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Sala: via i fascisti dal Consiglio Comunale

“Da chi guida partiti che strizzano l’occhio a certe forze” fasciste “ci aspettiamo che prendano una posizione chiara: che facciano azioni, non interviste” così ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala che ha partecipato al presidio alla Camera del lavoro. “A Milano e Torino sono state elette persone di matrice fascista e questo non è accettabile” ha aggiunto fra gli applausi. “Credo che Giorgia Meloni debba agire e buttar fuori persone che evidentemente non rappresentano gli insegnamenti della nostra Costituzione” ha aggiunto rispondendo ai giornalisti. Il Comune di Milano approverà un atto di condanna del fascismo, ha affermato poi il primo cittadino. “Alla costituzione del Consiglio – ha spiegato – chiederò alle forze che mi supportano di proporre un atto di ferma condanna del fascismo a tutte le forze che siedono in consiglio comunale”. ANSA

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Il Pd in crisi cerca fascisti

Il Pd in crisi cerca fascisti. Sembra una battuta, invece è la realtà: il consigliere comunale Carlo Monguzzi racconta di avere ricevuto persino una protesta dell’Anpi perché il manager Atm che sarebbe al centro di un ampio e radicato giro di mazzette nel suo ufficio in azienda aveva in ufficio un calendario di Mussolini. Ora tralasciamo la tendenza dell’Anpi a rilasciare dichiarazioni pubbliche singolari perché sarebbe un discorso meritevole di uno spazio a parte. Concentriamoci invece su Monguzzi. Nel mezzo di quella che potrebbe essere una nuova Tangentopoli, l’unica dichiarazione che si è sentito di diffondere è stata su un calendario. E perché non parlare dei mobili? Magari Bellini, il manager di cui sopra, ha solo mobili stile Impero, un fatto probabilmente da sottolineare secondo Monguzzi. Le mazzette? Problemi secondari. E poi siamo sicuri che Bellini non abbia mai parcheggiato in doppia fila? O ancora più grave messo il parmigiano sulla pasta al tonno? Le mazzette mica sono problemi. E poi questo Bellini magari ha partecipato a una rievocazione storica in costume, quindi potrebbe essere un fanatico delle armi, scoreggiato in ascensore senza dire nulla, quindi un pericoloso omertoso. I problemi politici, o almeno così sembra reputarli una certa politica, sono tanti. Qualcuno ha verificato quante volte Bellini e gli altri della cricca hanno girato a destra nella loro vita? Delle mazzette parleremo poi. D’altronde bisogna anche capire Monguzzi: lo indicano come il rappresentante ambientalista della maggioranza, la stessa maggioranza che promuove progetti da migliaia di tonnellate di cemento come il nuovo pezzo di Porta Nuova che ha sloggiato una storica edicola. Sono un po’ come gli ambientalisti che hanno il marito petroliere (in consiglio comunale abbiamo visto pure questo): esistono, ma è difficile trovargli un senso realistico senza sorridere. Sono verdi fuori e grigio cemento dentro, per aggiornare la vecchia massima cuore a sinistra, portafoglio a destra. E ci sono le prove come dimostrano alcuni casi tipo Benedetto Marcello: nella via l’Amministrazione ha appena dato una passata di asfalto su quella che doveva essere un’area verde. I residenti sbalorditi hanno dovuto capire la real politik: l’area serve ai commercianti per il mercato settimanale e gli ambulanti godono della protezione di un pezzo grosso di Confcommercio. Quindi verdi in Buenos Aires, asfaltatori due vie più in là. Nel mezzo di questo strabismo politico il Pd in crisi cerca fascisti. Il caro vecchio argomento che mette d’accordo tutti come la pizza. Piatto, con pochi ingredienti e a buon mercato. Le mazzette che passavano sotto in naso dell’Amministrazione? Problemi secondari.

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Fascisti a Niguarda?

Qualcuno dice che sono attacchi di fascisti che nella notte avrebbero dato fuoco a una corona di alloro dedicata a un partigiano e messo un adesivo degradante sull’immagine della partigiana Lia. Se fosse vero sarebbero senz’altro atti da condannare per una lunga serie di motivi, ma in questo caso permetteteci di dubitarne. Primo perché gli antichi racconti di gente che gridava al lupo al lupo nel momento sbagliato hanno per noi ancora un fascino. Secondo perché è una notizia commentata da Pisapia e quando lui parla noi crediamo sia meglio dubitarne due volte. Terzo perché essendo l’Osservatore curato da giornalisti liberi da pressioni “noi ci ricordiamo”, come diceva Morpheus in Matrix. Ci ricordiamo proprio di una polemica rilanciata da tutti i giornali possibili per la rottura della targa che intitola un giardino alla partigiana Lia. Solo un consigliere di municipio si era permesso di sollevare un dubbio, ricevendo subito il solito canovaccio di insulti e odio. Andrea Locati, questo il nome del consigliere, ha avuto  la pazienza e la forza di aspettare cercando di rispondere con calma all’onda di “odiatori giusti” (quelli che si ritengono dalla parte giusta sono tra i più cattivi e violenti).  Qualcuno si prese la briga di andare sul posto della presunta aggressione alla targa partigiana e scoprì che alcuni operai erano in azione con ruspe e muletti lì intorno. Dunque c’erano le stesse possibilità che loro per sbaglio avessero colpito la targa o che le vibrazioni ne avessero causato la rottura. Oggi il problema si ripropone. Un accendino che potrebbe esser stato usato da una delle tante bande di ragazzi abbandonati ai loro iPhone per movimentarsi la serata e un adesivo messo da chissà chi, non ci faranno titolare “ancora aggressioni fasciste”. Quando e se succederà lo scriveremo, perché non temiamo le ritorsioni di nessuno. Ma per adesso ci ricordiamo di Lia e altri e ci permettiamo di dubitarne. Se invece arrivassero conferme, essendo giornalisti onesti, correggeremo quanto detto riportando i fatti. Mestiere che in pochi ormai svolgono. (Ringraziamo Locati per averci contattato per alcune precisazioni: più ancora di giornalisti onesti servono politici corretti).

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Campo X, tutti contro la commemorazione dei caduti della RSI

Anche quest’anno l’estrema destra, ha in programma perr il primo di novembre una commemorazione al Campo X del Cimitero Maggiore, dove sono sepolti i caduti della Repubblica di Salò. La manifestazione rientra in un fitto programma che l’Anai, ha diffuso in questi giorni per il centenario della Grande Guerra. “Ancora una volta gruppi neofascisti propongono una commemorazione al Campo X del Cimitero Maggiore. Un gesto che non possiamo accettare. Invito le autorità di competenza a vietare questo raduno. Milano è e sarà sempre una città antifascista“. E’ la posizione netta del sindaco Giuseppe Salain merito alla commemorazione annunciata per l’1 novembre da gruppi di estrema destra al campo X del Cimitero Maggiore, dove sono sepolti i caduti della Repubblica di Salò. Ieri, l’Osservatorio sulle nuove destre e l’Anpi avevano segnalato l’iniziativa, firmata dall’Anai (Associazione nazionale arditi d’Italia). La manifestazione al cimitero Maggiore l’anno scorso finì al centro delle cronache per il saluto romano dei presenti, poi denunciati. Per l’Anpi era intervenuto il presidente provinciale, Roberto Cenati: “Chiediamo alle istituzioni e alle autorità competenti di intervenire e di fare il possibile per impedire che la nostra città venga nuovamente sfregiata da una parata nazifascista che offende le tradizioni antifasciste e democratiche di Milano“.

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