imbrattamenti

Corteo per l’8 Marzo: imbrattamenti e occupazione di un McDonald

Poco meno di 2.000 persone hanno partecipato al corteo studentesco per l’8 Marzo, partito alle 9.30 da largo Cairoli. Studenti, docenti e personale scolastico hanno percorso le vie del centro preceduti da due striscioni con scritto “Contro la guerra e il patriarcato” e “Lotto tutto l’anno”, non senza lasciare segno del proprio passaggio. Infatti, partendo dal  dal monumento a Garibaldi cui è stato appeso uno striscione rosa con la scritta “Stop patriarchy, stop genocide”, i manifestanti hanno poi lasciato la loro impronta sul cartellone pubblicitario di Emporio Armani affisso in via Broletto all’angolo con via Cusani imbrattandolo con vernice rosa, stessa sorte toccata a una vetrina di Zara in via Torino dove sono anche stati appesi dei cartelli con la scritta “Boycott Zara. 100% complici di un genocidio”. Mentre intonavano canzoni di Myss Keta e l’immancabile “Bella ciao” alcune ragazze con un foulard rosa sul viso, giunte in Piazza Duomo, si sono scritte sulla pancia con il pennarello rosso “Ni una meno”. Il corteo è quindi giunto in via Larga, dove alla manifestazione si uniti gli studenti che avevano occupato l’UniversitàSstatale, giusto in tempo per partecipare all’invasione del cantiere davanti ad Assolombarda dove a terra è stata tracciata la scritta “Vivas y libres” e all’imbrattamento di un altro manifesto di Armani. Infine, giunti in porta venezia, i manifestanti, hanno occupato McDnald’s portando con sé striscioni e un megafono dal quale hanno scandito i loro slogan nell’indifferenza del personale del locale. Ulteriori disagi sono stati causati ai milanesi per via della necessità di deviare alcuni mezzi dal loro percorso.

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Sede ALER imbrattata. Osnato (FdI): solidarietà ai lavoratori colpiti da pseudorivoluzionari

Questa notte, ignoti hanno tracciato delle scritte contro gli sgomberi sui marciapiedi e lanciato vernice contro la sede ALER di viale Romagna L’episodio è stato commentato dall’Onorevole milanese, Marco Osnato, di Fratelli d’Italia:  “Ancora una volta qualche pseudorivoluzionario, convinto di risolvere i propri problemi a scapito dei cittadini per bene, prende di mira Aler Milano e soprattutto i lavoratori dell’azienda che ancora una volta sono riusciti a portare a termine degli attesi sgomberi di abusivi in alloggi del Lorenteggio!”, ha detto il deputato, per poi aggiungere, “La capacità e la professionalità degli operatori capisco possa dare fastidio a chi vive di soprusi e violenze, fiancheggiando il racket delle occupazioni, ma il ripristino della legalità è irrinunciabile per Milano e particolarmente per il suo patrimonio immobiliare”. “Esprimo la mia solidarietà – ha concluso Osnato – al Presidente Sala e a tutti i lavoratori di Aler Milano per il vile gesto compiuto nei confronti della sede dell’azienda!”.

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Corteo non autorizzato e imbrattamenti FI e FdI chiedono provvedimenti

“A distanza di sole due settimane dalla cancellazione del murale in memoria di Dax, il militante anarchico del centro sociale O.R.So. ucciso dieci anni fa, è riapparso un altro murale che inneggia alla liberazione di Vince“. Lo denuncia Alessandro De Chirico, Consigliere comunale di Forza Italia. “Vince” non altri che Vincenzo Vecchi, il latitante arrestato in agosto in Francia dopo una latitanza di 8 anni, che dovrà scontare la condanna di 11 anni e mezzo per “devastazione e saccheggio” a seguito del G8 di Genova del 2001. “L’area della Darsena rientra tra i luoghi di Milano inseriti nella delibera sul DASPO urbano votata pochi mesi fa dal Consiglio comunale“, sottolinea De Chirico, che chiede alla vicesindaco “di far visionare le immagini delle numerosissime telecamere di videosorveglianza presenti sui Navigli affinché vengano identificati coloro che mercoledì sera hanno manifestato in un corteo non autorizzato e di provvedere alla denuncia nei confronti di chi ha imbrattato, per l’ennesima volta, i muri del porto di Milano – concludendo – A cosa serve una misura come il DASPO se nessuno ne chiede l’applicazione?“. “Dopo il violento corteo degli anarchici di mercoledì sera, durante il quale non sono mancati fuochi d’artificio, petardi, muri imbrattati, auto e vetrine danneggiate” commenta invece Riccardo De Corato, Assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, “è comparso in Darsena l’ennesimo murale firmato Dax Odia“. “Ora, sul muro grigio si legge “Vince Libero. Ne’ estradizione ne’ prigione. – prosegue decorato –  E’ un chiaro messaggio d’istigazione a delinquere e a violare la richiesta di estradizione della Magistratura. Quanto tempo ci vorrà prima Sala lo faccia cancellare? Altri sei mesi come per l’imbrattatura precedente?” si chiede l’ex vice-sindaco. “Quando sono apparse sui muri di Milano scritte in ricordo di Ramelli o Pedenovi, sono subito state cancellate dal Comune – annota De corato –  Quando invece gli autori sono i centri sociali l’esposizione dell’opera dura per mesi – concludendo – Ci auguriamo che questo nuovo murale venga fatto sparire il prima possibile“.

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Writer americani condannati per imbrattamenti

Sono passati cinque anni da quando si erano fatti riprendere mentre imbrattavano i treni del metrò sulla linea verde e su quella rossa dopo essere entrati abusivamente nei depositi Atm. Fu proprio grazie a quelle immagini, poi pubblicate in rete, che gli investigatori milanesi impegnati ad indagare sugli autori dei vandalismi riuscirono a individuarli. Si tratta della nota coppia di writer americani “Utah & Ether” che il 3 ottobre il Tribunale di Milano ha condannato (insieme ai writer Borid e Avido che li aiutarono) a un anno e tre mesi per imbrattamento – pena sospesa per via della condizionale – oltre al pagamento delle spese legali e a risarcire i danni a Trenord e ATM. Pena che non ha probabilmente destato nessuna preoccupazione alla 36enne di New York, Danielle Erin Bremner (alias Utah) e il 33enne di Chicago, Jim Clay Harper IV (Ether), che utilizzano  le condanne come un modo per accrescere la loro notorietà. Infatti, dopo avere avere ampiamente pubblicizzato quella subita le 2009 a Boston, il processo intentato a Utah a New York, e l’arresto di entrambi avvenuto a Melbourne, Australia nel 2016, ora stanno facendo lo stesso con le conseguenze  della denuncia ricevuta nel 2008 dalla polizia di Milano per aver imbrattato cinque treni alla fermata Inganni. Sulla loro pagina Facebook, seguita da oltre 25mila persone, i due, riferendosi alla condanna, hanno scritto di aver ottenuto un nuovo riconoscimento a livello internazionale della loro “arte”. Una notizia che sicuramente ne accrescerà la fama fra quelli che apprezzano le “imprese” dei vriter americani e li arricchiscono acquistando i capi del brand di abbigliamento che hanno lanciato con successo, grazie ai cui proventi i due non hanno avuto nessuno problema ha versare i più di 7.000 che la condanna li ha condannati a risarcire all’azienda dei trasporti milanesi.

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