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In migliaia alla manifestazione per l’orgoglio omosessuale

Una lunga scia arcobaleno ha invaso le strade di Milano. Il clima torrido e una città bollente non hanno fermato le migliaia di persone scese in strada per partecipare alla manifestazione dell’orgoglio Lgbtq ripartita dopo due anni di stop dovuto alla pandemia. Una marcia coloratissima che quest’anno diventa anche una manifestazione contro la guerra in Ucraina: è “Diritti senza conflitti” lo slogan del corteo partito da piazza Duca D’Aosta, di fronte alla Stazione Centrale, e poi sfilato lungo le vie del centro cittadino per approdare infine sotto l’Arco della Pace. Lì il Pride – che ha incassato l’adesione del sindaco di Milano, Beppe Sala, ma non quella della Regione Lombardia – si trasformerà in una serata di festa, musica e concerti fino a mezzanotte.  

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Sabato manifestazione di FdI contro il degrado in piazza Luigi di Savoia

«È stato denominato “Il giardino dei bambini e le bambine di tutto il mondo” ma, come avevo predetto, si è trasformato in un dormitorio a cielo aperto per gli stranieri di tutto il pianeta» commenta l’Assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, Riccardo De Corato, in seguito alle segnalazioni di alcuni cittadini sul degrado in cui versano i giardini di piazza Luigi di Savoia. «L’area è videosorvegliata», continua l’Assessore, «perciò, evidentemente, chi sorveglia l’area dalla centrale operativa ha ricevuto l’input a non agire. Il giardino, alla sua inaugurazione, avvenuta il 27 maggio 2021, era stato definito un “progetto anti-degrado”, uno slogan che oggi, alla luce dello stato attuale in cui versa il giardino, è quasi risibile. L’obiettivo di Sala e della sua giunta era quello di “riqualificare” il parco per garantire ai cittadini opportunità di socialità e svago, in sicurezza e nel rispetto della legalità. Infatti, sempre nel corso della conferenza stampa di inaugurazione, l’Assessore Maran aveva rassicurato i più perplessi precisando che erano già state effettuate le riunioni con la Prefettura per “riorganizzare le modalità di controllo della piazza” in modo che si concentrassero più “in prossimità degli ingressi per garantire il rispetto delle norme”. Parole al vento, ad oggi». «È del tutto evidente», aggiunge De Corato, «che gli intenti propagandistici di quella inaugurazione, avvenuta a qualche mese dall’inizio della campagna elettorale, siano naufraghi nella volontà ormai palesata del Centrosinistra di non disturbare i disturbatori, altrimenti non si comprenderebbe perché si tolleri il degrado della Stazione Centrale e delle sue vie limitrofe». «A confermare lo stato pessimo del giardino di piazza Luigi di Savoia, sono le recensioni in rete degli utenti», spiega De Corato, «“Degrado, sporco” lamenta uno, “Sporco e trasandato con frequentazioni dubbie” scrive un altro. Un biglietto da visita di cattivo gusto per le famiglie e per i turisti». «Per questo motivo, sabato mattina alle 10,30 parteciperò alla manifestazione di Fratelli d’Italia in Centrale per chiedere tolleranza zero verso spacciatori e delinquenti che popolano la stazione, le piazze e le vie limitrofe. Quell’area non può essere zona franca» conclude l’Assessore.

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Pace: migliaia in piazza con i consiglieri comunali. Sala: Ucraini e Russi nostri fratelli

Migliaia le persone si sono ritrovate all’Arco della Pace per dire no alla guerra e in segno di solidarietà per il popolo ucraino, nell’ambito della manifestazione “Insieme per l’Ucraina. Arco per la Pace” promossa dal Consiglio Comunale in modo bipartisan con tutte le forze politiche. All’evento hanno aderito, tra gli altri, Acli, Aned, Confcommerico. La piazza che si affaccia sul Parco Sempione era gremita di persone scese in piazza con tante bandiere colorate, con la scritta Pace, e anche con bandiere blu e gialle. Molti i cittadini ucraini in piazza che scandiscono slogan come ‘Putin assassino’ e ‘Putin terrorista’. L’Arco della Pace di Milano per l’occasione è stato illuminato di blu e giallo. Nel corso della manifestazione si sono sussegite letture e momenti di musica poi dal palco ha parlato il Giuseppe Sala: “Da più di 20 giorni la Russia ha invaso l’Ucraina, ma da più di 20 anni Putin ha invaso la Russia. Gli ucraini sono nostri fratelli, ma anche i russi lo sono: ucraini e russi sono fratelli” ha detto il sindaco, causando una piccola contestazione da un gruppo di ucraini in prima fila. “Questa è una manifestazione per la pace” ha quindi aggiunto per placare gli animi “Nessuno di noi intende recedere. La pace deve essere un sogno concreto: siamo in tantissimi per dire che deve essere reale”, concludendo “Stiamo assistendo a quello che speriamo essere un ultimo sussulto di un modo vecchio e sbagliato di guardare al mondo”.    

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Centinaia di ucraini in piazza contro la guerra

Centinaia di cittadini ucraini, soprattutto donne e bambini, hanno partecipato ieri alla manifestazione in piazza Duca d’Aosta contro la guerra. Tanti i cartelli. “La nostra resistenza è la vostra sicurezza. Siamo l’ avamposto dell’Europa”: recita così lo striscione che ha aperto il corteo diretto in piazza Duomo. Nello stesso momento si è tenuta una manifestazione, organizzata da Milano antifascista, meticcia e solidale, con un migliaio di partecipanti all’Arco della pace, da cui è partito un corteo diretto a largo Cairoli dove è stato annunciato che ci sarà un corteo ogni sabato fino alla conclusione del conflitto. Alla manifestazione di piazza Duca d’Aosta tanti gli slogan, tutti contro Putin, nessuno contro i “fratelli” russi: “Putin assassino”, “Oggi tocca a noi, domani siete voi”, “NATO chiudi il cielo”, “No alla guerra, sì alla pace” e anche un poster che raffigura Putin con i baffi di Hitler. In piazza anche una manifestante russa con un cartello in tre lingue: “Sono russa, sono contro la guerra”. Cantato più volte l’inno nazionale ucraino. ANSA

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Manifestazione contro la guerra

La Milano che dice no alla guerra è scesa in piazza per manifestare la propria solidarietà al popolo ucraino attaccato dalla Russia. Sono migliaia le persone che hanno iniziato a sfilare per le vie del centro, partendo dalla piazza antistante al Castello, nell’ambito del corteo ‘Milano contro la guerra’ promosso da diverse realtà associative, centri sociali, collettivi e studenti e sostenuto anche dall’Arci, dai sindacati di base, dai Sentinelli, dai Fridays for Future, oltre che da circoli Anpi e da Rifondazione comunista e Sinistra italiana. Ad aprire il corteo è una lunga bandiera della pace che i manifestanti tengono sopra le loro spalle, sotto la quale giocano bambini che sono venuti in corteo con le loro famiglie. Sono tanti anche i cittadini ucraini che vivono a Milano da anni che hanno deciso oggi di sfilare in solidarietà per il loro popolo. Molte persone sono arrivate in piazza con le bandiere ucraine, anche dipinte in volto o sulle mascherine, o con le bandiere della pace. Molti cartelli sono contro Putin che per alcuni è “peggio del Covid”. Da Porta Venezia è partito un altro corteo composto per la maggior parte da studenti delle scuole superiori che attraverserà le vie del centro per raggiungere la manifestazione principale. L’inizio del corteo è aperto da uno striscione con la scritta: ‘No alle guerre sulla nostra pelle. Né con la Nato né con la Russia’. Il corteo ‘Milano contro la contro la guerra’, a cui stanno partecipando circa 30 mila persone, secondo quanto hanno riferito gli organizzatori, per condannare l’aggressione della Russia all’Ucraina ha raggiunto piazza Duomo dove la manifestazione si concluderà. Mentre la testa del corteo sta entrando lentamente in piazza Duomo la coda è ancora ferma in piazza Castello dove si sono concentrate le persone dalle 15. I manifestanti hanno scandito il coro “assassini, assassini” e “fuori l’Italia dalla Nato”. ANSA

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Manifestazione no Gren Pass: traffico bloccato e tensioni

Circa quattromila manifestanti ‘No Green Pass’ hanno provato ad alzare il livello dello scontro con la questura, che dopo la trattativa saltata con gli organizzatori aveva previsto un percorso che evitasse luoghi sensibili all’interno della città. Nel mirino sono finiti ancora una volta i giornalisti: prima che iniziasse il corteo, due manifestanti hanno spintonato un giornalista di Fanpage in piazza Fontana, mettendogli la mano sulla telecamera, e sono stati accompagnati in questura. La stessa troupe di Fanpage è stata poi di nuovo spintonata. In serata invece il corteo ha deviato dal percorso previsto dirigendosi invano verso la Darsena e bloccando il traffico. Non sono mancate le tensioni con gli automobilisti. Durante il tragitto alcuni manifestanti hanno portando in spalla una bara di cartone avvolta nella bandiera italiana con dei garofani sopra per celebrare “il funerale della libertà”, altri hanno indossato dei gilet gialli. Tra loro anche l’ex brigatista Paolo Maurizio Ferrari, già denunciato due settimane fa per manifestazione non autorizzata. Per non seguire il percorso prescritto dalla Questura per il corteo di Milano, uno spezzone di circa 2.000 manifestanti no green pass oggi ha tentato diversi cambi di direzione. Sono stati più volte bloccati da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza mentre tentavano di avvicinarsi alla Darsena. Si sono divisi in vari gruppi provocando disagi al traffico e ai mezzi pubblici, bloccati o deviati. “Non senza difficoltà – spiega la Questura – , sono stati più volte bloccati dalle forze dell’ordine che sono riuscite poi a ricompattare i diversi gruppi incanalandoli verso il gruppo di circa 600 persone che aveva continuato a rispettare l’itinerario prescritto dal Questore”. Arrivati all’altezza di piazza Cinque giornate hanno girato verso largo Marinai d’Italia, per via Cadore dove sono passati accanto ai tavolini di chi stava prendendo l’aperitivo, per poi tornare nuovamente verso il centro. Intorno alle 22,30 gli ultimi manifestanti – fa sapere la questura – sono stati fatti defluire solo dopo essere stati identificati, “viste le ripetute violazioni in ordine alle quali saranno effettuate valutazioni per sanzioni e deferimenti alla Autorità Giudiziaria”. Inoltre, “durante la fase di contenimento finale dei manifestanti, cui non è stato più consentito di muoversi, sono state ricevute richieste di soccorso per malori rivelatisi inesistenti; analogamente, alcuni manifestanti hanno contattato il numero unico di emergenza 112 per chiedere soccorso alle forze dell’ordine per “sequestro di persona”.    

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