nicolò savarino

Comune parte civile contro il complice dell’assassino del vigile Savarino

Il Comune di Milano è stato ammesso, presso la Corte d’Assise, come parte civile nel processo che vede imputato anche Milos Stizanin per l’uccisione dell’agente di Polizia Locale Nicolò Savarino avvenuta nel gennaio del 2012. Proprio la settimana scorsa l’Amministrazione aveva deliberato in Giunta la decisione di esercitare l’azione civile davanti al giudice nel nuovo processo. Milos Stizanin, il giovane che era in auto con Remi Nikolic quando travolse e uccise l’agente di Polizia Locale Nicolò Savarino, è stato arrestato nell’agosto 2012, dopo una fuga all’estero, ed estradato in Italia il 13 agosto dello stesso anno. Nel 2014 viene condannato a due anni e mezzo per favoreggiamento. Il Comune di Milano, insieme alla famiglia dell’agente di Polizia Locale e al procuratore Celletti, ha fatto ricorso alla Cassazione che, nel 2018, ha annullato la sentenza, rinviando per l’esame del merito alla Corte d’Appello, che ha poi stabilito che Milos Stizanin dovesse essere indagato per concorso in omicidio volontario. In vista dell’udienza fissata per oggi, l’Amministrazione ha deciso di costituirsi parte civile, insieme alla famiglia Savarino, proseguendo così l’attività difensiva finora svolta per chiedere la condanna dell’imputato e il risarcimento dei danni subìti dal Comune di Milano, anche sotto il profilo del turbamento arrecato al Corpo di Polizia Locale e all’intera comunità cittadina. “Questa vicenda – spiega il comandante della Polizia Locale Marco Ciacci – ha profondamente turbato il Corpo. Si è trattato di un omicidio feroce nei confronti di un Agente che stava svolgendo il suo lavoro quotidiano. La decisione di procedere con l’accusa di omicidio volontario era per noi tutti il segno della volontà di fare chiarezza e giustizia per il nostro collega e la sua famiglia”. “Ho ringraziato per l’impegno e la tenacia il sostituto procuratore e l’Avvocatura del Comune – dice la vicesindaco e assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo – che in questi anni hanno seguito con grande dedizione e attenzione ogni udienza. La scelta dell’Amministrazione di costituirsi parte civile è in coerenza con l’impegno assunto e con la tenacia con la quale abbiamo scelto di rimanere al fianco della famiglia di Nicolò Savarino”.  

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Milos Stizanin e Savarino, due facce opposte della realtà

Milos Stizanin e Savarino, due facce opposte della realtà. Le ultime notizie sul nomade serbo che partecipò all’omicidio del ghisa milanese sono la certificazione dell’intenzionalità del gesto: secondo il giudice delle indagini preliminari che ha in mano il caso, Stizanin avrebbe consapevolmente incitato il suo amico minorenne e investire Savarino che in bici cercava di fermarli. Sarebbe poi stato sempre lui a togliere la bici del vigile da sotto le ruote del suv dove si era incastrata. All’epoca del fatto dunque, cioè ormai sette anni fa, il nomade serbo avrebbe avuto piena consapevolezza di ciò che stava facendo l’amico e invece di tentare di fermarlo, lo avrebbe incitato. Per questo diciamo che Milos Stizanin e Savarino sono due facce opposte della realtà: da una parte c’è un nomade serbo che non si è curato della gravità di alcune azioni e al momento è in carcere in attesa di estradizione perché anche in Serbia lo aspettano per giudicarlo per fatti di droga, dall’altra un ghisa che con la sua bicicletta cercava di mantenere tranquilla e sicura la zona che gli era stata affidata. Da una parte un uomo senza regole e rispetto per la vita umana, dall’altra uno che cercava di tutelare quella degli altri un colpo di pedale alla volta. Rassicura pensare che siano molti di più i Savarino di questo mondo e specialmente a Milano rispetto ai Stizanin, così come sapere che dopo sette anni i magistrati lavorano ancora per accertare nel dettaglio la responsabilità di chi si è macchiato di qualche crimine. La giustizia infatti per essere tale necessita di tempo, a volte anche più di quanto la pancia consideri accettabile, ma il ritmo è quello: lento e regolare come un colpo di pedale a una bicicletta. Forse non compie grandi accelerate, ma può arrivare esattamente dove deve. Nonostante i suv che le sfrecciano intorno.  

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