luigi di maio

Bonus ai parlamentari: Di Maio e Tridico rispolverano la caccia al politico

Bonus ai parlamentari: Di Maio e Tridico rispolverano la caccia al politico. I fatti sono evidenti come sempre: mentre le televisioni sono inondate della pubblicità sul referendum per il taglio dei parlamentari, dall’Inps di Pasquale Tridico casualmente trapela che cinque parlamentari su 945 hanno chiesto il bonus di 600 euro concesso durante la quarantena. E se diciamo casualmente è perché Tridico è stato il peggior amministratore pubblico del periodo (Arcuri lo consideriamo a parte): i disastri con il sito dell’ente da lui diretto resteranno nella storia come esempio di impreparazione. Con tanto di accusa agli “hackers” scopertasi poi fuffa. Eppure adesso promette un’inchiesta interna all’Inps per scoprire chi avrà parlato con i giornalisti. Sarà difficile che porti da qualche parte, ma tanto il lavoro è fatto: è servito a uno dei suoi datori di lavoro politici per una campagna di appoggio al referendum. E Di Maio ne aveva quanto mai bisogno: il passo indietro di Salvini al Papeete ha scatenato una serie di conseguenze che gli hanno fatto perdere il posto di vicepremier, nel frattempo Di Battista è tornato purificato dal non aver partecipato ad alcun governo con destra o sinistra. Di Maio è chiuso nell’angolo insieme al Movimento 5 Stelle che sta venendo vampirizzato nei sondaggi da tutti i partiti. Dopo i record alle elezioni parlamentari, l’emorragia è stata constante. Vito Crimi inoltre non sembra capace di dare una sterzata alle sorti del partito di maggioranza relativa. A Di Maio serve portare a casa qualcosa di pesante come un sostanzioso taglio dei parlamentari. Qualcosa in vecchio stile Cinque Stelle, per ricaricare le batterie elettorali. E allora quale carta migliore della caccia al politico? Un vecchio classico. Tra l’altro col delitto perfetto: annuncio che ci sono cinque parlamentari (cinque ndr) che hanno preso il bonus per chi era in difficoltà nonostante il ricco stipendio, ma non dico chi sono perché bisogna difenderne la privacy. Così ho diffamato in un colpo 945 parlamentari senza essere querelabile. Anzi, così il Parlamento e i giornali saranno bloccati a discutere di 3000 euro in tutto, mentre Di Maio e pochi altri potranno decidere con calma come distribuire la pioggia di miliardi che arriverà nei prossimi 12 mesi sull’Italia. La caccia al politico però piace agli italiani, perché pesca nell’invidia sociale di chi guadagna di più o occupa posizioni importanti. Noi vogliamo sottrarci a quella che consideriamo una bieca manovra politica del Movimento 5 Stelle e in particolare di Luigi Di Maio. Non partecipiamo alla caccia al politico. E’ un fatto deprecabile chiedere se non si ha bisogno? Senz’altro, ma ci sono mille motivi per un gesto del genere. E in ogni caso non sono temi che cambiano la nostra vita. E’ un dettaglio nello schema generale in cui ci si appresta a spartirsi miliardi presi in prestito dal nostro futuro e da quello dei nostri figli. Se proprio dobbiamo condannare i cinque messi alla berlina, puntiamo tutto sui 940 che si sono comportati bene.

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I ribelli grillini si riuniscono a Roma

I ribelli grillini si riuniscono a Roma. Dopo aver radunato le truppe anche in Lombardia, la famosa “base” cioè quelli che contano soprattutto se votano e obbediscono al capo Di Maio, cerca di farsi sentire anche al centro del Potere. Dopo la raccolta del sostegno tra gli eletti nei territorio, ora si lanciano su Roma. Il percorso della Carta di Firenze 2019 giunge ad attuazione con un’assemblea nazionale a Roma il 15 dicembre 2019 a partire dalle 10:00 alla Città dell’Altra Economia (Largo Dino Frisullo). Sembrava un percorso difficoltoso e fatto di pregiudizi e timori che spesso sono leciti, ma l’entusiasmo e lo spirito propositivo di tutti gli attivisti e portavoce che hanno dato il loro appoggio alle istanze della CdF ha prevalso ancora a sostegno dei valori del MoVimento 5 Stelle. Questo terzo appuntamento, dopo quelli di Bologna e Firenze e la “Call To Action” di Napoli a Italia 5 Stelle, porta ad attuazione il percorso dell’iniziativa, che non ha mai inteso promuovere correnti o scissioni bensì una fraterna seppur franca discussione interna al M5S del quale troppi fondamenti originari sono andati via via smarrendosi. Sarà l’occasione per un confronto democratico e per pianificare insieme il nostro futuro di attivismo già da questi primi mesi del 2020 che si PREANNUNCIANO cruciali. La discussione è aperta ai sottoscrittori della Carta di Firenze 2019. Per accreditarsi all’evento, registrarsi qui: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-assemblea-nazionale-carta-di-firenze-2019-85083447883?fbclid=IwAR2FRhVAZ4av0pL4LQFnJoAFGDxdIXvOb7VrkI0LMfR4B_gvPo3f-doR81U A riveder le stelle! Firmato: I promotori della CdF 2019  link utili:  https://www.cartadifirenze2019.it/ https://www.cartadifirenze2019.it/wp-content/uploads/2019/10/CARTA-DI-FIRENZE-2019.pdf https://www.cartadifirenze2019.it/wp-content/uploads/2019/10/Assemblea-firenze-2019.pdf

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I ribelli M5S si ribellano al Pd

I ribelli M5S si ribellano al Pd. All’indomani della sconfitta sonora in Umbria, riprendono fiato i contestatori del corso imposto da Luigi Di Maio.   Ecco il loro comunicato stampa: Nel cuore della prima forza politica uscita dalle urne delle ultime elezioni nazionali esiste un problema di democrazia interna. All’interno del più innovativo movimento politico del secolo esiste un problema di coerenza ai propri valori. Senza valori identitari “scolpiti nella roccia”, si perde ciò che più importa alla cittadinanza, la credibilità. Di questo, almeno noi, ce ne siamo accorti da tempo. Infatti non abbiamo aspettato che ulteriori “esperimenti da laboratorio” decisi da pochi in qualche villa con piscina sul mare, creassero mostruosi Frankenstein politici e abbiamo lanciato una proposta concreta : La Carta di Firenze 2019 (CdF19). La CdF19 ( possibile sottoscriverla online su www.cartadifirenze2019.it ) è un appello a tutte le energie oneste e generose presenti nel MoVimento 5 Stelle. Il lavoro capillare sul territorio, di migliaia di attivisti, su battaglie identitarie, ha consegnato nelle mani degli eletti del 2018 un MoVimento 5 Stelle al 33% dei consensi. Il resto della storia politica recente, fatta dagli impietosi numeri usciti dalle urne e, non dai record mondiali su Rousseau, è sotto gli occhi di tutti. Il nostro interesse va oltre le dimissioni di qualche capro espiatorio, oltre le recriminazioni di alcuni, oltre le “guerre tra bande” che facilmente si scateneranno tra molti eletti nazionali. Sono intollerabili ulteriori discutibili test elettorali o riorganizzazioni calate dall’alto. La regola dell’umiltà va praticata sempre, non solo per qualche giorno a seguito di una sonora sconfitta elettorale. I risultati elettorali hanno il pregio di far verificare le responsabilità, i meriti e i demeriti di certe scelte. Le scelte si adottano in piena convinzione e condivisione perché la politica non è un gioco di test per il potere, è uno strumento che influisce ed impatta sulla vita delle persone, è una cosa seria. Gli attivisti pentastellati lo sanno bene, gli elettori anche. Da qualche tempo i gruppi stanno discutendo apertamente la CdF19, nelle numerose assemblee territoriali, come se fosse un urlo di coerenza . Il vastissimo gruppo di portavoce, attivisti, ed elettori del MoVimento 5 Stelle che si riconoscono nei principi richiamati dalla CdF2019 chiede che si discutano internamente i seguenti cinque punti chiave : 1) TRASPARENZA E DEMOCRAZIA INTERNA 2) COERENZA E RISPETTO DEI PRINCIPI NON TRATTABILI 3) RIORGANIZZAZIONE DAL BASSO 4) PROCESSI PARTECIPATIVI 5) CANDIDATURE, NOMINE e VALUTAZIONE DEI PORTAVOCE Siamo in tanti, determinati e organizzati; presto annunceremo la data per una ulteriore Assemblea nazionale dei sottoscrittori, dopo quelle di Bologna e di Firenze. Non lasciamo il campo alla delusione ma ricostruiamo la nostra identità con la Carta di Firenze 2019. Ripartiamo dai valori fondativi che han fatto grande il MoVimento 5 Stelle. Gruppo Carta di Firenze 2019

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Fastweb, noi non molliamo

Fastweb, noi non molliamo. Non lasceremo il nostro posto al fianco dei 72 lavoratori che hanno ottenuto giustizia dalla magistratura italiana, ma rischiano di non averla da voi. L’azienda è sana: come abbiamo sottolineato tante volte, sta investendo miliardi in sviluppo ed espansione. Non saranno queste 72 famiglie a rovinarvi il bilancio. Tanto più che non parliamo di persone che guadagnano cifre in grado di spostare realmente gli equilibri economici aziendali. Il problema resta in tutto e per tutto di scelta: può davvero essere che non ci sia un’altra sede oltre a Bari dove collocarli? Per molti lo spostamento equivale a un licenziamento di fatto, perché tra perdere affetti e vari aspetti della vita, sono costretti a scegliere di lasciare il lavoro. Ma davvero Fastweb e Alberto Calcagno (nella foto, ANSA) non sono in grado di trovare una soluzione diversa? E Luigi Di Maio dov’è? I cittadini saranno costretti a rivolgersi a Salvini anche su questo tema?

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Fastweb, gli appelli dei lavoratori continuano

Fastweb, gli appelli dei lavoratori continuano. Vero è che abbiamo dato la notizia di uno spiraglio apertosi per fine mese, ma continuiamo a dare spazio agli appelli dei 72 licenziati da Fastweb. L’incontro con l’azienda lascia almeno viva una fiammella di speranza, anche se tenue. Intanto vi proponiamo un’altra storia in video, quella di Ornella, una storia che potrebbe essere di chiunque in questo periodo di finta fine della crisi. La ricchezza, intesa come la semplice possibilità di vivere, è perduta e si continua a perdere mentre lo Stato accumula debiti per pagare debiti. Intanto le società come Fastweb hanno ormai mano libera, anche perché Luigi Di Maio non sembra avere tempo e capacità per svolgere la funzione di Ministro del Lavoro. Un compito impegnativo, soprattutto in tempi come questi in cui aziende come Fastweb lasciano a casa 72 lavoratori, ma hanno il budget per pagare hacker al proprio servizio. Servizi che servono, ma una minima limata agli stipendi dei super dirigenti non potrebbe salvare le vite di queste persone? Fastweb ha davvero margini così ridotti all’osso da dover mettere in ginocchio settanta famiglie? I dirigenti come Sergio Scalpelli che ne pensano?

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Per Fastweb e Di Maio un appello da Quarto Oggiaro

Per Fastweb e Di Maio un appello da Quarto Oggiaro: per favore ripensateci. Gli appelli all’azienda di telecomunicazioni e alla politica non cessano da parte di 72 lavoratori e delle loro famiglie: non vogliono essere trasferiti a Bari, uno spostamento che per loro equivale a un licenziamento e a un’allontanamento da tutta la loro vita. Un trauma anche economico a cui non possono sottoporsi perché spesso si tratta di situazione delicate. Lavorare a 900 chilometri di distanza non è uno scherzo quando si è giovani, quando si ha una famiglia si rischia di perderla. Ecco l’appello di Silvana a cui si spera che prestino orecchio sia Fastweb che Luigi Di Maio.

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