Non si sono fatte attendere le reazioni all’annuncio dell’Assessore Majorino di una manifestazione contro il DL Sicurezza denominata “prima le persone”, che si svolgerà il due marzo. Secondo l’Europarlamentare Stefano Maullu (Fdi) “se l’assessore Majorino dedicasse agli italiani una minima parte dello zelo che riserva a stranieri, immigrati o richiedenti asilo, i problemi dei molti cittadini milanesi che vivono in condizioni di povertà assoluta verrebbero risolti con grande rapidità“. Maullo “inammissibile” che l’assessore minacci “di volersi opporre al decreto sicurezza“. “Majorino deve dimettersi subito” conclude Maullu “perché la città di Milano non può permettersi di avere un assessore che disobbedisce alle leggi dello Stato“. Silvia Sardone, Consigliere Regionale e Comunale del Gruppo Misto, pensa invece che Majorino voglia candidarsi “a diventare il Mimmo Lucano di Milano, strafottente e al di sopra della legge“. Poi prosegue “il messaggio di Majorino è molto pericoloso, perché di fatto incita alla disobbedienza su un tema molto delicato come quello dell’immigrazione e di conseguenza della sicurezza“. Concludendo: “Mi auguro che il sindaco Sala non si faccia tirare per la giacchetta da Majorino e si attenga alle disposizioni di un decreto che – voglio sottolinearlo – è stato democraticamente votato dal Parlamento e firmato anche dal Capo dello Stato. Le leggi possono piacere o meno, ma se ci sono vanno rispettate“. Nel pomeriggio il Sindaco Giuseppe Sala, ha espresso il suo punto di vista diffondendolo in un post sulla sua pagina Facebook: “Due pensieri di inizio anno. Il primo. Ministro Salvini, ci ascolti e riveda il decreto sicurezza, così non va!”. “Da settimane noi Sindaci avevamo richiesto, anche attraverso l’Anci, di ascoltar la nostra opinione su alcuni punti critici, per esempio ampliando i casi speciali e garantendo la stessa tutela della protezione internazionale ai nuclei familiari vulnerabili, anche attraverso lo Sprar, oggi escluso dal decreto sicurezza per i richiedenti asilo” prosegue il sindaco. “Occorre inoltre valutare l’impatto sociale ed economico del decreto per le nostre città, già in difficoltà a causa di una legge di bilancio che ci ha tolto risorse nella parte corrente: più persone saranno per strada senza vitto e alloggio, più saranno i casi di cui noi Sindaci dovremo prenderci cura. Ministro, ci ripensi”. “Secondo – conclude nel suo post Sala -. Seguo con interesse la loro proposta di tagliare gli stipendi dei parlamentari. Ma chiedo alla coppia Di Maio – Di Battista: perché un parlamentare deve guadagnare più del Sindaco di Milano? Non penso lavori di più o gestisca una complessità maggiore o, ancora, si assuma più rischi. Cosa ne pensate? (Ah, per favore non giochiamo sui rimborsi, se volete fare una cosa vera, fatela fino in fondo)“. Poco convinto dalle dichiarazioni di Sala, Riccardo De Corato, assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia secondo cui “sul tema dell’immigrazione, ormai (Sala ndr) lascia che sia Majorino a dettare tutta la linea, alla quale poi lui si accoda senza battere ciglio“. Per l’ex vice-sindaco di Milano è oramai impossibile collaborare “con chi lascia che il suo assessore faccia il bullo” assumendo “prese di posizione indecenti” concludendo “ormai sembra che Sala abbia abdicato come Sindaco per fare il semplice supporter dell’ala sinistra meneghina guidata dal suo non più giovane rampollo“. Polemiche scaturite nonostante il tentativo di mettere un po’ d’ordine nella questione del Presidente di Anci Lombardia, Virginio Brivio, che in mattinata aveva emesso un comunicato in cui invitava i Sindaci a procedere per via istituzionale: “Prendiamo atto che alcuni sindaci in questi giorni hanno messo in campo delle azioni per contestare apertamente le norme previste dal Decreto Sicurezza, tuttavia non possiamo che ribadire come l’opposizione ai contenuti di un provvedimento normativo può avvenire per via giuridica e non tramite la trasgressione degli obblighi di legge. Come Anci Lombardia parteciperemo alla imminente riunione della commissione nazionale Anci sull’immigrazione, che rappresenta il luogo appropriato dove valutare le conseguenze concrete del decreto e per condividere una linea comune tra tutti i sindaci da presentare al tavolo di confronto in sede ministeriale proposto dal Presidente Antonio Decaro, dove auspichiamo che la vicenda possa trovare una soluzione”. Così in una nota il presidente di Anci Lombardia, Virginio Brivio, in merito alla contestazione del decreto sicurezza da parte di alcuni sindaci“.