordinaria di cui si era fatto carico, almeno eviti la chiusura definitiva dello storico asilo di via Gentilino dopo 70 anni di eccellente servizio”  lo scrivono in una nota le leghiste Silvia Sardone, europarlamentare e consigliere comunale, e Andreana De Franceschi, consigliere del Municipio 5. Un provvedimento “vergognoso” adottato senza avvisare i genitori, sottolineano le leghiste, aggiungendo “È curioso come il Comune, a danno quasi fatto, millanti ora l’acquisto dell’immobile di via Gentilino, quando è ancora indietro coi lavori di ristrutturazione: non si può giocare sulla pelle delle famiglie in questo modo” concludendo “I Pd di Zona 5 ora attacca la maggioranza di Palazzo Marino sulla vicenda, rimpallandosi le responsabilità. Vigileremo insieme alle famiglie la situazione per evitare ulteriori passi falsi”.  Anche il Consigliere Comunale  di Fratelli d’Italia Enrico Marcora è intervenuto sulla questione dichiarando: “E’ inaccettabile la chiusura della scuola dell’infanzia di Via Gentilino 4. Ho presentato ieri la richiesta di una Commissione Comunale al fine di affrontare l’ennesima mancanza di attenzione del Comune di Milano verso le famiglie del municipio 5 con la possibile chiusura della scuola dell’infanzia”.  “Siccome il Comune – ha poi spiegato Marcora – per questo plesso scolastico, è in affitto da una struttura mutualistica privata, ritengo sia doveroso che si adoperi al fine di acquistare l’immobile stesso e continuare, anche a seguito di lavori di ristrutturazione, l’attività della scuola materna”. “Non si può” ha quindi concluso Marcora “mettere in difficoltà le famiglie e collocare i bambini in altri plessi scolastici causando immensi disagi ai genitori ed ai nonni che si occupano dei bambini”.

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Manifestazione motociclisti. Marcora e Truppo (FdI): dialoghiamo per trovare una soluzione

Composto da circa 2.000 centauri, è partitito da via Corelli e terminato in via Vittor Pisani, senza nessun incidente, all’annunciato corteo dei motociclisti per protestare contro il divieto alla circolazione dei motocicli euro zero che scatterà dal prossimo ottobre a Milano. Alla manifestazione erano presenti anche i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Riccardo Truppo ed Enrico Marcora che hanno fraternizzato con i partecipanti per poi commentare “Anche oggi, come già da alcuni mesi, i motociclisti sono scesi in piazza a Milano, pacificamente e rispettando le regole, manifestando contro gli attuali divieti alla circolazione delle due ruote imposte agli Euro 0 e Euro 1”. “Abbiamo già intavolato un primo tempo di dialogo con il Comune di Milano e con lo staff del Sindaco.- spiegano i due meloniani –  Il tutto per comprendere l’effettiva ragionevolezza di un divieto che pare nulla sposti in tema ambientale, ma tanto possa fare al fine di snellire il traffico e rendere possibili spostamenti più veloci in città. Proseguiremo in questa direzione di dialogo con l’Amministrazione Comunale e continueremo a fare da tramite tra questa sana realtà che manifesta le proprie idee democraticamente, chiedendo una necessaria ed indispensabile riflessione ‘dati alla mano’, per immaginare una revisione dei divieti in essere” concludono Truppo e Marcora.

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Enrico Marcora: urbanistica schizofrenica per un Sindaco inadeguato

Oggi, sui principali quotidiani milanesi, il tema oggetto di discussioni tecniche e politiche sono le indagini della Procura di Milano su alcuni progetti urbanistici della città. Come chiarimento politico, pur avendo fatto richieste di Commissioni consiliari ad hoc per conoscere le tematiche in modo puntuale, nulla è stato fatto. Mettiamo allora, alcuni capisaldi tecnici: appena si è disvelata sulla stampa l’inchiesta della Procura della Repubblica milanese sugli interventi edilizi di via Crescenzago e Piazza Aspromonte gli Uffici Comunali si sono messi al lavoro ed hanno elaborato la “Circolare – N. 1.2023 Interventi edilizi con edifici di altezza superiore a 25 metri”. Questo documento, recante la data del 21 luglio 2023, affronta una delle contestazioni dei P.M., ossia quella secondo cui l’edificazione eccedente quell’altezza sconta necessariamente la preventiva approvazione di un piano attuativo e, pertanto, non può essere autorizzata con la c.d. modalità diretta, ovverosia mediante permesso a costruire o segnalazione certifica d’inizio d’attività (S.C.I.A). Senza qui dilungarsi nei tecnicismi giuridici, gli Uffici Comunali hanno riconosciuto nella circolare che è pur vero che l’articolo 41 quinquies della Legge Urbanistica n. 1150/1942 e il collegato decreto Ministeriale del 1968 impongono il piano attuativo, cioè un iter lungo e concordato con gli uffici che valutano l’impatto della nuova costruzione sul territorio, dando una serie di prescrizioni al nuovo intervento urbanistico. Ma, con l’entrata in vigore della riforma costituzionale del 2001 le Regioni e, in particolare la Lombardia, avrebbero disapplicato legittimamente quella disposizione nazionale ormai risalente nelle loro leggi regionali di governo del territorio e qui si apre un primo quesito giuridico. Quindi il P.G.T. di Milano, informandosi alle nuove disposizioni regionali, avrebbe recepito questo nuovo assetto legislativo, dettando una disciplina degli interventi per la quale il piano attuativo non è generalmente richiesto per l’edificazione nel tessuto consolidato urbano della città, salvo particolari eccezioni. Dal che il corollario che, al contrario di quanto sostenuto dalla Procura della Repubblica, le autorizzazioni edilizie rilasciate in regime di permesso a costruire o S.C.I.A. sarebbero legittime. Recitano infatti le conclusioni della circolare: “…Si conferma pertanto che, secondo le disposizioni normative regionali vigenti e in base agli strumenti di pianificazione territoriale comunale, la sola altezza degli edifici non è elemento discriminante per la scelta della modalità di attuazione, soprattutto in ambiti consolidati che non presentano criticità tali da imporre una significativa revisione del disegno urbanistico. Ne consegue che, in questi casi, l’intervento edilizio potrà avvenire con modalità diretta sia non convenzionata che convenzionata a seconda della categoria individuata nel P.G.T. e senza obbligo di ricorso a pianificazione attuativa… “. Se non che il Giudice per le indagini preliminari di Milano (G.I.P.), nel pronunciare il rigetto dell’istanza di sequestro di uno degli interventi interessati dalle indagini, il successivo 22 gennaio 2024 ha ribadito la consistenza del fumus commissi delicti (ossia la fondatezza delle accuse ad esame sommario) e, tra gli altri argomenti, ha motivato la persistenza nell’ordinamento dell’obbligo di piano attuativo per gli edifici eccedenti i 25 metri di altezza. Leggendo l’ordinanza emerge chiaramente che il G.I.P. ha interamente sposato l’impianto accusatorio dei P.M. e la sola ragione per la quale ha negato il sequestro risiede nella sproporzione per eccesso fra questa misura cautelare e gli interessi pubblici da tutelare, potendo quella tutela esser assicurata da provvedimenti meno invasivi e, almeno in parte, attivabili anche dall’amministrazione comunale. Non è passato neppure un mese e il Comune di Milano, evidentemente preoccupato dalla situazione, è già intervenuto con un nuovo provvedimento amministrativo: la delibera di Giunta Comunale n. 256/2024, intitolata “Linee di indirizzo per lo sviluppo delle attivita’ amministrative in materia urbanistico-edilizia”, nella quale sono completamente smentite le conclusioni contenute nella precedente circolare dirigenziale n. 1/2023. Enuncia infatti la Giunta Comunale le premesse secondo cui: “ ● a tutt’oggi, tuttavia, le tesi desumibili dagli atti di indagine e dal citato provvedimento del GIP non sono state recepite in sentenze passate in giudicato riguardanti le singole fattispecieconcrete; • nelle more della conclusione di tali procedimenti penali, o di un diverso e definitivo chiarimento interpretativo, si pone comunque la necessità di proseguire i procedimenti amministrativi già avviati riguardanti gli interventi oggetto di indagini e quelli aventi caratteristiche analoghe. Ritenuto, pertanto, opportuno se non addirittura necessario, nell’interesse pubblico generale, anche in considerazione delle potenziali gravi ricadute sul sistema economico e sociale della città, adoperarsi per quanto possibile al fine di prevenire o limitare tali evenienze nelle more di un chiarimento interpretativo definitivo, che potrà venire dalla giurisprudenza o dallo stesso legislatore, e comunque nel rigoroso rispetto delle prerogative e delle decisioni della magistratura.” E, di conseguenza, “valuta opportuno avviare un percorso di lavoro, avvalendosi delle professionalità presenti all’interno dell’Amministrazione Comunale ed eventualmente anche di esperti esterni di riconosciuta qualificazione ed autorevolezza, finalizzato a: • individuare le pratiche edilizie riguardanti lavori in corso o già ultimati, per le quali l’Amministrazione ha evidenza di indagini penali aperte, ovvero della presentazione di esposti o della richiesta di verifica pervenuta da parte dell’operatore economico interessato allo specifico intervento edilizio; • esaminare le possibili ricadute delle interpretazioni normative desumibili dal decreto del GIP di Milano sopracitato; • individuare possibili determinazioni da assumere in relazione ai sopracitati interventi nelle more del chiarimento suddetto;” E fin qui forse nessun problema, si tratta in fondo di dichiarazioni di principio dettate da prudenza. Ma aggiunge la delibera che: “…in relazione agli interventi relativi a fattispecie analoghe a quelle oggetto dei procedimenti penali sopra citati, per i quali non è ancora stato rilasciato o comunque non si è formato il titolo edilizio, orientare temporaneamente l’attività amministrativa tenendo conto delle indicazioni desumibili dal decreto del GIP di Milano sopracitato, sino a nuove indicazioni operative e interpretative desumibili da fonti legislative, giurisprudenziali, o comunque istituzionali… “. Ed è un ordine precettivo, in quanto la delibera aggiunge di “dare mandato al Direttore della Direzione Rigenerazione Urbana di attuare gli indirizzi sopraindicati avvalendosi delle professionalità presenti all’interno dell’Amministrazione Comunale ed eventualmente anche di esperti esterni di riconosciuta qualificazione ed autorevolezza. La Direzione Generale sovrintende a tali attività, dando informazione alla Segreteria Generale.” Quindi: gli Uffici comunali hanno difeso

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Decadimento Cognitivo. Enrico Marcora: il Sindaco Sala contro gli anziani

Purtroppo Milano è una città che invecchia, così come l’Italia e gran parte dell’Occidente. Quindi è fondamentale per la “buona politica” guardare con attenzione al mondo degli anziani, alle loro necessità e bisogni. Il Comune di Milano da molti anni offre un interessante e apprezzato “servizio”, svolto presso i centri del Comune di Milano nelle periferie: sono ore di attenzione rivolte agli anziani contro il “decadimento cognitivo “. Cioè gli anziani, soprattutto coloro che iniziano ad avere dei segnali di degenerazione cognitiva o dei segnali di Alzheimer possono esercitare in diversi modi e forme la memoria, grazie alla assistenza di esperti professionisti. Le famiglie sono molto grate del servizio del Comune di Milano, sia perché segnalano un degrado limitato ma anche, nelle ore di lezione, hanno la possibilità di svolgere altre attività nella famiglia. Bene, ma visto la bontà del servizio, il Comune di Milano vuole chiedere questo servizio dal 30 marzo del 2024. Io ho chiesto una commissione consigliare per affrontare il tema e ho depositato una mozione contro la chiusura. Inizia una lotta contro il tempo contro la chiusura. Alla faccia, caro Sindaco Sala, della attenzione agli anziani e alle periferie. Sempre in gara per passare alla storia come il peggiore Sindaco di Milano del dopoguerra !

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FDI: solidali con l’Agente ferita. Forse non doveva essere lì, la proporremo per un encomio

Francesco Rocca, Consigliere Comunale di Fratelli d’Italia, confrontando i due cortei svolti a milano sabato li confronta definendo “ordinato, organizzato, composto e rispettoso di regole e Forze dell’Ordine” quello organizzato dalla comunità ucraina, mentre quello per la Palestina “ha visto una mancata organizzazione, l’infiltrazione di anarchici e collettivi, bandiere rosse con falce e martello, slogan carichi d’odio anche nei confronti di Giorgia Meloni che continua a ribadire la giusta via di due popoli e due stati, atti vandalici ed episodi di violenza e sassaiole contro un supermercato in piazza Principessa Clotilde” culminati nell’episodio in cui “è stata ferita una Vigilessa cui va la mia vicinanza e solidarietà”. Anche il suo collega d’aula e partito Enrico Marcora manifesta solidarietà per l’Agente ferita, ma va oltre ponendosi alcune domande “perché, nonostante l’Assessore Granelli abbia più volte detto che gli agenti della Polizia Locale non possono essere impiegati in compiti di ordine pubblico l’Agente si trovava lì? Era stata comandata dal Prefetto? Sarebbe bene chiarirlo” sottolinea Marcora, per poi aggiungere “Inoltre, a quanto risulta, l’Agente era in forza al dipartimento Demanio, per quale motivo è stata impiegata per un compito così delicato e lontano da quello per cui è preparata? Non era meglio mandare sul posto agenti appartenenti a dipartimenti in cui viene svolta una preparazione specifica per questo genere di situazioni?”. “Da una Giunta che considera la gestione sicurezza un compito accessorio, anche un po’ fastidioso da svolgere – conclude Marcora – ci si aspetterebbe che almeno quel poco che fa sia fatto a regola d’arte e senza mettere a rischio l’incolumità degli operatori”. Infine, dal Senatore Riccardo De Corato arriva la proposta “alla ‘ghisa’ va dato un Encomio solenne alla festa della Polizia Locale in piazza Duomo il 4 ottobre prossimo”.

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Marcora (FdI) Boeri si sospenda. De Chirico (FI): serve Consiglio straordinario sull’urbanistica

“A seguito delle indagini sul Bosco Verticale e sulla Beic (Biblioteca Europea di Informazione e Cultura) che coinvolgono in prima persona la figura dell’Arch. Stefano Boeri, ritengo opportuno che quest’ultimo, che oggi ricopre la prestigiosa carica di Presidente della Triennale di Milano, per opportunità politica si sospenda da tale incarico” lo scrive in una nota il Consigliere comunale di Milano di Fratelli d’Italia Enrico Marcora. “Ovviamente non per una questione di giustizialismo – precisa Marcora – tema per cui si dovrà aspettare gli esiti delle indagini con fiducia nella giustizia, quanto più perché ritengo che un Ente così importante, autorevole e rappresentativo della nostra città come la Triennale di Milano, debba essere gestito dal suo Presidente con la massima lucidità e senza altre preoccupazioni che ne possano compromettere l’operato”. “Sarebbe” conclude Marcora “un atto di serietà e professionalità sia verso la città di Milano che verso tutti i dipendenti, collaboratori, professionisti legati alla Triennale stessa”. Le indagini sul settore urbanistico del Comune di Milano agitano però tutto l’ambiente politico milanese, compreso il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale Alessandro De Chirico che rivela “a sentire qualche dipendente comunale sembra che sia solo la punta dell’iceberg e, per questo motivo, nel settore c’è molta preoccupazione”  sottolineando “Con la modifica del PGT che sta per arrivare in Consiglio comunale c’è il fondato rischio che lo sviluppo immobiliare rischi la paralisi”. “Serve chiarezza per tutti i lavoratori del Comune, per gli operatori che hanno investito su Milano e per tutti i milanesi che non capiscono cosa stia accadendo” incalza De Chirico, concludendo con l’annunciare: “Per questo motivo raccoglierò oggi stesso le firme dei colleghi per chiedere un Consiglio straordinario affinché la giunta venga a riferire in aula. Vogliamo sapere cosa sta succedendo e quali sono le norme sbagliate contenute nel PGT attualmente in vigore”.

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