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Piscina (Lega): cosa fa Sala contro le infiltrazioni mafiose?

“La Lega è seriamente preoccupata per la presenza di infiltrazioni mafiose all’interno della gestione del mercato Comunale del quartiere Isola. Spiace constatare che il Sindaco non lo sia in altrettanto modo. È necessario fare chiarezza e predisporre le dovute verifiche sul funzionamento dei sistemi di assegnazione dei bandi comunali”, interviene Samuele Piscina, Consigliere comunale di Milano e Segretario provinciale della Lega. “14 arresti disposti dalla Procura di Milano per infiltrazioni mafiose all’interno del mercato comunale dell’Isola e il Sindaco di Milano cosa fa? Riesce solamente a dire che è positivo che la Procura faccia bene il proprio lavoro e che è risaputo che a Milano ci siano le mafie. Ovviamente ringraziamo la Procura e la Guardia di Finanza per aver svolto eccellentemente il loro lavoro, ma davvero non è venuto in mente al Sindaco di predisporre immediatamente delle contromisure per evitare che società che vincono appalti del Comune possano poi facilmente subappaltare le attività alla malavita organizzata? Quante altre strutture comunali sono nella stessa situazione?”. “Se gli stessi fatti si fossero verificati durante il mandato di un’amministrazione di centrodestra, la sinistra sarebbe scattata sulle barricate, chiederebbe la testa di tutti gli amministratori e lo scioglimento del Consiglio Comunale stesso. Fa specie che se le mani dell’ ‘Ndrangheta finiscono sui mercati comunali quando amministra la sinistra, sia tutto quasi normale. Chiediamo subito la convocazione di una commissione Consiliare Antimafia che possa analizzare accuratamente quanto accaduto affinché si possano adottare le contromisure necessarie e svolgere le dovute verifiche così che tale vergogna possa essere evitata in futuro”, conclude Piscina.

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‘Ndrangheta all’Isola, sequestri e arresti

Il Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano sta sequestrando, con la Polizia locale, 4 società che gestiscono locali di ristorazione all’interno del Mercato comunale milanese nel quartiere Isola, zona della movida, in un’inchiesta del pm della Dda Silvia Bonardi sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta, che ha portato anche a un’ordinanza del gip Sonia Mancini di custodia cautelare in carcere per 14 persone. Indagini con al centro la cosca dei Piromalli di Gioia Tauro (Reggio Calabria) e le accuse di associazione mafiosa, estorsione, rapina, trasferimento fraudolento di valori e traffico illecito di rifiuti. ANSA

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Processo ‘Pollino’: preso in Germania il latitante Antonio Strangio detto ‘U Meccanicu’

Una condanna a 5 anni per il traffico di cocaina tra la Calabria e Milano. Tanto dovrà scontare Antonio Strangio, detto ‘U meccanicu’. Il latitante 44 anni, di San Luca, è stato arrestato a Duisburg, in Germania. La condanna era arrivata nel mese di dicembre 2022 a conclusione del processo “Pollino”, in cui fu coinvolto. A Duisburg, Strangio era stato in passato anche pizzaiolo ed attualmente svolgeva le mansioni di corriere per una società di consegne postali. É stato proprio durante un suo turno di lavoro che il latitante è stato coinvolto in un incidente stradale mentre era alla guida di un furgone. In seguito all’incidente è intervenuta sul posto la polizia locale che, nel verificare i documenti di riconoscimento di Strangio, che non nascondeva la propria identità, ha accertato che l’uomo risultava latitante. A carico di ‘U meccanicu’, tra l’altro, in seguito alla condanna per traffico di droga, pendeva un mandato di arresto europeo emesso su richiesta del Procuratore distrettuale di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, e del Procuratore aggiunto, Giuseppe Lombardo. Strangio, tra l’altro, è legato da rapporti di parentela con esponenti di primo piano dell’omonima cosca di ‘ndrangheta di San Luca. È cugino, infatti, di Francesco Pelle, detto ‘Ciccio Pakistan’, e di Antonio Pelle, alias ‘Vanchelli’. Ora Strangio sarà estradato in Italia.

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L’infiltrazione silenziosa: La presenza della ‘Ndrangheta in Lombardia

L’infiltrazione silenziosa: La presenza della ‘Ndrangheta in Lombardia Introduzione: La ‘Ndrangheta, la potente organizzazione criminale calabrese, nota per il traffico di droga, il riciclaggio di denaro e altre attività illegali, è da lungo tempo una minaccia per l’Italia. Sebbene sia tradizionalmente radicata nel sud del paese, negli ultimi anni si è assistito a un’allarmante espansione della ‘Ndrangheta anche in regioni settentrionali come la Lombardia. Questo articolo esplorerà la presenza dell’organizzazione nella regione e le sue implicazioni per la società e l’economia locale. L’espansione della ‘Ndrangheta in Lombardia: La Lombardia, una delle regioni più ricche e industrializzate d’Italia, offre molte opportunità per il crimine organizzato. La sua posizione strategica e la presenza di importanti centri finanziari come Milano la rendono attraente per le attività illecite. La ‘Ndrangheta ha sfruttato tali vantaggi per estendere le sue attività nella regione, infiltrandosi nelle attività economiche legittime e creando una rete di potere e corruzione. Settori di influenza: La ‘Ndrangheta ha una presenza diffusa in vari settori dell’economia lombarda. Uno dei principali campi di azione è il settore delle costruzioni, dove l’organizzazione controlla appalti pubblici e privati, facendo aumentare i costi delle opere e ottenendo profitti illeciti. Inoltre, la ‘Ndrangheta è coinvolta nel traffico di droga, che ha raggiunto livelli preoccupanti nella regione, con la Lombardia che funge da importante nodo logistico per la distribuzione verso altre parti d’Europa. Corruzione e infiltrazione politica: Un’altra sfida importante è rappresentata dall’infiltrazione della ‘Ndrangheta nelle istituzioni locali e nella politica. La corruzione permette all’organizzazione di mantenere una forte presa sul territorio, influenzando decisioni politiche e controllando l’amministrazione di appalti e finanziamenti pubblici. Questo comportamento mina la democrazia e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, compromettendo lo stato di diritto. Implicazioni sociali ed economiche: La presenza della ‘Ndrangheta in Lombardia ha gravi implicazioni per la società e l’economia locale. Le attività criminali dell’organizzazione alimentano la violenza e minano la sicurezza pubblica. Inoltre, l’economia legale ne risente, poiché le imprese oneste spesso si trovano a competere con quelle controllate dalla criminalità organizzata, che può operare con costi più bassi e senza scrupoli. La lotta contro la ‘Ndrangheta: Combattere l’infiltrazione della ‘Ndrangheta in Lombardia richiede un impegno coordinato delle forze dell’ordine, della magistratura e della società civile.

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Le mani dell’ndrangheta sul villaggio olimpico

Una delle società riconducibili a Pietro Paolo Portolesi, 53enne presunto affiliato alla ‘ndrangheta finito ai domiciliari in un’inchiesta della Dia e della Dda di Milano che ha portato anche a un sequestro da 5,5 milioni, si sarebbe infiltrata come “sito di conferimento delle macerie” nei lavori “oggi in corso di esecuzione all’interno del cantiere per la realizzazione (anche) del villaggio olimpico per i Giochi invernali dell’anno 2026”, ossia per le “opere connesse alla riqualificazione dello scalo ferroviario di Milano-Porta Romana”. Lo si legge nell’ordinanza firmata dal gip Anna Calabi, su richiesta del pm Silvia Bonardi. ANSA

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Ndrangheta: oltre cento le misure cautelari

Blitz della Polizia in diverse regioni italiane contro presunti appartenenti alla cosca Molè, una delle storiche famiglie di ‘Ndrangheta: sono oltre cento le misure cautelari chieste e ottenute da tre procure distrettuali antimafia, quelle di Milano, Firenze e Reggio Calabria. Al centro dell’indagine, nel corso della quale è stata sequestrata anche una tonnellata di cocaina proveniente dal Sudamerica, la cosca della Piana di Gioia Tauro, le sue ramificazioni in Lombardia e Toscana e le proiezioni all’estero. Gruppi che, seppur dotati di una certa autonoma, operavano in stretta sinergia. I reati contestati agli indagati sono, a vario titolo, associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, autoriciclaggio, associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, produzione, traffico e cessione di sostanze stupefacenti, usura, bancarotta fraudolenta, frode fiscale e corruzione. A condurre le indagini sono state le squadre mobili di Reggio Calabria, Milano, Firenze e Livorno, coordinate dal Servizio centrale operativo della Polizia. Al filone milanese dell’inchiesta ha lavorato anche il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Como. I dettagli dell’operazione saranno illustrati in tre distinte conferenze stampa che si terranno alle 10.45 in procura a Milano e Firenze e in questura a Reggio Calabria.

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