indagata

Lobby nera: indagata la donna del trolley

C’è una quarta persona indagata nell’inchiesta milanese per finanziamento illecito e riciclaggio scaturita dall’indagine giornalistica di Fanpage su presunti fondi ‘opachi’ per la campagna elettorale di Fratelli d’Italia per le amministrative milanesi. Si tratta di una collaboratrice di origine georgiane di Roberto Jonghi Lavarini, il cosiddetto ‘barone nero’. E’ la donna che ritirò il 30 settembre un trolley, mentre Jonghi Lavarini osservava a distanza, dove i giornalisti di Fanpage, in realtà, invece di denaro avevano messo libri. Perquisizioni della Gdf, nell’inchiesta dei pm Basilone e Polizzi, sono state effettuate ieri. Ieri il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano ha effettuato perquisizioni, oltre che nell’abitazione della donna, anche in un’associazione che fa capo a lei, l’Associazione Culturale Internazionale Ecumenica Cristiana Italia Georgia Eurasia (Acigea), e sono stati sequestrati, oltre a documentazione cartacea, anche computer e dispositivi informatici. E sono in corso le analisi da parte degli investigatori nell’inchiesta coordinata dall’aggiunto Maurizio Romanelli e dai pm Piero Basilone e Giovanni Polizzi. La donna, così come Jonghi Lavarini, l’eurodeputato di Fdi Carlo Fidanza e il commercialista Mauro Rotunno, è stata iscritta per finanziamento illecito e riciclaggio perché avrebbe collaborato con il ‘barone nero’ nel cosiddetto ‘caso della valigia’. Si chiama Lali Panchulidze, la 36enne georgiana indagata dalla Procura di Milano per finanziamento illecito e riciclaggio nel fascicolo scaturito dall’indagine giornalistica di Fanpage su presunti fondi ‘opachi’ per la campagna elettorale di Fratelli d’Italia per le amministrative milanesi. E’ la donna che ritirò il 30 settembre un trolley, mentre il ‘barone nero’ Jonghi Lavarini osservava a distanza, dove i giornalisti invece del denaro avevano messo libri. E’ stata perquisita ieri e presiede l’Associazione Culturale Internazionale Ecumenica Cristiana Italia Georgia Eurasia (Acigea), la cui sede è stata anch’essa oggetto del blitz della Gdf. Acigea, si legge sul sito, è “una associazione culturale legalmente costituita e ufficialmente riconosciuta dallo Stato Italiano, dalla Unione Europea e dalla Regione Lombardia”. Oltra a un post di Jonghi Lavarini dal titolo ‘con la Georgia un legame antico’ sul sito si vedono anche fotografie nelle quali Panchulidze (“contessa”, la definisce Jonghi) è con Gianluca Savoini, presidente dell’associazione LombardiaRussia indagato a Milano nell’inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega. “Siamo partner ed amici della associazione culturale Lombardia Russia di Gianluca Savoini”, si legge sempre sul sito. Mentre sul suo blog personale la 36enne si descrive così: “Rappresentante di un’antica famiglia ortodossa georgiana (…) impiegata di banca ed insegnante, ha lavorato nel settore del commercio internazionale euroasiatico di moda, design e beni di lusso. Attualmente si occupa di comunicazione, promozione, eventi e servizi video fotografici”. È vice presidente “dell’associazione Aristocrazia Europea, con delega ai rapporti internazionali, attiva in diverse iniziative culturali, ed appassionata di arte, poesia, musica classica, balli tradizionali e folkloristici. Fedele alle proprie tradizioni, rappresenta, in Italia, la Casa Reale Bagrationi di Georgia, la più antica e nobile dinastia della Cristianità”. ANSA

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Sequestrati beni per 1.2 mln a ex funzionaria Atm

I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Milano hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di 1,2 milioni di euro nei confronti di una ex funzionaria dell’Azienda trasporti milanese (Atm). Alla donna è stato contestualmente notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari con l’ipotesi di peculato aggravato. L’ex dipendente fu licenziata nel 2018 assieme ad alcuni suoi colleghi nell’ambito di un’indagine che aveva portato alla luce un giro di biglietti che, secondo l’accusa e in estrema sintesi, sarebbero stati venduti al pubblico in un Atm Point senza essere stati prima contabilizzati dai presunti dipendenti infedeli, che così sarebbero riusciti ad intascarsi i guadagni.    

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Indagata l’ex fidanzata di Genovese

Anche l’ex fidanzata di Alberto Genovese, l’imprenditore in carcere per aver stordito con droga e stuprato una 18enne, è indagata nell’inchiesta milanese che sta raccogliendo elementi pure su altre presunte violenze che l’uomo avrebbe commesso. Da alcune testimonianze agli atti, l’ex fidanzata dell’imprenditore sarebbe stata presente nel corso di alcuni abusi. Gli inquirenti, inoltre, stanno indagando anche su altre violenze, oltre a quella nei confronti della 18enne e a quella che sarebbe avvenuta a Ibiza. E faranno accertamenti su presunti abusi raccontati oggi alla trasmissione ‘ore 14’ su Rai2 da un’altra giovane.

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Irene Pivetti indagata per riciclaggio

E’ indagata per riciclaggio Irene Pivetti, insieme ad altre cinque persone, nell’inchiesta milanese che oggi ha portato la Gdf a perquisire la sua abitazione  e alcune sue società. L’indagine riguarda alcune operazioni di import-export effettuate da società riconducibili alla Pivetti, che avrebbero contribuito a riciclare denaro nell’ambito di attività commerciali con la Cina. L’indagine è stata affidata al PM Giovanni Tarzia, si è svolto finora nel massimo riserbo e l’inchiesta, da quanto si apprende, è precedente allo scandalo delle mascherine che ha coinvolto di recente l’ex presidente della Camera.

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Onlus indagata ospite al festival dei beni confiscati alla mafia

“Quanto emerge dalle prime notizie arrivate dalla Magistratura di Milano in merito all’indagine “Fake Onlus” è gravissimo: Cooperative Onlus che si occupavano dell’accoglienza di migranti erano della ’ndrangheta. Un plauso alla Guardia di Finanza per il lavoro svolto” commenta Riccardo De Corato, Assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia. “Il business illegale degli immigrati, oltre alla Capitale, colpisce la nostra regione. C’era da aspettarselo. – continua l’ex vice-sindaco – Un giro di soldi troppo elevato per sfuggire agli interessi della criminalità organizzata“. “Il paradosso, se le indagini verificheranno la sussistenza delle accuse, è che l’associazione “Area Solidale Onlus” aveva partecipato, invitata dal Comune di Milano, al 6° festival dei beni confiscati alle mafie organizzato dall’Assessorato di Pierfrancesco Majorino, l’ex assessore alle Politiche Sociali. – denuncia quindi l’esponente di Fratelli d’Italia –  Per quell’occasione era stato pubblicato un volantino che si concludeva con la frase “la mafia non esiste”. Palazzo Marino, sempre mobilitato con marce e pic nic per migranti, chiarisca subito perché era stato affidato a questa associazione l’evento e si costituisca anche parte civile nell’eventuale processo“. “L’assurdità sarebbe anche che queste quattro associazioni coinvolte negli arresti di oggi abbiano avuto assegnati dai comuni locali sequestrati alle mafie. – continua De Corato –  Se così fosse, mi auguro che le amministrazioni provvedano immediatamente alla revoca degli affidamenti. Da anni ribadisco che sulle Onlus bisogna fare chiarezza. Troppi soldi per gestire gli immigrati. Dietro alla continua volontà di accoglienza sfrenata da parte di molte associazioni non c’è la pietas caritatevole, ma solo un business. E gli arresti di oggi lo dimostrano. Associazioni pronte a riempirsi la bocca di accoglienza e le tasche di denaro. Quante altre realtà simili esistono? – si chiede, per poi concludere – Serve un controllo a tappetto di tutte queste Cooperative Onlus che gestiscono l’accoglienza, anche se, sfortunatamente per loro gli sbarchi sono diminuiti“.  

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Lara Comi indagata dai PM milanesi

Lara Comi, candidata per le prossime elezioni europee, è accusata di aver ricevuto un finanziamento illecito da 31mila euro dall’industriale bresciano e presidente della Confindustria Lombarda, Marco Bonometti, anche lui indagato per questo fatto. A Bonometti, in particolare, la Procura contesta una fattura da 31mila euro, emessa da Omr holding (la società di cui l’industriale è presidente), e relativa al versamento di quei soldi alla società Premium consulting srl, tra i cui soci figura appunto Lara Comi. Quei 31mila euro, secondo gli inquirenti, sarebbero stati versati in due tranche da circa 15mila euro. Stando a quanto ricostruito dai pm, l’industriale avrebbe versato quei soldi formalmente per una consulenza, sotto forma di acquisto di una tesi di laurea reperibile anche on line, e quel denaro, invece sarebbe andato a finanziare illecitamente Comi. Il nome dell’europarlamentare, tra l’altro, era già emerso negli atti della maxi indagine su un sistema di corruzione, appalti pilotati e finanziamenti illeciti. I pm, infatti, come si leggeva nella richiesta di custodia cautelare a carico di 43 persone, tra cui i due esponenti di FI Fabio Altitonante e Pietro Tatarella, stanno indagando anche su un altro episodio, ossia su “contratti di consulenza” ottenuti, attraverso Gioacchino Caianiello, ex coordinatore di FI a Varese e ritenuto il “burattinaio” del presunto “sistema“, da “una società riconducibile a Lara Comi“. Contratti di consulenza “da parte dell’ente Afol città metropolitana” per un “totale di 38.000 euro”. “La consulenza era regolare e non c’è stato alcun finanziamento illecito“. E’ quanto sostiene il difensore dell’europarlamentare di FI Lara Comi, l’avvocato Gian Piero Biancolella, indagata in un filone dell’indagine della Dda di Milano per finanziamento illecito ai partito assieme al presidente della Confindustria lombarda Marco Bonometti. Quest’ultimo, secondo la ricostruzione dei pm, avrebbe fatto un versamento di 31 mila euro in vista delle elezioni europee per Lara Comi ‘mascherato’ da consulenza. “Mai commesso alcun illecito“. E’ quanto afferma Marco Bonometti, vicepresidente di Confindustria Lombardia e presidente OMR Holding in relazione alle indiscrezioni giornalistiche relative all’inchiesta sulle tangenti in Lombardia per le quali – spiega in una nota – è “stato ascoltato ieri dai pm milanesi nella veste di testimone“. ANSA  

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