impiccato

Fermato per furto si impicca in questura

Un algerino di 42 anni si è tolto la vita all’interno della camera dei fermati della questura di Milano. E’ accaduto alcuni minuti dopo le 12, poco prima era stato fermato in zona Porta Venezia mentre tentava di forzare un’auto assieme a un complice, un marocchino di 23 anni. I due erano stati sorpresi in via Felice Casati, sono stati bloccati e accompagnati in questura per essere fotosegnalati. Sono quattro le stanze dei fermati in questura, in quel momento tutte vuote. Gli agenti li hanno chiusi ognuno in uno spazio, lasciandoli da soli. Un’operazione del tutto normale e di routine. L’algerino è rimasto circa un’ora nell’isolamento della camera, un tempo sufficiente per togliersi la maglietta, annodarla e trasformarla in un cappio da legare alle grate di una finestra bassa. Quando i poliziotti hanno aperto la porta blindata era ormai senza vita, quasi seduto sul pavimento ma col corpo abbandonato e con la testa tesa in una posizione innaturale  Inutili le manovre di rianimazione, l’uomo è morto sul posto. Sono in corso approfondimenti sul suo passato, a partire da eventuali problemi psichiatrici. Resta la sorpresa e lo sgomento degli agenti. L’algerino sarebbe stato quasi sicuramente denunciato a piede libero e rimesso in libertà. ANSA

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L’omicida di via Piranesi si è impiccato in carcere

Pietro Carlo Artusi, l’uomo che interrogato dagli inquirenti mercoledì scorso aveva ammesso l’omicidio della compagna Roberta Priore, 53 anni, trovata morta nell’appartamento di via Piranesi dopo una lite per gelosia, si è impiccato sabato sera in carcere, a san Vittore, dove era recluso. L’uomo è stato ricoverato al San Carlo, e’ stata dichiarata la morte cerebrale.  

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Quattordicenne impiccato, indagato un indiano

C’è un indagato come atto dovuto nell’inchiesta per istigazione al suicidio sulla morte di Igor Maj, il 14enne trovato impiccato nella sua camera il 6 settembre. Si tratta di un 24enne di origine indiana che, stando alle indagini della Polizia postale e coordinate dal pm Cristian Barilli, avrebbe prodotto e caricato l’ormai noto video, da quasi un milione di visualizzazioni su Youtube, su “cinque sfide pericolosissime“, tra cui l’auto-soffocamento (detto ‘blackout’), guardato dall’adolescente poco prima di morire. Il filmato è stato bloccato dai pm assieme ad altri simili e l’autore, già interrogato, si è difeso sostenendo che nel video lui sconsigliava di mettere in pratica quelle sfide. Gli inquirenti dovranno valutare se al 24enne sia possibile contestare l’istigazione al suicidio o se si sia trattato di un gioco sfuggito al controllo del 14enne fino alle estreme conseguenze, ma senza profili di responsabilità penale.

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