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Vince il Milan che nessuno vuole come Milano

Vince il Milan che nessuno vuole come Milano. Perché ieri sera il Milan si è aggiudicato il diciannovesimo scudetto con un perentorio 3 a 0 sul Sassuolo. Una vittoria che ha ridato fiato alla squadra di Pioli dopo un anno molto teso. E settimane in cui si rincorrono le voci di una possibile cessione a qualche fondo estero. Cessione che però non si conclude, nonostante i toni assertivi e trionfalistici della stampa italiana. Perché senza quasi commenti, si è passati dalla certezza della vendita agli arabi alla certezza della vendita agli americani. Non vorremmo che finisse come l’ultima volta, quando dopo la comparsa di un mai troppo ben definito affarista asiatico, la squadra passò al fondo Elliott. E la storia sembra molto simile, perché anche in quella circostanza si è parlato del valore di un miliardo per il club, così come alla fine ne sono stati spesi un terzo in meno. Perché per quanto blasonate le squadre di Milano non le vuole nessuno. Persino il colosso Suning alla fine si è trovato a vincere lo scorso campionato senza nemmeno pagare gli stipendi ai calciatori. Roba assurda se si pensa a una società che non paga i dipendenti eppure non fallisce. O forse no. Perché in Italia la finanza creativa è di casa dai tempi dei Medici. E poi le squadre di Milano vivono la stessa situazione della città: anche per l’attuale sindaco Giuseppe Sala è stato più un ripiego che altro. Il posto da manager di Stato non glielo hanno dato e lui si è dovuto adattare a un altro mandato. Proprio mentre la città del mitico Expo inizia a sgretolarsi. Dunque la sua carriera politica è finita perché entro la fine del mandato tutta la cartapesta montata sarà consunta e da cambiare, ma senza soldi a fondo perduto e poteri speciali Sala non saprà fare nulla. Forse anche per la città ci vuole un periodo affidato a un fondo di investimento. Qualcuno che possa rimettere in ordine i fondamentali di una città che si è persa dietro al sogno da boomer di vivere di agriturismo e aperitivi. Gente seria e con le spalle abbastanza larghe da mettere a posto ciò che c’è da sistemare. Superare l’idea della città del cazzeggio a tutti i costi. Per non affrontare costi che non si possono sostenere.

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Polemica fra Salvini e Sala per il maxi schermo mancato

Per la mancanza di un maxischermo a Milano per vedere Sassuolo Milan, partita decisiva per lo scudetto, è scoppiata la polemica, con botta e risposta a distanza, tra il leader della Lega, Matteo Salvini e il sindaco Giuseppe Sala.  Il sindaco di Milano “non è riuscito ad autorizzare il maxischermo per il Milan oggi pomeriggio per evitare assembramenti – ha commentato Salvini parlando a margine della scuola politica della Lega -. E poi ieri sera c’è stato uno straordinario concerto con decine di migliaia di persone in piazza Duomo. Mettiti d’accordo con te stesso”. La replica del sindaco è arrivata via social, con un post sulle sue pagine Instagram in cui Sala ha spiegato che “io ‘non sono riuscito ad autorizzare il maxischermo’ perché nessuno ne ha fatto richiesta. Molto semplice. Il concerto di ieri sera, invece, è stato autorizzato perché una Radio ha preso formalmente e sostanzialmente l’iniziativa. Altrettanto semplice”. “In un clima violento, basta vedere le minacce nei miei confronti sui social, questo ‘signore’ getta benzina sul fuoco, dicendo falsità – ha proseguito Sala -. E meno male che questo ‘signore’ ha fatto il Ministro dell’Interno… Evidentemente non ha imparato nulla, nemmeno le regole di base sugli eventi di piazza. Non penso che il nostro Paese possa essere rappresentato da persone così senza scrupoli. È la mia modesta opinione. Ma penso che molti italiani stiano aprendo gli occhi”. “Onorevole Salvini, io invece non la esorto a ‘mettersi d’accordo con se stesso’ – ha concluso Sala -. Sarebbe un esercizio al di là delle sue capacità”. ANSA

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Il Milan è campione d’Italia

Il Milan è campione d”Italia, al Mapei il Sassuolo battuto 3-0. Vince anche l’Inter 3-0 con la Sampdoria 3-0 ma non basta. “Ce l’abbiamo fatta! Siamo Campioni!”: è il tweet con cui il Milan celebra la vittoria del diciannovesimo scudetto undici anni dopo l’ultimo titolo, postando la foto dell’esultanza di Leao uno dei giocatori simbolo del successo rossonero. Poi gioco di parole nell’immagine di copertina con la scritta “We are the Champ19ns”. “Complimenti Milan. Quest’anno è stata una bellissima sfida. Ci vediamo l’anno prossimo”: così l’Inter su Twitter ha voluto fare i complimenti al Milan. Rumore di clacson che suonano si sentono in tutta Milano ora che i tifosi, che hanno visto la partita del Milan in casa, sono scesi in strada per festeggiare la vittoria dello scudetto. Si sono creati cortei di auto con bandiere che sventolano nelle arterie maggiori, come via Melchiorre Gioia. In piazza Duomo a Milano è esplosa la festa dei tifosi milanisti per lo scudetto già alla fine del primo tempo della partita con il Sassuolo. Davanti a Casa Milan, la sede del Milan al Portello, si sono ritrovati gruppi di tifosi che hanno scandito slogan contro il sindaco di Milano Giuseppe Sala, secondo loro colpevole della mancata presenza del maxischermo in piazza Duomo.

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Sala: ok maxi schermo messo dal Milan ma non in Duomo

Nessun veto dal comune di Milano e dalla questura del capoluogo lombardo per un maxi schermo in città per permettere ai tifosi del Milan di seguire domenica pomeriggio (ore 18) la sfida scudetto contro il Sassuolo. Lo ha sottolineato su Instagram il sindaco di Milano, Beppe Sala. “Tanti tifosi del Milan chiedono l’installazione di un maxi schermo per vedere domenica la partita con il Sassuolo. Al netto dell’impossibilità materiale di usare Piazza Duomo (ancora occupata dalle strutture del concerto di Radio Italia della sera prima), ho parlato con il Presidente del Milan, Paolo Scaroni, e gli ho fatto presente che lato Comune e Questura non c’è nessun veto perché la società installi in altra zona della città uno schermo per vedere la partita”. Da parte di Palazzo Marino, ha specificato Sala, “ovviamente ci saranno le opportune valutazioni con particolare attenzione ai temi inerenti l’ordine pubblico, ma questo non toglie che siamo più che pronti ad ascoltare e accogliere la proposta che ci verrà fatta”, ha concluso.

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Il Milan vince a San Siro e l’Inter a Cagliari

E’ festa a San Siro per il Milan che vince anche contro l’Atalanta: 2-0 con i gol di Leao ed Hernandez nel secondo tempo. I giocatori esultano sotto la Curva, Pioli balla in mezzo al campo, ma nella giornata perfetta, ultima gara casalinga dei rossoneri, è mancato l’ingresso in campo di Zlatan Ibrahimovic ed è stata rinviata la possibile festa scudetto. In serata, infatti, l’Inter ha vinto a Cagliari 3-1 (gol di Darmian e doppietta di Lautaro Martinez) rimandando all’ultima giornata il verdetto finale del campionato di Serie A. Il Milan resta in testa con 83 punti, l’Inter insegue con 81. Al diavolo rossonero basta un pareggio con il Sassuolo, domenica prossima, per vincere il tricolore.

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Il Milan vince e torna a + 2 sull’Inter

Il Milan risponde all’Inter e vince per 3-1 nella Verona non più ‘fatal’ grazie a una doppietta di Tonali (al quale è stato anche annullato un gol dal Var) e a un bel gol del subentrato Florenzi. Ma il protagonista assoluto del match del Bentegodi è stato Rafael Leao, ancora una volta decisivo per le sorti dei rossoneri, che hanno operato il controsorpasso nei confronti dell’Inter. All’ora di pranzo L’Atalanta aveva invece risposto alla Lazio superando nettamente lo Spezia e rendendo incandescente la volata per l’Europa minore. Ma ancora più vibrante è la lotta in zona retrocessione, con gare scoppiettanti, verdetti che sono rimandati e che riguardano ancora sei squadre. La Salernitana, che sembrava avere in pugno lo ‘spareggio’ dell’Arechi, si fa raggiungere dal Cagliari al 99′ e ora la situazione e’ sempre piu’ ingarbugliata. La Salernitana a 30 punti fa un altro passo verso la salvezza: ha +1 sul Cagliari che resuscita all’ultimo respiro, +2 sul Genoa reduce dalla vittoria sulla Juve, +5 sul Venezia che rimane virtualmente in gioco col rocambolesco successo per 4-3 sul Bologna. Ancora non sono salve Sampdoria e Spezia a quota 33 punti. Nel mini torneo a quattro per le qualificazioni all’Europa invece la Lazio guida con 62 punti,+ 3 su Roma e Atalanta,+ 6 sulla Fiorentina, che domani sera riceve i giallorossi. In caso di successo di Mourinho le due romane sarebbero comunque qualificate e i viola potranno al massimo battersi per un posto in Conference con l’Atalanta. Altrimenti sara’ una baraonda imprevedibile negli ultimi 180′. La Roma ha comunque il jolly di una qualificazione automatica in Europa League in caso di vittoria nella finale di Conference con il Feyenoord. Dopo un lungo periodo di flessione l’Atalanta si sveglia e sembra tornata quella degli scorsi anni. Al Picco ottiene il 12/o successo in trasferta dove ha racimolato 39 punti. Se avesse tenuto lo stesso ritmo in casa avrebbe potuto contendere alle milanesi lo scudetto. Gasperini si deve accontentare di questo successo maturato nel finale, ma costruito con tante azioni da gol dopo il botta e risposta iniziale di Muriel e Verde. La superiore qualita’ viene fuori alla distanza col sigillo di Djimsiti e Pasalic. Gasp ha un contratto fino al 2024 ma ammette che le cose sono cambiate e attende le decisioni della societa’. Lo Spezia deve rimandare i festeggiamenti per la salvezza in un finale di campionato che si e’ trasformato in un bolgia che coinvolge, in posizione diverse, sei squadre. La Salernitana non riesce a sfruttare lo scontro diretto per affossare il Cagliari in una gara vibrante, ben interpretata da entrambe le squadre. Nicola e Agostini giocano senza remore le loro possibilita’. Comincia meglio il Cagliari, che sfiora il vantaggio prima con Pavoletti e poi con Joao Pedro. La Salernitana, un po’ stanca per avere giocato giovedi’ scorso, viene pero’ gradatamente fuori. Ben diretta in difesa da Fazio e Radovanovic, la squadra si giova della diligente geometria di Coulibaly, delle sgroppate veloci di Mazzocchi, della classe dell’emergente Ederson. In attacco Djuric fa salire la squadra con la sua potenza ed esperienza. A rompere l’equilibrio e’ pero’ un’incursione di Kastanos che va a terra per un intervento di Lovato. Di Bello decreta il rigore che Verdi, al sesto centro stagionale, trasforma con freddezza. Poi c’e’ un rissa tra le panchine, il Cagliari le prova tutte, prende un palo con Grassi, chiede un rigore per un intervento di Sepe su Baselli, ma l’arbitro non lo concede. Sembra ormai il baratro verso la B, ma all’ultima azione Altare trova il gol che manda in estasi i tifosi sardi ormai rassegnati. La salvezza si gioca nelle ultime due gare. Dopo il Genoa, che ieri inopinatamente ha ribaltato la gara con la Juve grazie a Crescito che ha trasformato nel recupero il rigore una settimana dopo avere sciupato quello del derby con la Sampdoria, e’ tornato alla vittoria anche il Venezia. L’avvento di Soncin al posto di Zanetti se non altro ha portato un po’ di fortuna. I veneti sono usciti dalla striscia maledetta di 10 sconfitte consecutive battendo il Bologna 4-3 dopo una gara rocambolesca. Vantaggio di due gol del Venezia, poi gli emiliani si riscattano con Orsolini e Arnautovic, passano in vantaggio con un gran numero di Schouten. Ma il Venezia ha la fortuna di trovare un rigore un po’ generoso per contatto tra Medel e Aramu e la bravura di crederci col gol decisivo, di pregevole fattura, di Johnsen. Bella prova comunque del Bologna, dedicata a Sinisa Mihajlovic, tornato in panchina dopo 49 giorni in ospedale. ANSA

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