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Scelte scellerate nel capoluogo meneghino sul giardino Lea Garofalo

Scelte scellerate nel capoluogo meneghino sul giardino Lea Garofalo. Perché le voci che si rincorrono sembrano suggerire che L’ANPI abbia deciso che nell’area del giardino comunitario di Leo Garofalo dovrà sorgere la piramide di cristallo dedicata alla resistenza. Una schiera di oltre 40 mila cittadini, associazioni e vari artisti di fama nazionale si sono opposti all’estirpazione del glicine e le 4 ramificazioni che da oltre un secolo lì vi risiedono, ma l’ANPI non retrocede di un passo dalla scelta scellerata. Come tutti sappiamo gli alberi sono fondamentali e ancor di più se sono centenari come il glicine monumentario in questione, tanto è vero che la stessa giunta pro green si è schierata al fianco del capogruppo della Lega al comune di Milano Samuele Piscina per ovviare a questo scempio. Va ricordato alla dirigenza dell’associazione partigiani che Gli alberi, oltre a produrre ossigeno, producono cibo per gli esseri viventi e danno riparo a una grande quantità di insetti, mammiferi, uccelli, aumentando la varietà delle forme di vita e in questo caso è un’attrazione cittadina oltre ad essere un simbolo e un punto di riferimento per una piccola parte di Milano. A seguire il documento originale depositato in Comune.

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Dedicato un giardino alle sorelle che crearono Diabolik

Un ladro geniale, un assassino imprevedibile e senza tempo, ideato da due donne milanesi. Ed è proprio alle sorelle Angela e Luciana Giussani, creatrici di Diabolik, che il Comune di Milano, in occasione del centesimo anniversario della nascita di Angela e del sessantesimo dall’uscita del fumetto, ha voluto intitolare i giardini di piazza Grandi. Una cerimonia che ha visto protagonisti l’assessore alla Cultura della città, Tommaso Sacchi, il direttore generale della casa editrice Astorina Mario Gomboli che dal 1962 pubblica le storie del criminale più affascinante d’Italia e Claudia Sozzani, erede delle sorelle Giussani. Con loro c’erano anche la consigliera comunale Pd Diana De Marchi, la delegata di Palazzo Marino alle Pari opportunità Elena Lattuada e il presidente del Municipio 4 Stefano Bianco. “Una realtà di grandissimo successo e fama”, ha commentato Sacchi che ha poi elogiato il lavoro delle sorelle Giussani “che non hanno mai ceduto alle lusinghe dei grandi gruppi editoriali che guardavano a Diabolik”. Che oggi rivive anche nelle sale cinematografiche dopo il film uscito lo scorso anno dei fratelli Manetti – è atteso il sequel – con Luca Marinelli nei panni del re del terrore, Miriam Leone nelle vesti della sua amata Eva Kant e Valerio Mastrandrea, interprete dell’ispettore Ginko, sempre sulle tracce di Diabolik senza mai riuscire davvero ad arrestarlo. “Leggevo Diabolik – ha raccontato Sacchi – ne ho acquistati diversi, e ho visto anche il film che mi è piaciuto moltissimo”. Un’opera apprezzata anche da Sozzani, erede delle due sorelle: “Angela e Luciana non so se oggi sarebbero qui – ha osservato – non amavano troppo i riflettori o la popolarità”. Un anti-eroe, Diabolik, un ladro cinico e spietato, che comunque “ci viene richiesto come testimonial di molte campagne – ha rivelato Gomboli – e complice anche il film, fuori da ogni previsione, stiamo guadagnando nuovi lettori”. Una figura “così originale da essere senza tempo – ha concluso – è vero che oggi usa il laser o il computer ma è rimasto sempre fedele a quello che era il suo spirito e la sua eleganza trasmessa dalle sorelle Giussani”. ANSA

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Dedicato un giardino a Beppe Viola

In via Sismondi è stato intitolato un giardino a Beppe Viola, giornalista, scrittore e telecronista sportivo, ma anche indimenticato umorista, sceneggiatore e autore di canzoni. Scomparso a Milano nel 1982, a soli 42 anni, Viola abitava non lontano dall’area verde che da oggi porterà il suo nome. Alla cerimonia hanno preso parte il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, la signora Franca – moglie di Viola – con le figlie Anna e Marina e il presidente del Municipio 4 Paolo Guido Bassi. Presente all’appuntamento anche l’attore Cochi Ponzoni che ha letto il brano “Via Lomellina”, il testo che lo stesso Viola aveva scritto per raccontare il suo quartiere. “Sono molto felice di intitolare a Beppe Viola un giardino della nostra città, in un quartiere – il suo – che lo ricorda con tanto affetto ed entusiasmo – ha dichiarato il Sindaco di Milano Giuseppe Sala -. L’umorismo, i testi musicali e i servizi da San Siro che portano la sua firma sono e resteranno indimenticato patrimonio artistico e culturale di Milano. Sono sicuro che Viola avrebbe apprezzato la scelta di dare il suo nome a questa area verde: spazi come questo non sono solo il luogo di incontro e dialogo tra le persone o di gioco per i bambini, ma rappresentano anche una strabiliante fucina di storie e aneddoti da cui trarre ispirazione e stimoli per raccontare e spiegare il mondo che ci circonda, rendendolo migliore”.

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Intitolato un giardino a Nilde Iotti

Alla presenza dell’assessore alla Cultura Filippo Del Corno, del Presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolé e dell’assessora alla Cultura del Municipio 4 Elisabetta Carattoni, è stata svelata questa mattina la targa di intitolazione a Nilde Iotti del giardino situato tra piazza Emilia e corso XXII marzo. Alla cerimonia hanno preso parte anche i consiglieri comunali Elena Buscemi e Angelo Turco, firmatari di un Ordine del giorno in cui chiedevano di ricordare una delle figure più importanti della storia italiana e prima donna della storia repubblicana ad essere eletta Presidente della Camera, ruolo che rivestì per quasi tredici anni essendo stata eletta per tre volte consecutive. L’intitolazione del giardino avviene proprio in concomitanza con l’anniversario della sua elezione, il 20 giugno 1979. In quell’occasione, durante il suo discorso pronunciò parole che, nel solco di uno straordinario percorso civile e politico, testimoniano anche il profondo impegno di Nilde Iotti per l’emancipazione femminile: “…comprenderete la mia emozione per essere la prima donna nella storia d’Italia a ricoprire una delle più alte cariche dello Stato. Io stessa – non ve lo nascondo – vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione. Essere stata una di loro e aver speso tanta parte del mio impegno di lavoro per il loro riscatto, per l’affermazione di una loro pari responsabilità sociale e umana, costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita”.

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Dedicato un giardino a Luisa Fantasia

Milano ha ricordato oggi Luisa Fantasia, giovane mamma originaria di San Severo di Foggia, barbaramente uccisa in casa il 14 giugno del 1975, di fronte alla figlia di 18 mesi, da due giovani legati a una delle prime ‘ndrine presenti in Lombardia. La sua unica colpa: essere la moglie del brigadiere dell’Arma dei Carabinieri, Antonio Mascione, che stava indagando sotto copertura sull’arrivo di una grossa partita di eroina, dalla Calabria a Milano. Oggi a 46 anni di distanza, raccolto il desiderio della figlia, dopo anni di silenzio intorno alla terribile vicenda, il Comune di Milano ha reso onore alla memoria di Luisa e alla sua storia di madre e moglie dedicandole un giardino, in via delle Forze Armate all’angolo con via Mar Nero, nel quartiere dove insieme al marito si era trasferita dalla Puglia. Alla cerimonia di intitolazione hanno partecipato il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il vicepresidente del Municipio 7, Antonio Salinari, il Comandante della Legione Carabinieri “Lombardia” Andrea Taurelli Salimbeni e i due figli del brigadiere Ascione: Cinzia la primogenita, miracolosamente scampata ai sicari e Pietro Paolo, nato dalle seconde nozze del padre, e oggi agente della Polizia di Stato. “L’uccisione di Luisa Fantasia – ha detto il Sindaco Sala – fu un brutale e vigliacco atto di ritorsione che lasciò sgomenti questo quartiere e l’intera città. Erano anni in cui molte giovani famiglie arrivano a Milano con l’intento di costruirsi onestamente il loro futuro. Non fu così per tutti però. Allora come oggi la malavita organizzata era presente e crebbe a discapito dei più deboli e delle persone perbene. Il nostro compito come istituzioni che rappresentano lo Stato, tutte insieme, è di combattere ogni forma di criminalità, sul nascere, impedire che trovi terreno fecondo, specialmente nelle giovani generazioni. Dobbiamo con determinazione insegnare e diffondere la cultura della legalità e del rispetto delle regole. E onorare chi ha perso la vita, facendone un esempio, proprio come Luisa. I bambini della scuola Ercole Ferrario, qui presenti oggi, sono il miglior auspicio di un presente e di un futuro bello e gioioso come lei avrebbe voluto per i suoi figli”. Alla cerimonia di intitolazione era presenti alcune classi della scuola primaria del quartiere, Ercole Ferrario che hanno partecipato con letture e con l’esecuzione, al termine dell’evento, dell’Inno nazionale. Questo non è il primo riconoscimento alla memoria di Luisa Fantasia, tributatole da Milano. Il 7 dicembre 1975, sei mesi dopo l’assassinio e i funerali di Stato, il Comune di Milano le assegnò la Medaglia d’oro di Benemerenza civica alla memoria.

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