gregorio mammì

Autonomia: mozione in Consiglio Regionale, Mammì (M5S): «La Lega si riscopre autonomista a due mesi dalle elezioni»

Autonomia: mozione in Consiglio Regionale, Mammì (M5S): «La Lega si riscopre autonomista a due mesi dalle elezioni». «Dopo anni durante i quali ha governato il Paese, a due mesi dal voto in Lombardia, la Lega si riscopre autonomista. Il sospetto che il rinnovato sentimento nasca dall’esigenza di rincorre chi fino a pochi giorni fa era loro vicepresidente, e oggi si propone come il 3.0 della politica lombarda, sorge spontaneo. Consegnandoli alla strumentalizzazione elettorale il centrodestra rischia però di esasperare o peggio, come fatto oggi con questa mozione, ridicolizzare temi importanti. È davvero necessario che il Consiglio regionale del centrodestra, chieda alla Giunta di centrodestra di proseguire le negoziazioni con il ministro della Lega che fa parte del Governo del centrodestra? O stiamo prendendo in giro i lombardi, per un tiolo di giornale? Resta poi da discutere quale sia il concetto di autonomia della Lega e del centrodestra. È quello per cui quando in piena pandemia non c’erano scorte di DPI era colpa del governo? O è quello per cui si spendono 22 milioni di euro per un sistema di prenotazione dei vaccini, che condannava gli anziani a code chilometriche al freddo, e si chiede poi aiuto allo Stato e a Poste Italiane per sistemare il disastro? Il Movimento Cinque Stelle sostiene il principio dell’autonomia regionale, ma certamente non vuole per la Lombardia il fallimentare modello perpetuato dal centrodestra in questi anni. In questa follia pre-elettorale abbiamo ottenuto che il Consiglio Regionale approvasse un nostro emendamento che impegna il governo Regionale ad adoperarsi, presso le sedi istituzionali competenti, affinché i processi di regionalizzazione siano ispirati ai valori di solidarietà sociale, perequazione e redistribuzione delle risorse, garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni a beneficio di tutti i cittadini» così il Consigliere regionale Gregorio Mammì dopo la discussione in Aula della mozione sull’autonomia della Regione Lombardia, approvata a scrutinio segreto.

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In Lombardia si sceglie di non valorizzare gli infermieri

In Lombardia si sceglie di non valorizzare gli infermieri. Siamo in un momento di grandi trasformazioni e opportunità per il servizio sanitario italiano. La crisi degli ultimi anni ha infatti portato a un ambizioso progetto per rilanciare e migliorare la rete pubblica dedicata alla cura delle persone: c’è chi parla di rifondazione della sanità territoriale e usa comprensibilmente termini entusiastici per descrivere questo momento, perché il PNRR ha stanziato e stimolato risorse impensabili per la sanità italiana, che da anni conosceva solo tagli su tagli. La sanità non è però costituita solo da investimenti economici, altrimenti basterebbe spendere senza pensare per migliorare il sistema sanitario nazionale: PER CURARE LE PERSONE CI VOGLIONO LE PERSONE. Come abbiamo visto dal 2020 in poi, migliaia di vite sono state salvate non perché gli ospedali fossero davvero preparati e con i magazzini pieni di dispositivi adatti a fronteggiare una pandemia, ma perché chi lavorava nelle strutture sanitarie è andato oltre i propri doveri contrattuali. E, in molti casi, per questo ci ha anche rimesso la salute se non la vita. Per ringraziarli li hanno chiamati eroi e hanno promesso che le loro condizioni di lavoro sarebbero cambiate. Poi però siamo arrivati al momento in cui gli amministratori pubblici avrebbero dovuto rispettare quelle promesse. Oggi è quel momento, ma il centrodestra lombardo ha deciso di sfruttare ancora una volta le professioni infermieristiche a fini elettorali: alcuni suoi esponenti mesi fa, ricalcando un Progetto di legge presentato dal Partito Democratico, hanno presentato un altro PDL che ufficialmente sembrava mirare alla valorizzazione dei lavoratori della sanità, istituendo le direzioni assistenziali e togliendo i vincoli di esclusività alle professioni infermieristiche. Intenzioni che, alla luce dei fatti si sono dimostrate solo bieche manovre di propaganda politica. Ho provato nei giorni successivi, con una mozione urgente in Consiglio regionale, a chiedere che la calendarizzazione del Progetto di Legge fosse ritenuta prioritaria, ma con mille scuse la maggioranza non ha votato l’urgenza della mozione. Ho chiesto ai firmatari di sottoscrivere con me una richiesta di trattazione urgente, così come previsto dal regolamento. Ma nulla! Le mie richieste sono state ignorate e nel frattempo si è continuato a fare annunci, post sui social e convegni! La dimostrazione finale dell’inconsistenze delle proposte è stata certificata dal comportamento tenuto oggi dal centrodestra nell’ultima riunione della Commissione Sanità, in occasione della discussione della legge di revisione ordinamentale ossia quella legge che seve a modificare norme già in vigore. Essendo questa l’ultima occasione della legislatura per fare qualcosa di concreto per le professioni sanitarie e infermieristiche, come Movimento 5 Stelle abbiamo proposto di modificare la legge sanitaria al fine di introdurre e definire la cornice normativa per l’istituzione della figura del direttore assistenziale presso le Aziende sociosanitarie territoriali (A.S.S.T.) e gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (I.R.C.C.S.), indicandone le attribuzioni e riprendendo in gran parte proprio la proposta depositata dalla maggioranza. Con mia grande sorpresa la proposta è stata respinta con motivazioni che rimandano a principi di competenza di normative nazionali per l’istituzione di questa specifica figura, evidentemente le stesse motivazioni che verrebbero usate in un eventuale discussione dei progetti di legge già depositati dall’ex assessore al Welfare di Forza Italia e dal Partito Democratico. MI pare quindi evidente che le proposte fatte dal centrodestra non avevano avuto l’iter istruttorio, che ci si aspetterebbe da una forza di governo e da una proposta a prima firma dell’ex assessore al Welfare e si rafforza sempre di più il dubbio che ad una certa parte politica non interessasse davvero valorizzare i professionisti della sanità. Devo dunque ringraziare i rappresentanti del centrodestra, perché con la loro opposizione al mio emendamento hanno tolto il velo alla loro ipocrisia politica rivelando il loro vero volto: non hanno mai avuto a cuore il destino del personale sanitario, ma solo il proprio tornaconto politico. Spero che i lombardi, la prossima volta che dovranno recarsi alle urne, si ricordino a chi si sono affidati in questi ultimi anni e alle conseguenze che ha portato accordare il proprio voto a questa politica che non li merita, né come elettori, né come professionisti. Infine, mi tocca registrare anche il voto di astensione del Partito democratico che, se per primo si è fatto portatore di queste istanze, oggi ha perso l’occasione di schierarsi dalla parte dell’interesse dei professionisti sanitari. In previsione dell’imminente campagna elettorale mi aspetto di trovarli al mio fianco, contro le destre, nel campo di battaglia dei sanitari che certamente è un campo più largo di quello che ha saputo disegnare la politica per loro. Gregorio Mammì, consigliere regionale M5S

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Reintegro sanitari no vax, Mammì: “Dopo Moratti: anche Bertolaso vira a sinistra?”

Reintegro sanitari no vax, Mammì: “Dopo Moratti: anche Bertolaso vira a sinistra?”. «Nelle sue prime dichiarazioni da neoassessore regionale Guido Bertolaso ha dichiarato che avrebbe agito diversamente sul rientro in servizio dei sanitari no vax, ma che a imporre questa scelta è stata una legge dello Stato e dunque va rispettata – afferma Gregorio Mammì, segretario della Commissione sanità – solo pochi giorni fa però era stata Letizia Moratti a contestare proprio questa scelta del governo Meloni, mentre rassegnava le dimissioni da Assessore e Vicepresidente regionale e per questo i leghisti avevano subito sottolineato la svolta a sinistra dell’ex Vicepresidente. Moratti se n’è andata, additata da Fontana e la sua Amministrazione come un nemico, non come qualcuno chiamato a risolvere in tutta fretta i guai causati da una gestione amministrativa della pandemia non all’altezza di una regione come la Lombardia. Ora diranno che Bertolaso sta virando a sinistra? Oppure l’Amministrazione Fontana continuerà con il motivetto che abbiamo sentito in questi anni, secondo il quale è il governo nazionale che sbaglia tutto, mentre la Giunta regionale non ha mai responsabilità? Non sarebbe più facile ammettere che il centrodestra sul Covid non ha mai avuto le idee chiare né al Governo della Lombardia, né all’opposizione Nazionale e nemmeno adesso nemmeno al Governo?» conclude Mammì

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ASSAGO, Mammì (M5S): «Regione verifichi il funzionamento del percorso di presa in carico delle patologie psichiatriche”

ASSAGO, Mammì (M5S): «Regione verifichi il funzionamento del percorso di presa in carico delle patologie psichiatriche”. Gregorio Mammì (M5s): «In questi giorni tutta la comunità della Città metropolitana di Milano e della Lombardia si stringe intorno alle vittime dell’aggressione, a colpi di coltello, verificatasi al centro commerciale Milanofiori di Assago, ma mentre c’è chi soffre per lo choc o per aver perso un proprio caro a causa di un gesto folle, la macchina pubblica deve interrogarsi sul funzionamento dei percorsi di presa in carico delle patologie psichiatriche, che non possono essere gestite come semplici patologie, ma necessitano di una globale presa in carico di tutta la famiglia a tempo pieno. Purtroppo è la seconda volta in pochi mesi che una persona sottoposta a TSO viene lasciata libera di mettere a rischio la vita di altri cittadini. Per far luce su questo episodio, ho presentato un accesso agli atti per chiarire le procedure di Areu e un’interrogazione all’Amministrazione regionale affinché dirima al più presto ogni dubbio sulla vicenda» così il Consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle e membro dell’Ufficio di Presidenza della Commissione regionale Sanità, Gregorio Mammì.

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Animali d’affezione, Mammì (M5S): “Soddisfatti per l’approvazione delle nostre modifiche alla nuova legge”

Animali d’affezione, Mammì (M5S): “Soddisfatti per l’approvazione delle nostre modifiche alla nuova legge”. «Oggi il Consiglio Regionale ha approvato il progetto di legge regionale che regolerà la gestione della cremazione e sepoltura degli animali d’affezione, stabilendo dove come e quando potranno essere costruiti questo tipo di cimiteri e i relativi forni, così da evitare la pratica della sepoltura nel giardino di casa o in luoghi non idonei a livello sanitario – spiega Gregorio Mammì, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle – la maggioranza ha accettato due miei emendamenti che stabilivano la progressività delle sanzioni per chi viola le regole stabilite dalla nuova legge regionale, un segnale importante di collaborazione tra chi ha vinto le ultime elezioni e chi sta all’opposizione cercando di migliorare l’operato dell’Amministrazione» così il Consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Gregorio Mammì, annuncia il voto favorevole del Movimento al Progetto di legge N. 189: “Disposizioni sui cimiteri e sugli impianti di cremazione per animali da compagnia” approvato oggi dal Consiglio regionale.

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Mammì (m5s): “Tutti in piazza per la pace”

Mammì (m5s): “Tutti in piazza per la pace”. Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle ha pubblicato uno stralcio dell’intervista a Giuseppe Conte in cui l’ex premier invoca una grande piazza per chiedere la pace in Ucraina. Ecco il testo: «In questo momento c’è da concentrarsi sulle grandi emergenze che sta vivendo il nostro Paese. La crisi energetica con il “caro-bollette” e l’elevata inflazione, con il preoccupante scenario del conflitto russo-ucraino. Mi piacerebbe che i cittadini che vivono con preoccupazione l’escalation militare in corso potessero ritrovarsi a manifestare per invocare una svolta negoziale che ponga fine al conflitto. Credo siano tanti, anche tra gli elettori del centrodestra. L’ossessione di una ipotetica vittoria militare sulla Russia, che nel frattempo continua nella sua efferata e ingiustificata politica di aggressione, non vale il rischio di un’escalation con un folle ricorso a testate nucleari e armi non convenzionali nonché il rischio di una severa recessione economica che può ulteriormente schiacciare le nostre economie. Se questa mobilitazione si concretizzerà, il Movimento ci sarà, anche senza bandiere». Come risponde a chi sostiene che una piazza per la pace indebolirebbe la posizione internazionale dell’Italia? «”Pace” non può essere una parola associata alla debolezza. E le parole di papa Francesco non indeboliscono certo la comunità internazionale. Desta perplessità poi la decisione ultima di Zelensky di bandire la pace con decreto. L’anelito di pace non può in nessun modo minare la statura del nostro Paese. Al contrario, ritengo che questa iniziativa rafforzerebbe il ruolo dell’Italia. Una iniziativa con la società civile consentirebbe all’Italia di ritrovare un protagonismo diplomatico, ovviamente coinvolgendo gli altri partner Ue. Finora l’Europa risulta “non pervenuta”: purtroppo appare totalmente appiattita su questa strategia angloamericana, e questo mi preoccupa per gli scenari geopolitici futuri. Stiamo parlando di una guerra su suolo europeo e, allo stato, anche un eventuale negoziato di pace si svolgerebbe sopra la testa dei nostri Paesi. Si prospetta un tracollo di credibilità per l’intera Unione Europea». Quale è la sua proposta allora? «L’Ue deve farsi promotrice di una conferenza internazionale di pace, da svolgersi in sede europea sotto l’egida delle Nazioni Unite, con il pieno coinvolgimento del Vaticano».

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