Olimpiadi invernali 2026

La Regione delle Olimpiadi 2026 si schianta sugli sci

La Regione delle Olimpiadi 2026 si schianta sugli sci. Fratelli d’Italia con il capogruppo in Regione Franco Lucente e il consigliere Federico Romani infatti hanno spinto per la riapertura degli impianti, perché l’Amministrazione a trazione leghista non è stata in grado di garantirla. “Abbiamo firmato e appoggiamo la mozione urgente presentata oggi in Aula per la riapertura degli impianti sciistici. Come già Fratelli d’Italia e il nostro assessore Lara Magoni stanno sostenendo da tempo, riteniamo che laddove siano rispettate tutte le norme anti contagio, si possa continuare a lavorare. Chiediamo quindi che Regione Lombardia si metta al tavolo con il Governo per trovare la migliore soluzione che tuteli ovviamente la salute ma che non distrugga l’ennesimo comparto e l’economia di una larga fetta della Lombardia. In Lombardia il settore dello sci vale circa 1 miliardo di euro, tra i 100 milioni degli impianti di risalita e i 900 dell’indotto. Sono circa mille i chilometri di piste, suddivisi in 22 comprensori con 223 impianti gestiti da 44 società. Gli addetti ai lavori sono oltre 50 mila. Non dimentichiamoci infine che questo sistema dovrà organizzare un’olimpiade invernale”. Dalla maggioranza arriva questo “sollecito”, ma le opposizioni ne approfittano e la Regione delle Olimpiadi 2026 si schianta sugli sci: “Questa situazione è generata delle gravi mancanze della regione: non sono stati in grado di garantire il tracciamento, non si sono concentrati sul potenziamento degli Ospedali e dei posti letto se non su quello in Fiera, non sono in grado di fornire tamponi rapidi e non hanno stabilito nessuna strategia per l’applicazione dei protocolli. Dovevano prevenire le chiusure e non l’hanno fatto – così Massimo De Rosa, capogruppo del M5S Lombardia – In questo momento tutti gli imprenditori, in qualsiasi campo, stanno soffrendo. Non esistono gruppi più o meno colpiti e il Governo ha garantito sostegno e ristori congrui anche allo sci e al mondo degli sport invernali. E sta lavorando perché il Paese riapra al più presto. È il momento di mettere la salute prima di tutto: la Lombardia di Fontana non ha fatto nulla per impedire le chiusure, la mozione è assolutamente strumentale”.

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Se Report parla di sinistra cala il silenzio

Se Report parla di sinistra cala il silenzio. Il servizio andato in onda su Rai 3 lunedì ha acceso più di un riflettore su quella che si propone come una grande mangiatoia di denari pubblici. Gli intrecci societari sono solo uno dei punti all’ordine del giorno: se Giovanni Malagò dice di non sapere che una società in cui c’è il suo socio storico rischia seriamente di essere quella che guadagnerà di più dalla torta rappresentata dalle Olimpiadi invernali 2026, altrettanto ci preoccupa la risposta del sindaco Giuseppe Sala. Dice di non avere la minima idea di chi ci sia dietro ai fondi di investimento che stanno avviando grandi manovre. Ci permetta di dubitarne: è da sempre uomo da salotti che contano e quindi riesce difficile credere che non sappia. Si capisce che debba negarlo di fronte alle telecamere della Rai, ma crederci è diverso. Si è trincerato dietro la domanda: “E’ una good news o no?” che ci siano una dozzina di miliardi di investimenti in arrivo. Sì, sindaco. Ma occhio, perché è un attimo passare alla storia come il sindaco che ha rifatto Milano coi soldi sporchi. Se dietro ai fondi non si sa chi ci sia, non per forza sono soldi sporchi. Ma si può sapere, soprattutto se si passa più tempo nei salotti che nelle periferie, quindi magari faccia due domande ai suoi compagni di merendine. Perché se la questione sono solo i soldi, c’è un altro Matteo di questi tempi che ha disponibilità liquide. Di cognome però fa Messina Denaro. Per carità, a suo modo una conferma che ha i dollaroni. Ma vogliamo davvero i soldi di chiunque? Il milanese imbruttito risponderebbe di sì.  Forse è invece il momento di abbandonare l’immagine di sindaco imbruttito che fa simpatia e vestire i panni della persona seria. Molto seria. Chi muove decine di miliardi e ha alle spalle colossi come la Cina (a quanto pare il grande investitore dietro alle Olimpiadi sarà ancora la Cina) ha le spalle larghe. Quindi se un sindaco vuole reggere il confronto non può arrivare da simpaticone italiano, serve uno serio. Tanto che possa ignorare i tribunali lo ha già chiarito, quindi è perlomeno al livello di grandi manager internazionali. Ora si tolga il sorrisetto e diventi il caterpillar che serve a Milano. I soldi sono tanti, nessuno vi impedisce di darne agli amici come sotto Expo, ma per favore pensate al futuro di tutti. Seguite appalto per appalto: Malagò ha avuto il coraggio di dichiarare che i mondiali di nuoto a Roma sono stati un successo. Un successo che ha lasciato milioni di buco rimasti da saldare allo Stato e cattedrali nel deserto che un giorno qualcuno dovrà bonificare. Per non parlare della famosa piscina che fu costruita con le misure sbagliate. Insomma per il mondo furono un disastro, per Malagò e i suoi soci un successo. Traiamone le conseguenze giuste per favore.  

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