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Fabio Roia é il nuovo Presidente del tribunale di Milano

Fabio Roia è il prossimo presidente del tribunale di Milano. La decisione è stata presa nella giornata di mercoledì 18 ottobre dalla quinta commissione del Consiglio superiore della magistratura: hanno votato all’unanimità. Roia ha una lunga carriera all’interno del Palazzo di giustizia del capoluogo meneghino: ha lavorato sia in Procura che in Tribunale. Roia si è laureato all’Università Cattolica. È poi entrato in magistratura ad aprile 1086. È poi diventato pubblico ministero a Milano e precisamente nel pool “fasce deboli”. Roia è infatti noto soprattutto per il suo impegno nei confronti dei soggetti deboli. Nel 2018, infatti, gli è stato assegnato l’Ambrogino d’Oro. Dopo gli anni trascorsi nel pool fasce deboli, Roia è stato giudice della sezione competente sui reati economici. Successivamente sui reati ai danni di soggetti deboli e infortuni sul lavoro. È stato per un periodo nel gruppo Unicost ed è poi tornato nel capoluogo meneghino per presiedere la sezione Misure di prevenzione del tribunale. Durante questo incarico ha continuato a occuparsi di persone fragili e femminicidi tanto da diventare consulente della commissione parlamentare di inchiesta su femminicidio e membro del tavolo contro la violenza di genere in Regione Lombardia. Insieme al Comune di Milano, ha promosso l’introduzione di uno sportello in grado di accogliere, ascoltare e fornire sostegno psicologico a tutte le vittime di violenze, maltrattamenti e stalking. Infine ha ricoperto per un anno e mezzo il ruolo di presidente vicario. Adesso la nomina a Presidente del Tribunale.

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La magistratura indaga, le RSA rispondono

Si stanno muovendo soprattutto sul piano documentale, con l’analisi dei tantissimi esposti e denunce arrivati e delle carte presentate dalle varie strutture, le indagini aperte dalla Procura di Milano sui casi di contagi da Coronavirus nelle residenze sanitarie assistenziali milanesi, dove decine e decine di anziani sono morti e molti operatori si sono ammalati. Tra i vari fascicoli già aperti in questi giorni, per diffusione colposa di epidemia e reati in materia di sicurezza del lavoro, anche quello, come si era saputo già il 2 aprile, nato dalle denunce di lavoratori dello storico Pio Albergo Trivulzio, dove nel mese di marzo sono morti 70 anziani. Altre indagini sulla mancanza di cautele, sia informative che di dispositivi, per prevenire il rischio dei contagi, infatti, sempre scaturite da denunce anche di familiari di vittime e da segnalazioni, sono in corso sull’Istituto Palazzolo Fondazione Don Carlo Gnocchi di Milano (“nessuna negligenza in contagi del personale“, ha sempre ribadito l’istituto), su una ‘casa famiglia’ di Affori, ma anche su altre Rsa del milanese, tra cui una nel quartiere Corvetto. In funzione delle accuse che le erano state mosse, ieri, la direzione del Pio Albergo Trivulzio aveva emesso un comunicato per difendere il proprio operato: “Il Presidente Maurizio Carrara e il Direttore generale Giuseppe Calicchio, dell’ASP IMMS Pio Albergo Trivulzio hanno incaricato i propri legali di procedere alla diffida nei confronti del quotidiano laRepubblica, a seguito dell’articolo in prima pagina, firmato da Gad Lerner, dal titolo “ La strage nascosta del Trivulzio” Al legali è stato altresì dato mandato di tutelare, nelle sedi opportune, l’immagine del Trivulzio e l’onorabilità professionale dei responsabili sanitari. Nell’articolo infatti si sostiene che la “strage nascosta’ nel mese di marzo riguarderebbe 70 pazienti. Tale dato, presente sul sito dell’Istituto e ripreso da altri organi di stampa, si riferisce al numero complessivo dei decessi nel mese di marzo, in parte probabilmente riconducibili a Covid 19 senza però che sia stato possibile effettuare i tamponi per accertare la presenza del virus”. “Il dato del primo trimestre 2020, che tiene conto anche dei decessi di ospiti trasferiti ai Pronto Soccorsi, è in linea con i decessi avvenuti al PAT nel corrispondente trimestre 2019 (170 contro 165), mentre nello stesso periodo sono risultati 15 contro 13 alla RSA Principessa Jolanda. Nel mese di marzo 2020 al PAT sono risultati 18 decessi in più rispetto al corrispondente mese del 2019. Una situazione che non si configura come strage nascosta ma conferma che al PAT non vi sia una situazione fuori controllo Operativamente il Pio Albergo Trivulzio si è sempre attenuto rigorosamente alle disposizioni delle Autorità sanitarie (OMS, Istituto Superiore di Sanità e Regione Lombardia) per quanto riguarda l’uso dei dispositivi di protezione individuale, così come sui tamponi oro-faringei si è e si attiene alle disposizioni di Regione Lombardia e dell’Agenzia di Tutela della Salute”. “Disposizioni che riteneva di poter ignorare il prof. Bergamaschini, sospeso anche a tutela della sua salute connessa all’età, e rientrato solo a seguito della sua autocertificazione a proseguire nella collaborazione. E’ grave, inoltre, che il giornalista si sia affidato alle sole dichiarazioni di un rappresentate sindacale interno, senza avvertire la necessità di verificarne l’attendibilità con la dirigenza dell’Istituto e con i responsabili dell’ufficio stampa in contatto quotidianamente con le redazioni dei media non solo cittadini”.

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