immigrazione

Lamorgese: invia agenti ma nega legami fra violenza e immigrazione

“Noi abbiamo certamente un organico che aumenterà in pochi mesi fino a arrivare a 255 uomini” delle forze dell’ordine in più a Milano e provincia, frutto di nuove assunzioni. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, al termine della riunione in Prefettura a Milano del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica. Dei 255 uomini, 198 saranno poliziotti, di cui 150 saranno assegnati alla Questura di Milano, la “metà immediatamente” e i restanti entro luglio. “Gli uomini che verranno devono vedersi per strada – ha aggiunto Lamorgese – dobbiamo prestare attenzione anche all’insicurezza dei cittadini anche se non corrisponde ai dati sull’andamento della criminalità. La percezione è importante, il cittadino deve sentirsi sicuro. In questo momento si sono susseguiti vari eventi uno dopo l’altro che hanno creato la percezione di insicurezza. Si farà tutto il possibile affinché la situazione migliori, soprattutto in termini di percezione”. In piazza Duomo a Milano a Capodanno sono avvenuti – ha detto infine – “fatti gravissimi di violenza nei confronti di ragazze” da parte di “cittadini di seconda generazione, anche italiani di nascita” per cui “non unirei il discorso dell’immigrazione con le violenze che purtroppo avvengono anche da parte di cittadini italiani”.

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Bernardo: contano le capacità non il genere. Immigrazione solo se regolare

“Io non divido per genere, divido per competenza, esperienza e ovviamente capacità”. Lo ha detto il candidato sindaco di Milano per il centrodestra, Luca Bernardo, in relazione alla sua intenzione o meno di garantire, in caso di vittoria, parità di Genere nella scelta dei componenti della Giunta. “Non credo che ci debba essere una parità di genere, ma credo in una cosa molto diversa: nel mio reparto, ad esempio, ho 21 collaboratori medici donne e 9 uomini”, ma contano le capacità. “Sono contro l’immigrazione irregolare, mentre sono a favore dell’immigrazione regolare perché noi siamo stati un popolo di migranti e siamo stati accolti in tanti Paesi”,  ha aggiunto Bernardo. “Per chi è regolare, c’è una Legge ben precisa dello Stato, e quello è il percorso che deve seguire” ha aggiunto il primario di Pediatria al Fatebenefratelli.          

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Sgominata banda di nordafricani che favoriva l’immigrazione clandestina

La Polizia di Stato coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Milano, nell’ambito di un’attività investigativa svolta nei confronti di cittadini stranieri, prevalentemente nordafricani, titolari di CAF o centri disbrigo pratiche per extracomunitari, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 2 cittadini stranieri (uno di origini egiziane e una donna marocchina) e agli arresti domiciliari a carico di altri 3 soggetti (2 italiani e un egiziano) responsabili, a vario titolo, dei reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, induzione al falso ideologico in atti pubblici, corruzione e rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio. L’indagine, condotta dai poliziotti della 2^ Sezione della Squadra Mobile di Milano, trae origine dalle dichiarazioni di una giovane ragazza costretta a contrarre un matrimonio fittizio con un cittadino egiziano allo scopo di permettere a quest’ultimo di conseguire il permesso di soggiorno e regolarizzare la propria posizione con la normativa in materia di immigrazione. Le attività tecniche di intercettazione e i servizi esterni di osservazione e controllo hanno accertato l’esistenza di una rete di personaggi, prevalentemente nordafricani, dediti a traffici e commerci di varia natura, spesso illeciti, e quindi un complesso di violazioni ed irregolarità con cui sono stati sistematicamente conseguiti documenti propedeutici all’ottenimento del permesso di soggiorno. In tale ambito sono emerse le figure di soggetti stranieri, spesso ben integrati nel tessuto socio-economico italiano e titolari di agenzie per pratiche per extracomunitari, che si sono proposti quali intermediari, o comunque punti di riferimento, per loro connazionali da cui hanno ricevuto compensi per escogitare brogli utili ad eludere la normativa sul soggiorno. Sono state accertate e documentate false idoneità alloggiative e di residenza, favorite dai contatti tra le agenzie di disbrigo pratiche per stranieri e proprietari di abitazioni compiacenti disponibili, in cambio di denaro, a dichiarare falsamente di ospitare cittadini extracomunitari per facilitare il rilascio di permessi di soggiorno per richiedenti asilo e per ricongiungimenti familiari. I titolari dei medesimi centri per stranieri sono, inoltre, risultati in contatto con commercialisti, esperti in materia tributaria e prestanome titolari di finte attività commerciali, in grado di falsificare CUD, assunzioni di dipendenti e relative buste paga, permettendo il conseguimento di permessi di soggiorno agli extracomunitari in grado di ricompensare l’illecito. In particolare, con riferimento ai 23 capi d’imputazione contestati dal Procuratore Aggiunto dr.ssa Pedio e dai P.M. dr.ssa Pavan e dr.ssa Bartolucci, gli indagati, attestando falsamente in atti pubblici fatti dei quali gli atti erano destinati a provare la verità, inducevano in errore i Pubblici Ufficiali della Prefettura di Milano che, sulla base di quella falsa documentazione, rilasciavano il Nulla Osta al ricongiungimento familiare. Cosi facendo, sono riusciti ad ottenere nel giro di pochi mesi (ovvero tra la fine dell’anno 2018 e i primi mesi dell’anno 2019) ben 24 provvedimenti di Nulla Osta al ricongiungimento familiare a favore dei parenti di 11 stranieri che si sono avvalsi della loro consulenza e dei loro servizi per eludere la normativa in materia d’immigrazione. In sette casi, invece, l’istanza di Nulla Osta è stata rigettata per mancanza dei requisiti richiesti. Negli altri casi, infine, gli indagati si sono prodigati per ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno a favore dei loro clienti. Inoltre, sono state riscontrate generalizzate e sistematiche irregolarità nel rilascio della certificazione A/2, ottenuta dopo il superamento di uno specifico test di lingua italiana e requisito indispensabile per il conseguimento della carta di soggiorno. Per ottenere la carta di soggiorno, infatti, è necessaria l’attestazione della conoscenza dell’italiano denominata “CELI” (Certificato di lingua italiana) Livello A2. L’emissione del permesso di soggiorno di lunga durata è, pertanto, subordinato al possesso di tali requisiti che devono essere attestati dal certificato CELI, che viene rilasciato da enti certificatori riconosciuti dal Ministero degli Affari Esteri o da quello dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Tali Enti in Italia sono soltanto quattro: Università degli Studi di Roma, Università per Stranieri di Perugia, Università per Stranieri di Siena e Università per Stranieri di Reggio Calabria “Dante Alighieri”. A tal proposito sono emerse connivenze tra titolari di agenzie di disbrigo pratiche per stranieri e i responsabili di scuole accreditati con le predette Università e abilitate a effettuare presso i loro centri l’esame di italiano, concorrendo a garantire il superamento del test anche a persone prive delle più elementari conoscenze della lingua italiana in cambio di un adeguato compenso economico. Tali evidenze hanno i poliziotti della Squadra Mobile milanese a concentrare lo sforzo finale dell’attività d’indagine, sin dal mese di settembre 2018, sull’operato di tre agenzie di pratiche per stranieri e una scuola abilitata al rilascio della certificazione A/2, attraverso intercettazioni ambientale audio e video, che hanno dato importanti riscontri riguardo gli illeciti oggetto d’indagine, ovvero consentire agli esaminandi di portare a termine il loro elaborato senza errori o al massimo con un errore già programmato in modo da non destare sospetti in chi sarà successivamente incaricato della correzione, garantendo il superamento dell’esame, il tutto dietro il pagamento indebito di una somma di denaro che si aggira intorno ai 500 euro a persona. In particolare, gli indagati, rispettivamente referenti/gestori e legali rappresentanti della scuola (in qualità di Pubblici Ufficiali), in concorso con i due intermediari titolari dei CAF, consegnavano prima del formale inizio dell’esame dei fogli in cui erano indicate le soluzioni dei quesiti agli stranieri, in modo da consentire loro di svolgere l’elaborato con le risposte corrette, ricevendo indebitamente da ciascuno di loro la somma di denaro di circa 500 euro, configurando il reato proprio di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. La complessiva attività d’indagine che si è conclusa con l’esecuzione di misure cautelari personali nei confronti di 5 soggetti ed il sequestro di una cospicua somma di danaro contante, ha permesso di disvelare un ambito più ampio e articolato che ha coinvolto ben 78 indagati a vario titolo, che hanno dato vita ad un contesto di diffusa illegalità concernente la regolarizzazione di cittadini extracomunitari sul territorio nazionale, utilizzando la propria posizione, ruolo, professione e cultura, per eludere la normativa sul soggiorno, approfittando dello stato di bisogno, dell’ignoranza e delle difficoltà di

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Immigrazione o umanità in fuga? Cosa si nasconde realmente dietro tale fenomeno?

di Biagio Maimone – Quando si difendono i diritti umani non ha senso essere considerati  buoni o “buonisti”, di destra o di sinistra, come fanno alcuni giornali ed alcuni partiti politici, in quanto è, senza alcun dubbio, un dovere di natura morale e spirituale difendere la dignità umana di chi diviene oggetto di sopraffazione e di ingiustizie. Tale dovere è certo che alberga nel cuore delle persone guidate dal senso di giustizia e dai sentimenti umani verso il prossimo e non può essere etichettato con definizioni partitiche. La vita è un dono, sia per i credenti di qualsivoglia religione, sia per chi non lo è: per tale ragione essa deve essere difesa da chiunque la minacci. Ogni essere umano non può che nutrire e manifestare il proprio anelito di miglioramento della propria esistenza quando essa è resa difficile dagli eventi della vita. E’ un diritto difendere la propria vita dall’ingiustizia sociale. Non si può negare che difendano il valore della propria vita tutti coloro i quali, su barconi insicuri, sfidando il mare, approdano nei porti della nostra nazione, per trovarvi accoglienza. Essi affermano di essere fuggiti dai loro territori di origine per evitare la schiavitù, la violenza e la morte. Ci chiedono di dar loro la vita. Non possiamo non accogliere il loro grido di dolore e tendere loro la mano.Essi chiedono di divenire cittadini di una terra che consenta loro una esistenza dignitosa, non più profughi ma cittadini. Colpiscono i bambini, i quali affrontano tante traversie con la forza che solo l’innocenza dell’infanzia sa donare. Essi ignorano l’esistenza dei muri, delle barriere, del razzismo. Che fare allora? Lasciamoli sognare e gioire del calore dell’accoglienza, tendendo loro le braccia. Facciamo in modo che lascino alle spalle quel mare tempestoso e le tragedie che pervadono le loro terre di origine. Diamo loro un domani colmo di speranza. Non possiamo, tuttavia, evitare di osservare il fenomeno dell’immigrazione con spirito critico, proprio in quanto si configura come un immenso movimento senza precedenti nella storia dell’umanità. Per tale motivo ci chiediamo: “Che cosa,  effettivamente, determina tale spaventoso fenomeno che,  impropriamente,  viene definito immigrazione , ma che sarebbe equo definire “umanità in fuga?”Si tratta solo di fuga dalla guerra, dalla violenza, dalla povertà? Certo è ancora presto per dare una risposta che, solo il corso della storia,  potrà fornire.

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Una Pasqua senza stile, magari

Una Pasqua senza stile, magari. Milano a quanto pare si deve rassegnare a non vederla mai. Nella città nota per il fashion, anche se ormai quel settore è tutto a Parigi, sarebbe bello santificare le feste. Sarebbe bello vedere il primo cittadino con un vestito serio, uno sguardo serio, celebrare uno dei tanti simboli religiosi della città. Non solo per la religione in sé, ma per la religione fuori di sé: i simboli non sono per forza professioni di obbedienza a un santone, ma l’adesione a valori comuni. Sono sun-bolè dal greco antico “con volontà”, cioè con un’idea dentro che unisce e fortifica l’anima, prima che il conto in banca. La Pasqua dovrebbe essere un momento in cui si celebrano i valori che ci tengono uniti, invece il buon Sala ha deciso di schierarsi. Male. A dargli una grossa mano il periodico Style di Urbano Cairo che gli ha dedicato una prima pagina con due bambini lievemente “colored”. Ora diciamolo: si poteva fare meglio. Il sindaco sicuramente è contento che Majorino gli lasci lo spazio di “amico dei migranti”, anche perché come “uomo che fa cose” Sala ha fallito: nessun grande progetto dopo Expo è stato portato a casa. E l’onda lunga di tutto ciò su cui siamo (come comunità) passati sopra sta arrivando (sì come l’Inverno, ci sta mettendo tante stagioni ma arriva). Non gli resta che rubare il posto a Majorino per dare un significato alla sua Amministrazione, o almeno provarci: se Majo aveva il coraggio di andare fino in fondo abbracciando anche nelle prime pagine neri, gay, e tutto ciò che la destra odia, Sala prende la ragazzina con tinta nordafricana in compagnia di un ragazzino in secondo piano e non biondo. Una visione rilassante per la borghesia dell’accoglienza “sì ma se sono puliti e non troppo neri”. La stessa per dire che bruciò le speranze del povero Nichi Vendola quando venne a Milano. Voleva abbracciare rom, neri, gay, insomma tutti quelli che elessero Pisapia, ma fece prendere a Giulia Maria Crespi il classico sciopun. E la (ahimè) ancora potentissima donna richiamò all’ordine “l’avvocato Pisapia” che subito piegò ginocchio e giunta agli ordini dei suoi veri capi. La prima pagina di Style segue la stessa identica logica: il sindaco, giustamente identificato con uno seduto al posto giusto, con i due ragazzini né troppo bianchi né troppo neri. E un titolo quasi forte, “Milano città aperta”, con un bel richiamo a un vecchio film utile a far sentire gli anziani più giovani e contestualizzati in un periodo storico di cui non capiscono un piffero (viene da fare una carezza a chi l’ha scritto). Ovviamente si scelgono i ragazzini perché un uomo con lo Style di Sala vuoi che si faccia una foto con un bel gambiano di un metro ottanta per 90 di muscoli e magari una cicatrice? Stonerebbe. E magari sporca il vestito da 3mila euro, oltre a spaventare i vecchietti come Giulia Maria che per migrante intendono il cameriere, il bambino a cui mandare 50 euro al mese o la donna violentata da accogliere a spese dello Stato. Peccato che sui gommoni in transito (eh già Salvini, arrivano ancora nonostante il tuo storytelling) queste categorie siano in minoranza. Ma Style deve avere stile, quello dei vecchi ovviamente. Sala invece no, ha preferito così: una Pasqua con Style. Peccato. Noi dell’Osservatore speriamo ancora nell’altra: una Pasqua senza stile.

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Immigrazione, batti e ribatti fra Majorino e De Corato

A margine della presentazione del libro scritto con Aldo Bonomi ‘Nel labirinto delle paure‘, l’Assessore alle Politiche Sociali, Pierfrancesco Majorino è intervenuto in merito alla questione immigrazione, auspicando una politica che rimetta al centro “progetti di integrazione, una revisione profonda della nostra impostazione sull’immigrazione e dia spazio allo ius soli ma solo se è il tassello di un progetto complessivo, non possiamo solo avanzare quella proposta“. Aggiungendo: “Dobbiamo proprio ripartire dalle questioni fondamentali per dare senso a una politica alternativa a quella della paura. Siamo di fronte a disegno di internazionalizzazione del sovranismo che si basa anche sul fatto che bisogna offrire l’immigrato come capro espiatorio” concludendo che la sinistra “può rottamare tutte le facce che vuole ma non le sue ragioni di fondo perché li c’è il motivo di una nuova politica di riscatto sociale“. Per niente d’accordo l’Assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, Riccardo De Corato, che si è chiesto “cosa serve ancora all’assessore Majorino per rendersi conto che la politica migratoria portata avanti da lui è stata un totale fallimento?”, rispondendo “la politica deve far rispettare le leggi e rimandare a casa chi è in Italia senza averne titolo” al Sindaco Sala che nel corso dello stesso evento aveva sostenuto”la politica deve impadronirsi del tema dell’immigrazione facendo proposte“. De Corato continua “arriva Majorino che chiede una politica che rimetta al centro progetti di integrazione, una revisione profonda della nostra impostazione sull’immigrazione e dia spazio allo ius soli” e ancora “dice persino che siamo di fronte a un disegno di internazionalizzazione del sovranismo. Forse vuole candidarsi alla Europee per fuggire da Milano“. concludendo, evidentemente “non gli è bastato che abbiano rubato persino a casa del Sindaco” o “appurare dalle tabelle del Ministero che i migranti che NON hanno diritto all’asilo oscillano tra il 60 e l’80%“.

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