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Manifestazione motociclisti. Marcora e Truppo (FdI): dialoghiamo per trovare una soluzione

Composto da circa 2.000 centauri, è partitito da via Corelli e terminato in via Vittor Pisani, senza nessun incidente, all’annunciato corteo dei motociclisti per protestare contro il divieto alla circolazione dei motocicli euro zero che scatterà dal prossimo ottobre a Milano. Alla manifestazione erano presenti anche i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Riccardo Truppo ed Enrico Marcora che hanno fraternizzato con i partecipanti per poi commentare “Anche oggi, come già da alcuni mesi, i motociclisti sono scesi in piazza a Milano, pacificamente e rispettando le regole, manifestando contro gli attuali divieti alla circolazione delle due ruote imposte agli Euro 0 e Euro 1”. “Abbiamo già intavolato un primo tempo di dialogo con il Comune di Milano e con lo staff del Sindaco.- spiegano i due meloniani –  Il tutto per comprendere l’effettiva ragionevolezza di un divieto che pare nulla sposti in tema ambientale, ma tanto possa fare al fine di snellire il traffico e rendere possibili spostamenti più veloci in città. Proseguiremo in questa direzione di dialogo con l’Amministrazione Comunale e continueremo a fare da tramite tra questa sana realtà che manifesta le proprie idee democraticamente, chiedendo una necessaria ed indispensabile riflessione ‘dati alla mano’, per immaginare una revisione dei divieti in essere” concludono Truppo e Marcora.

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Manifestazione per Dax. Rocca (FdI): quartiere ostaggio di collettivi e centri sociali

Attivisti dei centri sociali e sigle antagoniste hanno organizzato un corteo in memoria di Davide Cesare, detto Dax, attivista del centro sociale Orso che nel 2003 fu ucciso fuori da un pub in zona navigli. Evento che fu seguito scontri tra antagonisti e Forze dell’Ordine nei pressi dell’ospedale dove era stato ricoverato. Da allora ogni anno Cesare viene ricordato dai movimenti riuniti sotto la sigla “Dax resiste”. Il corteo, inizialmente formato da alcune centinaia di persone poi diventate un migliaio verso la fine, era preceduto da uno striscione con scritto “Dax è vivo e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai” è partito da via Brioschi angolo Zamenhof, dove il giovane venne ucciso, e si è diretto verso San Vittore mentre i manifestanti scandivano lo slogan “Fascisti e polizia, dai nostri quartieri vi cacceremo via”. Sotto le mura del carcere i militanti hanno lanciato fumogeni e petardi mentre intonavano lo slogan “tutti liberi, tutte libere”, per poi riprendere il cammino verso via Gola dove la manifestazione si è sciolta. Lungo tutto il percorso sono stati vadalizzati muri e vetrine di negozi e banche. “Non c’è pace in zona Navigli, presa in ostaggio dai soliti vandali dei centri sociali che in occasione del corteo per Dax, hanno devastato muri e vetrine in tutto il quartiere” è il commento alla manifestazione di Francesco Rocca, Consigliere Comunale di Fratelli d’Italia. “A farne le spese sono sempre residenti e commercianti – continua Rocca –  che subiscono le prepotenze dei collettivi e una zona in pieno assetto di guerra. Non mi aspetto parole di condanna dal Sindaco e la Giunta che di fronte alle manifestazioni della sinistra extraparlamentare preferiscono stare in silenzio” per poi concludere “È intollerabile avere una delle zone più turistiche della città afflitte dal degrado e dal l’illegalità”.

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Corteo per l’8 Marzo: imbrattamenti e occupazione di un McDonald

Poco meno di 2.000 persone hanno partecipato al corteo studentesco per l’8 Marzo, partito alle 9.30 da largo Cairoli. Studenti, docenti e personale scolastico hanno percorso le vie del centro preceduti da due striscioni con scritto “Contro la guerra e il patriarcato” e “Lotto tutto l’anno”, non senza lasciare segno del proprio passaggio. Infatti, partendo dal  dal monumento a Garibaldi cui è stato appeso uno striscione rosa con la scritta “Stop patriarchy, stop genocide”, i manifestanti hanno poi lasciato la loro impronta sul cartellone pubblicitario di Emporio Armani affisso in via Broletto all’angolo con via Cusani imbrattandolo con vernice rosa, stessa sorte toccata a una vetrina di Zara in via Torino dove sono anche stati appesi dei cartelli con la scritta “Boycott Zara. 100% complici di un genocidio”. Mentre intonavano canzoni di Myss Keta e l’immancabile “Bella ciao” alcune ragazze con un foulard rosa sul viso, giunte in Piazza Duomo, si sono scritte sulla pancia con il pennarello rosso “Ni una meno”. Il corteo è quindi giunto in via Larga, dove alla manifestazione si uniti gli studenti che avevano occupato l’UniversitàSstatale, giusto in tempo per partecipare all’invasione del cantiere davanti ad Assolombarda dove a terra è stata tracciata la scritta “Vivas y libres” e all’imbrattamento di un altro manifesto di Armani. Infine, giunti in porta venezia, i manifestanti, hanno occupato McDnald’s portando con sé striscioni e un megafono dal quale hanno scandito i loro slogan nell’indifferenza del personale del locale. Ulteriori disagi sono stati causati ai milanesi per via della necessità di deviare alcuni mezzi dal loro percorso.

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Manifestazione pro Palestina (e anti governo) negozi danneggiati e una agente ferita

Alcune migliaia di persone hanno partecipato ieri al corteo pro Palestina cui aderivano associazioni, sindacati, studenti, antagonisti e i giovani palestinesi d’Italia. Partiti alle 14:30 da Piazzale Loreto hanno imboccato via Andrea Doria in direzione di Piazza Duca d’Aosta dove è partita una contestazione a suon di fischi verso il Palazzo della Regione dove è issata la bandiera israeliana assieme a quella italiana, dell’Europa e della Lombardia. In testa al corteo era esposto lo striscione “con la resistenza palestinese blocchiamo le guerre coloniali e imperialiste” mentre fra gli slogan scanditi si sono uditi i poco rassicuranti “Un sasso qui, un sasso là, intifada pure qua” e “La vostra repressione non ci fa paura, faremo la lotta sempre più dura” accompagnati dai più pacifici“Free free Palestine”,  “Israele fascista, stato terrorista”, “Sessantacinque anni di guerra e rapina, giù le mani dalla Palestina”. Molti i cartelli e gli striscioni portati dai manifestanti  fra i quali spiccava “Stop genocidio, fermiamo il governo della guerra” che precedeva altri con le sagome della premier Giorgia Meloni, del ministro delle infrastrutture Matteo Salvini e del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu coperti di mani insanguinate, con cui i manifestanti hanno colto l’occasione per trasformare una manifestazione per la pace in Palestina in un attacco al Governo. Quello sotto al “Pirellone” non è stato l’unico momento di tensione, alcuni manifestanti ci tenevano particolarmente a fare capire che quando parlano di “intifada” e “lotta” non scherzano affatto. Infatti, dopo avere deviato dal percorso stabilito per recarsi al consolato americano ed essere stati bloccati dalla Celere, cui hanno tirato solo delle uova, probabilmente intimoriti dai manganelli, sono passati ai sassi veri e propri usandoli per danneggiare le vetrine di due negozi Carrefour, due auto della Guardia di finanza e, purtroppo per spedire all’ospedale una agente della Polizia Locale ferita dalle schegge del finestrino della sua auto mandato in frantumi da una sassata. Un bel modo di propagandare la pace, che avrà sicuramente attirato verso di loro e la causa palestinese la simpatia dei milanesi.

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Ucraini in marcia per ricordare i due anni dall’inizio della guerra

Diverse centinaia di persone, si sono radunate in Piazza Castello per partecipare al corteo “Vittoria per la pace” organizzato dalla comunità ucraina in Italia. I partecipanti, molti dei quali erano avvolti da bandiere ucraine e indossavano corone di fiori, dopo avere cantato diverse volte l’Inno Ucraino, hanno formato un corteo dietro allo striscione “Credi in Ucraina. Agisci per Ucraina” si sono diretti verso Piazza San Babila. Lì, prima che la manifestazione si sciogliesse, si sono svolti alcuni interventi fra i quali quelli di Marco Cappato, dell’Assessore Pierfrancesco Maran e sono stati trasmessi i videomessaggi di Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina, e di Oleksandra Matviichuk, vincitrice del Premio Nobel per la pace. Al contrario di altre, la manifestazione si è svolta in modo pacifico, creando pochi disagi ai milanesi.

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Bandiera palestinese su palazzo del Comune, ma ai manifestanti vietato andare in Duomo

Se da un lato il Comune sembra essere più permissivo nei confronti dei manifestanti pro-Palestina, dall’altro la Prefettura è decisa a non concedere loro quello che agli altri non viene concesso. Infatti, la chiusura alle manifestazioni in piazza Duomo e Piazza della Scala deciso da tempo dal Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, ha portato al divieto di transitarvi anche per i futuri cortei annunciati dai sostenitori della causa palestinese, con tutte le scontate proteste del caso da parte degli organizzatori. Più permissivo in alcuni casi invece il Comune. Come nel caso segnalato dal Consigliere Comunale della Lega Samuele Piscina, “Il Comune non può far finta di non avere competenze in merito alla bandiera della Palestina esposta sullo stabile comunale dell’ex municipio di Crescenzago in Piazza Costantino. La sinistra ancora una volta dimostra di essere ondivaga sulla guerra in medioriente”. Contestazione probabilmente ispirata dal regolamento che norma l’esposizione di bandiere sugli immobili comunali. “Ho presentato una legittima richiesta di chiarimento all’Assessorato competente attraverso una Domanda a Risposta Immediata – spiega Piscina – ma mi sono trovato di fronte al solito atteggiamento da Ponzio Pilato degli esponenti del Pd che si dichiarano impossibilitati a portare la risposta in aula in quanto lo stabile non sarebbe più nelle disponibilità. Eppure – aggiunge – lo stabile in Piazza Costantino, inserito nel Fondo immobiliare Milano 1 di BNP Paribas, nonostante l’avvio del processo di alienazione, è ancora nelle disponibilità milanesi perché il Comune ne detiene sia le quote che la governance, come ribadito anche sul sito dell’Amministrazione comunale”. “Evidentemente – conclude quindi il leghista – domandare come mai il Comune non intervenga per richiedere ad ANPI e Legambiente, affittuarie dello stabile, di toglierela bandiera, è troppo scomodo per la maggioranza di Palazzo Marino”.

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