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Comune nega commemorazione agli esuli. Condanna unanime del centrodestra

“Troviamo oltraggioso che il Comune di Milano limiti le associazioni degli esuli nello svolgimento della cerimonia del Giorno del Ricordo di domani mattina, Sabato 10 febbraio”, intervengono Samuele Piscina, Segretario provinciale della Lega e Consigliere Comunale, Riccardo Truppo, capogruppo di FDI a Palazzo Marino, e Giuseppe Lardieri, vicecoordinatore cittadino di Forza Italia. “Si tratta evidentemente dell’ennesima offesa nei confronti di chi è stato barbaramente trucidato nelle foibe e di tutti gli esuli che hanno dovuto abbandonare la loro casa, la loro terra, i loro beni e i loro affetti per non essere massacrati dai partigiani comunisti titini. Il Sindaco Sala e la maggioranza di sinistra devono spiegarci per quale motivo venga negato alle associazioni di far benedire il monumento a un sacerdote, di leggere la toccante Preghiera dell’infoibato scritta da Mons. Santin di Trieste, di fare un breve intervento e di posare una corona di alloro al fianco di quella del Comune. In tutta Italia si concede ai diretti interessati, coloro che hanno vissuto direttamente quella tragedia o i loro parenti, di poter essere attivi nella pianificazione e durante lo svolgimento delle cerimonie di commemorazione. È una vergogna inaudita che solo a Milano si limiti la cerimonia, probabilmente nel tentativo che non faccia troppo rumore e che quindi la storia venga dimenticata”. “Il negazionismo serpeggia costantemente tra le file della sinistra. Il Comune tenta sempre di vanificare il grande lavoro che svolgono associazioni e comitati degli esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati, a volte censurando la parola ‘comunisti’, questa volta facendo passare in sordina la commemorazione ed escludendo dalla stessa gli esuli. È un atteggiamento vile e contrario ai principi della Legge 30 marzo 2004, n. 92”, concludono gli esponenti di centrodestra.

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Municipio 9, non si placano le polemiche politiche

Municipio 9, non si placano le polemiche politiche. Stefano Indovino, capogruppo Pd e di fatto capo dell’opposizione al traballante Lardieri, ha replicato alla lettera dei lealisti della maggioranza. Nel testo da noi pubblicato sostenevano che il Municipio stia funzionando a pieno regime. ?‍♂️ Voglio scusarmi per questo post. Vorrei davvero occuparmi di questioni concrete che riguardano i cittadini, ma quando si sceglie di evitare il confronto e di rifugiarsi nelle bugie si entra in una modalità di fare politica che a me personalmente non appartiene e non piace. ? L’altro giorno il Presidente del #Municipio9 ha diramato un comunicato stampa firmato anche dagli altri pretoriani del nuovo gruppo consiliare ForzaItaliaDue. Un maldestro tentativo di rispondere alle critiche puntuali che stiamo facendo da settimane, con la volontà di far ripartire i lavori del Consiglio. ? Nel testo si legge anche questa frase: “Le commissioni hanno lavorato a pieno regime”. Ecco i numeri degli ultimi mesi: ❎2 Commissioni senza Presidente (Educazione e Politiche Sociali) ❎ 1 Commissione Sport e Cultura convocata da gennaio a oggi ❎ 2 Commissioni Commercio convocate da febbraio a oggi ❎ 2 Commissioni Educazione convocate da febbraio a oggi ❎ 2 Commissioni Politiche Sociali convocate da febbraio a oggi ? Se questo può essere definito “pieno regime” lo lascio giudicare a voi. Per me quel comunicato è una presa in giro a tutti i cittadini. Il Consiglio ha un ruolo d’indirizzo e controllo, in questi mesi non siamo stati messi nelle condizioni di esercitarlo. Le Commissioni sono fondamentali per la partecipazione dei cittadini, raccogliere proposte, confrontarsi sulle soluzioni. Il tentativo auto assolutorio – tipico di chi ha la coda di paglia – di dare la colpa alla riforma del decentramento sfiora il ridicolo. ⁉️ Lanciamo una sfida, provando ancora una volta a essere costruttivi per il bene dei cittadini. La maggioranza è in grado – entro la fine di luglio – di eleggere i Presidenti delle due Commissioni in cui ancora è vacante? Riusciranno a dare prova di serietà e ritrovata unità per il bene dei nostri quartieri? O troveranno il modo di dare la colpa alle temperature troppo alte che non gli consentono di fare il lavoro per cui sono stati eletti?

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Municipio 9, i lealisti ribattono al PD

Riceviamo e pubblichiamo le precisazioni del Consigliere di Municipio 9 Gabriele Legramandi (Forza Italia) che si fa portavoce della posizione espressa insieme ai colleghi Aurelio Bizzotto, Maurizio La Loggia, Veronica Pagliaro, Raffaele Todaro e al Presidente Giuseppe Lardieri, in merito al presidio di protesta organizzato dal gruppo consiliare PD del Municipio 9, contro un presunto blocco istituzionale in corso nello stesso. “Dobbiamo smentire questa falsità: – esordisce Legramandi –  il Consiglio del Municipio 9 ha ottemperato a tutte le pratiche amministrative di sua competenza nei tempi previsti, senza far saltare neanche una scadenza. Le commissioni hanno lavorato a pieno regime per portare avanti tutta l’attività istituzionale di propria competenza, e ha continuato a portare le problematiche dei quartieri all’attenzione non solo del Municipio ma anche del Comune di Milano. Molestie olfattive dal depuratore di Niguarda, sicurezza e degrado in via Imbonati, riqualificazione e urbanizzazione dello scalo Farini, piano comunale del Welfare, barriere architettoniche nei caseggiati popolari, stato manutentivo e sociale degli stabili a edilizia residenziale pubblica: questi sono solo alcuni dei temi trattati negli ultimi mesi dal Consiglio di Municipio in collaborazione con la Giunta. Grazie inoltre alla proficua collaborazione stretta con le Forze dell’Ordine è stato possibile ripristinare la Sicurezza in diverse aree abbandonate della nostra Zona, con lo sgombero e la restituzione di queste alla cittadinanza. È quindi unicamente motivato da faziosità politica la definizione di un Municipio immobile e nullafacente, la verità sta esattamente all’opposto”. “Se le decisioni prese all’interno delle Commissioni e del Consiglio di Municipio stesso non trovano riscontro nella realtà – continua Legramandi – la causa nota a tutto il gruppo consiliare del Partito Democratico la si ritrova nella riforma del Decentramento Territoriale operata dalla scorsa giunt Pisapia. La trasformazione delle ex Zone in Municipi ha determinato non solo l’istituzione della Giunta Municipale, ma anche lo svuotamento di tutte le funzioni esecutive dalle Commissioni istruttorie consiliari, relegate a ratificare pratiche edilizie o pareri a decisioni già prese dal Comune di Milano. Per questo motivo la Giunta Municipale con l’accordo confermato dalla maggioranza del Consiglio, ha potuto portare avanti l’esecuzione degli indirizzi amministrativi del Consiglio stesso, portando a termine gli obiettivi politici che i cittadini elettori hanno votato. Il Partito Democratico si è ritrovato così in piazza a protestare contro sé stesso, – conclude l’azzurro – e a questo punto ci uniamo anche noi alla loro protesta: si attribuiscano maggiori poteri e competenze alle istituzioni più vicine al Territorio e ai Cittadini, le municipalità di Milano. Gli scriventi appartengono alla “fazione” rimasta fedele al Presidente Lardieri, dopo che il gruppo di Forza Italia in Consiglio di Municipio 9 si è diviso in due (uno ha mantenuto la dicitura “Forza Italia per Parisi” mentre il secondo “Forza Italia – Berlusconi Presidente”) a causa della diversa veduta in merito a come condurre le attività istituzionali di alcuni Consiglieri.  

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Municipio 9 in delirio politico

Municipio 9 in delirio politico. Forza Italia è in una situazione sempre più surreale: in questi giorni si è ufficializzata la nascita di due gruppi distinti di Forza Italia. Per quanto possa sembrare una battuta, non lo è: Lardieri ancora formalmente presidente del Municipio in realtà ha perso il controllo della situazione mesi fa, posto che lo abbia mai avuto. La maggioranza di fatto non esiste, perché da quando si è scisso il gruppo di Forza Italia, uno pro e uno contro Lardieri, non è più stato possibile convocare commissioni o proseguire con la normale vita politica e amministrativa municipale. Ieri l’opposizione ha organizzato una manifestazione davanti al Municipio per chiedere di andare avanti, prendendo atto della situazione oggettiva, ma Lardieri ha preferito negare la realtà dicono i testimoni. Forse il terrore di non essere mai più candidato a niente se non al condominio o al direttivo di una bocciofila di quartiere, forse un qualche disturbo psicologico, non si sa, ma ormai il presidente di minoranza non sembra voler accettare che la sua esperienza amministrativa è stata un fallimento. L’ex assessore Pellegrini sta diventando un gigante in mezzo ai nani, se confrontato con chi gli sta vicino: era stato estromesso per i troppi passi falsi, ma almeno “Pelle” i passi li faceva. E tanti. Senza mai arrendersi alle figuracce o alle musate che prendeva. Lardieri invece è molto diverso: nega la crisi in cui si dibatte, rifiuta di dimettersi anche se ormai è in minoranza e resta incollato alla poltrona come un bambino che ha paura che nessuno gli restituisca il gioco. Il Municipio però non è un gioco. Nemmeno l’inutile intervento del commissario cittadino di Forza Italia ha sortito effetti: il problema per i ribelli è Lardieri. Lui, tramite i suoi sostenitori, dice che è colpa di Femminino, capogruppo di Forza Italia. Forse, ma visto che personaggio si sta dimostrando Lardieri sembra difficile, decideranno di dimostrare senso delle istituzioni dimettendosi tutti e due. Forse. Intanto il municipio 9 è in un delirio politico.  

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Forza Italia, tra ribelli e sbandamenti a sinistra

Forza Italia, tra ribelli e sbandamenti a sinistra. Gli azzurri sono messi maluccio dopo l’ultimo schiaffo elettorale. Gli arresti di Altitonante e Tatarella hanno lasciato senza guida una corrente importante, soprattutto su Milano. E gli effetti si vedono, soprattutto sul Municipio 9: mentre nel 7, guidato dal giovane e capace Marco Bestetti, il partito sembra quello degli anni Novanta, nel 9 è un disastro. Il capogruppo Femminino è ormai all’angolo e sa che potrebbe esserci una sola soluzione alla crisi: le sue dimissioni. Per questo l’incontro con il commissario cittadino Rossello pare non abbia dato grandi frutti. Il malcontento cresce: da una parte c’è Femminino che ufficialmente rappresenta il partito con quattro consiglieri, dall’altra quattro consiglieri che sono usciti dal partito per dimostrare fedeltà al partito. In tutto questo Lardieri, che sta interpretando la parte di Giuseppe Conte al governo. Non a caso ha ottenuto il sostegno indiretto dei 5 Stelle. I ribelli però, come detto, sono ribelli per dire: se esci da un partito per dimostrargli fedeltà (sì la formula è un tantino bizantina) tenderesti a rientrarci se solo il problema si spostasse altrove. Detto in altri termini, l’ultima votazione ha sottolineato come persino tra i fedelissimi di Femminino potrebbe esserci qualcuno che è stufo dell’immobilità in cui è precipitato il Municipio. Quando si è votato con voto segreto per la sfiducia all’ex ferroviere, non ci sono stati i voti. E, come fa notare qualcuno all’interno della maggioranza: o qualcuno dell’opposizione ha votato a favore del Conte di zona 9, o è stato qualcuno dei ribelli. Ma Femminino a questo punto che non può fare altro che stare fermo: negli alti gradi del partito difficilmente troverà altre sponde, almeno non nel breve periodo. E in quelli bassi già sta vacillando. Intanto quello che si era candidato a essere il pezzo di Forza Italia in grado di riprendere in mano il partito dimostra di non averne la stoffa, almeno stando ai fatti. L’intervento sul Municipio 9 non è servito perché le bocce sono ferme alle stesse posizioni di prima. Allo stesso tempo questa fazione ha presentato un’interrogazione urgente contro la festa dei 50 anni della curva interista che dovrebbe svolgersi ai giardini Montanelli sollevando le ire di quella parte di Forza Italia che ancora non si è rassegnata alla fusione con il Partito democratico. Il progetto non è mai morto del tutto, in fondo le radici socialiste restano un tratto comune ai due partiti. E ora che si prospetta un governo Lega-Fratelli d’Italia, un’opposizione socialista sembra perfetta. Forse però bisogna informarne tutti gli aderenti. Se tra redazioni e caffè se ne parla apertamente da almeno due anni, tra i primi a ipotizzare il salto ci fu Lupi, forse non altrettanto si fa con eletti e sostenitori. Per ora sembra che siamo fermi a questa situazione: Forza Italia, tra ribelli e sbandamenti a sinistra. Che ne sarà degli azzurri?  

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Municipio 9 verso le elezioni?

Questa volta la questione non è solo di pesi interni alla maggioranza, ma si tratta solo di numeri. Femminino, a capo del gruppo di Forza Italia in Consiglio municipale, ha annunciato ieri sera che lui e i suoi non saranno più nella maggioranza. Valuteranno provvedimento per provvedimento. Tecnicamente non esiste più la maggioranza, politicamente invece la corrente di Altitonante e Tatarella (seppure arrestati entrambi) sembra ancora in grado di mettere sotto scacco le parti sopravvissute alla mannaia della Dda di questi giorni. L’unico pezzo da novanta, a questo punto per ora dobbiamo prudentemente scrivere, di Forza Italia senza alcun coinvolgimento nell’inchiesta sembra essere Giulio Gallera. Però l’uomo della Sanità in Lombardia ha una bella gatta da pelare. Lardieri non è riuscito a tenere insieme la maggioranza e ora in piena campagna per le europee si trova con il rischio di dover di nuovo tentare il miracolo di vincere il Municipio 9. Dopo che il centrodestra ha ottenuto oggettivamente pochi risultati e litigato tanto, sarebbe difficile riproporsi. Sicuramente ancora di più con lo stesso volto. Ma, come si dice, chi vivrà vedrà, le ragioni della politica sono come il meteo: si è certi del risultato solo quando è troppo tardi per rimediare. Forse il centrodestra negherà l’evidenza e resterà in carica con qualche alchimia, forse Femminino diventerà improvvisamente assessore municipale, forse ha appena terminato la sua esperienza politica perché sarà valutato come traditore. Sicuramente non era una sfida facile raccogliere un ente pubblico dopo anni di gestione di sinistra e con ampi quartieri ancora in mano ad essa. Per non parlare della nuova malavita che in certi quartieri non si fa problemi a sfidare apertamente anche la polizia. Forse semplicemente non era la squadra giusta, o il capitano giusto: però la carenza di grandi risultati pare sotto gli occhi di tutti. Adesso rimane da vedere cosa succederà ai piani alti, per constatarne i riverberi ai piani bassi. Però il tema resta quello: si tratta di numeri, non di pesi interni alla maggioranza.  

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