Michele Usuelli

Usuelli (+Europa) e Carretta (Azione): “Misure covid, Bertolaso terrà linea Meloni o Moratti?”

Usuelli (+Europa) e Carretta (Azione): “Misure covid, Bertolaso terrà linea Meloni o Moratti?”. Depositata, e dunque prevista in discussione martedì prossimo, l’Interrogazione a risposta immediata (Question Time) da parte dei consiglieri regionali Michele Usuelli e Niccolò Carretta circa le linee di indirizzo che il neoassessore al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso intende seguire per contrastare la pandemia, tutt’altro che superata. “Al netto di cosa ci sia dietro alle dimissioni di Moratti, le critiche dell’ex Assessore sui primi provvedimenti Covid del Governo sono molto fondate – dichiarano Usuelli e Carretta –. Quel che conta, da oggi, è la gestione della sanità lombarda con un particolare accento sul Covid che, anche questo autunno e inverno, tornerà a farsi sentire. La nostra interrogazione vuole conoscere il posizionamento del neoassessore Guido Bertolaso, già Commissario per la campagna vaccinale proprio in collaborazione con l’Assessora uscente Letizia Moratti. Le dichiarazioni che hanno accompagnato le dimissioni di Moratti segnano un di grande divario vedute tra la linea tenuta sin qui per contrastare la pandemia e le nuove iniziative intraprese dal Governo Meloni tra cui il reintegro dei medici no vax, lo stop all’utilizzo di mascherine all’interno degli ospedali e delle RSA e la decisione di sospendere il bollettino quotidiano sull’andamento dei contagi”. “Leggiamo, poi, dai quotidiani che, dopo la nomina, Bertolaso ha assicurato che proseguirà il lavoro portato avanti sin qui da Moratti. Bene, ma ci chiediamo quali siano questi termini anche e soprattutto per quanto riguarda le misure contro il Covid, visto che proseguire con la linea Moratti vorrebbe dire porsi in netto contrasto con gli intendimenti del nuovo Governo. I cittadini lombardi devono sapere con chiarezza se ci saranno cambiamenti nelle politiche sanitarie.” concludono i due consiglieri di opposizione.

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Michele Usuelli (+Europa): 5 anni di manovre di potere in Lombardia, senza governo della sanità

Michele Usuelli (+Europa): 5 anni di manovre di potere in Lombardia, senza governo della sanità Lombarda. Dove è il senso di responsabilità nei confronti dei cittadini? Più dell’80% del budget di regione Lombardia è spesa sociosanitaria. In quasi 5 anni abbiamo assistito al cambio di 3 direttori generali della Sanità, e dopo Gallera e Moratti ora attendiamo il terzo assessore alla sanità. Nel frattempo, abbiamo inutilmente denunciato il disastro della gestione covid, l’incapacità di relazione con i professionisti sanitari ospedalieri e della medicina di territori, abbiamo lottato contro una riforma del sistema sanitario lombardo che peggiorava quelle di Formigoni e Maroni. Intanto il Presidente Fontana continuava a tranquillizzarci dicendo che tutto andava bene, mentre nessuna Regione italiana ha avuto un così ampio e maldestro turn over di politici e tecnici nelle posizioni apicali del governo sanitario. Serve subito un federatore autorevole e competente per un’alleanza che liberi la Lombardia, dopo 28 anni, da una malagestione della destra che sta distruggendo il nostro sistema sanitario regionale. È giunto il tempo, anche per le opposizioni, di mostrare senso di responsabilità nei confronti dei lombardi. Per noi il Nome è Carlo Cottarelli. Grazie alla sua competenza nella appropriatezza della spesa, si potranno liberare grandi risorse finanziarie da investire sulle risorse umane in sanità.

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I radicali e Hemp consegnano la tessera di socio onorario a Biden

I radicali e Hemp consegnano la tessera di socio onorario a Biden. Il primo Cannabis Club milanese consegna la tessera onoraria dell’Associazione al Presidente Biden: alle 12 di domani l’iniziativa delle realtà antiproibizioniste sotto il consolato americano. Il 6 ottobre scorso, con un ordine esecutivo, il Presidente degli Stati Uniti d’America ha promulgato un indulto per tutti coloro che sono stati condannati a livello federale per possesso di cannabis, circa 6.500 persone in totale. Un atto storico senza precedenti per il Paese iniziò ed esportò in tutto il mondo la War On Drugs di stampo proibizionista. L’azione del presidente Biden va salutata e celebrata anche in Stati, come l’Italia, che reiterano da decenni fallimentari politiche repressive nei confronti dei consumatori di sostanze. Per questo motivo, l’Associazione The Hemp Club, realtà milanese che promuove l’informazione sulla cannabis e svolge il difficile compito di mettere in contatto persone malate con medici prescrittori, si ritroverà venerdì 14 ottobre alle 12:00 davanti al consolato americano a Milano, in via Principe Amedeo 2, per consegnare simbolicamente la tessera onoraria del Club al presidente Joe Biden. Al fianco dell’Hemp Club in questa iniziativa ci saranno l’Associazione Enzo Tortora Radicali Milano, il gruppo Più Europa Milano, il gruppo di Più Europa in Consiglio regionale, i Verdi Milano e altre realtà che stanno comunicando la loro adesione in queste ore. “In questi tempi dove si contrappongono le Democrazie Occidentali alle dittature, ci auguriamo che  il gesto del Presidente degli Stati Uniti possa essere di esempio a tutti i governanti, politici e uomini di scienza, per abbattere il muro del proibizionismo, cominciando proprio dalla Cannabis liberalizzata, cancellando così ogni pregiudizio e le false informazioni che ne hanno caratterizzato il fallimento, proprio dalla Nazione dove tutto ebbe inizio, ormai 70 anni fa. Sarebbe solo “fumo negli occhi” se non si proseguisse nel cancellare tutte le leggi criminogene e le pene federali ad esse legate, per possesso di cannabis e non solo, aiutando le future generazioni nello sviluppo di Nazioni libere e consapevoli. È per incentivare azioni come queste che il nostro Cannabis Club, ha deciso di dedicare al primo cittadino Americano la tessera onoraria e di farla recapitare a Joe Biden.” dichiara il presidente del The Hemp Club, Raffaello D’Ambrosio. “Le buone notizie che arrivano da Washington ci spingono a rinnovare il nostro impegno sul tema della legalizzazione della cannabis. Alla luce di quanto ricordato da Biden sulla gestione contraddittoria della cannabis rispetto a sostanze più dannose come tabacco e alcol sottolineiamo la necessità di rivalutare anche in Italia le politiche sulle droghe, con meno pregiudizi e più attenzione per la scienza e la salute delle persone.” aggiunge Luca Biscuola, Segretario dell’Associazione Enzo Tortora. “È giunto il momento di rivedere le politiche proibizioniste in tema di Cannabis. Oggi milioni di persone sono costrette all’illegalità da norme anacronistiche che alimentano i guadagni della malavita organizzata e che espongono i giovani a logiche di mercato che possono indurre i più fragili a ricorrere alle droghe pesanti che creano forte dipendenza, che sono fortemente dannose per la salute e per la comunità e che generano altissimi profitti a chi le commercializza.” prosegue Paolo Costanzo, coordinatore di Più Europa Milano. “L’eredità perversa della guerra alla droga si fa sentire ancora in tutto il mondo, come ci ricordano i numeri sul sovraffollamento delle carceri in Italia. Per questo bisogna far echeggiare ovunque il senso dell’indulto voluto dal Presidente Biden: la guerra è finita. Noi Verdi siamo felici di accompagnare The Hemp Club, che di questa guerra è vittima, a consegnare questo messaggio e a chiedere anche da noi la fine delle ostilità tra stato e consumatori.” sottolineano i dirigenti dei Verdi Milano. “Siamo stati a fianco di Hemp Club nei momenti difficili e siamo felici di farlo oggi in questa occasione in cui ci congratuliamo con gli amici americani, lottando perché l’Italia ne segua l’esempio. Restiamo impegnati a diffondere una cultura antiproibizionista nel paese con iniziative di piazza, approfondimenti culturali e atti politici nei palazzi del potere.” conclude il Consigliere regionale Michele Usuelli.

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Riapre il Cpr di via Corelli: esulta la destra, protesta la sinistra

Riapre il Cpr di via Corelli: esulta la destra, protesta la sinistra. Il tema è riemerso dopo l’annuncio della riapertura e le conseguenti polemiche scaturite dagli ambienti della sinistra milanese. Come spesso accade su questi temi il “pezzo da novanta” che ha preso a cuore la questione è Pierfrancesco Majorino, europarlamentare Pd: “Una decisione sbagliata e ingiusta, rimane sbagliata e ingiusta a prescindere da chi la prende e la mette in pratica. E perciò, come ci siamo fortemente opposti al provvedimento dell’ex Ministro Salvini con cui, ormai quasi 2 anni fa, veniva disposta la chiusura del CAS (Centro di Accoglienza Straordinaria) di Via Corelli, per trasformarlo in un CPR (Centro di Permanenza per i Rimpatri), così oggi censuriamo nella maniera più ferma possibile la decisione dell’attuale Governo di permettere che il CPR apra. E’ grave che il Governo non senta la necessità di impedire che entri in funzione un carcere amministrativo (questo nei fatti è un CPR) in cui persone che non hanno commesso reati possano rimanervi detenute per un periodo lungo fino a 6 mesi. E tutto ciò anche in contrasto con un Ordine del Giorno approvato dal Consiglio comunale di Milano già il 12 novembre 2018, con cui si chiedeva al Governo (all’epoca a guida Lega-MS5) di mantenere il centro di Via Corelli come CAS o di trasformarlo in un luogo per accogliere persone in emergenza abitativa. Esiste anche una mozione depositata il 16 gennaio 2020 dal Gruppo consigliare PD in Municipio 3 – nel cui territorio si trova Via Corelli – in cui si chiede di ripristinare il precedente uso sociale del Centro. Milano, che in questi anni è stata un modello nell’accoglienza di decine di migliaia di persone in fuga dalla guerra e dalla fame, non rimarrà in silenzio. Mercoledì 30 settembre alle ore 12 saremo davanti a Palazzo Marino, così da poter spiegare anche a voce le ragioni della nostra contrarietà all’apertura del CPR Milano, 29 settembre 2020 FIRMATARI (In ordine alfabetico): Sumaya Abdel Qader, Olimpia Addabbo, Caterina Antola, Luciana Barbarano, Linda Bernardi, Chiara Bertinotti, Lamberto Bertolé, Loredana Bigatti, Paola Bocci, Chiara Boeri, Sergio Boniolo, Barbara Bonvicini, Valeria Borgese, Alberto Bortolotti, Sara Bossa, Mita Breda, Antonella Bruzzese, Riccardo Buccianti, Daniela Caputo, Vincenzo Casati, Cesare Castelli, Isabella Colombo, Luigi Costamagna, Vito Curci, Cinzia D’Alessandro, Simonetta D’Amico, Roberta DE Leo, Mariolina de Luca, Diana de Marchi, Francesco Demuro, Laura Di Donato, Enrico Fedrighini, Giorgio Ferrante, Elena Ferrario, Paola Ferri, Simona Ferri, Teresa Fontana, Laura Galimberti, Laura Gamucci, David Gentili, Alessandro Giungi, Nadira Haraigue, Elena Jacono, Elena Jona, Virginia Invernizzi, Paolo Limonta, Lorenzo Lipparini, Pierfrancesco Majorino, Maria Francesca Mammoliti, Massimo Poli Marchitto, Luciana Marcomini, Mirko Mazzali, Marina Melloni, Federica Merlo, Carlo Monguzzi, Daniele Nahum, Giuseppe Nardiello, Roberta Osculati, Lorenzo Pacini, Giulia Pelucchi, Fabrizio Pesoli, Luisa Pezzenati, Anita Pirovano, Paola Ponte, Marzia Pontone, Helga Lorena Ramirez, Laura Rasconi, Lucy Graciela Rojas Reischel, Giuseppina Rosco, Filippo Rossi, Claudio Santucci, Lorenzo Sitia, Anita Sonego, Emanuele Telesca, Natascia Tosoni, Michele Usuelli, Chiara Vannucci, Angelica Vasile, Lorenzo Zacchetti, Francesca Zanasi, Simone Zambelli, Paolo Zinna. Nb. Firme in aggiornamento Soddisfazione invece è arrivata dagli amnienti di destra che hanno contestato le manifestazioni di protesta degli eletti nelle fila della sinistra. Ecco l’intervento di Riccardo De Corato: “Sono cominciate oggi a mezzogiorno le manifestazioni del centrosinistra, che continueranno poi venerdì 2 ottobre con i centri sociali, contro l’apertura del Cpr di via Corelli”. Afferma così l’ex vice Sindaco di Milano ed Assessore regionale alla sicurezza, immigrazione e polizia locale, Riccardo De Corato in merito alla manifestazione di oggi alle 12 davanti a Palazzo Marino, i cui promotori sono in gran parte consiglieri di maggioranza di Sala “targati” Pd. “Alla manifestazione, composta da uno sparuto gruppo di dimostranti, appena 12,erano presenti vari esponenti politici a cominciare dall’immancabile Pierfrancesco Majorino. Oltre a lui c’erano anche membri del consiglio comunale di Milano come Sumaya Abdel Qader e il presidente del consiglio, Lamberto Bertolé che ha preso parola a nome della maggioranza di Palazzo Marino definendo i Cpr aperti dal Ministro Lamorgese “luoghi di ingiustizia e privazione dei diritti”. La loro soluzione è quella di abolire i Decreti Sicurezza e di liberare tutti in attesa di accordi internazionali. Secondo il Sindaco, che ieri ha finalmente rotto il silenzio, “Milano è sempre stata molto attiva con i rimpatri”. Posto che nella città, secondo i dati Orim e Polis Lombardia, ci sono 51.400 clandestini dei quasi 112mila presenti in tutta la regione, sarebbe interessante sapere sulla base di quali numeri afferma ciò. Ci dica quanti rimpatri vengono effettuati a Milano annualmente, secondo anche i famosi accordi internazionali citati da Bertolè. Sala, il centrosinistra ed i centri sociali si mettano il cuore in pace. Il Cpr è stato aperto per accogliere delinquenti stranieri pericolosi e clandestini destinatari di mandati di rimpatrio ed espulsione che verranno rimandati nel loro Paese di origine. Mentre il primo cittadino di Milano e tutto il centrosinistra si preoccupano delle condizioni degli ospiti della struttura, io vigilerò affinché le persone che si trovano all’interno del centro vengano rimpatriate e non, come spesso accade, tornino libere per decorrenza dei termini. Ovviamente- conclude De Corato-, l’iniziativa è stata occasione per pubblicizzare tramite volantini la prossima manifestazione contro il Cpr in C.so Monforte organizzata dai centri sociali alla quale non mi stupirei di vedere alcuni dei presenti di oggi in piazza”. Anche il leghista Stefano Bolognini ha espresso soddisfazione per l’apertura del centro di via Corelli: “L’apertura del CPR di via Corelli è importante per Milano e per tutto il paese, perché finalmente stranieri a tutti gli effetti clandestini verranno espulsi più rapidamente. Il fatto, però, è un altro: una componente significativa della maggioranza di Palazzo Marino e del Partito Democratico milanese, tra cui l’eurodeputato Majorino ed altri consiglieri, oggi ha manifestato contro il CPR e quindi contro il Governo e contro la stessa maggioranza che sostiene il sindaco Sala”. Lo dice il Commissario Provinciale della Lega Salvini Premier Stefano Bolognini, commentando il presidio del centrosinistra davanti a Palazzo Marino, contro l’apertura del CPR di via Corelli. “A questo punto – prosegue Bolognini –

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Regione: opposizioni all’attacco con una commissione d’inchiesta

Regione: opposizioni all’attacco con una commissione d’inchiesta. In questi giorni, complice anche il via vai della Guardia di Finanza per le indagini sulla strage nelle Rsa, si avvertiva un certo nervosismo a Palazzo Lombardia. Dall’esterno pezzi da novanta della politica milanese di sinistra come Pierfrancesco Majorino bombardano da giorni il dibattito con la richiesta sempre più pressante di commissariare la Sanità lombarda. Ora arriva anche un colpo dall’interno in Regione: opposizioni all’attacco con una commissione d’inchiesta: “I consiglieri delle forze di opposizione in Consiglio regionale della Lombardia – Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Lombardi Civici Europeisti, Più Europa/Radicali, Italia Viva – depositeranno domani (oggi ndr) le firme necessarie per l’istituzione di una Commissione consiliare di Inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid 19 in Regione Lombardia. Lo hanno annunciato ieri mattina in una conferenza stampa tenuta a Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale, e diffusa via Facebook, i cinque capigruppo: Marco Fumagalli (M5S), Fabio Pizzul (PD), Niccolò Carretta (LCE), Michele Usuelli (+ Europa) e Patrizia Baffi (IV). Secondo le previsioni dello Statuto regionale della Lombardia, articolo 19, la commissione di inchiesta ha il potere di indagare su questioni di spettanza del Consiglio Regionale e può essere istituita su richiesta motivata sottoscritta da almeno un terzo dei Consiglieri regionali, quindi almeno 27. I gruppi di opposizione hanno i numeri necessari per chiederne l’istituzione, a cui deve dare seguito l’Ufficio di presidenza del Consiglio entro 15 giorni dal ricevimento della richiesta. Marco Fumagalli, capogruppo del M5S, dichiara: “Il dramma che stiamo vivendo in Lombardia non deve ripetersi: abbiamo il dovere di approfondire con una commissione d’inchiesta. Va fatta trasparenza sulle cause dell’ampia diffusione del virus, vanno valutati eventuali errori di programmazione, difetti organizzativi legati al sistema sanitario lombardo, problemi e carenze nella catena di comando anche legati alla legislazione regionale in vigore. Le verifiche saranno assolutamente scrupolose a partire dalla distribuzione a singhiozzo dei dispositivi di protezione individuale, al limitato ricorso ai tamponi nella popolazione, fino all’orrore nelle case di riposo e ai numeri reali della pandemia. Tutto deve essere analizzato per capire le carenze e gli errori che hanno determinato questa ecatombe di dimensioni eccezionali. I lombardi hanno pagato a caro prezzo questa pandemia, e la Commissione, a partire da una documentazione solida, sarà la sede opportuna per programmare una sanità lombarda che sappia affrontare coerentemente le emergenze”. Fabio Pizzul, capogruppo del Partito Democratico: “Il sistema sanitario lombardo non ha risposto adeguatamente alla sfida e la legge regionale va rivista alla luce di quanto è successo in queste settimane. La commissione d’inchiesta non è un fittizio tribunale ma un luogo dove fare chiarezza, dove capire perché in Lombardia ci siano stati tanti, troppi morti, e perché sia stato così difficile tracciare un’epidemia che qui si è manifestata in modo così virulento. È, prima di tutto, un atto di chiarezza nell’interesse dei cittadini lombardi. Perché tanti morti? perché non siano stati protetti operatori sanitari e RSA? Si accertino gli errori perché non vengano ripetuti, anche in vista di un’apertura graduale di una fase 2 o di una nuova esplosione dell’epidemia in autunno. Dovremo trovarci pronti, con le scelte corrette.” Niccolò Carretta (Lombardi Civici Europeisti): “Siamo convinti che una commissione d’inchiesta possa fare solo che bene alla nostra Regione e all’Istituzione del Consiglio regionale perché aiuterebbe certamente il processo auspicato per fare luce su quello che non ha funzionato durante l’emergenza Covid-19 e che ha comportato un livello di stress delle strutture ospedaliere lombarde oltre ogni limite. Da presidente della Commissione d’Inchiesta sui rifiuti ci tengo a precisare che questo tipo di iniziative servono perché aiutano a garantire un maggior grado di trasparenza nei confronti dei cittadini”. Michele Usuelli, (+ Europa) “Avendo constatato la restrizione degli spazi di dibattito democratico nella assemblea degli eletti e ritenendo di essere sempre stati opposizione dura ma costruttiva e propositiva, il mancato ascolto e l’insufficiente interlocuzione con la giunta ci obbligano ad utilizzare questo strumento per non essere compartecipi della grave incapacità di gestione della politica sanitaria e Lombardia . Patrizia Baffi, consigliere di Italia Viva: “Sono di Codogno e qui ho vissuto prima degli altri il dramma della pandemia. Qui abbiamo vissuto prima di tutti l’impreparazione rispetto a ciò che stava succedendo, e anche il senso di abbandono, perché mentre noi eravamo confinati dall’esercito all’interno della zona rossa, al di fuori la vita continuava normalmente. Oggi è importante questa unione tra le forze di minoranza. La commissione d’inchiesta è un atto dovuto, non un diritto ma un dovere di ogni consigliere regionale. Non sarà un tribunale dell’Inquisizione, perché do per scontato l’impegno e la professionalità di tutti coloro che si sono spesi per contrastate l’epidemia, ma c’è stata una fragilità nell’affrontare l’epidemia, c’è stata una falla e occorre capire dove è stata. Questo ci spetta come consiglieri regionali, per il ruolo che ricopriamo, in vista di mesi che si annunciano ancora difficili.”

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Troppi suicidi, visita a sorpresa al carcere di Pavia

Troppi suicidi, visita a sorpresa al carcere di Pavia. Un onorevole e due consiglieri regionali si sono recati nella casa circondariale, parlando con i ristretti e verificando le condizioni degli ambienti. Questa mattina, M5S, con il deputato Cristian Romaniello e il consigliere regionale Simone Verni, insieme a +Europa/Radicali, con il consigliere regionale Michele Usuelli, hanno effettuato una visita ispettiva a sorpresa presso la Casa Circondariale di Pavia Torre del Gallo. L’iniziativa nasce dalla preoccupazione delle due forze politiche per il ripetersi di fenomeni suicidari nel carcere e di incidenti ai danni delle guardie penitenziarie come quello che, nel gennaio scorso, ha coinvolto un agente colpito da infarto a seguito di un intervento di soccorso a un detenuto. I rappresentanti istituzionali nel corso della visita hanno verificato la condizione delle celle, degli spazi comuni, di quelli aperti, dell’infermeria e delle cucine e hanno potuto interloquire con i detenuti. Simone Verni, consigliere regionale del M5S Lombardia dichiara: “La visita congiunta ci ha dato la possibilità di toccare con mano tutta una serie di problematiche emerse nella cronaca. L’aspetto sanitario è tra quelli emergenziali: l’infermeria opera in condizioni di costante difficoltà a causa della carenza di medici. La telemedicina, che potrebbe alleviare il lavoro degli operatori, è implementata ma i macchinari, nuovi e funzionanti non sono collegati e mancano i protocolli operativi. La cartella sanitaria digitale non è mai entrata in funzione e i detenuti rischiano di perdere la storicità del proprio quadro clinico. In regione andrà aperto un discorso serio e puntuale sull’offerta di servizi sanitari. Ci tengo a ringraziare gli agenti della polizia penitenziaria per la grande volontà di collaborazione che hanno dimostrato: lavorano in condizioni estreme. A loro va il merito di supplire a carenze spesso politico-istituzionali nell’amministrazione dei penitenziari”. Cristian Romaniello, deputato del M5S, aggiunge: “La condizione dei detenuti è precaria, meritano di vivere in condizioni migliori. Gli agenti sono pochi e la vita del carcere porta con sé problemi e difficoltà anche fuori dall’ambito del lavoro. Serve un supporto psicologico più ampio e condizioni di lavoro più dignitose e di questo mi farò portavoce a Roma. Personalmente poi sto lavorando sul tema dei suicidi, sono stati due in questo carcere negli ultimi mesi, oggetto di una mia proposta di legge. ”. Michele Usuelli, consigliere regionale di +Europa/Radicali conclude: “Diminuiscono i reati, ma aumentano i detenuti. A Pavia ne abbiamo una prova concreta: in un carcere di 518 posti i detenuti sono 730. C’è la terza branda, ci sono detenuti anziani, ci sono tanti detenuti a fine pena che, in violazione della legge, non possono accedere a trattamenti alternativi e sono costretti a fare fino all’ultimo giorno. Manca la possibilità di estendere patteggiamenti e riti abbreviati. Le manette non sono la soluzione dei problemi della Giustizia italiana”.

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