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Retewebitalia e Adnkronos insieme contro le fake news

Retewebitalia e Adnkronos insieme contro le fake news. Retewebitalia, il network italiano dei quotidiani online con oltre 60 siti, fondato da Marcello Silvestri e guidato da Biagio Maimone, lancia un servizio per i suoi associati per combattere il fenomeno delle fake news e incrementare la qualità dell’informazione rivolta ai cittadini. Con questa finalità, infatti, Retewebitalia aderisce al piano di diffusione e distribuzione di articoli giornalistici dell’agenzia stampa Adnkronos, da tempo rivolta dagli editori locali e tematici. Verranno offerti agli editori flussi di notizie certificate e verificate dell’agenzia sui seguenti argomenti: Notiziario ultim’ora top news: News testuali relative alle seguenti sezioni giornalistiche: Politica, Economia, Finanza, Cronaca, Estero, Cultura, Spettacolo e Sport. Notiziario Sostenibilità/Prometeo: Notiziario totalmente dedicato ai grandi temi della Green Economy, del vivere sostenibile e dell’efficienza energetica ed ambientale. Notiziario Salute e Benessere: dedicato ai temi della sanità, scienza, fitness, medicina alternativa, benessere fisico. Notiziario Lavoro: dedicato al mondo del lavoro e, in particolare, sull’attività delle istituzioni italiane in materia di occupazione. Video-News: Circa 15 servizi video quotidiani sui principali fatti di politica, economia, cronaca, sport, etc. Retewebitalia mette quindi a dispozione degli editori del proprio network uno strumento editoriale prezioso, affidabile e capace di arricchirne l’offerta informativa, in modo da rendere più ingaggianti le pagine digitali delle varie testate.

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Fontana: anche al Senato fake news pericolose

“Le Fake News che leggo e sento in continuazione, oggi addirittura in Senato, prodotte e sponsorizzate per opportunismo politico e attacco alla Lombardia, sono pericolose“. Così il presidente della Lombardia Attilio Fontana commenta quanto successo ieri in Senato, spiegando che l’ospedale in Fiera “è una sicurezza per un’eventuale nuova ondata che spero non ci sarà“. “L’ospedale in Fiera è stato realizzato per essere un paracadute d’emergenza e rientra tra le strutture, richieste dal governo, per l’incremento delle terapie intensive su piano nazionale anti-Covid. Come tutti i poli realizzati a tale scopo, è una sicurezza per un’eventuale nuova ondata che spero non ci sarà In tutta Italia, in tutto il mondo, sono stati realizzati degli ospedali Covid, molti di essi ad oggi vuoti. Tutti inutili?“, ha ribadito Fontana in una nota. “In Lombardia, in piena emergenza – ha ricordato il governatore – siamo passati da 718 posti di terapia intensiva a 1.800, cercando con grande difficoltà ventilatori in tutto il mondo. Facendo fronte a questa emergenza ora dopo ora. Molte di queste postazioni sono state realizzate all’interno delle sale operatorie che, ora, con la minore pressione sulle strutture ospedaliere, tornano alla loro funzione: operazioni programmate e urgenze“. ANSA  

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Covid19: anche il Corriere pubblica fake news

Covid19: anche il Corriere pubblica fake news. E su un uomo morto. Alcuni giorni fa è apparso l’articolo che vedete nell’immagine che accompagna questo articolo. Peccato che la vicenda non si sia affatto sviluppata così, almeno a sentire la furibonda famiglia grechese che ha trovato sulle pagine del Corriere una versione della storia molto diversa da quella reale. L’uomo di cui si parla sarebbe morto secondo l’articolo del Corriere strozzato nel suo letto a causa di una crisi da Covid19 non curata dalla società intesa come personale medico. F.B. sarebbe morto senza tamponi nonostante i sintomi e dunque senza cure adeguate. Invece, racconta la famiglia dell’uomo, anche in questo caso il sistema sanitario italiano ha funzionato svolgendo il suo compito come previsto. F.B. è mancato all’affetto dei suoi cari per un infarto dovuto ad altre cause. Dunque sul Covid19 anche il Corriere pubblica fake news.   Ora il fatto è molto grave in sé: il Corriere, nonostante le prevedibili eccezioni, è sempre rimasto un punto di riferimento per la correttezza e l’imparzialità dei giornalisti che ci lavorano. Con questa azione ha dunque commesso un grave errore e non solo perché la famiglia di F.B. si è poi recata in commissariato per presentare una denuncia, ma anche per la credibilità del Corriere in un momento come questo. Si spera che almeno il giornalista in questione sia solo stato superficiale, prendendo per oro colato il racconto di qualche agente di polizia o membro del 118 troppo ambizioso. Se fosse un semplice peccato di approssimazione, i reati li contesteranno le denunce, almeno non ci sarebbe dolo eccessivo. Sempre che sia stato un errore. In ogni caso ora si può scrivere che sul Covid19 anche il Corriere pubblica fake news. Un pessimo passo verso il basso di quella che una volta era un’istituzione italiana su cui poter contare. Già crollano i siti Inps, almeno salviamo il Corriere.

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Repubblica teme il buon lavoro di Gallera

Repubblica teme il buon lavoro di Gallera. L’articolo pubblicato ieri è il segno di quanto la Milano di Sala e compagnia abbia paura di Giulio Gallera e allo stesso tempo di come non riesca a mettere da parte la campagna elettorale: durante una conferenza stampa il giornalista chiede all’assessore regionale al welfare se fosse disponibile a fare il sindaco. Domanda di cui è difficile capire il senso in un momento in cui tutti, salvo rare e consuete eccezioni, stanno cercando di vincere una battaglia che più comune è difficile immaginare. Ogni domanda è lecita, come considerarle semplicemente inadeguate altrettanto. Gallera ha risposto così come fatto in altre situazioni che sarebbe disponibile, informazione in mano a tutti i cronisti e i politici milanesi da anni. Il giorno dopo Repubblica pubblica un articolo dal titolo: pronto a fare il sindaco. Operazione molto discutibile, perché ha solo risposto ingenuamente a una domanda fuori contesto. Subito una parte, per fortuna non tutta, della sinistra milanese ha attaccato Gallera: l’assessore era reo secondo loro di pensare alla candidatura invece che all’emergenza. Ora, chi scrive non ha mai avuto rapporti particolari con Gallera, anzi a quanto mi risulta c’era una certa antipatia per un pezzo sul Fattoquotidiano.it, ma non si può negare che se c’è qualcuno che si sta battendo come un leone su tutti i fronti è proprio Gallera. Dall’inizio ha fatto tutto il possibile per affrontare una crisi senza precedenti. Forse proprio per questo Repubblica teme il buon lavoro di Gallera. Il loro campione Giuseppe “l’onesto” Sala è appena inciampato nell’errore della campagna Milanononsiferma, mentre Gallera appariva sempre più come un grande lavoratore e un politico serio. Ecco che però all’improvviso arriva un bell’articolo che fa risultare l’assessore come un subdolo politico che pensa solo alla carriera. Ci sta, è la dialettica politica di cui certi giornali giustamente vivono. Forse però questa volta si poteva evitare. La campagna elettorale si poteva rimandare. Invece no. Peccato. L’ennesima occasione persa dal giornalismo italiano di sembrare serio.

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l’Ospedale di Niguarda denuncia diffusori di fake-news sul coronavirus

La Polizia di Stato ha ricevuto una denuncia/querela da parte del Direttore Generale dell’A.S.S.T. Niguarda in cui lo stesso ha segnalato la circolazione, tramite i social network, di due messaggi audio falsi riferiti all’emergenza sanitaria Covid-19. Gli agenti del posto di Polizia presso l’Ospedale Niguarda, in servizio presso il Commissariato  Greco Turro, hanno, quindi, trasmesso la querela alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Milano. In particolare, in un messaggio vocale “whatsapp” della durata di 5 minuti e 26 secondi, registrato da una sedicente cardiologa presso una terapia intensiva a Milano, la donna, qualificatasi con il nome di Martina, riporta notizie circa la gestione dell’emergenza sanitaria “Covid-19” all’interno dell’ASST Niguarda, “suscettibili di destare allarme sociale nei destinatari”. Anche in un secondo messaggio vocale “whatsapp” registrato da un soggetto ignoto, della durata complessiva di “2 min. 15 sec.”, l’autore riporta false notizie circa la gestione dell’emergenza sanitaria “Covid-19” all’interno dell’A.S.S.T. Niguarda. Quest’ultimo audio era stato condiviso anche da alcune testate giornalistiche sui rispettivi siti online. Come riferito dal Direttore Generale “le voci narranti rappresentano una situazione sanitaria non supportata da alcun dato reale e oggetto di una libera interpretazione personale che configura ipotesi di procurato allarme; tali messaggi concorrono drammaticamente ad aggravare una situazione emergenziale che necessita di una corretta e coerente gestione delle informazioni”. La Questura di Milano invita i cittadini a cestinare e a non divulgare messaggi allarmistici che non provengano dalle Istituzioni e dalla Polizia di Stato tramite i propri canali web e sociali.  

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Fake news e cambiamenti climatici, dalla Bicocca un articolo contro i baroni del petrolio

Riportiamo un articolo del professor Marco Grasso dell’Università Bicocca a proposito dei responsabili del cambiamento climatico. Quanto ci interessa, oltre ovviamente al tema dei mutamenti atmosferici, è la correlazione individuata dal docente tra industria petrolifera e proliferazione delle fake news. Un argomento su cui in molti si stanno confrontando in tutto il mondo. Anche a Milano. E siamo ovviamente disponibili a pubblicare interventi anche di chi non ritiene veritiere le conclusioni del professor Grasso. Circa due-terzi delle emissioni globali di gas serra prodotte negli ultimi due secoli sono riconducibili all’attività di una manciata di imprese, i cosiddetti ‘baroni del carbonio’, che appartengano in grande maggioranza all’industria petrolifera. Più precisamente, il 62% delle emissioni di anidride carbonica e metano nel periodo 1751-2015 dipendono da 100 ‘baroni del carbonio’ (appartenenti alleindustrie del i) petrolio e gas, ii) carbone e ii) cemento). A queste imprese sono imputabili il 71% delle emissioni industriali globali dal 1988. Addirittura, un altro studio suggerisce che le emissioni storiche (1880-2010) e recenti (1980-2010) di queste 100 imprese hanno contribuito a circa il 57% dell’aumento osservato della concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, a circa il 42-50% dell’aumento della temperatura media terrestre globale e a circa il 26-32% dell’innalzamento del livello globale dei mari nel periodo 1880-2010; e dal 1980 rispettivamente a circa il 43% (concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera), 29-35% (concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera) e 11-14% (innalzamento del livello globale dei mari)  a partire dal 1980 Insomma, i cento ‘baroni del carbonio’ hanno prodotto più della metà delle emissioni serra negli ultimi 25 anni, cioè da quando la comunità internazionale era già pienamente consapevole delle cause dei pericoli generati dai cambiamenti climatici. La tabella successiva riporta le emissioni delle principali 20 imprese petrolifere pubbliche e private. Emissioni delle imprese petrolifera 1988-2015, GtCO2e and % delle emission industriali globali 1988-2015 Impresa petrolifera Emissioni Percentuale Typologia Saudi Aramco 40,6 4,5% Pubblica Gazprom (Russia) 35,2 3,9% Pubblica National Iranian Oil 20,5 2,3% Pubblica ExxonMobil (United States) 17,8 2,0% Privata Pemex (Mexico) 16,8 1,9% Pubblica Royal Dutch Shell (United Kingdom/Netherlands) 15,0 1,7% Privata China National Petroleum 14,0 1,6% Pubblica BP (United Kingdom) 13,8 1,5% Privata Chevron (United States) 11,8 1,3% Privata PDVSA 11,0 1,2% Pubblica Abu Dhabi National Oil 10,8 1,2% Pubblica Sonatrach (Algeria) 9,0 1,0% Pubblica Kuwait Petroleum 9,0 1,0% Pubblica Total (France) 8,5 0,9% Privata ConocoPhillips (United States) 7,5 0,8% Privata Petrobras (Brazil) 6,9 0,8% Pubblica Lukoil (Russia) 6,7 0,8% Privata Nigerian National Petroleum Corp 6,5 0,7% Pubblica Petronas (Malaysia) 6,2 0,7% Pubblica Rosneft (Russia) 5,9 0,7% Pubblica TOTALE 20 (Top 10) 273,6 (196,6) 30,4% (21,9%)   Oltre a ciò, larga parte dell’industria petrolifera privata ha finanziato e promosso il negazionismo climatico, fenomeno che ha contribuito in modo sostanziale a paralizzare le politiche contro i cambiamenti climatici per decenni. In breve, l’industria petrolifera – direttamente tramite le emissioni e indirettamente tramite il negazionismo – ha avuto un ruolo cruciale nel generare e rendere ingovernabile il fenomeno dei cambiamenti climatici, i cui impatti stanno generando danni ingenti all’umanità e al pianeta. La ricerca condotta analizza in modo sistematico questi temi e aspira a gettare le basi per analizzarne le conseguenze etiche e, soprattutto, politiche. In particolare, la ricerca apre con una ricognizione dell’industria petrolifera, poi si concentra sul processo laborioso e insoddisfacente che ha portato l’industria petrolifera e riconoscere – controvoglia e ancora limitatamente – la realtà minacciosa dei cambiamenti climatici. Poi, analizza nel dettaglio il contributo diretto in termini di emissioni dell’’industria petrolifera alle emissioni serra globali. Infine, analizza come gli sforzi dell’industria petrolifera di destabilizzare la scienza attraverso il negazionismo siano stati, e continuino a essere, un potente contributo indiretto ai cambiamenti climatici.

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