La vecchia guardia di Forza Italia sotto scacco

La vecchia guardia di Forza Italia sotto scacco. Mariastella Gelmini e Fabrizio De Pasquale si sono guadagnati i galloni dell’anzianità di servizio in Forza Italia. Anche oggi che il partito sembra destinato a tirare gli ultimi respiri riescono a rimanere in posizioni di comando, pur essendoci poco da comandare ormai. Oggi come oggi però sono sotto scacco: il consigliere David Gentili ha chiesto conto di certe frequentazioni, soprattutto visto il finanziamento da 200mila euro che secondo alcune intercettazioni sarebbe arrivato nelle loro tasche. Un’ipotesi subito smentita dagli interessati come fantasiosa. Gelmini in verità, non potendo negare di aver visto e aver parlato con un imprenditore di poco chiara fama, ha anche provato a svicolare scaricando su Pietro Tatarella (collega di partito arrestato di recente) la responsabilità di conoscere l’imprenditore. Forse una mossa che si poteva evitare: i pochi rimasti in Forza Italia sono già allo sbando, se i dirigenti dimostrano poca unità non rimarrà nessun bue nel recinto. De Pasquale ha negato tutto sostenendo inoltre che si parla di cifre assurde se rapportate alla corsa per le comunali, ma in realtà in diversi hanno investito cifre simili se non superiori per ottenere un seggio. Si parla di un ex giovane ad esempio i cui genitori versarono due milioni all’allora candidata Moratti per garantirgli un posto al sole. E gli andò piuttosto bene, pettegolezzi o meno. Ma tant’è: gli eletti sono un mondo a parte. Ad esempio hanno anche incarichi come consiglieri comunali e allo stesso tempo ritirano uno stipendio in Regione, ma non risulta che qualcuno controlli quanto sono presenti in ufficio. In questo mondo di affari e affarucci, la vecchia guardia di Forza Italia sotto scacco pensa al domani. La prima domanda è: ci sarà un domani? Si può puntare il proprio futuro politico su Silvio? Gli auguriamo ogni bene, ma ormai nemmeno il partito gli obbedisce più. Gli anni di linea ondivaga hanno cancellato l’antica forza di Arcore. Si considera ancora quella voce, ma non comanda più nessuno. L’altra domanda è: ma con questo curriculum, hanno un futuro Gelmini, De Pasquale e quei pochi che ancora li seguono?  

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