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Agenti giocano con la figlia di un pusher arrestato

Un pusher che stava effettuando una presunta consegna di droga, a Milano, con la figlia piccola lasciata in auto nei paraggi, è stato arrestato dalla polizia. In attesa della perquisizione domiciliare i poliziotti hanno giocato a palla con la piccola, di 4 anni e mezzo, mentre una funzionaria del commissariato Monforte Vittoria le teneva compagnia. L’uomo, che accortosi della presenza della Polizia non aveva portato a termine la consegna, secondo gli agenti disfandosi della droga mentre scappava, è stato rintracciato poco dopo, in strada, e arrestato. La piccola, dentro l’auto, dormiva e non si è accorta di nulla. Al suo risveglio ovviamente cercava il padre, già in Questura e poi a casa insieme agli agenti per la perquisizione, e allora gli agenti hanno intrattenuto la piccola per il tempo necessario a riconsegnarla alla madre, segnalando però l’ episodio anche al Tribunale per i minorenni perché valuti la possibilità di togliere all’uomo, pregiudicato, la patria potestà. ANSA

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Madre e figlia molestate da un Gambiano in Stazione Centrale

Si sono barricate nel bagno di un locale in stazione Centrale e, grazie anche allo spray urticante, hanno fatto arrestare per violenza sessuale il loro aggressore. L’episodio è accaduto giovedì pomeriggio nella Galleria dei Mosaici della Stazione ai danni di una donna di 49 anni e della figlia di 20.Un uomo di origini gambiane le ha invitate a seguirlo nei bagni dei maschi e, al loro deciso rifiuto, ha aggredito la giovane, che si è divincolata e ha avuto la prontezza di estrarre dalla borsa lo spray urticante per poi chiudersi nel bagno con la madre. Quando l’aggressore si è allontanato per l’arrivo di altre persone, le due donne sono corse nell’atrio della stazione, dove sono state però raggiunte. Le loro urla hanno attirato l’attenzione di due agenti della polizia ferroviaria, che hanno fermato il gambiano, 28 anni, irregolare e con precedenti. Poco dopo un’altra donna si è presentata negli uffici della Polfer denunciando di essere stata molestata in modo analogo. Per questo motivo la polizia sta ora indagando per verificare se l’uomo sia responsabile anche di altri episodi analoghi. ANSA

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Marocchino minaccia madre per sposare la figlia con la forza

Perseguitava la madre di una connazionale quindicenne perché voleva portare la ragazza in Marocco e sposarla. Per questo, un marocchino di 22 anni è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo radiomobile di Milano per minacce aggravate e atti persecutori. I militari sono intervenuti ieri in viale Molise, nel capoluogo lombardo , dove era stato segnalato un uomo in forte stato di agitazione che stava minacciando una donna. La vittima, una marocchina di 29 anni, ha raccontato che l’uomo da circa dieci giorni si presentava sotto casa sua dicendo di voler portare sua figlia in Marocco per sposarla. Aveva anche danneggiato il portone di ingresso del loro condominio e l’aveva minacciata di morte, brandendo un cacciavite. Il giovane è stato bloccato nei pressi e, dopo l’audizione protetta della ragazza, è stato arrestato. ANSA

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Madre separata incappucciata e armata cerca di rapire la propria figlia

Brutta avventura per una ragazza di 14 anni poco prima di Natale. La madre ha atteso la giovane e il padre, dal quale è separata da una decina di anni, sul pianerottolo di casa: a lui ha spruzzato del gas lacrimogeno sul volto, a lei ha ‘chiesto’ di seguirla ma aveva un coltello in una mano e un cappio formato da tre fascette elettriche nell’ altra per bloccarle le mani o metterglielo al collo. La quattordicenne è riuscita però a divincolarsi e a mettere in fuga la donna, originaria del Kirghizistan e di 41 anni, che è stata arrestata in breve tempo grazie al pronto intervento dei carabinieri. L’episodio è avvenuto il 22 dicembre (è stato reso noto solo oggi). La donna deve rispondere di lesioni personali, porto abusivo di arma e atti persecutori. Il giorno prima aveva dato fuoco al portone del condominio, ma – dai primi accertamenti – nei confronti della ragazza minacce e persecuzioni continuano a fasi alterne dal 2010. ANSA  

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La figlia di un deportato meneghino: “Mi meraviglio di Segre”

La figlia di un deportato meneghino: “Mi meraviglio di Segre”. Con queste parole abbiamo voluto riassumere le parole della figlia di un deportato meneghino che riportiamo per esteso per chi fosse interessato a un punto di vista alternativo al consueto esercizio corale in cui si esercita la stampa italiana. Lo facciamo perché crediamo fermamente nella libertà di espressione e nei principi che regolano l’ordinamento italiano: se è meglio un colpevole fuori, che un innocente dentro, meglio una voce non gradita, che un gradevole silenzio. Quindi è giusto contestare o almeno ricordare i pericoli di commissioni votate alla censura. Soprattutto quando sembra giusto istituirle e tutto il mondo intona un unico inno alla libertà mentre indossa un braccialetto alle caviglie. “Tanto è per gli altri” è il sotto testo. Ma come ha insegnato un vecchio sermone, prima o poi gli altri finiscono. E rimani solo tu, senza nessuno intorno. L’altro giorno è stata istituita nel nostro Parlamento una commissione contro l’antisemitismo e l’odio razziale. Il fatto che questa Commissione sia stata approvata dalla sola maggioranza di governo, ha fatto scaturire una serie di commenti al vetriolo su giornali e social dove il centrodestra è stato tacciato di essere fascista. Desidero esprimere il mio parere su questo fatto visto che sono la figlia di un deportato. Mio padre Ferdinando Valletti, ex calciatore del Milan e poi dirigente dell’Alfa Romeo passò 18 mesi a Mauthausen per aver fatto propaganda in fabbrica durante lo sciopero nazionale del marzo 1944. Si salvò dai campi per miracolo e salvò altri operai dell’Alfa Romeo, per questo motivo dal 2017 é Giusto tra le Nazioni. Durante gli ultimi anni della sua vita mio papà visitò diverse scuole di Milano per testimoniare l’orrore dei campi di sterminio e io, da quando lui é mancato. ho proseguito la sua opera di sensibilizzazione nei confronti dei giovani. Sono stata cresciuta nel rispetto delle persone e senza alcun odio nei confronti di chi aveva causato tanto male a mio padre perché lui aveva perdonato i suoi aguzzini. Ebbene per tutto questo, l’istituzione della commissione Segre mi trova profondamente contraria. Mai e poi mai mio padre, che contribuì con la sua deportazione, alla libertà e alla democrazia di questo Paese, sarebbe stato promotore di una tale iniziativa. La nostra repubblica si fonda su una Costituzione che condanna il razzismo e l’antisemitismo e quindi ha in sé tutti gli strumenti per punire chi viola la legge. Mi meraviglio che la senatrice Segre, che dovrebbe conoscere da un lato la potenziale pericolosità sociale di una simile commissione e dall’altro l’inutilità della stessa, ne sia stata la promotrice. Vorrei aggiungere che a mio parere se da un lato è doveroso testimoniare gli orrori dell’Olocausto, dall’altro non è consentito usare il dramma di milioni di persone politicamente, poichè è noto che i deportati non erano solo ebrei e comunisti. Naturalmente non mi riferisco alla senatrice Segre, che sarà certamente in buona fede, ma alla compagine di governo che dando l’assenso all’istituzione di una simile commissione da il via ad una sorta di “caccia alle streghe” di cui l’Italia non ha necessità. Riferimento: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Ferdinando_Valletti Manuela Valletti  

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Abusi su minorenne e botte alla compagna, arrestato

Abusava ripetutamente della compagna 41enne e aveva compiuto atti sessuali nei confronti della figliastra di 14 quando la ragazzina era 12enne. Per questo un 44enne italiano è stato arrestato a Milano e condotto a San Vittore con le accuse di maltrattamenti, violenza, lesioni e atti sessuali verso minori. Già incriminato e processato per maltrattamenti l’uomo, che aveva precedenti anche per spaccio, era stato poi assolto in appello nel 2015. A far scattare le indagini è stata la 14enne, che dopo l’ennesimo episodio cruento nei confronti della madre, alla quale il 44enne aveva rotto le costole e fratturato le ossa nasali, ha deciso di rivolgersi alla polizia.  La 14enne, che si trova attualmente in stato interessante, era stata sottratta alla madre dai servizi sociali assieme ai suoi tre fratellini, tra cui un neonato, e affidata a una struttura protetta. Tornata a casa ad aprile, la giovane aveva notato i ripetuti maltrattamenti subiti dalla madre e aveva deciso così di sporgere denuncia nei confronti del patrigno.  

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