Periferie e povertà: il segreto è quello di esserci

Periferie e povertà: il segreto è quello di esserci. Che cos’è la periferia della nostra città? La conosciamo veramente? Vi propongo un contributo di chi quotidianamente opera nelle nostre periferie, in modo silenzioso, quasi impercettibile, ma con un’efficacia e intelligenza di azione che ha del sorprendente. In questi anni ho avuto modo di conoscere una comunità di suore che ogni giorno, dalla mattina alla sera, tra Bruzzano e la Bovisasca, offrono la loro vita per aiutare gli “ultimi”, quelli che spesse volte si fa finta di non vedere o che vengono considerati solamente tra numeri nelle statistiche sulla povertà della nostra città. La politica ha il dovere di spalancare il proprio sguardo per scoprire quello che il territorio già offre come risposta ai tanti bisogni presenti, cercando di salvaguardare e supportare le opere che sono nel fatti il fiore all’occhiello del welfare della nostra città. Ringrazio la Congregazione delle Suore Poverelle per aver risposto con tanta generosità alle mie domande. Presentati ai lettori. Chi sei? Sono suor Luisa, una suora delle poverelle la cui congregazione ha come carisma la scelta preferenziale dei poveri. I nostri fondatori, don Luigi Palazzolo e Madre Teresa Gabrieli, dicevano “Io cerco e raccolgo quello che gli altri rifiutano”, nei luoghi più poveri dove poche persone hanno il coraggio di arrivare e operare a favore di chi è nel bisogno. Voi vivete e operate nelle periferie milanesi. Cosa vuol dire vivere in questi luoghi? Cosa vuol dire per me poverella vivere in una periferia di Milano o di una grande metropoli? Possiamo qui rispondere con due due connotazioni. 1) vivere la periferia come concretizzazione di quanto dice Papa Francesco: andare alle periferie esistenziali e lì scoprirvi Gesù; 2) vivere la periferia come attualizzazione del nostro carisma. Il nostro fondatore continuava a dirci di accogliere coloro che sono “rifiutati”. Il Papa con insistenza dice di andare verso i poveri della nostra società, gli “scartati”: “rifiuti” e “scarto” sono sinonimi. E questo dà forza e attualità per vivere con gioia la scelta degli “ultimi” nella mia vita. Quali sono i bisogni che incontrate e che tipo di risposte tentate di dare? In queste periferie incontriamo bambini difficili, frutto di situazioni familiari sociali di disagio. Il luogo fondamentale di accostamento di questi bambini è il momento del catechismo; esso può diventare anche un momento vitale di accompagnamento per la crescita nella vita. Incontriamo gente- famiglie- che hanno bisogno di pane, di casa, di lavoro, situazioni cresciute in questo tempo di pandemia. Troviamo persone sole che chiedono compagnia, accoglienza e disponibilità a condividere le proprie pene. Visitiamo anziani e malati nelle loro case. Una grande povertà è quella della solitudine che tante volte sfocia nella malattia mentale, quanta attenzione, compagnia, delicatezza richiedono! Talvolta sembra di vedere le folle che si accalcavano attorno a Gesù per ascoltare la sua Parola ed essere guariti. Se potessi incontrare il Sindaco di Milano che cosa gli chiederesti? Attenzione alle famiglie, al lavoro, alla casa; risposte dignitose agli anziani, ai disabili… Quali tipi di supporti avete per continuare a portare avanti le vostre iniziative? Per me, per noi è molto importante “lavorare in rete” in collaborazione con tutti coloro che si occupano di persone in situazione di bisogno: Enti pubblici, privati, Enti del Terzo Settore… se si lavora insieme si può veramente agire in modo promozionale, e non solo dare risposte assistenziali. Perché vale la pena per voi fare del bene anche se questo bene può sembrare una briciola in un mare di problematiche che sembrano non risolversi mai? Di fronte alla marea di bisogni rispondiamo così come possiamo, in modo semplice. Il nostro segreto è quello di “esserci” ossia stare accanto alla gente, ascoltare i loro bisogni, lasciarci toccare dalle loro sofferenze… e rispondere con quanto possiamo fare. Può essere bisogno di pane, bisogno di medicine, bisogno di compagnia… fare quanto ci è possibile ci dà gioia, anche solo un piccolo gesto fatto con amore può toccare il cuore e la vita delle persone. In pratica realizziamo quello che ci dice Gesù: qualunque cosa avete fatto al più piccolo l’avrete fatto a me!

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