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La “vendetta” di Forza Italia colpisce Gallera

La “vendetta” di Forza Italia colpisce Gallera. L’assessore al Welfare di Regione Lombardia ha infatti perso il posto di capo delegazione di Forza Italia a Palazzo Pirelli. Al suo posto Fabrizio Sala, politico a cui riconosciamo il merito di avere una certa attenzione per le nuove tecnologie. A dare l’annuncio di questo cambiamento è stato Massimiliano Salini, coordinatore di Forza Italia in Lombardia, Eurodeputato e membro commissione Commercio Internazionale, via Facebook: “Ho sempre lavorato per tenere unito il partito e dare massimo supporto al Presidente Fontana e alla giunta lombarda. Sono convinto che Forza Italia possa fare la differenza nel governo di Regione Lombardia, ma per farlo è necessario lavorare da squadra con obiettivi comuni. Per questo motivo ho ritenuto necessario un cambio di passo e ho chiesto a Fabrizio Sala di diventare il nostro nuovo capo-delegazione in giunta, saprà valorizzare al meglio il lavoro che stiamo portando avanti. Ringrazio Giulio Gallera per quanto fatto fin qui, a Fabrizio e a tutti noi auguro buon lavoro!”. Dichiarazioni che sembrano di circostanza, soprattutto considerato che Giulio Gallera di recente è incappato in un errore politico per chi come lui ha una lunga esperienza: prima ha lasciato intendere a tutti, membri della sua numerosa e prospera corrente, di voler traslocare con armi bagagli e voti in Cambiamo, la formazione politica di Giovanni Toti. Poi, quando i suoi avevano iniziato a dichiararsi pubblicamente, ha compiuto un passo indietro. E’ stata una mossa politica calcolata o una mancanza di coraggio? Senza dubbio l’arrocco di Matteo Renzi lo ha messo in difficoltà: fino a che l’ex premier è diventato improvvisamente amico dei Cinque Stelle, Cambiamo aveva ottime probabilità di diventare la nuova Forza Italia o il nuovo Udc, cioè una formazione di moderati in una coalizione di centrodestra. Ma il governo a trazione salviniana si è suicidato e le carte in tavola hanno mutato colore. Gallera ha così cambiato idea su Cambiamo e Salini si è messo a costruire. Il coordinatore lombardo deve aver deciso di non passare sopra a quella che è stata vista da molti come una sbandata eccessiva: Gallera era stato chiaro sulle sue intenzioni, il rientro improvviso in Forza Italia non poteva che costargli qualcosa, almeno in termini di credibilità. Anche Forza Italia ha le sue ragioni: già il partito è in stato semi comatoso persino nelle zone dove è nato, difficile dunque pensare che potesse affidarsi a un capo delegazione che sembra con un piede sulla porta. A Gallera consigliamo di prendere il coraggio a quattro mani: ha ancora un assessorato di peso e un patrimonio di voti importante, ha il tempo per costruire consenso intorno a sé pure se cambia partito. Forza Italia ha chiarito la sua linea muovendosi per avviare “un cambio di passo” e parlando della necessità di muoversi “da squadra con obbiettivi comuni“. Gallera pare che sia ormai chiaro sta giocando la sua partita. E le occasioni non mancano: c’è Fratelli d’Italia, ma anche Cambiamo e Italia Viva, giusto per citare partiti che hanno più futuro di altri. Gallera è politicamente giovane, potrebbe ancora avere molto da dare alla politica. Difficilmente però potrà farlo in Forza Italia, sempre che Forza Italia regga ancora per molto visto che c’è pure il progetto Altra Italia. E’ il momento di concludere il passo Giulio, male non fare, paura non avere.

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Gallera cambia idea su Cambiamo

Gallera cambia idea su Cambiamo. Lo avevano dato per certo, invece dopo il caos politico d’agosto sono cambiate le carte in tavola e il movimento Cambiamo di Giovanni Toti sembra destinato a sgonfiarsi. Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia, era dato tra i partenti dagli ormai moribondi lidi di Forza Italia. E insieme a uno dei pochi nomi sinonimo di voti nell’area moderata lombarda, un bel pezzo dello schieramento di Forza Italia in Regione sembrava destinato a innalzare la bandiera di Cambiamo. Ora invece hanno cambiato idea: Gallera ha dichiarato a diversi giornali che intende rimanere in Forza Italia. Almeno per il momento. L’effetto delle decisioni di Matteo Renzi ha scatenato un’onda lunga arrivata anche nel nord del Paese: nelle sue dichiarazioni Gallera ha infatti richiamato proprio la nascita della nuova formazione politica moderata. Un contenitore in cui tanti ormai disillusi da Arcore potrebbero convergere: anche l’apertura sulla questione giudiziaria, Renzi è definitivamente iper garantista, come tanti altri segnali hanno aperto la strada a un salto verso Italia Viva. Un partito che anche nel nome ricorda Forza Italia, formazione che nel bene e nel male ha occupato per vent’anni uno spazio politico che ora sembra le sia scivolato di mano. E chi ha ancora i voti e l’idea di avere un futuro politico vede in Italia Viva qualcosa di più solido delle promesse di Toti. E’ vero che il governatore ligure ha una poltrona pesante e ha dimostrato di saper governare, ma Renzi ha tutto un altro appeal. E difficilmente Cambiamo prenderà più voti di Italia Viva. Vedremo dunque se Gallera sarà l’unico ad aver cambiato idea su Cambiamo.  

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Scintille fra Gelmini e i futuristi azzurri

L’evento “Il Futuro per Forza” non è passato inosservato. Soprattutto all’interno di Forza Italia dove, alcuni hanno apprezzato l’iniziativa, altri l’hanno guardata con indifferenza e altri ancora l’hanno presa decisamente male. Fra questi ultimi va sicuramente annoverata Mariastella Gelmini che, non si sa se male informata o semplicemente innervosita dal successo di quelli che considera suoi competitor, ha preso carta penna e calamaio e ha emesso un comunicato dai toni decisamente bellicosi. “Basta atti di prepotenza sui coordinatori regionali e in particolare su quello della Lombardia” ha esordito l’ex coordinatrice lombarda, per poi aggiungere, “Non è con questo bullismo politico che i numeri della Lombardia passano a Toti”. L’Onorevole azzurra dopo un breve accenno alle regole,  “Stiamo aspettando tutti di definire le regole che ci porteranno al congresso e alle primarie. Nel frattempo Il governatore Ligure si occupi della sua regione e prenda atto che esiste una maggioranza nel partito che sostiene Salini e che si riconosce in Berlusconi” è tornata ad attaccare i presenti “A villa Torretta c’era chi oggi si lamenta dimenticandosi di come è arrivato in parlamento. La stragrande maggioranza degli amministratori di FI era altrove e Toti lo sa. Li lasci lavorare come sanno fare e come fanno già. Forza Italia merita rispetto. In ogni grado e in ogni dove. – concludendo – È ora che Toti se lo metta in testa“. Come era prevedibile, gli organizzatori (Alessandro Fermi, Giulio Gallera, Mauro Piazza, Alan Rizzi e Federico Romani) le hanno risposto a breve giro di posta esordendo con una precisa accusa: “L’on. Gelmini offende le centinaia di militanti e amministratori locali che ieri, un sabato di fine giugno, hanno sfidato il caldo torrido per partecipare ad un evento di rilancio del partito“. “Ieri abbiamo assistito al trionfo della democrazia – hanno poi aggiunto – con 35 amministratori locali, provenienti da comuni di tutte le dimensioni, che dal palco hanno manifestato l’ impegno e il desiderio di fare tornare il nostro partito agli antichi fasti con proposte, idee, progetti e, soprattutto, mettendoci la faccia come sempre. Una manifestazione positiva e costruttiva durante la quale nessuno, ne gli organizzatori e nemmeno Giovanni Toti, – hanno chiarito – ha tuonato contro il coordinatore regionale Salini, peraltro invitato, e tantomeno lo hanno citato. Ci chiediamo dove sia il bullismo politico“. “Per quanto riguarda “la maggioranza degli amministratori di forza Italia non presenti”, staremo a vedere come si esprimeranno – hanno proseguito lanciando un guanto di sfida – se, come noi auspichiamo, saranno celebrate le primarie, tanto attese e altrettanto necessarie. Non comprendiamo i motivi di cotanta sicumera da parte dell’on. Gelmini “. “L’atteggiamento di attaccare chi invoca trasparenza e democrazia nel partito – conclude la nota degli organizzatori – è quanto di più anti democratico possa esistere. Il coordinatore Giovanni Toti, con la sua presenza, ieri ha mostrato un grande rispetto nei confronti delle anime di Forza Italia che chiedono un sano rinnovamento. Qualcun altro, invece, ha preferito non esserci e rilasciare dichiarazioni incomprensibili, forse dettate dal caldo eccessivo o da informazioni fuorvianti che qualche detrattore le avrà riportato“. Intanto sabato prossimo ripartirà la sfida all’apparato lanciata da Giovanni Toti e dai futuristi lombardi. Il secondo atto della rivoluzione interna a Foza Italia andrà in scena alle 14:30 del 5 luglio al Teatro Brancaccio di Roma, dove si terrà la manifestazione “L’Italia in Crescita” Organizzata da Giovanni Toti.  

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Il Futuro per Forza, una marea azzurra che non vuole rimanere ancorata nel passato

Si è svolta ieri la manifestazione “Il Futuro per Forza”, definita dagli organizzatori: “un’occasione di confronto e dibattito organizzato per chi ritiene che la semplice sopravvivenza di Forza Italia non sia più tollerabile“. I temi centrali affrontati sono state le richieste di coinvolgere militanti ed eletti nella scelta delle linee programmatiche e strategiche del partito, nella sua organizzazione interna e di selezionare la classe dirigente, a livello locale, regionale e nazionale, attraverso formule democratiche ampiamente partecipative quali ad esempio le primarie. Vista la notevole affluenza di militanti, eletti e semplici simpatizzanti di Forza Italia si è trattato sicuramente di un successo. Secondo alcuni all’evento erano presenti più di 800 persone, una valutazione probabilmente ottimistica che però non si discosta molto dalla realtà. Infatti, una volta occupati tutti i posti a sedere della sala congressi di Villa Torretta ne è stata allestita una seconda da dove era possibile seguire gli interventi su un mega schermo. Nonostante questo in entrambe le sale in molti sono rimasti in piedi per tutta la durata della manifestazione. Gli oratori hanno iniziato ad alternarsi sul palco dalle dieci del mattino fino a ben oltre le 13:30 senza che il numero degli spettatori si riducesse di molto. Sono stati più di trenta gli amministratori locali che hanno preso la parola prima che toccasse agli organizzatori e all’attesissimo Giovanni Toti. Una scaletta fortemente voluta da Giulio Gallera che ha poi spiegato: “non possiamo chiedere la partecipazione e poi non dare la parola a tutti” e “dobbiamo imparare ad ascoltarci fra di noi“. Se si dovesse valutare la salute del partito azzurro da quello che che si è visto e sentito sul palco non ci si potrebbe certo immaginare si trovi al di sotto del 10%. Sul podio sono succeduti amministratori dai 23 ai 90 anni di paesi e città di ogni dimensione, competenti, appassionati e provenienti dalle più disparate esperienze professionali. Una rappresentanza trasversale della società italiana che dovrebbe garantire il successo di Forza Italia. Quasi tutti, fatto salvo il portare ognuno qualche esperienza personale, si sono mantenuti entro i confini dei temi proposti, dicendosi concordi sulla necessità di rinnovare lo statuto in funzione di una svolta democratica che porti all’elezione dei quadri dirigenti. Qualche differenza di vedute si è manifestata fra i Berlusconiani duri e puri, che non considerano possibile rinunciare alla guida del Presidente e quelli più tiepidi nei suoi confronti, disposti anche a pensare ad un partito guidato da altri. Entrambe le “fazioni” comunque convinte che il disastro attuale non sia responsabilità del Presidente, bensì dei componenti il “cerchio magico” che gli da una rappresentazione artefatta della realtà per difendere le proprie rendite di posizione. Penultimo oratore un entusiata Giulio Gallera  che, in sette minuti di appassionato discorso, ha fra le altre cose  dichiarato: “Questa e’ una giornata memorabile. Forza Italia può avere, oltre che un prestigioso passato, un radioso futuro se riparte dai propri valori identitari, con regole trasparenti e condivise. Noi lotteremo fino alla fine per questo” e ancora “Oggi, centinaia di persone e i 35 amministratori locali intervenuti sul palco in rappresentanza dei territori, hanno chiesto in modo inequivocabile di non bloccare il cambiamento“. Infine Giovanni Toti, che dopo avere riassunto la situazione politica italiana ha lanciato un monito “Se in questo partito siamo disponibili a far rientrare tutti come eravamo capaci una volta, a mettere i gazebo nelle piazze e far venire i cittadini a chiedere di dare un giudizio su di noi, io credo che si possa ripartire. Chi vince vince e lealmente lo sosterremo tutti. Chi pensa che questo non sia possibile, lo dica subito perchè io penso che le strade si separeranno“. Aggiungendo “Stare a vedere per codardia, per insipienza e incapacità di leggere la realtà e ripetere una storia che è finita è passata e gli elettori hanno bocciato, io non ci sto” e ancora concludendo “Non sto alla finestra a vedere Forza Italia che muore: sono disponibile a qualsiasi cosa tranne che a dei compromessi che portano alla morte del paziente. Sono disponibile a discutere di tutto tranne che la parola debba tornare a voi e non ai dirigenti che stanno chiusi in una sala, che sia a Roma o che sia a Milano“. Il prossimo appuntamento con il tentativo di ridare vita a Forza Italia è per sabato prossimo a Roma. Vedremo se la mare azzurra che non vuole rimanere ancorata nel passato continuerà a montare, o se si infrangerà contro le barriere posate di chi vuole mantenere lo status quo.  

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Cosa resterà di Forza Italia?

Cosa resterà di Forza Italia? La domanda segue il blitz di Giovanni Toti a Palazzo Pirelli nel giorno di riunione del Consiglio regionale. Il governatore ligure e neo candidato a fondare un qualcosa che assomiglia molto a una Forza Italia bis è ormai lanciatissimo. Pochi giorni fa ha annunciato una riunione nazionale a Roma per vedere chi ci sta ad abbandonare definitivamente la guida di Arcore. Ieri si è presentato sotto il naso di Berlusconi, proprio nella sua Milano convocando gli eletti forzisti. Vero è che qualcuno ha rifiutato la convocazione di Toti, anche se non sono nomi molto di peso, ma in tanti invece non hanno avuto nemmeno bisogno di una telefonata: appena saputo che il governatore ligure era a Palazzo Pirelli si sono diretti a passo di marcia verso di lui mettendosi volentieri in fila per aspettare il momento in cui gli sarebbe stata concessa udienza. Sono quindi le truppe che vanno verso di lui, senza nemmeno bisogno di squilli di tromba. Tra l’altro non si parla solo di nomi di secondo piano visto che pare ci fosse pure il presidente del Consiglio regionale Fermi. Ma se Fermi vuole lasciare Forza Italia non dovrebbe dichiararlo apertamente? Invece ieri si è svolto tutto in gran segreto, tranne che per i lettori dell’Osservatore, ma a questo punto un partito che anche a Milano è stato ridimensionato potrà reggere a una forza di attrazione come quella di un nuovo soggetto politico guidato da Toti? O invece si scioglierà come neve al sole lasciando un pugno di dirigenti senza più iscritti? Il momento non è semplice per gli azzurri, bloccati come sono da quadri impegnati per lo più a cercare di salvare il posto. Berlusconi forse dovrebbe dare retta a chi ha chiesto una gestione collegiale, coinvolgendo tutti gli eletti per ritrovare il senso di comunità smarrito. Altrimenti cosa resterà di Forza Italia?

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Blitz di Toti in Lombardia

Blitz di Giovanni Toti in Lombardia. Il governatore ligure mantiene le promesse e si muove senza coordinarsi con i vertici del suo (ex?) partito. Si è infatti presentato a Palazzo Pirelli nel giorno della riunione del Consiglio regionale, proprio quando è certa la presenza del maggior numero di consiglieri, convocando una riunione cercando di mantenere il segreto in ogni modo. Tra l’altro, nella riunione per incontrarlo si sono incrociati rapporti trasversali: pare infatti che personaggi come Manfredi Palmeri siano stati contattati  da Geronimo La Russa, segno che la mossa di Toti muove cordate trasversali al centrodestra, anche se senza frutto.  Il presidente del Consiglio regionale Fermi, come tanti altri nomi pesanti, pare invece che abbiano risposto all’appello. C’è ora da capire come reagirà il presidente del partito di fronte a questo gesto impensabile fino a pochi anni fa: una mossa così è quanto mai azzardata anche perché essendo un ex giornalista Toti dovrebbe sapere che i palazzi del potere sono pieni di spifferi. Sicuramente però questo blitz di Toti in Lombardia farà rumore.

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