La lettera dei ghisa: fateci lavorare

La lettera dei ghisa: fateci lavorare. A diffonderla Rosa Pozzani, Fi, che ha aggiunto: Leggo e apprendo con grande ammirazione le parole del Cav. Gianfranco Peletti, Presidente dell’Associazione Polizia Locale di Milano, con cui ha voluto ricordare al Comandante della Polizia Locale qual è il vero animus del Corpo che tra pochi mesi compirà 160 anni: “Nobis Urbem Commendant”, ai Ghisa è affidata la città. Abnegazione, sacrificio, dedizione, umanità, professionalità messi al servizio dei milanesi in occasione di guerre, dittatura, anni di piombo, terremoti, inondazioni, con il Corpo della Polizia Locale sempre in prima linea (non sempre e solo per fare multe) al fianco delle altre Forze dell’Ordine, dove ciascuno sa di dover mettere in conto anche di rischiare la propria vita. Duole dover constatare che in questo momento tragico per la nostra Città e per il nostro Paese, le scelte piovute dall’alto mortificano lo spirito del Corpo, fino al punto di suscitare vergogna e disagio nei Ghisa per non essere al fianco della popolazione. Mi sento di condividere con i Vigili di Milano il loro stato d’animo e sono loro vicina capendo che lo spirito di obbedienza si impone davanti a scelte non condivise. Ogni giorno vediamo al lavoro operatori della grande distribuzione e piccoli negozianti, operatori della Sanità, Forze dell’Ordine ed Esercito, sacerdoti e volontari tutti stretti in una grande battaglia in cui si fa sentire imbarazzante l’assenza quasi totale della Polizia Locale.  Auspico la soluzione di questa emergenza sanitaria nel più breve tempo possibile e nella ripresa sono certa che la Polizia Locale saprà come sempre distinguersi e cancellare l’onta grigia piovuta dall’alto sul Corpo . Al Comandante dei Vigili e all’Assessore alla Polizia Locale del Comune di Milano chiedo di riconsiderare le loro scelte: la città ha bisogno di tutti i suoi Vigili, anche di quelli in pensione già disposti a rientrare. Signor Comandante, le scrivo a titolo personale e per conto dei Colleghi a riposo dopo avere letto la lettera che ha inviato al personale in servizio, in riferimento a articoli pubblicati che denigrano il nostro Corpo. Conosciamo e abbiamo letto anche alcune delle lettere che le hanno scritto a titolo personale Colleghi che non sono stati d’accordo con le disposizioni impartite e abbiamo pensato fosse utile farle pervenire anche il nostro pensiero in merito alle scelte fatte dall’Amministrazione in questi tragici frangenti per la nostra città. Il nostro motto “Nobis Urbem Commendant” che tradotto in italiano significa “A noi è affidata la città”, nonché le qualifiche attribuite dagli art. 57 e 357 C.P.P. e la qualità di Agente di P.S. attribuita con Decreto Prefettizio fanno chiaramente capire che quando si è deciso di intraprendere questo lavoro si è fatta una scelta. Non voglio entrare nella retorica, perché è ovvio che in questi quasi 160 anni di storia del Corpo i servizi svolti dal nostro Corpo per la nostra città hanno attraversato guerre, carestie, dittatura, terrorismo, criminalità organizzata ecc. ecc. sempre con un ruolo da protagonisti e professionisti che hanno scelto di dedicare la loro vita (e conseguentemente quella delle loro famiglie) al servizio della città e dei cittadini. All’interno del Corpo abbiamo Colleghi che sono presenti da quasi un secolo, attraverso diverse generazioni che hanno sempre fedelmente seguito la città e le Amministrazioni, obbedendo sempre alle scelte fatte, anche se magari non condivise, proprio come sta accadendo oggi. Sappiamo benissimo che anche lei che è il nostro Comandante esegue ordini e disposizioni che le arrivano dall’alto e siamo solidali con lei e proprio per questo che le manifestiamo il nostro malessere di sentirci come dei traditori nei confronti della popolazione, dei Colleghi delle Forze di Polizia, del Personale sanitario e di tutti coloro che continuano a fare il loro dovere come è giusto che sia. Non vogliamo entrare nel merito delle scelte effettuate ma semplicemente esprimerle il nostro disagio e vergogna per essere assenti nel momento del bisogno e mi creda che è veramente pesante sopportare questo per chi ha sempre fatto il proprio dovere con abnegazione, spirito di sacrificio e spesso rischiando la vita. Non voglio rubarle del tempo prezioso e chiudo qui questo sfogo augurandole un in bocca al lupo ricordandole che le sue donne e i suoi uomini, compresi quelli a riposo, sono sempre presenti e disponibili per la nostra città. Il Presidente dell’Associazione Polizia locale di Milano (Cav. Gianfranco Peletti)

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