manifestazioni

Non più di 5.000 persone in tre manifestazioni. Gli anarchici vandalizzano banche e muri di via Padova

Si sono svolte senza incidenti di rilievo le tre manifestazioni organizzate ieri dalla sinistra per contestare la gestione dell’emergenza covid da parte di Regione Lombardia. In Piazza Duomo, dove secondo gli organizzatori si sono radunate circa 3.000 persone, si è tenuta la manifestazione “Salviamo la Lombardia”, organizzata da diverse sigle e associazioni, quali: Medicina Democratica, I Sentinelli, Milano 2030, Arci, Acli, Casa Comune, la Fiom Cgil. Per rendere ben chiara quale fosse la loro richiesta i manifestanti hanno esposto uno striscione con scritto “Commissariate la sanità lombarda”. I partecipanti, che indossavano mascherine listate a lutto, si sono prima seduti a terra per rispettare un minuto di silenzio per i morti del Covid, cui è seguito un lungo applauso, ed hanno in seguito ascoltato gli interventi di esponenti politici, consiglieri comunali, e parenti degli anziani che sono morti di Covid nelle Rsa, che si sono alternati sul palco allestito in piazza. Più movimentata la situazione sotto Palazzo Lombardia dove, antagonisti di centri sociali, sindacati di base e collettivi hanno fatto una “una passeggiata intorno al Palazzo” muovendosi in corteo lungo le strade che lo circondano. Mentre gli organizzatori continuavano a ripetere la raccomandazione di stare “distanziati e con mascherine”, altri esortavano a “far vedere che li stiamo circondano e che devono andare a casa”, intonando spesso il coro “assassini”. Tutto si è però svolto in maniera sostanzialmente pacifica e, anche se è stato violato il divieto di corteo anti Covid, le Forze dell’Ordine (circa centro agenti, tra carabinieri e poliziotti in tenuta antisommossa), che presidiavano gli ingressi e i dintorni della sede della Giunta Regionale, si sono limitate a controllare la situazione. La protesta si è conclusa dopo che i manifestanti hanno tracciato la scritta “Cacciamoli” con vernice bianca su una carreggiata di via Melchiorre Gioia. Qualche intemperanza di troppo invece nel corteo che si è svolto lungo vi Padova, che ha anche avuto notevoli conseguenze sul traffico del sabato, costringendo molti cittadini a non fare la spesa nei pressi di casa. Non più di 200 i partecipanti, provenienti da realtà quali CARC, circoli anarchici del Ponte della Ghisolfa, di Via dei Transiti, e la Panetteria Occupata di via Conte Rosso, Telos di Saronno, Foa Boccaccio di Monza e Askatasuna di Torino che, temendo potessero causare problemi d’ordine pubblico, sono stati tenuti sotto stretta osservazione dalle forze dell’Ordine in tenuta anti sommosa, mentre alcune camionette dei Carabinieri bloccavano le vie di accesso a Piazzale Loreto e un elicottero della Polizia controllava la situazione dall’allto. I manifestanti hanno percorso via Padova scandendo gli slogan “Non vogliamo tornare alla normalità perché la normalità è il problema” e  “I morti in Lombardia chiedono vendetta, Confindustria che tu sia maledetta”. Lungo il percorso ci sono stati alcuni momenti di tensione quando è stato lanciato un secchio di vernice nera contro le vetrine di una banca sulle quali è stato anche scritto “Fuoco alle banche”, “Di capitalismo si muore”, “Liberta’ per gli anarchici arrestati”, contro altri istituti di credito sono invece state lanciate delle pietre e un gruppo di manifestanti ha ricoperto di scritte i muri di via Padova. Il corteo si è quindi sciolto in via Agordat davanti all’ingresso del Parco Martesana.  

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Fratelli d’Italia si prende la città

Per la prima volta da quando la sinistra, prima con Pisapia e oggi con Sala, è al governo della città, Fratelli d’Italia ha superato per numero e qualità di iniziative svolte in un solo fine settimana gli altri partiti del centrodestra. Un evidente segnale del cambio di passo attuato a Milano dal partito di Giorgia Meloni, che è stato apprezzato dai milanesi visto l’entusiasmo con cui hanno accolto i militanti impegnati nei molti gazebo svolti in città. A fare da apripista alla presenza nelle strade sono stati i due eventi su sicurezza (ieri al Circolo Salvadané) e Area B (venerdì a Villa Litta) organizzati dal coordinamento milanese, entrambi premiati dalla presenza di un numeroso pubblico vista l’attualità e l’interesse che rivestono i due temi per chi abita a Milano. Nei gazebo di Piazza Medaglie d’Oro, Corso Vercelli, Corso Buenos Aires, Piazza Argentina e via De Amicis (oltre a quelli sparsi per tutta la provincia) si raccoglievano invece firme contro la proposta di legge per introdurre lo “Ius Soli” e la risposta dei cittadini è stata chiara: migliaia di firme raccolte, fila davanti ai banchetti e nessuna contestazione. A compendio del tutto la bella manifestazione in memoria di Norma Cossetto tenuta in mattinata in Piazza Martiri delle Foibe.  

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Programma delle celebrazioni per il 25 aprile

Il Comune ha comunicato il programma delle celebrazioni previste per domani, giovedì 25 aprile, 74esimo anniversario della Liberazione, alle quali parteciperanno i rappresentanti dell’amministrazione comunale di Milano. La deposizione delle corone sarà alle ore 9.00 in Piazza Tricolore – Monumento alla Guardia di Finanza; alle ore 9.15 a Palazzo Isimbardi – Lapide dedicata ai Caduti; alle ore 9.30 a Palazzo Marino – Lapide che riporta la motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare; alle ore 10.00 Largo Caduti Milanesi per la Patria – Sacrario dei Caduti di tutte le guerre; alle ore 10.30 Campo Giuriati – Lapide dedicata ai Caduti; alle ore 10.45 Piazzale Loreto – Monumento in ricordo dei Quindici Martiri; alle ore 11.00 Via Cascina Bellaria – Cimitero inglese di Trenno. Alle 14.30 infine la manifestazione con il corteo che partirà alle 14.30 da Corso Venezia, angolo via Palestro per concludersi poi in Piazza Duomo. Il sindaco Giuseppe Sala in particolare sarà presente in mattinata alla deposizione delle corone a Palazzo Marino (ore 9.30) e in Largo Caduti Milanesi per la patria al Sacrario dei Caduti (ore 10) e nel pomeriggio al corteo.  

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La prefettura vieta manifestazioni commemorative per il 23 marzo

Nella riunione odierna del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, si è preso atto che, al momento, non è stato presentato alcun preavviso di manifestazione per il 23 marzo prossimo, in coincidenza con il centenario della fondazione dei ‘fasci di combattimento. “Per evidenti e gravi ragioni di ordine e sicurezza pubblica non sarà comunque consentita alcuna iniziativa in luogo pubblico che abbia carattere commemorativo o rievocativo“. Così una nota della Prefettura.

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Prefetto: vietate le manifestazioni politiche nei cimiteri

Dalla riunione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza di questa mattina è scaturito un sostanziale divieto all’organizzazione di manifestazioni “politiche” all’interno dei cimiteri milanesi, non è chiaro però se questo riguardi solo quelle organizzate da gruppi di destra o anche quelle tradizionalemnete svolte dalla sinistra. Il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, coordinato dal neoprefetto di Milano Renato Saccone, “ritiene che nessuna manifestazione di carattere politico possa svolgersi nei cimiteri cittadini” in questi giorni in cui “ci si raccoglie nella memoria dei propri cari scomparsi“. Durante il comitato si è discusso di una possibile rievocazione dei morti della Rsi da parte di elementi di estrema destra al Campo X del cimitero Maggiore come accaduto negli anni scorsi. “Il Questore – ha spiegato il Prefetto – prenderà i provvedimenti conseguenti e qualsiasi comportamento che non rientri in queste regole sarà denunciato all’autorità giudiziaria“. Il Prefetto ha sottolineato che questi sono giorni in cui ci si raccoglie nella memorie dei propri cari e, poiché “si tratta di un momento intimo e profondo” il comitato ritiene che nulla debba turbarlo.

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Per Rete Studenti Salvini è un topo di fogna

Manifesti anti-Salvini di rete studenti, uno con un ragazzo che colpisce il vicepremier con un libro e un altro con la scritta “Salvini carogna torna nella fogna” e il ministro raffigurato come un topo sono stati affissi in cittò per pubblicizzare la manifestazione ‘Studenti contro il governo’ del 16 novembre. Nel primo caso, spiega Rete Studenti, l’aggressione con un libro e’ la “metafora della doverosa lotta all’ignoranza” che “è ormai diventata la migliore alleata del vicepremier e utilizzata dallo stesso come strumento per fomentare l’odio e colpire i cittadini alla pancia“. Nel secondo Salvini e’ “rappresentato come un topo di fogna a sottolineare le fin troppo evidenti analogie con i neofascisti (ad esempio Casapound) dai quali riceve un forte supporto“.  

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