Nasce Malnatt la birra dei detenuti
Per la prima volta i tre istituti penitenziari milanesi, di Bollate, Opera e San Vittore, insieme per dare una concreta opportunità di formazione e lavoro a detenuti ed ex detenuti. Il prodotto di questo lavoro sarà una birra, anzi tre, una per ogni istituto, dal nome dialettale milanese: Malnatt, nato male. Il progetto, presentato a Palazzo Marino alla presenza dell’assessore alle Politiche per il lavoro, Cristina Tajani, del Provveditore dell’Amministrazione penitenziaria, Pietro Buffa, e dell’ideatore del progetto Massimo Barboni, è nato dalla collaborazione tra i direttori dei tre istituti penitenziari e un gruppo di imprenditori ed esercenti del territorio milanese e punta a due anni dal lancio a reinserire 10 detenuti o ex detenuti nelle attività di produzione presso l’azienda agricola La Morosina, nel parco del Ticino, e di distribuzione della società Pesce. Attualmente si è aperta un’opportunità di inserimento per tre persone che verranno selezionate all’interno delle tre carceri meneghine. Le birre Malnatt sono birre agricole, prodotte cioè con materie prime coltivate presso La Morosina, ad alta fermentazione, non pastorizzate, non filtrate e rifermentate in bottiglie da 33 o in fusto. In commercio ce ne saranno di tre tipi: la Malnatt San Vittore, chiara non filtrata di solo malto d’orzo, la Bollate, birra di frumento e l’Opera che è una rossa. “Ci siamo dati l’obiettivo di arrivare a vendere tra due anni 1.000 ettolitri, pari a 300mila bottiglie – ha spiegato il coordinatore del progetto Massimo Barboni – il 5% del fatturato andrà poi a finanziare i progetti che il provveditore segnalerà all’amministrazione penitenziaria della Lombardia“.
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