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Salario minimo, Consiglio regionale Lombardia boccia la mozione delle opposizioni

Il centrodestra in Regione Lombardia dice no al salario minimo legale. La maggioranza ha bocciato, ieri pomeriggio in Consiglio regionale della Lombardia, la mozione presentata in modo unitario da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra e Patto Civico che intendeva sostenere le ragioni della misura a tutela della giusta retribuzione del lavoro e la difesa dei lavoratori più deboli. Il testo chiedeva a Regione Lombardia di attivarsi nei confronti di Governo e Parlamento affinché venisse approvata con urgenza una legge sul salario minimo. Nicola Di Marco (capogruppo M5S Lombardia): “Quella del centrodestra è una scelta in linea con le politiche del governo nazionale, che sul tema ha preferito prendere in giro gli italiani, nascondendosi dietro il Cnel di Brunetta. In questi giorni centinaia di migliaia di cittadini stanno sostenendo la raccolta firma attiva in tutta Italia, per l’introduzione del salario minimo. Da trent’anni a questa parte gli stipendi medi degli italiani scendono, mentre in Europa salgono. E questo anche senza considerare gli aumenti senza precedenti dei quali siamo tutti vittime da quando il centrodestra è al governo. È evidente che gli strumenti ad oggi a disposizione non sono sufficienti per consentire a milioni di italiani di non vivere in povertà, motivo per cui serve una legge sul salario minimo”. Secondo il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni: “Gli stipendi sono fermi da anni mentre l’inflazione galoppa e in Lombardia, dove il costo della vita è maggiore, la situazione si fa sempre più pesante. Ci sono quasi due milioni di lombardi che guadagnano poco più di mille euro al mese, una cifra con cui è molto difficile far quadrare i conti. Il lavoro va pagato il giusto, lo dice anche l’Unione Europea quando sostiene l’adozione del salario minimo, ma il centrodestra continua a dire di no, sulla pelle di tante persone, soprattutto giovani e donne che, pur lavorando non guadagnano a sufficienza”. Intervenuti nel corso del dibattito anche i Consiglieri regionali Luca Paladini (Patto Civico) e Michela Palestra (Patto Civico): “Il salario minimo ristabilisce un principio di giustizia sociale fondamentale: i lavoratori hanno diritto a una vita dignitosa. In Italia sono più di tre milioni le persone che rimangono povere pur lavorando. Nel fronteggiare la crisi economica e le povertà emergenti dobbiamo sostanziare il principio della giusta retribuzione, rilanciando anche lo strumento dei contratti collettivi nazionali e la rappresentatività dei sindacati”. Onorio Rosati (AVS) conclude: “Votando contro questa mozione, la Giunta Fontana e la maggioranza di Destra gettano la maschera. Nonostante esista anche in Lombardia un grande problema salariale che determina un crescente numero di lavoratori poveri la Giunta Fontana e la maggioranza di destra in Consiglio regionale bocciano la mozione che chiedeva alla regione di farsi parte in causa sul tema del salario minimo, nei confronti del Governo. Molti lavoratori anche nella nostra regione, infatti, non riescono ad arrivare alla fine del mese così come ad adempiere a tutti gli obblighi relativi alla vita quotidiana come pagare le bollette o l’affitto e, ancora una volta, quest’aula si è dimostrata sorda davanti a queste istanze. Basterebbe poco per capire che, anche in Lombardia e nel nostro Paese, non ci possa essere una crescita economica se non accompagnata da un consistente aumento di salari”.

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Pedemontana, sindaci abbandonano il tavolo, Pizzighini (M5S): “I territori non vogliono la tratta D”

Paola Pizzighini (Consigliera regionale M5S): “Quello dei sindaci è un messaggio chiaro alla Giunta Regionale. Da oggi nessun Assessore e nessun esponente della maggioranza potrà più permettersi di mascherare il fallimentare progetto dell’autostrada più costosa d’Italia dietro lo slogan “lo chiedono i territori” o, se lo faranno, staranno raccontando una bugia. Pedemontana è un buco nero di risorse pubbliche, dal quale gli investitori privati sono scappati e che i territori non vogliono. L’unica domanda alla quale la Giunta e la sua maggioranza dovrebbero sentirsi in dovere di rispondere è il motivo per cui continuino ad accanirsi su questo colossale fallimento” così la Consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle, Paola Pizzighini, in merito alla decisione dei dodici sindaci dei Comuni della Brianza orientale (interessati dalla tratta D breve della Pedemontana lombarda) di abbandonare subito il tavolo di confronto convocato in Regione Lombardia con l’assessore regionale alle Infrastrutture e Opere pubbliche, Claudia Terzi. Più critico l’ex Consigliere regionale, ora Rappresentante del gruppo di Monza e Brianza est, Marco Fumagalli (M5S) che aggiunge: “Pedemontana è l’emblema dell’arroganza della destra lombarda. Solo chi non conosce la materia può credere che la variante progettuale proposta dalla Regione stia in piedi da un punto di vista giuridico. È evidente che la tratta D breve è un’opera completamente diversa da quella progettata in origine e pertanto occorre fare un nuovo bando per aggiudicare una nuova opera, non proporre una variante fasulla. Adesso ci aspettiamo che i sindaci, che ancora hanno a cuore il proprio territorio e la legalità, impugnino gli atti e facciano cessare questo enorme spreco di denaro pubblico”.

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Scuola, controsoffitto crollato a Milano, Pizzighini (M5S): “Interventi urgenti, serve prevenzione”

Paola Pizzighini (Consigliera regionale M5S): “Due settimane fa, in occasione dell’avvio dell’anno scolastico, i Consiglieri d’opposizione avevano presentato alla Giunta regionale una mozione per chiedere interventi urgenti necessari alla messa in sicurezza degli edifici scolastici. Anche in virtù dei danni causati dai fenomeni climatici estremi, imputabili a quel cambiamento che il centrodestra ancora nega e che invece richiede lavori di prevenzione attraverso l’adeguamento delle strutture. Purtroppo, la mozione non fu discussa, e da quel giorno il Consiglio regionale non si è più riunito. Evidentemente la maggioranza ha ritenuto non urgenti le questioni rimaste sul tavolo, come questa. Tutelare l’infrastruttura scolastica, e di conseguenza la sicurezza di alunni e personale, è un dovere di Regione Lombardia, che invece non ha ancora sbloccato tutti i fondi promessi dalla mozione approvata in sede di discussione dell’ultimo Bilancio di Assestamento. Garantire l’agibilità delle aule ed eliminare ogni rischio per i ragazzi è uno dei doveri primari di Regione Lombardia che non può continuare ad ignorare le numerose richieste di aiuto avanzate dai Comuni” conclude la Consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle, in merito al crollo, avvenuto nel fine settimana, di un controsoffitto presso la sede della scuola primaria Martin Luther King di Milano, in seguito dichiarata inagibile.

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Depuratore del Garda, Paola Pollini (M5S): “La risposta del Governo a FdI è la pietra tombale sulla possibilità di correggere la rotta”

Il Governo, attraverso il Sottosegretario al ministero dell’Ambiente, ha risposto ad un’interrogazione parlamentare di Fratelli d’Italia, in merito al depuratore del Garda. Paola Pollini (Consigliera regionale M5S Lombardia): “Affermare che lo studio eco fluviale, commissionato da Regione Lombardia sul fiume Chiese, sarà decisivo ai fini dell’ubicazione dei nuovi depuratori del Garda, significa prendere in giro i cittadini e i molti che ancora speravano in una soluzione giusta e sostenibile della vicenda. Cosa ha detto in realtà il Governo? In merito agli studi sullo stato ecologico, idrologico e morfologico del fiume chiese – che ricordiamo sono il frutto di un emendamento del M5S in Regione Lombardia – il Governo ha affermato che essi saranno sì fondamentali e propedeutici alla progettazione, ma non del nuovo sistema di collettamento e depurazione dei comuni del Lago, ma solo ad un “eventuale progetto integrato di riqualificazione del bacino del fiume Chiese”. In altre parole, gli studi non serviranno, come da noi richiesto, a stabilire se il Chiese è idoneo ad accogliere le acque depurate dei comuni gardesani, ma solo a mettere in atto le misure compensative per sopperire all’eventuale danno arrecato dagli stessi. Quello che afferma la deputata Almici, con fare compiaciuto e soddisfatto, è un’errata interpretazione della realtà. Le parole del sottosegretario sono state chiare: nessun passo indietro, si prosegue con l’attuale progetto e al più, ai Sindaci dell’asta del Chiese, si fornirà un contentino per attenuare o compensare eventuali e non certe noie che i depuratori potrebbero generare. Se a questo aggiungiamo il fatto che il Governo continui a non prendere posizione in merito alla rimozione del Commissario Straordinario, e alla stortura istituzionale creatasi con il commissariamento di fatto della Provincia, si chiude il cerchio attorno alle reali intenzioni del centrodestra: proseguire con il disegno originario sostenuto da tutti i partiti, tranne che dal M5S. Cade così definitivamente la maschera di chi in questi primi dodici mesi di governo ha solo preso in giro i cittadini» conclude Pollini.

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Stadio Milan San Donato, Di Marco (M5S): “Surreale la doppia faccia della Lega. Questione sia affrontata con serietà: il Milan venga in Commissione”

Nicola Di Marco (Capogruppo M5S Lombardia): “Le parole del deputato leghista Toccalini e del Consigliere Pase, che auspicano la collaborazione del Governo e di Regione Lombardia, per il buon esito del progetto stadio Milan a San Donato sono surreali. Surreali perché nessuno ha ancora visto il progetto. Surreali perché una questione come uno stadio di 70mila posti in una città da 32 mila abitanti è una questione che va affrontata con serietà e non a colpi di slogan. Surreali soprattutto perché solamente ieri sera, in Consiglio comunale, è stata discussa una mozione della Lega che chiedeva fossero i cittadini a esprimersi attraverso un apposito referendum, sulla questione nuovo stadio. Insomma, se sei della Lega non sbagli mai. In Regione e al Governo cavalchi la propaganda del sì allo stadio, anche se nemmeno conosci il progetto. Mentre sul territorio solletichi la pancia di chi è contrario, chiedendo siano i cittadini a decidere, lamentando la scarsa trasparenza del Sindaco, che non informa la popolazione. Dopo questa figuraccia mi aspetterei che il partito che esprime il Governatore regionale cominci a trattare il tema con la dovuta serietà, convocando le società in Commissione Infrastrutture e Territorio per esporre il progetto, come il Movimento Cinque Stelle chiede da diversi mesi. Dobbiamo analizzare i dati e guardare le carte, altrimenti si finisce a parlare del niente o, peggio, a far le figure che hanno fatto oggi i rappresentanti leghisti” così il capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Regione Lombardia, Nicola Di Marco, interviene nel merito della questione relativa all’ipotetico progetto della società Milan di realizzare il nuovo impianto di proprietà a San Donato Milanese.

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Presidio esodati Superbonus, Di Marco (M5S): «Muro di gomma di Regione Lombardia: centrodestra incapace di dare risposte»

Presidio esodati Superbonus, Di Marco (M5S): «Muro di gomma di Regione Lombardia: centrodestra incapace di dare risposte» Nicola Di Marco (M5S): «Ho incontrato una delegazione dei rappresentanti degli esodati del Superbonus per ribadire il nostro sostegno. Queste persone, la cui unica colpa è quella di aver creduto nello Stato, sono state cinicamente abbandonate dal Governo Meloni, che dopo averle mandate sul lastrico, ha avuto la faccia tosta di promettere senza mantenere. Il centrodestra in Lombardia ha fatto peggio: in campagna elettorale ha detto che sarebbe intervenuto, sostenendo di fatto la bontà del nostro progetto di legge per lo sblocco dei crediti incagliati, salvo poi piegarsi alla volontà del governo subito dopo le elezioni. Non solo, lo scorso maggio il Consiglio regionale ha approvato la nostra mozione che impegnava la Giunta ad attivarsi presso il Parlamento, il Governo e la Conferenza Stato-Regioni affinché potesse ripartire al più presto la cessione dei crediti maturati da privati, imprese e tecnici nel 2021, 2022 e 2023. Anche intervenendo tramite le partecipate statali quali Poste italiane e Cassa depositi e prestiti, impegni che nei fatti il centrodestra ha trasformato in lettera morta. Alla difficoltà del vedere i propri crediti bloccati, si sommano quindi le prese in giro di una Giunta regionale che, sulla scorta del governo nazionale e in piena continuità con le peggiori intenzioni del governo Draghi, rifiuta persino di ascoltare le richieste degli esodati del Superbonus, il tutto mentre elargisce in poco più di un anno 1,5 miliardi di euro a Pedemontana. Il M5S Lombardia ha anche chiesto che gli esodati venissero ascoltati in Commissione Attività Produttive ma fino ad oggi non sono stati ancora convocati, ma è logico che chi non è capace di dare risposte si rifiuti persino di ascoltare» così il capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Regione Lombardia, Nicola Di Marco, al termine dell’incontro con gli esodati del Superbonus, riuniti in presidio sotto Palazzo Lombardia.

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