MM

Altra brusca frenata della MM, 4 feriti

Dopo l’episodio di questa mattina alla fermata Uruguay, altra brusca frenata della M1 questo pomeriggio, attorno alle 14,30, in prossimità della fermata Palestro. I soccorritori del 118 segnalano che ci sono stati 4 feriti lievi: due si son fatti assistere sul posto e hanno rifiutato il ricovero. Altri due passeggeri, un ragazzo di 27 e una ragazza di 34, hanno proseguito il percorso in metropolitana sino alla fermata di Turro per poi richiedere assistenza. Il 27enne è stato trasportato in codice verde al Fatebenefratelli, la ragazza – anche lei in codice verde – è stata trasportata al San Raffaele.

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Brusca frenata della MM, 14 feriti

In seguito alla brusca frenata di un convoglio della metrotropolitana alla fermata sono rimaste ferite diverse persone, compresi alcuni bambini, rendendo necessario l’intervento sul posto di sei ambulanze e due automediche. Per fare fronte all’emergenza la tratta è stata interrotta tra Molino Dorino e QT8 e sono stati disposti bus di collegamento in superficie.  Secondo quanto riferisce il 118, le persone contuse sarebbero in totale 14 compresi alcuni minorenni, tra cui alcuni minori. La più grave ha riportato una frattura ed è stata portata al pronto soccorso in codice giallo, mentre gli altri sono stati soccorsi con codice verde. Terminate le operazioni di soccorso la circolazione è gradualmente ripresa sull’intera linea e per tutte le destinazioni. Da una prima ricostruzione la frenata è avvenuta a seguito di un intervento di disalimentazione dell’intera linea metropolitana che, spiega una nota di Atm, “si è ritenuto indispensabile poiché una persona era entrata abusivamente in galleria alle 7.47 con presunte intenzioni suicide. L’intera linea è stata pertanto disalimentata per 10 minuti, fino a quando la persona è stata individuata e fermata dalla security Atm a Loreto”. “Tutti i passeggeri che hanno riportato ferite o contusioni a causa dell’incidente avvenuto questa mattina sulla linea rossa della metropolitana milanese, hanno diritto ad ottenere un equo risarcimento danni da Atm“. Lo afferma il Codacons, pronto ad offrire assistenza legale ai pendolari. “Tutti coloro che erano sul treno teatro della vicenda e che hanno subito danni anche di piccola entita’, come lividi, graffi o contusioni, possono agire per ottenere il giusto risarcimento – spiega il Codacons – In tal senso invitiamo Atm ad aprire un tavolo con le associazioni dei consumatori per giungere ad indennizzi automatici in favore dei passeggeri coinvolti, e a riconoscere una estensione gratuita della durata degli abbonamenti come forma di risarcimento della collettivita’ per i ritardi sull’intera linea seguiti all’incidente odierno. I viaggiatori presenti sul convoglio protagonista del grave episodio di oggi possono intanto prendere contatto con il Codacons per valutare le opportune iniziative legali da intraprendere a tutela dei propri diritti ai seguenti recapiti info@codaconslombardia.it o 892.007″.

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Ai morosi non interessa il piano di rientro del Comune

Solo 3.500 dei 19.000 morosi residenti nelle case popolari hanno manifestato interesse per il piano di rientro proposto dal Comune. Lo ha comunicato in commissione l’Assessore a Lavori Pubblici e Casa, Gabriele Rabaiotti. Il piano, che si riferiva alle morosità accumulate tra il 2003 e il 2016, era stato concordato dal Comune con i sindacati degli inquilini e salvaguarda le posizioni più fragili. Lo scorso maggio agli inquilini morosi era quindi stata recapitata una lettera, a cui dovevano rispondere, manifestando l’eventuale interesse ad aderire al piano, senza che ciò li impegnasse in seguito a farlo. L’obiettivo dell’Assessore era l’adesione di 5/6mila inquilini, ma per raggiungerlo ne mancano ancora più di 2.000. Un livello che se non fosse raggiunto, ammette lo stesso Rabaiotti sarebbe stata un’iniziativa costata “tanta fatica, con poco risultato“, ma in tal caso si accontenterebbe comunque di avere riaperto “un rapporto tra amministrazione e inquilini“. La commissione è stata anche l’occasione per fare il punto sugli inquilini decadenti, quelli cioè quelli che per vari motivi hanno perso il diritto alla casa, che ha oggi sono 2.345, pari cioè al 7,8% cento degli abitanti delle case popolari, mentre i morosi sono 1.086, pari al 4%. la cui loro morosità totale (dal 2003 al 2016) ammonta a 90 milioni di euro. Capitolo a parte quello immobili a uso commerciale o di valorizzazione sociale, su cui il Consigliere Gianluca Corrado (M5S) ha presentato due interrogazioni spiegando: “Il dato che ci preoccupava è che il 90 per cento di queste morosità riguardavano soggetti che formalmente o informalmente continuavano a utilizzare questi locali… arrecando un danno erariale e un danno alla libera concorrenza” concludendo “La nostra interrogazione era volta a capirequale fosse la situazione“. Domande cui Rabaiotti ha risposto: “Non abbiamo mai fatto segreto del fatto che esiste una morosità importante sulla parte commerciale“, ma questi non sono stati inclusi nel piano di rientro anche se da parte di questi derivano in totale oltre 20 milioni di morosità, perché su di essi si agirà in maniera differente.  Al termine della commissione Rabaiotti ha sottolineato “Il piano di rientro della morosità è diventato un obiettivo del mandato di mm“. parole confermate da Francesco Tarricone, direttore del settore Casa del Comune di Milano: “MM a gennaio ha creato una task force che si occupa solo di questo e come direzione abbiamo dato come missione di intervenire a ‘gamba tesa’ e con ‘tolleranza zero’“. Critica l’opposizione, soprattutto Forza Italia. Secondo Fabrizio de Pasquale capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale “La richiesta di conguaglio spedita agli inquilini Mm e stata un flop, anche se mascherata dalla rateizzazione“, Perché, spiega il forzista, nessuno “pagherebbe migliaia di euro per spese condominiali di 10 anni fa senza vedere uno straccio di giustificativo?” accusando “Il Comune dovrà farsi carico di almeno 30 milioni di euro fra morosità di utenze commerciali e conguagli rifiutati“. Il vicecapogruppo Alessandro De Chirico invece chiede che il Comune acceleri sulle decadenze. “Venti milioni di euro a cui aggiungere gli oltre 300 milioni di euro per gli alloggi ad uso abitativo. Una cifra enorme che, se e quando recuperata, permetterebbe all’Ente di fare investimenti sugli immobili di sua proprietà per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli stabili” precisa l’azzurro,  concludendo “È ora di dare un deciso giro di vite contro i furbetti” anche iniziando “controlli porta a porta contro la criminalità“.

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