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Macello di viale Molise, Ruggeri (FdI): “Scrivono Acab e poi chiedono aiuto alla polizia: pagliacci”

Macello di viale Molise, Ruggeri (FdI): “Scrivono Acab e poi chiedono aiuto alla polizia: pagliacci”. Il presidente del circolo Almerigo Grilz Otello Ruggeri ha commentato così la richiesta d’aiuto del collettivo Macao inoltrata alle forze di polizia: “Solo nella ridicola Milano di Sala, gli antagonisti che occupano abusivamente l’ex macello di viale Molise potevano chiamare la Polizia per difenderli da un gruppo di immigrati clandestini. E hanno anche il coraggio di scrivere ACAB sui muri di MACAO questi pagliacci”.

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Macao conferma l’aggressione subita

Macao conferma l’aggressione subita. Ecco il comunicato del collettivo che ha occupato le villette di proprietà pubblica in viale Molise: CHE SUCCEDE A MACAO? Comunicazione per il quartiere di Calvairate e per la città. A Macao succede ciò che sta succedendo a tutto il quartiere. Nel dicembre 2019, C40 e il Comune di Milano indicono il bando “Reinventing Cities”. L’area messa a bando comprende l’ex Ortomercato e le palazzine che si affacciano su viale Molise. Ad oggi, la parte dell’Ortomercato è stata assegnata mentre le 7 palazzine, tra cui quella di Macao, sono andate deserte. Questo percorso istituzionale ha portato al progressivo svuotamento di tutte le attività interne alle palazzine; una fra tutte, l’A.s.l. che ha cambiato sede nel giugno 2020. Il vuoto che si è andato creando, frutto delle recenti decisioni di politica urbana, ha fatto sì che persone in difficoltà, fragili e completamente abbandonate dalle istituzioni trovassero nelle palazzine intorno a Macao una dimora per “uscire” dalla strada. Nel corso dell’ultimo anno, si è così formata una grossa occupazione abitativa che comprende famiglie, minori non accompagnati, lavoratorз in povertà, ma anche tanta violenza. Nonostante l’aumento di violenza e un significativo peggioramento delle condizioni igieniche di tutta l’area, la pubblica amministrazione è rimasta indifferente – anche a fronte delle ripetute chiamate da parte di tutto il quartiere. La mancanza di attenzione delle istituzioni per chi vive ogni giorno la zona Calvairate si traduce nell’assenza di tutele primarie per tuttз: salute, benessere, serenità. Negli ultimi tempi, solo realtà come Naga, Cambio Passo e Save the Children sono intervenute per fornire prima assistenza nelle situazioni più gravi. In questi mesi, la comunità di Macao si è trovata a portare soccorso e dare rifugio ad alcune persone che denunciavano condizioni di estremo pericolo nelle palazzine accanto. Un percorso complesso e delicato che ha visto l’aumento esponenziale di micro-irruzioni nello spazio, furti e distruzione delle cose comuni, e che ha reso le attività interne a Macao sempre più difficili e insicure. Lo stato degli spazi e il disagio del momento che viviamo, in quello che dovrebbe essere il nostro rifugio, è evidente. Una situazione che è culminata settimana scorsa, quando la comunità di Macao ha subìto un grosso attacco durante un evento pubblico, faticando ad assicurare l’incolumità di tutte le persone presenti. Che fare? Quello che succede a Macao è ciò che sta succedendo in tutto il quartiere di Calvairate: abbandono e disprezzo. In tutta l’area cresce un forte disagio, esasperato da due anni di pandemia che hanno visto l’aumento della povertà e dell’indebitamento personale e famigliare. Dinnanzi all’incuria delle istituzioni e ai tentativi di strumentalizzazione delle forze politiche, chiamiamo una due giorni di confronto, attività e dibattito l’8 e il 9 di ottobre. Un incontro con il quartiere e la città per capire come superare questa situazione e come garantire più vivibilità per tuttз sul territorio.

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Rivoluzionar* da strapazzo

Rivoluzionar* da strapazzo. Macao, quel “collettivo” che si è impossessato senza titolo delle prestigiose Palazzine Liberty di Viale Molise, una volta sede dell’ex macello, dismesse da (troppo) tempo; che ne ha fatto un’industria di nero (mi daranno del razzista?) con locale bar/ ristorante/ discoteca/ affitta camere e locali per girare film, documentari (alta cultura!); quel collettivo che profetizza la lotta di classe, la lotta alle diseguaglianze, la lotta “ai padroni”, contro “multinazionali ed evasori”. Sono pacifisti, antirazzisti, terzomondisti, ambientalisti, femministi, controlosterminiodelleformiche-isti, con le tasche chiaramente piene e , guarda un po’, evadono come “i padroni evasori”, fanno concorrenza sleale ai locali, quelli che pagano le tasse che finiscono ad alimentare un sistema fiscale per la redistribuzione della ricchezza, così da avere risorse per lo stato sociale. Evadono ma “si depurano” con il bene assoluto: la distribuzione dei pasti solidali, quelli donati il più delle volte dai “padroni”, dai To Big To Fail come Esselunga, Carrefour e chi più ne ha più ne metta. Il bene assoluto è roba loro, fanno solo loro “il proprio dovere morale”, perché gli altri fanno tutti schifo. Se a distribuire i pacchi alimentari sono partiti di destra è solo propaganda fascista. “Loro sono gli eredi di chi lo combatteva il fascismo”, dicono. Quelli lì non conoscono i sacrifici, tra un po’ di vodka e qualche cannetta quei 50 euro al giorno in tasca li hanno sempre. Parlano della guerra di liberazione e mi ricordano tanto quelle brigate comuniste che, nel nome del “bene superiore”, hanno sterminato partigiani cattolici, preti, laici, socialisti e liberali perché “nemici della rivoluzione”. Questi non sanno nulla della rivoluzione, ma sono ugualmente pericolosi. Quel collettivo, Macao, che dopo una violenta rissa, un’aggressione all’interno delle Palazzine occupate al loro fianco “lamentano” i movimenti che chiedono “legalità e sicurezza” (che concetto fascista la sicurezza! O meglio – la sicurezz*, per stare alla moda). Sono il prototipo de “Il conformista” di Gaber, quelli che “di solito stanno sempre dalla parte giusta – il conformista – ha tutte le risposte belle chiare dentro la sua testa; è un concentrato di opinioni, che tiene sotto il braccio due o tre quotidiani e quando ha voglia di pensare pensa per sentito dire. Forse – cantava Gaber e secondo me con non poca ragione – da buon opportunista, si adegua senza farci caso e vive nel suo paradiso”. Il conformista. O meglio, perché la moda è moda, il conformist* Macao

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Sardone (Lega): estromettere Macao dal bando Reinventing cities

“Tra i team finalisti del bando Reinventing cities che avranno il compito di riqualificare le aree dismesse di Milano, secondo indiscrezioni di stampa c’è anche qualcuno, che su invito del Comune, ha già avviato una sorta di collaborazione col centro abusivo Macao“, lo rende noto Silvia Sardone, Europarlamentare e Consigliere Comunale della Lega. “L’assist del Comune – spiega la Sardone – che ha inserito nel bando la palazzina liberty occupata, agli abusivi è stato prontamente raccolto. Assurdo: chi ha deturpato l’ex macello di viale Molise non può e non deve in alcun modo avere voce in capitolo sul futuro della nostra città. La sinistra non si azzardi a fare sconti al Macao, piuttosto dia un vero segnale di legalità: sgomberi il centro sociale”. “Sentire parlare gli abusivi di esperienza politico-culturale fa abbastanza sorridere – conclude la Sardone – forse si riferiscono alla cultura dello spaccio di droga? Alla cultura dell’evasione fiscale? Alla cultura dell’abusivismo?”.  

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Nel bando Reinventing Cities spunta il salva Macao

Fra le aree inserite nel bando Reinventing Cities c’è anche quella occupata dalle sei Palazzine Liberty adiacenti all’ex Macello di viale Molise. Ve detto che il comune ha tenuto a precisare che una di queste è “occupata senza titolo“. Certo, per scoprirlo bisognava armarsi di pazienza e leggere fino in fondo il lunghissimo comunicato emesso da Palazzo Marino, nel quale, gli spazi che comprendono quello occupato dal “Collettivo Macao” sono casualmente inseriti per ultimi. In merito all’occupazione abusiva, l’Assessore Maran ha messo le mani avanti dichiarando che se Macao “verrà o meno sgomberato è un affare del Questore“, ma  ha precisato che, “anche Macao, in un contesto di piena legalità e normalità, potrebbe vincere se presenta una proposta migliore delle altre”. “Il progetto – ha specificato Maran – non potrà essere su un’unica palazzina, bensì si dovrà lavorare, magari facendo squadra con altri, facendo un’unica proposta complessiva sulle sei palazzine Liberty. Se le iniziative proposte hanno risvolti sociali migliori delle altre in gara, potrà vincere (Macao ndr) altrimenti se le aggiudicherà qualcun altro.  Se un soggetto possa legalmente partecipare al bando per l’aggiudicazione di un immobile che occupa abusivamente Maran però non lo spiega. Giusto per fare un esempio congruo: chi occupa abusivamente un alloggio popolare non può iscriversi nelle liste per ottenerne uno regolarmente. La vera domanda però è, quali soggetti economici saranno disposti a partecipare al bando per un’area (nemmeno troppo grande se paragonata a quelle rese disponibili con gli scali ferroviari) della quale una volta aggiudicata potrebbero non avere la piena disponibilità (anche in fase progettuale) dovendosi scontrare con degli occupanti abusivi che il Comune ha precedentemente dimostrato di essere incapace di sgomberare. Un fattore scoraggiante perché renderebbe indefinibili i tempi di realizzazione del progetto presentato. Resta poi da capire se la legge consenta di mettere a bando un bene occupato abusivamente, o se sia necessario averne la piena disponibilità prima di farlo. Domande che a palazzo Marino nessuno sembra porsi. Secondo alcuni nessuno solleva il problema perché l’intento della maggioranza è proprio quello di regolarizzare Macao, permettendogli di partecipare al bando insieme ad altre realtà simili e mettendo contestualmente fuori gioco eventuali competitor. Immaginatevi quali investitori internazionali, sapendo come vanno le cose in Italia, avrebbero partecipato al bando per la rigenerazione dello Scalo Ferroviario Greco-Pirelli, se fra le condizioni poste vi fosse stata quella di partecipare in cordata, o contro gli ortisti abusivi che occupano parte delle aree adiacenti la massicciata ferroviaria. Fra quelli che la pensano così c’è sicuramente il Consigliere Comunale di Forza Italia Alessandro De Chirico, che ha sottolineato, “Già in passato l’amministrazione ho provato a regolarizzare il centro sociale, ad esempio inserendo la palazzina tra quelle in vendita nel fondo immobiliare gestito da PN Paribas“, aggiungendo, “Oggi l’assessore Maran prova a fare il furbo inserendo il bene tra i progetti da riqualificare e, ben consapevole che nessuno si azzarderebbe nel comprare un immobile occupato, specifica che le palazzine potranno essere date semplicemente in affitto“. “Questa operazione sa tanto di furbata – ha insistito De Chirico – a discapito dei milanesi che lì chiedono più servizi e luoghi aggregativi regolari“. Per poi concludere,  “M’impegnerò personalmente a individuare soggetti interessati a un’operazione importante per la riqualificazione dell’intero quartiere a pochi passi da Porta Vittoria, che finalmente vedrà pieno compimento“. Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale, ha invece sottolineato,  “Non è possibile che Macao o suoi esponenti si associno in cordata con altri operatori privati per gestire la palazzina che occupano illegalmente da 7 anni“. Definendo “indegno”  l’atteggiamento del Comune “che non ha mai pubblicamente chiesto al Questore lo sgombero dell’immobile“. “Così come è grave – ha aggiunto De Pasquale attaccando il Sindaco – il silenzio di Beppe Sala sulla complicità della Giunta con gruppo di delinquenti che praticano evasione fiscale, esercizio abusivo di attività commerciali di spettacolo e di spaccio di stupefacenti“, per poi minacciare “Agiremo in tutte le sedi affinché chi ha occupato abusivamente le palazzine non se le possa aggiudicare tramite bando“. Concludendo con il dire che, se Macao non sarà escluso dal bando per via delle violazioni alla legge perpetrate, “saremo di fronte al più grande caso di traffico di influenze registrato in città”.  

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Il caso Macao spezza i rapporti fra maggioranza e opposizione, sfiorata la rissa in aula

Dopo ore di discussione degli emendamenti presentati dall’opposizione alla delibera che prolungava la durata del fondo immobiliare “Comune di Milano II”, in cui erano state inserite e poi tolte le palazzine liberty di viale Molise occupate dal centro sociale Macao, i due gruppi avevano trovato una mediazione che consentisse all’opposizione di ritirare gli emendamenti rimanenti e votare la delibera in cambio dell’approvazione di un Ordine del Giorno che impegnava il Sindaco a ripristinare la legalità nelle palazzine occupate da Macao. Una volta raggiunto l’accordo è stato ratificato dalle firme dei consiglieri Tatarella (FI), Barberis (PD), Forte (Milano Popolare), con conseguente ritiro degli emendamenti da parte dell’opposizione che subito dopo ha votato la delibera e anche l’immediata eseguibilità. Quando però è arrivato il momento della maggioranza di rispettare i patti votando l’ordine del giorno concordato con l’opposizione ne è sbucato un’altro presentato dalla consigliera Pirovano di Milano Progressista che invita il sindaco a dialogare con Macao per non disperdere il buon lavoro svolto. Un documento che se approvato avrebbe annullato gli effetti di quello concordato con l’opposizione, con l’aggravante di essere stato firmato da Barberis che era stato fra i promotori del patto. Apriti cielo, Pietro Tatarella considerando l’accordo politico tradito, prende la parola e comincia a snocciolare accuse, chiudendo le porte ad ogni accordo futuro e minaccciando di trasformare ogni delibera che passerà in aula in un campo di battaglia, Matteo Forte, di Milano Popolare accusa invece la sinistra di avere rotto la fiducia con le opposizioni che sono state prese in giro smentendo l’accordo preso.  Le cose non avvengono però in modo sereno, ma fra urla insulti e continue sospensioni della seduta con anche un accenno di rissa fra Tatarella e Gentili prontamente sedato dai commessi. Proprio su Gentili si è concentrata la rabbia di Forte nell’intervento che ha sancito la definitiva sospensione della seduta. Il popolare lo ha accusato di non meritare di ricoprire la carica di presidente della Commissione Antimafia militando in un partito che difende l’illegalià, ricevendo in cambio insulti che sarebbe meglio non sentire in un’aula delle istituzioni. Nonostante Gentili si sia poi scusato Tatarella sembra deciso a chiederne le dimissioni contando anche sull’appoggio dei componenti della lista Sala che non avrebbero gradito essere stati coinvolti in questo “tradimento” da Milano Progressista.

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