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Consiglio Comunale: Marcora subentra a Feltri

Vittorio Feltri lascia ufficialmente il Consiglio comunale. Il giornalista, eletto nelle file di Fratelli d’Italia alle elezioni amministrative dello scorso ottobre, a quanto si apprende ha presentato in mattinata le sue dimissioni da consigliere, che hanno effetto immediato, all’ufficio di presidenza. Adesso prenderanno il via le procedure per la delibera di surroga di Feltri a cui dovrebbe subentrare Enrico Marcora. La surroga dovrebbe avvenire in una delle sedute del Consiglio della prossima settimana, forse giovedì. Era stato lo stesso Feltri lo scorso 2 maggio ad annunciare che si sarebbe dimesso da consigliere comunale per motivi di salute. ANSA

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Feltri: in Consiglio comunale non ci ho capito nulla

“Ho partecipato ad una sola seduta del Consiglio Comunale di Milano, ma non ci ho capito niente”. Lo ha detto il giornalista Vittorio Feltri, capolista di Fratelli d’Italia eletto a Palazzo Marino, nel corso dell’assemblea degli amministratori lombardi del partito al teatro Dal Verme di Milano. A chi a margine gli chiedeva se intendesse dimettersi da consigliere comunale, Feltri ha risposto “assolutamente no”. ANSA

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Feltri: non firmerò nessuna dichiarazione antifascista

“Non firmerò niente: ho una vita di 78 anni che dimostra che ho sempre rispettato la Costituzione, i fascisti non li ho mai combattuti perché non ci sono”. Così Vittorio Feltri, eletto con Fratelli d’Italia a Milano, risponde a margine del primo consiglio comunale ai cronisti che gli chiedevano se avesse intenzione di firmare la patente di antifascismo voluta dal sindaco di Milano Beppe Sala. “Che bisogno c’è? Io sono sempre stato contro i totalitarismi, devo qua a dichiararmi in Comune? – ha detto Feltri – C’è una vita e tutta la mia attività giornalistica che dimostra che io non sono mai stato favorevole ai totalitarismi, specialmente quelli comunisti, ma non è che quelli fascisti o nazisti mi piacessero. Non l’ho mai detto. Quindi che stupidaggine. Siamo qui ancora a romperci le palle con i totalitarismi, con l’antifascismo…”, ha concluso. Askanews    

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Vittorio Feltri ha ragione. Ora si che “comandano” i terroni, anzi “contano” i terroni

di Biagio Maimone – Vittorio Feltri ha ragione. Ora si che “comandano” i terroni, anzi “contano” i terroni. A Giuseppe Conte è stato affidato da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il compito di formare il nuovo esecutivo. Ed ecco il governo “Conte bis”: una seconda possibilità per il foggiano Conte, che ora lavorerà con un esecutivo M5S–PD,  dopo aver guidato per 15 mesi un governo M5S-Lega  con Matteo Salvini, il quale si comportava da “padre padrone” un po’ bizzarro, forte del sostegno di un consenso elettorale che cresceva sempre più in virtù di un’azione politica i cui obiettivi primari erano la sicurezza e, soprattutto, la chiusura dei porti per ridimensionare lo sbarco dei migranti.  Matteo Salvini godeva, altresì, del sostegno di alcuni media e di alcuni giornalisti i quali, oltre a rivolgergli lodi e “poesie” per il  ritorno al sovranismo, riempivano le proprie pagine di strali razzistici nei confronti dei meridionali, essendosi nel loro animo risvegliato quel sentimento, che sembrava ormai sopito,  campanilistico o meglio razzistico per  il Meridione d’Italia, verso i cosiddetti  “terroni”.  Neanche il massiccio sbarco dei migranti era riuscito a domare il loro risentimento razzistico verso i meridionali? Ma è vero che il terrone è sempre il terrone agli occhi di alcuni settentrionali, i quali in cuor loro ancora dicono : “Questi usurpatori !”.  Ovviamente non si comprende di che cosa.   A rimarcare tale sentimento razzistico erano i titoli,  in prima pagina,  del quotidiano Libero, il cui più tragico e controverso effetto è l’aver arrecato danno solo a Salvini, accendendo nei meridionali un tal risentimento da non poter essere contenuto, sicché è esploso, in tinte forti,  in occasione del suo tour nel Sud Italia.  Nonostante Salvini si proclamasse padre di tutti gli italiani, terroni compresi, Libero Quotidiano, inconsapevolmente, rovinava il suo lavoro teso a compattare gli italiani dalle Alpi alla Sicilia.  Matteo Salvini, nonostante tutto, cresceva sul piano dei consensi e questo lo rendeva sicuro, forte ed invincibile.  Talmente sicuro di sé che, qualche settimana fa, ha sfiduciato il governo, convinto che per il M5S la Lega fosse indispensabile. Sfiduciare per poi ritirare la sfiducia, sicuro che il gioco reggesse.  Ma il “terrone” Conte, acuto e strategico, ha colto la palla al balzo per liberarsi di lui e, conseguentemente, del  clima razzistico che si stava creando, soprattutto nei confronti dei meridionali ritenuti parassiti, ladri che succhiano le mammelle del Nord.  E si, Caro Feltri, i terroni hanno un loro quoziente intelligenza che li porta ad assumere decisioni di rilievo, tuttavia non comandano – ahimè – in quanto il comando rimarrà nelle mani dei poteri forti del Settentrione, che gestiscono l’economia del nostro Paese.  Non vi è dubbio che ai meridionali appartenga la libertà e l’audacia di decidere. Il nostro augurio è che tengano in mano le leve del comando quei meridionali i quali non sono al servizio dei poteri mafiosi, ma si prefiggono di far vivere la democrazia in Italia, che accoglie ogni persona dignitosamente, in quanto posta al centro di ogni programma politico.  Tuttavia, non può dirsi scongiurato il pericolo che si faccia strada nuovamente l’anelito di alcuni nostalgici a riportare in vita il razzismo.  Staremo ad osservare attentamente per evitarne non solo gli insulti, ma soprattutto per ridicolizzarne la miseria umana, di cui sono triste testimonianza.  

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