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Occupato il lice, Virgilio

Anche il Liceo Virgilio di Milano è stato occupato stamani dagli studenti per ribadire che “la scuola è nostra”. “Ci siamo presi uno spazio in cui autogestire le lezioni e sperimentare un modello di scuola alternativo, in cui tutti possono partecipare all’ organizzazione, al dibattito e alle decisioni scolastiche – scrive il Collettivo autonomo Virgilio -.Le lezioni saranno tenute da studenti, professori, esperti e rappresentanti dei movimenti sociali scelti grazie alle numerose proposte venute proprio dagli studenti in questo mese”. “Vogliamo rivendicare il diritto ad avere i nostri spazi – rivendicano -. vogliamo che la presidenza ci ascolti quando diciamo che non poter prendere nemmeno una boccata d’aria in cortile non ci fa bene, che ci ascolti quando diciamo che la socialità è un diritto dell’ adolescenza tanto quanto seguire le lezioni, che ci ascolti quando diciamo che i problemi psicologici serpeggiano tra di noi come un’ epidemia”. Studentesse e studenti pretendono, tra le altre cose, “spiegazioni dal ministro Bianchi rispetto alle assurde decisioni riguardanti la seconda prova di maturità, senza nessun dialogo con le persone che realmente vivono la scuola quotidianamente e in con un grande ritardo, mettendo in difficoltà gli studenti” . ANSA

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Dopo il Carducci occupato anche liceo Vittorio Veneto

E’ occupato da questa mattina il liceo scientifico Vittorio Veneto. Alle finestre dell’istituto i ragazzi hanno appeso uno striscione con la scritta ‘V.V. occupato’ e hanno organizzato una serie di attività dal dibattito sulla situazione fra Ucraina e Russia alla lettura dei tarocchi. L’occupazione del Vittorio Veneto avviene il giorno dopo quella del liceo Carducci. “Continua l’ondata a Milano contro il vostro modello di scuola’ spiega una storia di Instagram postata dal coordinamento dei collettivi studenteschi con l’immagine dell’assemblea nel cortile del Vittorio Veneto. Al liceo Carducci il preside Andrea Di Mario ha deciso di non far entrare gli esterni che avrebbero dovuto partecipare ai dibattiti e per questo “noi studenti ci siamo mobilitati uscendo in massa dalle classi e facendo attività in cortile”, spiegano i ragazzi del collettivo che stanno organizzando l’occupazione iniziata ieri e che dovrebbe durare per tutta la settimana. “Di fronte a questo resistiamo”, hanno aggiunto gli studenti.

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Non perdiamo il senso della scuola

Non perdiamo il senso della scuola. In questi giorni infatti si torna a discutere di scuola. Una in particolare, il liceo Manzoni, ma il discorso vale per tutti. Perché dopo un anno di cazzeggio qualcuno pare aver perso il senso dell’istruzione: a scuola si va per studiare ed essere valutati. Un primo gradino di quella che sarà tutta la vita, con la differenza che a scuola si può sbagliare. Ma dopo un anno di tromboni che ripetevano che il punto della scuola è la socializzazione, ora gli studenti del Manzoni li hanno presi sul serio e hanno occupato il loro liceo per protestare contro le troppe verifiche e interrogazioni. Perché, come hanno sentito ripetere ai genitori: la scuola è soprattutto socializzazione. Mica essere valutati. Diamo i voti in base a chi è il più simpatico, tanto anche la politica nazionale è gestita da comici (più o meno ufficiali) da anni. Crescere una generazione di simpatici buffoni potrebbe essere una strategia vincente. Si scherza. Ovviamente. Per non piangere. Perché non perdiamo il senso della scuola: “Speravo di sbagliarmi, invece si è avverato quello che avevo previsto e temevo accadesse. Gli studenti di un liceo milanese, dopo averlo occupato per mesi chiedendo di tornare a fare lezioni in presenza, oggi lo hanno rioccupato per protestare contro le troppe interrogazioni e verifiche che sono state assegnate – ha commentato Otello Ruggeri di FdI – Geniali le motivazioni che hanno addotto: “Pretendiamo che in presenza ci si confronti e si socializzi, non che il tempo venga sprecato a mettere voti”. Scemo io che pensavo che a scuola si andasse per studiare, ma evidentemente in questa Italia il merito non è più un valore di riferimento”. Ma la verità è che nella società moderna la scuola è un parcheggio per i figli. Più ci stanno, meno i genitori hanno preoccupazioni e possono lavorare tante ore al giorno. Una sorta di collegio per poveri, dove lo Stato di fatto sostituisce le bambinaie di una volta o la scuola privata. Ma sono gli effetti di un pensiero moderno che ci voleva tutti divisi, genitori, nonni e nipoti. Tutti in piccole case a preservare la nostra individualità dai consanguinei, visti ormai solo come un problema da evitare. Così i nonni si parcheggiano nella Rsa (che infatti fanno ricchi affari da anni) i figli a scuola e noi possiamo andare a lavorare per stipendi da fame se paragonati a quelli di altri Paesi sviluppati. Ma così si è perso il senso: il senso della famiglia e dei gruppi umani in generale in favore di un non meglio precisato benessere da godersi da soli. E la stessa vuota filosofia è stata passata ai figli che a quanto pare hanno capito che a scuola ci si va per socializzare. Forse però siamo ancora in tempo. Perché il caso del Manzoni è singolo, ma è come il primo starnuto prima del raffreddore. Se ci copriamo, evitiamo il peggioramento. E magari non perdiamo il senso della scuola.

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Un’interrogazione parlamentare per difendere la memoria di Ramelli

Un’interrogazione parlamentare per difendere la memoria di Ramelli. A Bergamo infatti sembra che in un liceo sia stato proibito di parlare di Sergio Ramelli. Un fatto che ha subito scatenato la reazione di Fratelli d’Italia, già presente quando alla commemorazione ci furono scontri con la polizia. La parlamentare di FdI Paola Frassinetti ha annunciato via Facebook la sua reazione: “Ho presentato un’interrogazione parlamentare perché ritengo molto grave che gli organi della scuola abbiano vietato ai ragazzi di parlare di Sergio Ramelli, questa decisione è in controtendenza con la necessità di far conoscere ai ragazzi le violenze di quegli anni affinché non si ripetano.” Interrogazione urgente: divieto di commemorazione di Sergio Ramelli Alla c.a. On. Marco Bussetti Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca Premesso che presso il Liceo Classico Paolo Sarpi di Bergamo numerosi studenti avevano proposto per la cogestione un corso che approfondisse gli anni di piombo ed in particolare il caso Ramelli, relazionato da un ex studente dell’istituto. Appreso che il collegio docenti ha annullato il corso, ritenendolo troppo politicizzato, malgrado il Preside abbia autorizzato due corsi chiaramente politicizzati con tema “La notte della sinistra, da dove ripartire” e “Riflessione su temi come immigrazione, rispetto dei diritti umani, Unione Europea…”, ma non quello su Sergio Ramelli Si interroga il ministro su quali siano state le considerazioni del Preside e del Consiglio di Istituto che abbiamo portato a vietare di parlare di Sergio Ramelli e della violenza degli anni di piombo agli studenti.

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Lancio di sassi e una bomba carta contro ex liceo occupato abusivamente

Lanci di sassi e una bomba carta contro i locali occupati abusivamente da Ri-Make in via Del Volga, in zona Bruzzano-Affori. Il collettivo, che ha occupato abusivamente l’ex liceo Omero dopo essere stato sgomberato a maggio 2018 dalla ex Bnl di via Astesani, denuncia l’episodio, avvenuto giovedì sera . L’esplosione, fanno sapere da Ri-Make ha causato “danni al vetro e a un armadio, senza danni per le persone che si trovavano all’interno (in particolare alla ragazza che vive da tempo nell’ex casa del custode)“. Prima del lancio di una bomba carta sarebbero invece stati lanciati sassi che hanno infranto altre vetrate.

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