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Il Prefetto Saccone precetta la polizia locale per il Giro d’Italia

Il Prefetto Saccone precetta la polizia locale per il Giro d’Italia. Il Prefetto di Milano, Renato Saccone, sentito il Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica, esperito con esito negativo il tentativo di conciliazione previsto dalla legge 146/90, ha disposto la precettazione dei lavoratori della Polizia Locale di Sesto San Giovanni che hanno proclamato uno sciopero per domenica 30 maggio in concomitanza del passaggio della 21° tappa del “Giro d’Italia”. Le lamentele dei vigili sestesi sono state riportate dal quotidiano ilGiorno. Strumentazione obsoleta, carichi di lavoro aumentati, dotazione organica non sufficiente nonostante i nuovi ingressi nel corpo sestese, servizi ridotti davanti alle scuole, sistema di videosorveglianza e centrale operativa ridotta all’osso: sono queste le criticità lamentate dalle sigle, che rappresentano quasi la totalità dei lavoratori del comando. “Senza dimenticare il completo disinteresse dell’amministrazione a risolvere le questioni irrisolte: da tempo il sindaco non si presenta davanti al personale e non convoca un tavolo sulla polizia locale”. Ma non c’è stato niente da fare, Saccone ha preferito tutelare il Giro e la sicurezza pubblica anche perché i poliziotti avevano avuto già il loro momento di visibilità per rivendicare il diritto a protestare.

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Domenica il Giro d’Italia: le strade chiuse al traffico

Di seguito le vie cittadine che domenica 30 maggio, in occasione della 21° tappa del Giro d’Italia, saranno chiuse al traffico dalle ore 8 alle ore 20. Viale Monza (solo carreggiata direzione centro città) – piazzale Loreto – corso Buenos Aires – piazzale Oberdan – corso Venezia – piazza San Babila – corso Matteotti – piazza Meda – via San Paolo – corso Vittorio Emanuele – piazza Del Duomo – arrivo in piazza del Duomo.

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Rcs e il Giro, processo alle battute finali

Dopo tre anni di istruttoria, il processo RCS si appresta alle battute finali. Giovedì 11 luglio sono attese le discussioni dei difensori di Angelo Zomegnan ed Ennio Mazzei, che erano stati rinviati a giudizio dal GUP Luigi Gargiulo nella primavera del 2016 insieme a Laura Bertinotti, imputata principale della vicenda che ha scosso il Gruppo RCS. Tra gli imputati spiccano ex apicali di RCS, tra cui Giacomo Catano e Michele Acquarone. La storia dipanatasi da una denuncia del 2013, presentata da un dirigente di Rcs, coinvolge un giro di società sportive dilettantistiche usate – secondo l’accusa – impropriamente, manifestazioni sportive come il Giro d’Italia e la Milano City Marathon e un ammanco da 15 milioni di euro. I numeri, puntualmente elencati dal PM Adriano Scudieri, sono da capogiro: “Quindi dall’esame complessivo degli estratti conto bancari si è rilevato che sostanzialmente non sono giustificate le uscite dalla Basket Milano per 1 milione 561.309 euro, Gazzetta Runners Club 2 milioni 421.190 euro, Open d’Italia 3 milioni 897.255 euro, Milano City Marathon Club 1 milione 789.236, Consorzio Milano Marathon 1 milione 758.801, Ciclismo Milano 2 milioni 698.385, Beach Volley 907.425. Il totale è di 15 milioni 33.602. Ricordiamo che ci sono poi numerosi pacchetti turistici e viaggi aereo acquistati, su cui poi torneremo, 125.000 euro. Il trasferimento a bordo di un elicottero fatto da Laura Bertinotti quale unico passeggero per un importo complessivo di 6 milioni 993 euro”. Proviamo a partire dall’inizio. Il lungo processo coinvolge il metodo organizzativo di manifestazioni sportive di primo piano gestite più o meno direttamente da Rcs Sport, costola di Rcs Quotidiani nata nel 1989, “proprio per gestire le competizioni sportive che la testata sportiva (ndr La Gazzetta dello Sport) ha sempre organizzato sin dai suoi albori, in primis il giro d’Italia” ricostruiscono gli inquirenti. Nel 2013 però parte una denuncia di un dirigente dell’azienda: negli anni infatti è stata creata una rete di associazioni sportive dilettantistiche per gestire e ampliare le manifestazioni da organizzare sotto il cappello Rcs, percependo contributi che per legge possono essere destinati solo ad Associazioni Sportive Dilettantistiche e non a società con scopo di lucro. La rete delle ASD però, secondo la denuncia, viene gestita in maniera truffaldina: milioni di euro di finanziamenti pubblici stanno sparendo da anni, sostiene il dirigente, per arrivare nelle casse di alcuni personaggi. La “principale indiziata”, secondo gli investigatori, è Laura Bertinotti: la donna sarebbe stata la segretaria di fatto delle varie ASD e, falsificando su numerosi assegni la firma dei tesorieri, avrebbe drenato le risorse delle ASD. Alcuni dei dipendenti di RCS a cui era stato chiesto di rivestire formalmente incarichi nelle ASD sono stati travolti dalla vicenda: dopo aver disconosciuto la firma sugli assegni con cui sono state depredate le ASD e dopo aver dimostrato la propria estraneità ai fatti, si sono costituiti parte civile contro Laura Bertinotti. Ed è lei in un interrogatorio a chiarire quanto fosse esperta del tema delle associazioni sportive: “Si trattava di un meccanismo che già conoscevo perché me ne aveva parlato mio padre. Sapevo che queste associazioni non a scopo di lucro potevano avere questi finanziamenti dal pubblico ed ottenere agevolazioni nei pagamenti di collaboratori”. Il padre è Antonio Bertinotti, ex sindaco di Arona, che “è stato coinvolto in vicende giudiziarie per corruzione e truffa aggravata”. Lei oggi resta la principale indiziata per la sottrazione dei 15 milioni di euro. Soldi che avrebbe prelevato con una tale frequenza dai conti di Rcs da diventare molto nota nella filiale di Intesa San Paolo vicina alla sede della sua azienda. Un fiume di denaro di cui in buona parte si sono perse le tracce. Alcuni beni sono stati sequestrati a Bertinotti, accusata anche di aver falsificato le firme di alcuni dirigenti di Rcs, ma siamo lontani dai valori dell’ammanco totale di cassa. La decisione è attesa per il 19 settembre 2019, a seguito di eventuali repliche.

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