La Russa sì, La Russa no. La nomina di Geronimo La Russa, presidente di Automobilclub Milano e figlio del presidente del Senato Ignazio, nel Cda del teatro Piccolo di Milano ha spaccato la politica nazionale e milanese. La nomina è arrivata direttamente da parte del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano. Il cda del Piccolo ha infatti 6 membri. Due spettano alla regione, due – tra cui il presidente – al comune, uno alla camera di commercio e uno al ministero. Gli altri ‘tasselli’ non sono ancora completi. Mancano quelli del comune, mentre la regione ha già scelto Emanuela Carcano e Massimiliano Finazzer Flory, e la camera di commercio Enrico Brambilla. Il comune sarebbe orientato a nominare Piergaetano Marchetti, indicandolo come presidente, e un altro scelto con un avviso pubblico per il quale c’era tempo fino al 6 novembre per presentare le candidature. Il ministero invece ha deciso di affidarsi a La Russa jr, 43 anni, che – oltre a condurre lo studio legale ‘ereditato’ dal padre – è da anni presidente di Aci Milano e siede in vari consigli d’amministrazione meneghini, da M-I Stadio, la società che gestisce il Meazza, a M4. La nomina, evidentemente, non ha convinto tutti ed è partito un rimbalzo di comunicati e accuse incrociate. “La sorella della premier al partito, il cognato al governo. Poteva esser da meno il presidente del Senato Ignazio La Russa? Il suo collega di partito, Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, ha designato il figlio Geronimo, attuale presidente dell’Aci di Milano, come suo rappresentante nel consiglio di amministrazione del Piccolo Teatro. Giorgio Strehler e Paolo Grassi si staranno rivoltando nelle tombe. Questa destra, sempre più ossessionata dal dover occupare tutte le caselle possibili, è incapace di mettere progetti e persone nei luoghi della cultura del nostro Paese”, uno dei primi attacchi arrivati in una nota firmata da Sandro Ruotolo, responsabile Cultura della segreteria del Pd. Sulla stessa lunghezza d’onda Onorio Rosati, consigliere regionale di Alleanza verdi sinistra: “Questo è l’ennesimo episodio deplorevole di un governo di destra che non si imbarazza di inserire nel cda di un’istituzione culturale come il Piccolo Teatro di Milano il figlio della seconda carica istituzionale dello Stato. Ecco il nepotismo in salsa Fratelli d’Italia, una modalità che stiamo vedendo ripetersi su più incarichi istituzionali e strategici. Una vera e propria occupazione de facto della macchina statale”, le sue parole. Ancora più duro Angelo Bonelli, portavoce di nazionale di Europa verde: “Quello di Giorgia Meloni è un governo o centro per l’impiego riservato ai vari cognati e figli? Dalla famiglia del presidente del Senato, che, ricordiamo, è la seconda carica dello Stato, ci si aspetterebbe sobrietà. Ci chiediamo allora se nel nostro Paese, culla della cultura e patria del Rinascimento, è proprio il figlio del presidente del Senato la figura più adatta a ricoprire il ruolo che il ministro Sangiuliano ha voluto riservargli, per queste ragioni ho presentato un’interrogazione per conoscere i criteri e le ragioni che hanno portato alla nomina di Geronimo La Russa al teatro Piccolo”. “La saga della ‘poltronopoli’ Meloni nel mondo della cultura, con il suo alfiere minore Sangiuliano nel ruolo di attore protagonista, si arricchisce di un nuovo, triste, episodio: Geronimo La Russa indicato dal MiC per entrare nel cda del Teatro piccolo di Milano. Davvero non esisteva un nome diverso e di maggiore competenza da quello del figlio di Ignazio La Russa, già presidente dell’Aci e membro di svariati consigli di amministrazione? Quali particolari ragioni hanno spinto Sangiuliano a indicare proprio il figlio del presidente del Senato e numero due di Fratelli d’Italia?”, la richiesta degli esponenti M5S in commissione cultura al Senato e alla Camera. L’ha buttata sul sarcasmo, invece, Matteo Orfini, deputato del Pd: “Fanno il Ministero dell’Istruzione e ‘del Merito’. E poi nominano il figlio di La Russa, attualmente presidente dell’Automobile Club di Milano, nel cda del teatro Piccolo. Sicuramente avrà un senso, magari vogliono trasformarlo in un parcheggio”, ha ironizzato su Twitter. Contrario anche il collega di partito Pierfrancesco Majorino, capogruppo dem nel consiglio regionale lombardo: “È davvero difficile da giustificare la scelta di inserire nel consiglio di amministrazione del Piccolo Teatro di Milano, un’istituzione culturale essenziale per la vita artistica della città e del Paese, Geronimo La Russa. Sono convinto – ha scritto in una nota – che ora si dirà che gode di grande esperienza manageriale o cose simili, ma fino ad oggi si è contraddistinto più che altro per qualche polemica sollevata sulla qualità della vita della città e per una solida appartenenza famigliare. Speriamo che quando la famiglia La Russa visiterà il teatro lasci a casa il busto di Mussolini. Lo dico in ragione della storia del Piccolo, alimentata e non poco dalla cultura della resistenza e della ricostruzione dopo la devastazione nazifascista”. Ma c’è anche chi si è schierato al fianco di La Russa jr. A Majorino ha risposto direttamente Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia. “Sono sicuro che per l’avvocato Geronimo La Russa sarà un piacere invitare personalmente il presidente del gruppo regionale del Pd Pierfrancesco Majorino, sonoramente sconfitto alle elezioni per la guida di Palazzo Lombardia, per una visita guidata al Piccolo Teatro. Ovviamente, a una condizione: che non porti con sé Soumahoro e la sua famiglia”, ha detto. Dall’altro della barricata anche il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi per cui è “apprezzabile” la scelta del ministro Sangiuliano, “espressa con piena convinzione e totale autonomia”. “Conosco Geronimo La Russa e ne ammiro l’esemplare conduzione dell’Automobile Club d’Italia – ha garantito -. Per questo ritengo che l’indicazione del ministro Sangiuliano sia apprezzabile ed espressa con piena convinzione e totale autonomia”. Gli ha fatto eco il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti: “Conosco molto bene le qualità umane, professionali e intellettuali di Geronimo La Russa che alla presidenza dall’Aci Infomobility non è certo arrivato in ragione del suo cognome, ma di una stima personale riconosciuta trasversalmente dai soci della stessa associazione. Quanto poi alla sua nomina come membro del cda del Piccolo Teatro, il cui impegno è del