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Pedemontana-Tratta D il M5S presenta due mozioni ad Agrate e a Vimercate

Marco Fumagalli (M5S gruppo Brianza Est): «Con i nostri portavoce Giuseppe Procopio di Agrate Brianza e Patrizia Teoldi di Vimercate, abbiamo depositato due mozioni, la prima per avere un parere della Corte dei conti e il secondo per averlo dall’ANAC, in relazione alla variante progettuale circa la tratta D Breve della Pedemontana. A nostro avviso non si tratta di una variante, ma di una nuova opera in quanto modifica sostanziale del precedente progetto e come tale necessita di una nuova gara d’appalto per essere aggiudicata. Del resto, non occorre essere dei geni per capire che, se un’autostrada concepita per collegare Bergamo e Varese arriva fino a Vimercate, è chiaro che stiamo parlando di qualcosa di completamente diverso e di ancora più inutile dell’opera originaria. In passato tramite comitati cittadini, sono riuscito per gli stessi motivi a far revocare la gara per il masterplan del depuratore di Monza, che passò così da un costo di 65 milioni a 15, e a far commissariare l’appalto rifiuti di Monza aggiudicato per effetto di corruzione e incredibilmente prorogato dall’amministrazione comunale. Il rischio, su Pedemontana, è che si eccepisca la mancanza di legittimazione nel far intervenire queste autorità e la giustizia amministrativa. Per evitarlo, occorre che i consigli comunali facciano sentire la loro voce presso le competenti autorità, affinché diano ai cittadini ancora la sensazione di poter contare qualcosa e non solo di essere passivi spettatori di quello che la politica ci ha passato in questi anni. Negli ultimi anni è stato costantemente eroso il potere dei cittadini di mettere in discussione le scelte politiche, limitandone sempre più la possibilità di sindacare le scelte di una classe politica sempre più distante dalla realtà».

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Mammì (m5s): “Tutti in piazza per la pace”

Mammì (m5s): “Tutti in piazza per la pace”. Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle ha pubblicato uno stralcio dell’intervista a Giuseppe Conte in cui l’ex premier invoca una grande piazza per chiedere la pace in Ucraina. Ecco il testo: «In questo momento c’è da concentrarsi sulle grandi emergenze che sta vivendo il nostro Paese. La crisi energetica con il “caro-bollette” e l’elevata inflazione, con il preoccupante scenario del conflitto russo-ucraino. Mi piacerebbe che i cittadini che vivono con preoccupazione l’escalation militare in corso potessero ritrovarsi a manifestare per invocare una svolta negoziale che ponga fine al conflitto. Credo siano tanti, anche tra gli elettori del centrodestra. L’ossessione di una ipotetica vittoria militare sulla Russia, che nel frattempo continua nella sua efferata e ingiustificata politica di aggressione, non vale il rischio di un’escalation con un folle ricorso a testate nucleari e armi non convenzionali nonché il rischio di una severa recessione economica che può ulteriormente schiacciare le nostre economie. Se questa mobilitazione si concretizzerà, il Movimento ci sarà, anche senza bandiere». Come risponde a chi sostiene che una piazza per la pace indebolirebbe la posizione internazionale dell’Italia? «”Pace” non può essere una parola associata alla debolezza. E le parole di papa Francesco non indeboliscono certo la comunità internazionale. Desta perplessità poi la decisione ultima di Zelensky di bandire la pace con decreto. L’anelito di pace non può in nessun modo minare la statura del nostro Paese. Al contrario, ritengo che questa iniziativa rafforzerebbe il ruolo dell’Italia. Una iniziativa con la società civile consentirebbe all’Italia di ritrovare un protagonismo diplomatico, ovviamente coinvolgendo gli altri partner Ue. Finora l’Europa risulta “non pervenuta”: purtroppo appare totalmente appiattita su questa strategia angloamericana, e questo mi preoccupa per gli scenari geopolitici futuri. Stiamo parlando di una guerra su suolo europeo e, allo stato, anche un eventuale negoziato di pace si svolgerebbe sopra la testa dei nostri Paesi. Si prospetta un tracollo di credibilità per l’intera Unione Europea». Quale è la sua proposta allora? «L’Ue deve farsi promotrice di una conferenza internazionale di pace, da svolgersi in sede europea sotto l’egida delle Nazioni Unite, con il pieno coinvolgimento del Vaticano».

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convegno a Palazzo Pirelli per la Giornata internazionale dell’infermiere

Convegno a Palazzo Pirelli per la Giornata internazionale dell’infermiere. Apre i lavori il Consigliere Segretario Dario Violi e partecipa alla seduta Gregorio Mammì, segretario della Commissione Sanità. “Investire nelle cure infermieristiche. Pandemie e guerre: il contributo della ricerca storica per rispettare i diritti e tutelare la salute”. E’ questo il titolo del convegno che sarà ospitato domani mattina a partire dalle ore 10 a Palazzo Pirelli in Sala Gonfalone, patrocinato dal Consiglio regionale della Lombardia in occasione della Giornata mondiale dell’infermiere. Protagonisti del convegno diversi medici e infermieri molti dei quali impegnati in prima linea non solo negli ospedali anche nelle zone di guerra e in contesti a forte rischio, che porteranno i contributi delle proprie esperienze e riflessioni su un ruolo e una professione sempre più delicata e complessa e che nel periodo della pandemia ha assunto importanza ancora maggiore. A introdurre i lavori sarà il Consigliere Segretario Dario Violi, che sottolinea come “la figura dell’infermiere in passato è stata troppo spesso sottovalutata e sottostimata, e solo in questi ultimi due anni abbiamo assunto piena consapevolezza della sua necessità, del suo valore e della imprescindibilità del suo ruolo e della sua presenza all’interno del sistema di cure e di assistenza territoriale. Con questo convegno -aggiunge Violi- vogliamo pertanto non solo celebrare la Giornata mondiale dell’Infermiere esprimendo la gratitudine dell’istituzione regionale per quanto gli infermieri hanno fatto e fanno ogni giorno, ma al tempo stesso cerchiamo di porre l’attenzione sulla necessità di qualificare meglio e creare condizioni professionali migliori e più gratificanti per una figura di cui oggi c’è carenza e al tempo stesso grande necessità”.

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Ospedale Morelli, Mammì (M5S): “Sulla sanità lombarda Salvini taccia, bastano già i problemi che crea Fontana”

Ospedale Morelli, Mammì (M5S): “Sulla sanità lombarda Salvini taccia, bastano già i problemi che crea Fontana”. In queste ore i sindaci della provincia di Sondrio hanno scritto a Regione Lombardia, per chiedere chiarimenti in merito alle ultime dichiarazioni di Matteo Salvini sul futuro dell’Ospedale Morelli di Sondalo. “Le affermazioni del segretario leghista preoccupano gli amministratori locali, che in queste ore stanno cercando di capire come e se verrà applicata la nuova legge sanitaria regionale – afferma Gregorio Mammì, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e segretario della Commissione sanità – chiediamo a Salvini di tacere per una volta, quantomeno per rispetto dei lombardi. La pandemia da Sars-Cov-2 è una questione seria, così come sono serissime le mancanze a livello amministrativo dimostrate dalla Lega sia durante l’emergenza, che nella stesura della nuova legge sanitaria. I problemi organizzativi già sono tantissimi proprio a causa di queste carenze della classe dirigente leghista, che ha già svuotato abbastanza la sanità di montagna. Come Consiglio Regionale abbiamo affrontato più volte il tema, per chiedere il potenziamento dei nosocomi e una rete di emergenza/urgenza più funzionale. Avevamo anche ascoltato i comitati nati per la difesa dell’Ospedale Morelli, durante l’audizione svoltasi durante la seduta della Commissione sanità del 3 giugno 2020. Inoltre, come Movimento 5 Stelle avevamo presentato un Ordine del giorno a luglio 2020, per chiedere il ripristino dei servizi presenti nel presidio ospedaliero prima dell’emergenza Covid. Tutto inutile, abbiamo ottenuto solo insulti razzisti dai leghisti e nessuna iniziativa concreta a tutela del territorio. Come opposizione, dunque, è già difficile continuare a tappare le falle aperte da una dirigenza leghista evidentemente non all’altezza della situazione e che ha voluto approvare una non riforma del sistema sanitario lombardo – conclude Mammì – ci manca solo Salvini con le sue sparate fuori luogo e avventate ad aumentare la confusione. Per una volta il segretario della Lega taccia, quantomeno per rispetto dei lombardi che già subiscono la pochezza degli amministratori ai suoi ordini”. Scarica l’Ordine del giorno 1119 e il verbale dell’audizione di giugno 2020 al LINK

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Riforma sanitaria: iniziate le votazioni in Consiglio regionale Presidente Fermi espelle 9 Consiglieri del Movimento 5 Stelle

Riforma sanitaria: iniziate le votazioni in Consiglio regionale Presidente Fermi espelle 9 Consiglieri del Movimento 5 Stelle. Dopo la chiusura della discussione generale sulla riforma della sanità lombarda, che si è conclusa ieri pomeriggio al termine di 14 sedute giornaliere e oltre 110 ore di dibattito, questa mattina sono cominciate nell’Aula del Consiglio regionale le votazioni degli emendamenti e dei subemendamenti, a cui seguiranno quelle degli ordini del giorno: non sono possibili votazioni a scrutinio segreto. Complessivamente sono stati dichiarati ammissibili 942 emendamenti e 929 ordini del giorno. Il Presidente del Consiglio Alessandro Fermi ha annunciato in apertura dei lavori odierni (aspettando quindi la conclusione della discussione generale) l’inammissibilità di oltre mille emendamenti “seriali” (cioè che ripropongono tutti il medesimo impegno) e di 4422 ordini del giorno “seriali”. “Ho scelto di annunciare solo al termine della discussione generale quali fossero gli emendamenti e gli ordini del giorno ritenuti ammissibili dagli uffici -ha sottolineato il Presidente Fermi-. Questo per garantire tutto il tempo necessario a consentire un dibattito approfondito e per non pregiudicare a nessun Consigliere regionale la possibilità di illustrare nel merito i propri ordini del giorno ed esprimere le proprie valutazioni sulla riforma. Una scelta che ha sicuramente garantito ampia possibilità di intervento ai rappresentanti della minoranza e che è andata incontro alle loro stesse richieste, assicurando tutto lo spazio necessario per lo svolgimento di una discussione approfondita ed esaustiva”. Prima dell’inizio delle votazioni, i Consiglieri del gruppo del Movimento 5 Stelle hanno inscenato una protesta con fischietti e striscioni riportanti slogan contro la sanità lombarda, per poi sedersi nel centro dell’aula e sui banchi della Giunta regionale. Fermi ha intimato loro di tornare ai propri posti, richiesta non accolta però dai 9 Consiglieri che hanno messo in atto l’iniziativa di protesta. Il Presidente del Consiglio ha così espulso i 9 Consiglieri e sospeso i lavori, che hanno potuto riprendere solo dopo l’intervento degli agenti della Digos, resosi necessario per far uscire dall’Aula i Consiglieri espulsi. Non potranno quindi partecipare ai lavori consiliari odierni i Consiglieri del Movimento 5 Stelle Massimo De Rosa, Ferdinando Alberti, Roberto Cenci, Massimo De Rosa, Nicola Di Marco, Raffaele Erba, Andrea Fiasconaro, Marco Fumagalli, Consolato Mammì e Simone Verni. Unico Consigliere pentastellato presente che non ha preso parte attiva alla protesta il Consigliere Segretario Dario Violi. Il Consiglio regionale resta convocato sulla riforma sanitaria sia oggi che domani fino alle ore 24. Il Presidente Fermi ha quindi convocato una nuova seduta ordinaria per giovedì 2 dicembre dalle 10 alle 19: all’ordine del giorno la seconda legge di revisione normativa ordinamentale (relatore Francesco Ghiroldi, Lega) e il provvedimento di revisione generale del Piano Territoriale Regionale (relatore Andrea Monti, Lega). Resta confermata la convocazione del 15, 16 e 17 dicembre per la Sessione di Bilancio.

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De Rosa (M5S): “Diasorin-San Matteo, sanità al test della procura”.

De Rosa (M5S): “Diasorin-San Matteo, sanità al test della procura”. “Purtroppo non siamo sorpresi. L’apertura di un’inchiesta da parte della Procura di Milano è la logica conseguenza del modo in cui Regione Lombardia ha gestito la questione test sierologici, fin dall’inizio” commenta il consigliere regionale del M5S Lombardia Massimo De Rosa che, la scorsa settimana, aveva presentato all’assessore al Welfare Gallera un’interrogazione sull’argomento. “Metterò a disposizione della magistratura tutto il materiale acquisito tramite la mia azione in Consiglio Regionale. Personalmente anche io,  a nome del gruppo consiliare del Movimento Cinque Stelle, ho dato mandato a un legale per procedere con le dovute segnalazioni ad Anac, AGCM e alla Corte dei Conti che valuterà l’eventuale danno erariale, ove il Tar all’udienza di domani dovesse confermare il fatto che nel caso di specie sono state violate le regole della concorrenza e dell’evidenza pubblica” spiega il portavoce pentastellato. “Da cittadino lombardo non posso che esprimere il più profondo rammarico per quella che, nel migliore dei casi, sarà l’incompetenza mostrata dai vertici regionali nel gestire la vicenda. Un’incapacità di amministrare la sanità pubblica, le cui conseguenze finiranno ancora una volta per essere pagate dai cittadini e dalle imprese lombarde, facendo purtroppo lavorare la magistratura, per far luce su scelte e modalita’ procedurali non proprio trasparent”, conclude De Rosa.

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