giacinto giambellini

Ma quanto è incivile questa società civile?

Ma quanto è incivile questa società civile? Perché più andiamo avanti e più appare chiaro che la famosa “società  civile” non sia poi così civile. A parte il fatto che nessuno ha mai chiarito a cosa si contrappone la società civile, perché sarebbe il caso di indicare a tutti anche la società incivile. Un tema da  non sottovalutare soprattutto alla luce degli ultimi fatti di cronaca: ieri un ex manager, tale Hallecker, è stato messo ai domiciliari perché il suo ex capo lo ha denunciato per un presunto giro di mazzette che ruotava intorno agli appalti della Fiera di Milano. Bruscolini per una città dove ancora si spendono centinaia di milioni per metropolitane che poi sono rotte stabilmente o falliscono, ma pur sempre 16,5 milioni di appalti. Ma andiamo avanti, o meglio indietro: Carlo Sangalli, inamovibile presidente di Confcommercio, spiega alla politica cosa fare molto spesso. E sempre con il tono serio di quelli per bene, civili. Come la società cui appartengono. Eppure è stato travolto da uno scandalo su presunte molestie che lui ha negato minacciando querele a chiunque, fino a quanto al processo ha testimoniato un pesce più grosso di lui confermando che non era proprio tutto a posto. Perché un conto è far pressione su un direttore di giornale, tanto ormai sono pochi quelli con le spalle larghe. Un conto su un presidente di Fondazione Cariplo. Ovviamente gli auguriamo di uscirne del tutto indenne, anche se sembra difficile. Ma se andiamo a vedere le altre associazioni di categoria regionali come Confartigianato Bergamo la situazione non migliora: come abbiamo raccontato Giacinto Giambellini ha avuto più di un grattacapo con lo stesso codice etico di cui dovrebbe essere uno dei garanti. Ora c’è pure il caso di Hallecker che sicuramente dimostra pure la presenza di qualche anticorpo visto che il suo capo lo ha cacciato e denunciato. Ma questi casi dimostrano che forse c’è qualcosa da mettere a punto nella società civile lombarda. Forse serve un cambio della guardia. O forse solo un altro modo  di pensare e di parlare, perché il concetto stesso di società civile non ha senso. Anche perché mentre un politico ormai viene bersagliato in tutti i modi pure se come unica  colpa ha quella di non aver raccolto gli escrementi del cane, un membro della società civile pare godere di tutt’altra etica. Sembra quasi che il vero problema sia l’eventuale codice etico e sue interpretazioni troppo stringenti. Ma visto che siamo in tempo di liste elettorali, la domanda  sembra lecita: vogliamo che solo i politici siano sottoposti a una dura selezione o tutti i candidati? Sarebbe molto incivile usare  due pesi e due misure.

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Il presidente di Confartigianato Bergamo messo sulla porta dal codice etico

Il presidente di Confartigianato Bergamo messo sulla porta dal codice etico. Perché è notizia di questi giorni che a Giacinto Giambellini, presidente di Confartigianato Bergamo, è arrivato un pignoramento da 190mila euro. Sarebbero, stando a Bergamo News, il risultato di un precedente pignoramento da 127mila euro a cui sono stati aggiunti gli interessi perché non saldato. Di per sé potrebbe non c’entrare un tubo con i ruoli ufficiali di Giambellini, se non fosse che si tratta di una diatriba legale con il gruppo Comini che si occupa di idraulica come lo stesso Giambellini, invece no: il presidente di Confartigianato Bergamo viene messo sulla porta dal codice etico di Confartigianato perché il testo si spinge oltre il merito dei processi e ad esempio all’articolo 1 comma 5 recita: “L’eticità dei comportamenti è valutabile non solo in termini di stretta osservanza delle norme di legge e di statuto, ma si fonda sulla convinta adesione a porsi, nelle diverse situazioni, ai più elevati modelli di condotta, anche al fine di non recare danno all’immagine, all’onorabilità e al decoro della Confartigianato-Imprese”. E un presidente di artigiani che non paga i pignoramenti non sembra in linea con il codice (Codice-etico-confederale-11-12-2012). E non solo in questo punto: all’articolo 2 comma a4) il testo spiega che gli associati si impegnano “ad assumere un atteggiamento equo e corretto nei confronti di clienti, fornitori e concorrenti”. E l’articolo 3 al comma g) spiega che i vertici sono tenuti “a rimettere il proprio mandato qualora per motivi personali, professionali od oggettivi la propria permanenza possa essere dannosa all’immagine dell’imprenditoria e dell’Organizzazione”. Insomma pare proprio che il presidente di Confartigianato Bergamo venga messo sulla porta dal codice etico della sua stessa organizzazione. La scelta di compiere un passo indietro sarebbe comunque una notizia rilevante per tutto il sistema associativo imprenditoriale lombardo perché Giambellini ricopre una lunga lista di incarichi di primo piano: Presidente Confartigianato Imprese Bergamo Membro di Giunta Camera di Commercio Bergamo Presidente Bergamo Sviluppo Vicepresidente Confartigianato Lombardia Componente del Consiglio Direttivo Confartigianato Nazionale Componente il Consiglio Direttivo di Unioncamere Lombardia Consigliere CEnPI (Confartigianato Energia Per le Imprese) Componente del Consiglio Direttivo di Confartigianato Termoidraulici Dirigente CRS IMPIANTI SRL di Gorle Dunque si tratterebbe di un discreto terremoto per l’economia del territorio perché il gioco di incastri tra cariche ufficiali è tanto complesso quanto i calcoli e le trattative in corso in questi giorni per il presidente della Repubblica.

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