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Chi ha vinto il confronto tv?

Chi ha vinto il confronto tv? Perché come auspicato nelle scorse settimane alla fine il confronto tra candidati c’è stato. Vivace. Non particolarmente coinvolgente, ma c’è stato. Fontana insiste che le cose con il centrodestra vanno bene e che ciò che non va è colpa del governo nazionale. Majorino gli ha ricordato che in realtà il trasporto su ferro in Lombardia è imbarazzante e che la sanità dovrebbe essere pubblica. Moratti pare abbia intenzione di far entrare gli stranieri nella gestione delle ferrovie lombarde e potrebbe non essere un male, ma soprattutto spiega perché è andata a Londra a fare campagna per le elezioni regionali della Lombardia. Ghidorzi ha sottolineato che la Lombardia è la regione più inquinata d’Italia e dunque vanno portate avanti politiche veramente in grado di dare respiro ai lombardi. Queste sono le posizioni salienti del discorso, o almeno come sono state riassunte da alcune autorevoli testate. Ci scusiamo con i 4 candidati se  non si riconoscono nella sintesi e siamo pronti a ospitare i loro interventi. Ma alla domanda su chi ha vinto il confronto tv solo gli elettori potranno rispondere tra due settimane.

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Trenord, Terzi: “Moratti non sa di cosa parla”

Trenord, Terzi: “Moratti non sa di cosa parla”. “Trenord non funziona come dovrebbe e per superare tutti i problemi basterebbe una gara? Peccato che quando era in giunta la Moratti ha sempre condiviso l’obiettivo, tra gli altri, di evitare di consegnare il servizio ferroviario regionale in mano a compagnie straniere. Il nostro è un servizio che in termini quantitativi non ha paragoni con il resto d’Italia: 2.185 treni su cui viaggiano quasi 700mila passeggeri ogni giorno per 2070 km di rete, di cui più di mille a binario unico. Insomma, un sistema complesso in cui si muovono più attori con competenze e ruoli molto diversi e semplificare la questione con una battuta è poco corretto”. Così l’assessore regionale alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile, Claudia Maria Terzi, replica a Letizia Moratti e alla sua proposta di affidare, tramite gara, la gestione del servizio ferroviario regionale. “Fa strano – prosegue l’assessore – sentire la Moratti riproporre senza criterio una proposta che va persino a contraddire decisioni da lei condivise negli anni passati. Ma si sa, la campagna elettorale a qualcuno fa girare la testa”. Trenord deve essere utile ai pendolari e non alla politica? “La fotografia dei disservizi citati dalla Moratti è una ricostruzione parziale e fuorviante. Troppo facile e devo dire anche un po’ squalificante, per lei, citare linee come la Brescia-Piadena-Parma e la Milano-Mortara-Alessandria che sono a binario unico e presentano importanti problemi infrastrutturali. Dopo due anni in giunta Moratti dovrebbe aver ben presente che buona parte dei problemi del servizio ferroviario regionale sono imputabili proprio all’infrastruttura. Certo, anche Trenord deve fare la sua parte e proseguire nell’opera di miglioramento del servizio che sta caratterizzando questi ultimi anni. Per concludere sarebbe interessante capire dalla candidata Moratti cosa in concreto farebbe per efficientare il sistema. Insomma, la gara e poi? Anche solo banalmente come pensa di risolverli i problemi infrastrutturali? Facendo volare i treni?”.

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Il Pd milanese a un passo dalla scissione?

Il Pd milanese a un passo dalla scissione? La domanda è lecita perché negli ultimi giorni Letizia Moratti ha ufficializzato la notizia tenuta meno nascosta della Lombardia: vuole candidarsi a presidente di Regione Lombardia. Dopo un primo momento di incertezza lady Ecopass ha anche precisato che si candida per il terzo polo, formazione debole a livello nazionale, ma con percentuali a due cifre città come Milano. I leghisti come Fontana e Salvini quasi festeggiano (e non sono gli unici) per quella che appare come una virata a sinistra della loro ex vicepresidente e assessora regionale. Ma il vero dubbio è in casa Partito democratico. Da mesi si sussurra che Moratti potrebbe diventare la candidata della coalizione di centrosinistra nella versione centrista, cioè PD e terzo polo. Parte dei democratici si è infuriata, parte invece non esclude un’alleanza con la lista civica di Moratti. Diversi dirigenti locali hanno minacciato le dimissioni se si concretizzasse questa eventualità, anche se è difficile crederci perché al momento non saprebbero dove andare. Però se ci fosse un’alternativa forse non ci penserebbero troppo. Anche perché parliamo di Letizia Moratti, una donna che da decenni milita nel centrodestra. Poi è vero: senza tessere di partito. Però quello è il suo campo. Dunque il Pd milanese sembra a un passo dalla scissione, perché tanti hanno già più  che digerito l’idea di sostenere la stessa donna a cui hanno contestato di tutto negli ultimi due anni. Per molti sarebbe l’occasione giusta per interrompere quello che Rosy Bindi ha definito accanimento terapeutico. E in fondo dall’accoglienza che le piazze riservano a Conte e Letta, forse si capisce dove porterebbe il movimento dei transfughi.

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Milano – Cortina. Sala: ipotesi Moratti finisce qua

“Premetto che io non ce l’ho certo con Letizia Moratti, il tema non era un giudizio sulla persona. Però evidentemente ci hanno provato”. Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha parlato dell’indiscrezione emersa ieri sulla nomina di Letizia Moratti ad amministratore delegato della società Milano-Cortina, poi smentita dalla diretta interessata e da Palazzo Chigi. “Ci sono delle regole – ha aggiunto Sala a margine della seduta del Consiglio metropolitano – e vanno rispettate, non esiste che la politica intervenga così senza coinvolgere i diretti interessati che sono gli amministratori locali”. “Era evidentemente una cosa per risolversi il problema e quello che ho cercato di fare è stato stopparla subito – ha aggiunto il sindaco Sala parlando a margine della seduta del Consiglio metropolitano -. Il mio non è un tema di giudizio su Letizia Moratti ma così le cose non si fanno. Mi pare che la cosa sia finita qua”. Sala ha poi precisato che l’ipotesi di una nomina di Letizia Moratti non era stata anticipata a nessuno degli amministratori. “Assolutamente no, qualcuno evidentemente ha parlato ma nessuno di noi sapeva – ha concluso -. Io credo alla buona fede di Malagò e del ministro che non erano al corrente”. [the_ad id=”36270″]

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Fontana: Con Moratti rapporto incrinato ma ascolterò il centrodestra

La corsa per la Lombardia, al voto nei primi mesi del 2023, agita il centrodestra, con i rapporti tra il governatore uscente Attilio Fontana e la vicepresidente Letizia Moratti che si fanno incandescenti. “Ho evidenziato alla vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti, in maniera chiara e inequivocabile, che il nostro rapporto fiduciario, sul piano del posizionamento politico, si è incrinato”: lo ha sottolineato il presidente della Lombardia Attilio Fontana, aggiungendo che prenderà “una decisione definitiva dopo un confronto con i leader del centrodestra”. “Ho incontrato il presidente Attilio Fontana al quale ho confermato la coerente disponibilità offerta al centrodestra” di essere candidata presidente della Lombardia. Letizia Moratti lo ha spiegato in una nota, aggiungendo di aspettare una decisione del centrodestra. “Resto in fiduciosa attesa che si esprimano definitivamente in merito i leader nazionali del centrodestra – ha aggiunto – dopo la formazione del nuovo Governo, che in questo momento è la priorità assoluta del nostro Paese”. Ad accendere la miccia è stata l’assessore al Welfare, chiamata a ricoprirre questo ruolo nel periodo più difficile del Covid: “Sono stata chiamata dal presidente Fontana e ho accettato per responsabilità e amore per la mia regione, con l’impegno parallelo di un passaggio di testimone a fine legislatura – ha detto intervistata su Rai Tre da Marco Damilano – Ho lavorato e lavoro coerentemente a quell’impegno ma coerentemente a quelle indicazioni ho costruito anche una rete civica”. Parole a cui Fontana ha prontamente risposto chiedendo alla sua vice “un chiarimento netto e definitivo”, perchè “una cosa è far politica, un’altra giocare sull’onorabilità delle persone e amministrare senza sapere da che parte si voglia stare: con noi o contro di noi”. I rapporti tra i due sembrano dunque essere arrivati ai minimi termini. Non è la prima volta che l’ex presidente della Rai e sindaco di Milano si dice pronta a scendere in campo per la Lombardia: “La mia non è un’autocandidatura ma una disponibilità”, precisa ribadendo il suo no a eventuali incarichi ministeriali. “Sarei onorata ma non accetterei. Penso di poter dare un maggior valore aggiunto qui nella mia regione – afferma – Spero di poter contribuire a un posizionamento della mia regione, che è anche motore del Paese dal punto di vista economico e di innovazione. Aiutare la Lombardia vuol dire servire il Paese. Credo da parte mia sia più corrente continuare”. I giorni passano e lo stallo continua. “Ho detto in maniera leale e coerente che aspetto una decisione dal centrodestra che penso debba essere definitiva, naturalmente dopo la formazione dell’esecutivo”, ribadisce Moratti, che per la prima volta però esce allo scoperto, rivelando di avere un suo progetto in mano. “Ho lavorato anche a una rete civica che ho costruito ascoltando diversi mondi, dall’industria al terzo settore, per costruire un programma”, sottolinea. Quasi un ultimatum, che fa scattare la reazione del governatore Fontana. “Contrariamente a quanto da lei affermato, non ho mai promesso a nessuno un passaggio di testimone al termine del mio mandato – ribatte il governatore lombardo -. È una prerogativa dei partiti, allora come oggi. Non era né allora né oggi nella mia disponibilità. Come tutti sanno non sono cariche ereditarie. Quindi non è molto chiaro quale spirito di servizio invochi se la condizione era quella di essere nominata vicepresidente e anche candidata presidente. Non mi è chiaro dove sia il senso di responsabilità”. Fontana si dice inoltre sorpreso “che Letizia Moratti non dichiari di aver votato domenica per il centrodestra”, dal momento che interpellata al riguardo dal giornalista Damilano la vicepresidente lombarda si sia limitata a dire che “ha votato perché è un dovere”. Il tempo del fair play sembra dunque finito Qualcuno, avverte Moratti, è già pronto a riservarle il proprio appoggio: “C’è stato chi me lo ha chiesto (di candidarmi ndr) ma, per riservatezza istituzionale, fino a che il centrodestra non chiarirà la sua posizione non dirò chi”. La Lega, che nei giorni scorsi ha ribadito con il segretario Matteo Salvini il sostegno a Fontana, tira dritto. “C’è stupore e sconcerto per un assessore come Letizia Moratti che ha lavorato e sta lavorando in una giunta di centrodestra, ma che da mesi annuncia di volersi candidare con altri partiti, appoggiata magari anche dalla sinistra. Con coerenza, ne tragga subito le conseguenze – commenta Fabrizio Cecchetti, coordinatore lombardo della Lega – Con tutte le sfide che attendono la Regione Lombardia nei prossimi mesi, non abbiamo tempo da perdere con dubbi, polemiche o ambizioni personali. Avanti con Attilio Fontana e la sua squadra, premiata da oltre il 50% dei voti anche domenica scorsa. Se qualcuno ha cambiato idea o squadra si faccia da parte”.

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Mammì (M5S) chiama Moratti: «I dirigenti della sanità pubblica al servizio dei cittadini, non della Lega»

Mammì (M5S) chiama Moratti: «I dirigenti della sanità pubblica al servizio dei cittadini, non della Lega». Gregorio Mammì: «Sarebbe interessante sapere cosa pensa l’Assessore al Welfare Letizia Moratti di un evento che, in piena campagna elettorale, porta il simbolo di un partito e vede la partecipazione di dirigenti pubblici sul tema “Salute è Benessere”. A nostro modo di vedere resta inopportuno che la Lega approfitti di dipendenti pubblici per promuovere la propria campagna elettorale, e ci chiediamo se per questi eventi i dirigenti siano stati “convocati” dai vertici Regionali o se di loro spontanea volontà si stanno prestando ad un evento evidentemente elettorale, per di più su di un tema, quello della sanità, dove la politica regionale leghista si è rivelata fallimentare a partire dagli scandali di Formigoni, fino alla carente gestione della crisi pandemica. Durante il prossimo Consiglio regionale chiederò all’Assessore al Welfare di intervenire affinché in futuro nessun dipendente pubblico possa essere messo in difficoltà dalle esigenze elettorali di un partito» così il Consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Gregorio Mammì, Segretario della Commissione regionale Sanità, in merito al convegno organizzato dalla Lega: “Salute è Benessere”, che vedrà la partecipazione di Direttori di ATS, di ASST e Direttori generali della sanità lombarda, ma non dell’Assessore al Welfare Letizia Moratti.

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