Fidanza (FdI): Nessun illecito sono sereno

“Ho appreso con sorpresa di questa nuova indagine, che pare riprendere i contenuti di un esposto anonimo depositato alla Procura di Brescia nell’ottobre 2021, pochi giorni dopo la trasmissione di un’inchiesta giornalistica di Fanpage. Evidentemente, facendo politica, non si può essere simpatici a tutti e probabilmente qualcuno ha tentato di colpirmi in un momento di difficoltà, nascondendosi dietro l’anonimato. Tengo solo a dire che sono più che sereno, non ho commesso alcun atto illecito e sono certo che le indagini lo dimostreranno”. Così, in una nota, l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza, in merito all’informazione di garanzia ricevuta nell’ambito di una inchiesta della procura di Milano per corruzione. La procura ha infatti aperto una inchiesta per corruzione sulle dimissioni del consigliere comunale di Brescia Giovanni Acri, che secondo l’accusa sarebbero avvenute per far posto a Giangiacomo Calovini, ritenuto appartenente alla corrente politica dell’europarlamentare di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza. In cambio avrebbe ottenuto l’assunzione del figlio nello staff dello stesso eurodeputato. Per questo oggi i militari del nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza hanno eseguito perquisizioni nei confronti di Acri e del figlio e hanno consegnato a Fidanza una informazione di garanzia.  Con un comunicato il procuratore di Milano Marcello Viola ha dato conto che la Gdf ha effettuato perquisizioni e acquisizioni di documenti “nei confronti di una persona” indagata per “corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio”, ossia l’ormai ex consigliere comunale di Brescia Giovanni Acri, che si dimise il 25 giugno 2021 per motivi personali e professionali, come avrebbe riferito all’epoca. Secondo l’ipotesi d’accusa, come scrive la Procura, l’esponente politico di Fdi avrebbe, invece, lasciato la carica “ricevendo in cambio l’utilità rappresentata dall’assunzione del proprio figlio quale assistente parlamentare di un eurodeputato”, ossia Fidanza. Già lo scorso ottobre, sui media locali bresciani, si parlava di un esposto anonimo, che sarebbe all’origine dell’indagine, in cui si invitavano i magistrati ad indagare sulle cause delle dimissioni di Acri.  

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