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Loreto. Piscina (Lega): follia green dovuta al mancato ascolto del Municipio

“Apprendo con stupore che, nell’ambito del Bando C40-Reinventing cities di piazzale Loreto, siano state ascoltate poche associazioni, probabilmente scelte dal Comune, ma non il Municipio 2 che conosce bene il territorio e avrebbe potuto evidenziare le criticità del progetto”, interviene Samuele Piscina, Presidente leghista del Municipio 2 di Milano. “Proprio questa mancanza ha evidentemente causato l’ennesima follia anti-green, con la pedonalizzazione del primo tratto di via Padova, la rimozione di numerosi posti auto e di un accesso fondamentale per la viabilità da e verso nord, causando future grandi difficoltà ai residenti e ai commercianti”. “È chiaro che la riqualificazione della piazza sia un tema condiviso da ogni parte politica, ma aumentare il traffico e l’inquinamento in città eliminando le strade va esattamente nella direzione opposta rispetto alla politica green della quale la nostra città avrebbe davvero bisogno. Infatti, è dimostrato come la sottrazione di accessi viabilistici porti direttamente al maggior traffico concentrato nelle principali arterie, quali viale Monza, già martoriata dalla folle ciclabile del duo Sala-Granelli, e via Andrea Costa”. “Altro che svolta green, Sala sta condannando i cittadini a respirare sempre più smog!” chiosa il Presidente leghista, “Urge un con confronto con il Municipio per sanare l’ennesima progettazione delirante e salvaguardare la salute dei cittadini. La nostra istituzione si è sempre contraddistinta per una collaborazione positiva, offrendo alternative plausibili, progettabili e non ideologiche. Spiace che Sala e Maran ancora una volta abbiano pensato solo alla campagna elettorale e non al vero confronto con i cittadini”.

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Comunali 2021, il centrodestra non ha i numeri

Comunali 2021, il centrodestra non ha i numeri. Non solo non ha un anti Sala, sindaco già difficile da sconfiggere, ma nemmeno reagisce ai numeri che dal 2018 Giuseppe Sala e i suoi stanno producendo. Un esempio? Il primo cittadino ha appena annunciato ForestaMi, cioè un piano da 3 milioni di alberi. Tre milioni. Tanti che persino una star come Leonardo Di Caprio ne ha sentito parlare. E ne ha parlato: cioè Sala ha potuto associare il suo nome, Milano e quello di una star del cinema che tutti conoscono. Con tanto di contorno verde, pardon green. Un capolavoro di comunicazione, ma che non è nato a caso: dietro ci sono i numeri, tre milioni per essere precisi. Sala sa che con un milione di euro non fai niente, serve chiederne un miliardo e rotti. Possibilmente allo Stato, così li spendi senza pensieri come per Expo 2015. Ma come vi abbiamo scritto in precedenza, la campagna di Sala è partita da tempo. Tra l’altro con già un patrimonio di affidabilità, successi di marketing e assenza di avversari. Un esempio è il piano per le periferie che guarda caso punta su quelle dove ha perso. Su 356 milioni di euro di investimenti annunciati, 117 vanno nel Municipio 6 (Lorenteggio) che è a sinistra. Gli altri nei Municipi 9, 2, 4 e 5. Niguarda, nel cuore della storica roccaforte rappresentata dal 9, è addirittura stato nominato “quartiere pilota” per il rilancio delle periferie. Tutte zone amministrate dal centrodestra. Ha annunciato e iniziato a dare i primi segnali di un progetto da oltre 200 milioni di euro targato centrosinistra. Di fronte a questo schieramento di cifre, tanto apprezzate dall’animo pratico del milanese, che numeri ha messo in campo il centrodestra? I numeri sono persino più importanti delle parole, perché aiutano a sintetizzare le idee in un atto: l’apertura di un Naviglio non sono solo 200 o 300 milioni (questi sono costi più realistici di quelli citati dal Comune) non è solo un progetto che darà tanto lavoro a tanti, ma una dichiarazione di guerra alle automobili e al traffico privato. E’ un’idea. Magari contestabile, ma proprio perché è un’idea. Come i tre milioni di alberi che richiamano i cambiamenti climatici che sono un totem delle nuove sinistre. Che idee ha il centrodestra che si possono sostanziare in un progetto da 300 milioni di euro? Vi lanciamo questa provocazione. E come da tradizione, si tratta di una domanda retorica. Noi dell’Osservatore ne abbiamo una, ma aspetteremo ancora qualche settimana per raccontarvela in un incontro di persona che organizzeremo presto. Intanto registriamo che alcuni come Alessandro De Chirico o Paolo Guido Bassi hanno iniziato a chiedere pubblicamente una discussione sulla ricerca di un anti Sala. Un primo passo positivo. Forse c’è una tenue speranza di non avere altri cinque anni di Beppe ovunque.  

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