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Pellegrini: “Alle comunali appoggio a Barbato”

Pellegrini: “Alle comunali appoggio a Barbato”. L’ex assessore alla Sicurezza del Municipio 9 ha deciso di appoggiare l’ex comandante della Polizia Locale di Milano Antonio Barbato. Ecco la sua dichiarazione: “Ho riflettuto a lungo e ho deciso di dare DISCONTINUITÀ alla politica milanese e di sostenere un candidato consigliere leghista di nuovo “pelo” ma di sicura professionalità e competenza. La sua storia la conosciamo in tanti: Antonio Barbato è un uomo deciso ma sensibile , serio ma anche ironico, innamorato del suo lavoro e desideroso di poter contribuire alla rinascita della nostra Milano. Riguardo il tema della sicurezza Antonio ha tanto da dire e da dare, sarebbe un peccato non eleggerlo, personalmente penso che potrebbe essere un ottimo Assessore alla sicurezza. Milano ha bisogno di persone decise, concrete e sopratutto competenti, Antonio Barbato è la persona giusta per mettere in SICUREZZA Milano. Il 3 e il 4 ottobre per il COMUNE vota Lega e scrivi Barbato ti sentirai già piú SICURO”.

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Due colpacci per Milano 2021

Due colpacci per Milano 2021. Perché in poco tempo il centrodestra ha saputo riprendersi dalla ridicola fase di tentennamento in cui si era ridotto. La storia dello sfidante di Sala infatti stava diventando una barzelletta. Un nome dopo l’altro finito nel tritacarne mediatico politico, seguito a una serie di annunci di Salvini “abbiamo il candidato”. Sembrava una sit-com. Invece possiamo finalmente dire che sono stati messi a segno due colpacci per Milano 2021: Fratelli d’Italia ha tirato fuori dal cilindro Vittorio Feltri come capolista. Il grande vecchio del giornalismo italiano ha tantissimi vantaggi. Il primo è che è conosciutissimo. Il secondo che è simpatico anche a chi non è dichiaratamente di destra o centrodestra. Il terzo è che resterà direttore editoriale di Libero, che nel suo piccolo resta un giornale nazionale e forte soprattutto a Milano. Ci fermiamo qui non perché la lista sia così breve, ma perché bastano tre punti a sottolineare quanto Donna Giorgia sia stata una volta di più un politico di grande spessore. Il secondo colpaccio invece è Bernardo. Veramente un grande colpo per un centrodestra che sembrava disposto a prendere pure Paperino pur di avere qualcuno disposto a guidare la coalizione. E Bernardo è davvero un bel profilo. Pediatra, quindi uomo dei bambini a livello comunicativo e conosciuto da migliaia di famiglie. Inoltre può coprire il lato “sanitario” della campagna che inevitabilmente ci sarà nella corsa per Milano. Sala lo sapeva bene, tanto da mettere in piedi una sua lista solo “verticale” come si dice in aziendalese. E il centrodestra ha messo sul piatto niente meno che un primario che si occupa di bambini. Niente male davvero: senza dubbio due colpacci per Milano 2021. Per altro subito conditi da una buona notizia: Sala sarebbe dietro di un punto su Bernardo. Noi sull’Osservatore lo diciamo da tempo che Sala in realtà è scarso: i sondaggi lo davano indietro sul centrodestra senza un candidato. Ma ora c’è la certezza di avere anche un nome da opporgli. E già senza aver proferito parola è in vantaggio. Forse i suoi spin doctor dovrebbero tenerlo presente. In fondo Sala vinse contro Parisi proprio ignorandolo cosicché tutti ebbero l’impressione che Parisi non avesse reali possibilità, pure se non era vero: se la Lega avesse combattuto anche al secondo turno come al primo forse ci saremmo risparmiati cinque anni di guai e piste ciclabili fatte male.

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Milano 2021, ecco Rasia dal Polo il kamikaze perfetto per la Lega

Milano 2021, ecco Rasia dal Polo il kamikaze perfetto per la Lega. Sarebbe infatti il partito di Salvini ad aver indicato il manager come candidato sindaco per il centrodestra: sono i leghisti che devono esprimere il nome su Milano, perché nel gioco dei pesi e contrappesi Meloni sembra più interessata a Roma (ha appena fatto passare un emendamento per regalare altri soldi al comune capitolino). Salvini invece deve affrontare la battaglia di Milano, anche per dimostrare che può sconfiggere davvero la sinistra sul suo terreno: in Toscana ed Emilia-Romagna la sfida è stata persa per poco, ma comunque persa. E con candidati di bandiera. Una lezione che è stata imparata e per Milano 2021, ecco Rasia dal Polo il kamikaze perfetto per la Lega: se lui dovesse perdere, la Lega potrà sempre prendere le distanze dal cavallo a cui si era affidata. Se invece il manager la spuntasse, diventerebbe una vittoria di tutti, soprattutto di chi non ha imposto un uomo del proprio partito. Insomma Roberto Rasia dal Polo è il kamikaze perfetto per la Lega, anche perché con il suo profilo civico ha scalzato nomi magari anche migliori proposti dagli alleati del centrodestra, ma Forza Italia e Fratelli d’Italia non sembrano avere le forze per arginare i salviniani. Dunque il centrodestra si presenterà con ogni probabilità con un candidato destinato a perdere: la dimostrazione erano state le ultime comunali quando a sfidare Giuseppe Sala era stato Stefano Parisi, un altro manager. Ovviamente Parisi perse. Ai milanesi infatti non interessa la brutta copia di qualcosa e si sono limitati a votare l’originale. Cioè Sala. Molto probabilmente andrà così anche questa volta, perché Rasia dal Polo in realtà è pure un nome “nuovo”. Per non parlare del fatto che è un ligure, come se non ci fossero milanesi o lombardi da proporre. Per periodi come questo forse sarebbe stato meglio un nome riconoscibile. E il discorso sarebbe lo stesso anche se l’intenzione fosse quella di perdere: a questo punto varrebbe la pena di candidare un De Corato, per una sconfitta quasi certa, ma a suo modo storica e tradizionalista. Noi vi ricordiamo alcuni nomi che abbiamo proposto nei mesi scorsi: Leggi i profili dei possibili candidati: #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Giachetti? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Gallera? #sindacodiMilano2021 che ne pensate della Sardone? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di De Corato? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Bonomi? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Rota? #sindacodiMilano2021 che ne pensate della Messa? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di De Milato? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Tronca? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Fidanza? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Senna? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Del Debbio? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Maroni? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Morelli? #sindacodiMilano2021 che ne pensate di Sala?  

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Appunti per le comunali 2021

Appunti per le comunali 2021. La sinistra si dimostra forte solo nel centro di Milano. Alle persone normali, quelle cioè che non possono vivere in Area C ma solo passarci, non frega nulla di quanto scrivono gli editoralisti del Corriere e Repubblica. E se ne fregano ancora di più di essere chiamati populisti. Anzi. Per qualcuno è persino un complimento perché spesso fanno o hanno fatto lavori più umile del “bibitaro”. Ogni volta che una persona usa questo termine in senso dispregiativo, aggiunge un elettore ai populisti. Primo perché la democrazia serve proprio a rendere possibile a tutti di sedere in Parlamento, secondo perché i presunti bravi (quelli cioè che ci hanno condotto a questo disastro sociale ed economico ben prima del Covid) hanno candidato gente come l’ultimo ministro dell’Istruzione. Una donna non istruita e che aveva persino falsificato i propri titoli. Ma si sa, se sei di sinistra puoi anche governare Milano con una condanna che certifica la tua disonestà. Ogni riferimento a Beppe “l’onesto” è puramente casuale. I sinistri personaggi che popolano i “democratici” spingono a prendere appunti per le comunali 2021: loro hanno vinto di nuovo nel Municipio 1. Dove ci sono quelli che a sentire parlare di popolo inorridiscono, a meno che il popolo non sia lì per lavare il water. Per il resto invece ha vinto il popolo. Allora forse per il prossimo giro il centrodestra deve smetterla di inseguire il Corriere, perché il voto dei borghesi sarà importante, ma non decisivo. Chi vive fuori da Area C ha un vantaggio solo: i numeri. Proprio come i proletari di un tempo. Dunque il prossimo candidato sindaco dovrebbe essere così: venire da fuori le mura, magari con una vita simile a quella di milioni e non vicina a quelli coi milioni. Forse guadagnerà qualche benedizione in meno da Foro Bonoparte, ma avrà molte più possibilità di vittoria nelle urne. Basta pensare ai soliti personaggi, c’è chi va mandato in pensione. In un modo o nell’altro. Altrimenti ci penseranno gli elettori.

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Questa volta scegliamo prima l’anti Sala?

Questa volta scegliamo prima l’anti Sala? In questo periodo agostano in cui tutti pensano ai lettini loro e a quelli di Salvini forse è il momento di lanciarsi su pensieri più ampi. Magari non lunghi come l’orizzonte del mare, diciamo quanto basta per dimostrare di aver imparato dagli errori del passato. Per sconfiggere una macchina come quella che sostiene Beppe Sala è necessario cambiare paradigma: l’ultima volta  si aspettarono le settimane a ridosso delle elezioni e ci si basò sugli accordi tra segreterie. Una scelta che non premiò, perché sono accordi fragili, nelle mani di poche persone. Al primo segno di cedimento dei patti, ci si schianta contro le truppe ben organizzate del salismo. Il centro sinistra sa bene di non avere speranze come sé stesso: negli ultimi anni ha sempre vinto con candidati che non rappresentavano il principale partito dello schieramento, il Pd, anzi, vinceva proprio perché Pisapia e Sala si sono presentati come qualcosa di diverso. Certo, qualcosa che senza il Partito democratico non sarebbe andato da nessuna parte, ma ufficialmente era così. Forse anche il centrodestra dovrebbe imparare dagli errori e non riproporre il modello Parisi. Lui sarà anche stata una buona scelta, ma troppo anni Novanta: oggi come oggi non si può cercare un candidato e pomparlo quei due o tre mesi pensando di poter vincere. Bisogna costruirlo, avendo anche il tempo di farlo conoscere agli alleati della coalizione a ai milanesi, al fine di evitare scontri autolesionistici come all’ultimo giro. Creare solide fondamenta in grado di reggere agli scossoni sia prima che dopo. Ma perché sia una scelta giusta forse bisogna imparare dal centrosinistra ma declinato a destra: e se fosse un capo partito a candidarsi? Lo stesso Salvini potrebbe conquistare così davvero un’aura di invincibilità perché i successi alle europee se non confermati durano poco. Chiedete a Renzi.

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