latitante

Processo ‘Pollino’: preso in Germania il latitante Antonio Strangio detto ‘U Meccanicu’

Una condanna a 5 anni per il traffico di cocaina tra la Calabria e Milano. Tanto dovrà scontare Antonio Strangio, detto ‘U meccanicu’. Il latitante 44 anni, di San Luca, è stato arrestato a Duisburg, in Germania. La condanna era arrivata nel mese di dicembre 2022 a conclusione del processo “Pollino”, in cui fu coinvolto. A Duisburg, Strangio era stato in passato anche pizzaiolo ed attualmente svolgeva le mansioni di corriere per una società di consegne postali. É stato proprio durante un suo turno di lavoro che il latitante è stato coinvolto in un incidente stradale mentre era alla guida di un furgone. In seguito all’incidente è intervenuta sul posto la polizia locale che, nel verificare i documenti di riconoscimento di Strangio, che non nascondeva la propria identità, ha accertato che l’uomo risultava latitante. A carico di ‘U meccanicu’, tra l’altro, in seguito alla condanna per traffico di droga, pendeva un mandato di arresto europeo emesso su richiesta del Procuratore distrettuale di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, e del Procuratore aggiunto, Giuseppe Lombardo. Strangio, tra l’altro, è legato da rapporti di parentela con esponenti di primo piano dell’omonima cosca di ‘ndrangheta di San Luca. È cugino, infatti, di Francesco Pelle, detto ‘Ciccio Pakistan’, e di Antonio Pelle, alias ‘Vanchelli’. Ora Strangio sarà estradato in Italia.

Processo ‘Pollino’: preso in Germania il latitante Antonio Strangio detto ‘U Meccanicu’ Leggi tutto »

Arrestato latitante pluripregiudicato

Nella mattinata di mercoledì 21 aprile, personale della Squadra Mobile di Roma e della Squadra Mobile di Milano, ha tratto in arresto il latitante Antonino Calì ricercato in quanto destinatario di un provvedimento definitivo di carcerazione per il quale deve scontare la pena di 29 anni e 8 mesi e 14 giorni di reclusione. Calì, il cui excursus delinquenziale è prolungato e di spessore, era stato arrestato l’ultima volta nel 2013 all’esito di una complessa ed articolata attività di indagine, nei confronti un’associazione operante in varie attività illecite, tra le quali, il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti, le estorsioni, i reati contro la persona, il riciclaggio e il reimpiego di risorse economiche di provenienza illecita in attività imprenditoriali. Dopo un periodo custodiale in carcere, in alternativa a detta misura, nel mese di maggio 2018 aveva ottenuto la concessione degli arresti domiciliari da scontare presso la clinica “Villa Ardeatina” di Roma. Il 3 ottobre 2018, dopo aver manomesso il braccialetto elettronico che gli era stato inserito, era evaso dalla detenzione domiciliare facendo perdere le proprie tracce. Da allora si era reso irreperibile finchè nel 2020, le indagini della Squadra Mobile di Roma lo localizzavano in Spagna, precisamente a Valencia dove, in  collaborazione con la polizia Spagnola, attraverso il coordinamento del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, si stava cercando di localizzare il suo preciso indirizzo.  Recentemente però, l’attività investigativa ha registrato il suo sposamento dalla penisola iberica al paese natio, precisamente a Milano. Pertanto, sono iniziati, in collaborazione con la Squadra Mobile di Milano, i riscontri alla sua presenza in città, finchè il cerchio non si è ristretto alla zona di Porta Venezia: individuato il possibile appartamento in via Paolo Frisi, gli agenti delle due Squadre Mobili hanno cominciato dei servizi di osservazione ininterrotti per due giorni, appostandosi in una terrazza che affacciava dall’alto sul cortile condominiale, dominando tutti gli appartamenti disposti a giro di fronte all’atrio comune, con l’ausilio di telecamere e binocoli, fino al momento in cui nella mattinata del 21 aprile scorso, notavano un uomo dalle sembianze simili al ricercato uscire dal condominio e dirigersi a piedi verso la metropolitana. Di conseguenza veniva immediatamente pedinato e quando, prima dell’ingresso della fermata della Metro, si è ha avuta la convinzione che la sua identità corrispondeva a quella del latitante, gli operatori delle due Squadre Mobili lo hanno bloccato. L’uomo, uno volta resosi conto di trovarsi di fronte alle forze dell’ordine ha subito esclamato: “sono io….Antonino Calì”. Con sé aveva un documento falso, nello specifico una carta d’identità valida per l’espatrio intestata a Sergio CALÌ, nato a Roma il 16.11.1960, ivi residente, per il cui possesso verrà tratto in arresto. Inoltre, deteneva 1.200 €uro, che sono stati sequestrati, e documentazione aerea comprovante il suo arrivo da Valencia, nonché le chiavi di casa della sua abitazione iberica, trovati a seguito di perquisizione domiciliare della casa milanese in cui alloggiava, presa in affitto tramite un’agenzia immobiliare locale. Lunga e consistente la carriera criminale, romana, di Antonino CALÌ, iniziando già dal 1998 a trafficare con la droga ed a fare quindi i conti con la giustizia. Nel 1999 venne già condannato perché facente parte di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, per il cui reato sconterà un lungo periodo di detenzione domiciliare, tornando libero nel 2003. Da quell’anno ricomincerà a trattare la droga, non disdegnando il perseguimento di reati contro il patrimonio, la frode, la ricettazione, finchè nel 2007 verrà arrestato per possesso di armi clandestine. Poi, una volta scarcerato per questo reato, riprenderà i suoi affari illeciti nel mondo degli stupefacenti, facendo parte di importanti associazioni finalizzate al traffico di droga, anche con i noti CASAMONICA, i GAMBACURTA ed i PELLE di Locri ma soprattutto col noto clan camorristico dei PAGNOZZI. Infatti, il provvedimento della Procura Generale presso la Corte di Appello di Roma, per il quale si arriva ad una pena di 30 anni, è stato emesso nel mese di maggio 2020, dopo aver computato tutte le pene detentive alle quali era stato condannato proprio per i reati associativi volti ad agevolare attraverso il traffico di ingenti quantitativi di  sostanze stupefacenti l’associazione mafiosa dei PAGNOZZI. In particolare è stato ritenuto responsabile: del delitto previsto e punito dagli artt. 74 co. 2 e 3 D.P.R. n. 309/90, 416 bis 1 C.P. (associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti aggravata dall’aver agevolato un’associazione di stampo mafioso) per essersi associato con altri correi, in numero superiore a dieci, armati, al fine di commettere più delitti di traffico illecito di sostanze stupefacenti ed, in particolare, per avere detenuto e ceduto ingenti quantitativi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, hashish e marijuana, parte dei quali sottoposti a sequestro. Associazione dotata di una stabile organizzazione, di un’ampia dotazione di mezzi e di risorse finanziarie ed armi, caratterizzata da una rigida ripartizione dei compiti e con stabili collegamenti operativi sul territorio. In particolare, CALI’ Antonino con il ruolo di coordinatore delle attività di approvvigionamento, stoccaggio e custodia dello stupefacente successivamente rivenduto dall’associazione. del delitto previsto e punito dagli artt. 110, 81 co. 2 c.p., 73 co. 4 e 6 D.P.R. n. 309/90, 416 bis 1 c.p. (concorso in traffico illecito di sostanze stupefacenti continuato con l’aggravante dell’aver agevolato un’associazione di stampo mafioso) per avere, concorso con altri correi, in tempi diversi e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, acquistato illecitamente sostanza stupefacente per un peso pari a kg 40, commettendo il fatto al fine di agevolare l’organizzazione camorristica denominata “clan PAGNOZZI”. del delitto previsto e punito dagli artt. 110, 81 co. 2 c.p., 73 co. 4 e 6 D.P.R. n. 309/90, 416 bis 1 c.p. (concorso in traffico illecito di sostanze stupefacenti continuato con l’aggravante dell’aver agevolato un’associazione di stampo mafioso) per avere, in concorso con altri correi, in tempi diversi e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, ceduto illecitamente sostanza stupefacente, commettendo il fatto al fine di agevolare l’organizzazione camorristica denominata “clan PAGNOZZI”. del delitto previsto e punito dagli artt. 110 c.p., 73 co. 4 e 6, 80

Arrestato latitante pluripregiudicato Leggi tutto »

Latitante bosniaca arrestata in Stazione Centrale

La Polizia Ferroviaria ha arrestato una donna di 40 anni, cittadina bosniaca: fermata in Stazione Centrale per un controllo dagli agenti, è risultata destinataria di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma per una serie di reati, tra cui rapina furto e ricettazione, per i quali dovrà scontare la pena complessiva della reclusione di poco meno di 24 anni. L’arrestata è stata condotta presso il carcere di Bollate.

Latitante bosniaca arrestata in Stazione Centrale Leggi tutto »

Latitante frequentava l’Accademia di Brera, arrestato

Mercoledì 5 febbraio la Polizia di Stato ha arrestato, in via Brera a Milano, un cittadino albanese di 46 anni ricercato in quanto destinatario di un ordine di esecuzione pena. Inoltre, l’uomo è stato indagato in stato di libertà per i reati di resistenza a Pubblico Ufficiale e per possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi. A seguito di un’attività investigativa finalizzata al contrasto del traffico degli stupefacenti, i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Milano hanno svolto un servizio per individuare un cittadino albanese ricercato da più di un anno, in quanto colpito da ordine di arresto per espiare la pena di anni 2, mesi 6, giorni 4 di reclusione a seguito di diverse condanne per la violazione della legge sugli stupefacenti. Gli agenti hanno focalizzato le ricerche presso dell’Accademia delle Belle Arti di Brera in quanto, a seguito di accertamenti, l’uomo risultava essere iscritto presso l’ateneo e avrebbe dovuto sostenere un esame, che poi si è scoperto essere l’ultimo prima della laurea.  I poliziotti, dopo aver atteso che finisse l’esame di “Pittura” e che uscisse dall’ateneo, lo hanno sottoposto a controllo nei pressi dell’ingresso dell’Accademia. L’uomo ha mostrato una carta d’identità greca riportante una foto corrispondente alla persona, ma con delle generalità false. L’uomo, per sottrarsi al controllo, si è dato alla fuga rifugiandosi all’interno dell’ateneo, ma poco dopo è stato bloccato. Durante le fasi dell’arresto il ricercato ha assunto un atteggiamento violento nei confronti degli agenti, tentando più volte di dimenarsi e scalciare, al fine di eludere il controllo di Polizia.  Dalla colluttazione un poliziotto ha riportato uno “stiramento del bicipite femorale alla coscia destra”, con prognosi di 20 giorni.  

Latitante frequentava l’Accademia di Brera, arrestato Leggi tutto »

Latitante dagli anni “90” arrestato sotto casa della madre

La settimana scorsa la Polizia di Stato ha arrestato G.M. latitante 53enne G. M., nato a Milano il 25.8.1966, che deve espiare una pena di 13 anni e 8 giorni di reclusione per reati contro il patrimonio, contro la fede pubblica ed in materia di armi commessi anche in forma associativa. L’uomo, che falsificava documenti per commettere reati contro il patrimonio e si è garantito un indebito arricchimento pari a svariati milioni delle vecchie lire alla fine degli anni Novanta e a decine di migliaia di euro nei soli primi anni Duemila. Ricercato dal 2004, dopo un brevissimo periodo di latitanza in Italia, si era trasferito in Argentina ove aveva cambiato alcune identità e si era spacciato per un esperto di chirurgia estetica. Il 7 ottobre scorso è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Milano grazie ad una costante attività di monitoraggio nei confronti di soggetti destinatari di condanne definitive, analizzando social network, fonti aperte, nonché le abitudini e i movimenti delle persone più vicine ai ricercati. Qualche giorno fa il latitante era tornato in Italia per un breve soggiorno e, una volta giunto alla frontiera aerea di Fiumicino con un documento genuino rilasciato dalle Autorità Consolari Argentine, ma riportante false generalità, sono cominciate le attività di osservazione e di pedinamento di tutte le persone ritenute vicine all’uomo da parte della Polizia di Stato: l’uomo è stato individuato in prossimità dell’abitazione della madre. All’atto del controllo, il latitante ha esibito il documento falso con il quale era entrato nel territorio nazionale ed è stato trovato in compagnia di una donna di origini sudamericane che ha dichiarato di essere la sua compagna. Erano in possesso di una consistente somma in denaro nonché di alcuni documenti di identità e di numerose carte bancomat rilasciate da istituti di credito argentini e riportanti le false generalità con le quali il latitante si nascondeva in Argentina. Anche in altre occasioni era giunto nel nostro Paese sotto mentite spoglie e aveva viaggiato indisturbato verso altri Paesi del Sudamerica. Dal 1993 è stato ripetutamente sottoposto a misure cautelari personali e ha poi riportato numerose condanne per associazione per delinquere, ricettazione, falso materiale, favoreggiamento reale, truffa, violazione delle norme sull’uso delle carte di credito, contraffazione di pubblici sigilli e possesso ingiustificato di chiavi alterate. Nonostante l’applicazione alla fine degli anni Novanta dell’Avviso Orale da parte del Questore di Lecco, ha continuato a delinquere architettando un sistema di riciclaggio di assegni rubati all’interno del quale era il destinatario ultimo delle somme di denaro che a lui confluivano dopo essere state versate su conti correnti aperti da soggetti compiacenti. Dopo la commissione di questo ennesimo reato è stato sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza ma, da un’attività di indagine condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Milano, è stato svelato che ciò nonostante lo stesso ha fatto parte ancora una volta di un sodalizio criminale dedito alla sottrazione di assegni ed al successivo incasso degli stessi, questa volta grazie alla falsificazione di documenti di identità. In occasione della perquisizione effettuata in quella circostanza presso la sua abitazione sono stati sequestrati strumenti, apparecchiature ed altro materiale per la falsificazione tra cui cliché per la stampa di numeri di carte identità, timbri tondi e lineari di alcuni Comuni italiani, moduli cartacei e plastificati di patenti, di carte identità e di codici fiscali, carnet di assegni nonché libretti postali. I poliziotti proseguono le indagini finalizzate a ricostruire le modalità con le quali l’uomo ha ottenuto il rilascio del documento valido per l’espatrio, ad accertare la regolarità delle attività svolte in Sudamerica e a recuperare il patrimonio trasferito nel Paese Sudamericano nonché ad individuare eventuali fiancheggiatori.  

Latitante dagli anni “90” arrestato sotto casa della madre Leggi tutto »

G8 di Genova, arrestato in Francia latitante milanese

La polizia di Milano, con la collaborazione di quella francese ha rintracciato e arrestato in Francia Vincenzo Vecchi, 46 anni, l’esponente dell’area anarco-autonoma milanese. Era latitante dal luglio del 2012, quando scattò l’ordine di esecuzione pena emesso dalla Procura generale della Corte d’appello di Genova per la condanna a seguito degli incidenti del G8 di Genova del 2001. Vecchi era stato condannato in via definitiva a 11 anni e 6 mesi. Gli investigatori sottolineano che nei giorni del 20 e 21 luglio 2001, durante il G8, Vecchi faceva parte di un gruppo di persone che a volto coperto devastò la città: vennero presi di mira banche, auto e un supermercato. Vecchi venne identificato come un promotore delle devastazioni, uno “che spingeva gli altri ad agire“, lanciava “bottiglie, sassi e molotov“. Vecchi era l’ultimo condannato per i fatti del G8 di Genova irreperibile. E’ stato bloccato l’8 agosto a Saint Gravé dans le Morbhian, in Bretagna dove faceva l’imbianchino con il nome di Vincent Papale. ANSA  

G8 di Genova, arrestato in Francia latitante milanese Leggi tutto »