paolo limonta

Caro Sala, servivano due assessori alla scuola per questo disastro?

Caro Sala, servivano due assessori alla scuola per questo disastro? Perché voi ufficialmente di sinistra, ma con il portafoglio a destra, avete sempre la capacità di proclamare verità e soluzioni innovative, salvo poi trovarvi a sbattere sulla realtà. Avete silurato di fatto Laura Galimberti togliendole le deleghe all’edilizia scolastica per conferirle a Paolo Limonta, l’omone che organizzava i circoli di Pisapia e rappresenta tutt’ora una certa parte di estrema sinistra meneghina. La soluzione per un’edilizia scolastica a pezzi è stata raddoppiare le poltrone. Per carità, non siamo così populisti: se Limonta avesse davvero impresso una svolta alla gestione delle scuole comunali, per noi di poltrone potevate dargliene pure due o tre perché siamo a Milano e qui chi lavora deve essere premiato. A maggior ragione se lavora per il bene comune. Le scuole però cascano tutt’ora a pezzi e temiamo non la smetteranno: in questi giorni è in arrivo il gelo siberiano, ma poi ci saranno i temporali estivi. Se la velocità di intervento è quella dimostrata in via Monterotondo, dobbiamo prepararci a incidenti ben più gravi perché andiamo verso le elezioni e la spinta a riaprire tutte le scuole salirà per non perdere i voti dei genitori. Se però poi i soffitti cadono in testa ai bambini, avremo perso qualcosa di più del consenso della sinistra. Sappiamo che hai ormai poca forza, tanto che abbiamo consigliato a te come a Fontana di ritirarsi perché la pressione della primavera 2020 la ricordiamo tutti. Perché adesso arrivano i problemi dell’oggi, mentre non sono finiti quelli di ieri. E dunque Caro Sala, servivano due assessori alla scuola per questo disastro? Secondo noi no, ma sei un uomo di una certa esperienza e senza problemi economici. Perché non ti ritiri a vita privata occupandoti della tua famiglia o di scrivere libri e basta? Un sindaco non in forma è un rischio che almeno noi non vorremmo correre.

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Manifesto strappato, Ruggeri (FdI): “I comunisti conoscono solo una libertà, la loro”

Manifesto strappato, Ruggeri (FdI): “I comunisti conoscono solo una libertà, la loro”. La questione del manifesto di Pro Vita strappato dopo le pressioni politiche ricevute, viene ricollegata da Otello Ruggeri, presidente del circolo Almerigo Grilz di Fratelli d’Italia, anche quando Paolo Limonta aveva strappato i manifesti per commemorare Ramelli. In entrambi i casi è stata infatti l’ala sinistra della maggioranza che governa Palazzo Marino a intervenire contro manifesti regolarmente affissi. “Due immagini emblematiche di quelli che governano Milano in nome e per conto del Sindaco Sala. A sinistra l’Assessore Paolo Limonta, fiero di avere strappato i manifesti in memoria di Sergio Ramelli, a destra la Consigliera del PD Diana De Marchi che gioisce per avere fatto fare la stessa fine a quelli di un’associazione “Pro Vita” – afferma Ruggeri – Nel mezzo l’Assessore del Municipio 9 Deborah Giovanati, rea di essere contraria all’uso della pillola RU486 come strumento contraccettivo e per questo definita “fascista”, perché, in questa città, tutte le minoranze sono libere di esprimere la propria opinione solo a patto sia la stessa della maggioranza che la amministra. Non cadiamo però nell’errore di definirli a nostra volta “fascisti”. Sono comunisti e, in quanto tali, l’unica libertà che conoscono è la loro”.

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Riapre il Cpr di via Corelli: esulta la destra, protesta la sinistra

Riapre il Cpr di via Corelli: esulta la destra, protesta la sinistra. Il tema è riemerso dopo l’annuncio della riapertura e le conseguenti polemiche scaturite dagli ambienti della sinistra milanese. Come spesso accade su questi temi il “pezzo da novanta” che ha preso a cuore la questione è Pierfrancesco Majorino, europarlamentare Pd: “Una decisione sbagliata e ingiusta, rimane sbagliata e ingiusta a prescindere da chi la prende e la mette in pratica. E perciò, come ci siamo fortemente opposti al provvedimento dell’ex Ministro Salvini con cui, ormai quasi 2 anni fa, veniva disposta la chiusura del CAS (Centro di Accoglienza Straordinaria) di Via Corelli, per trasformarlo in un CPR (Centro di Permanenza per i Rimpatri), così oggi censuriamo nella maniera più ferma possibile la decisione dell’attuale Governo di permettere che il CPR apra. E’ grave che il Governo non senta la necessità di impedire che entri in funzione un carcere amministrativo (questo nei fatti è un CPR) in cui persone che non hanno commesso reati possano rimanervi detenute per un periodo lungo fino a 6 mesi. E tutto ciò anche in contrasto con un Ordine del Giorno approvato dal Consiglio comunale di Milano già il 12 novembre 2018, con cui si chiedeva al Governo (all’epoca a guida Lega-MS5) di mantenere il centro di Via Corelli come CAS o di trasformarlo in un luogo per accogliere persone in emergenza abitativa. Esiste anche una mozione depositata il 16 gennaio 2020 dal Gruppo consigliare PD in Municipio 3 – nel cui territorio si trova Via Corelli – in cui si chiede di ripristinare il precedente uso sociale del Centro. Milano, che in questi anni è stata un modello nell’accoglienza di decine di migliaia di persone in fuga dalla guerra e dalla fame, non rimarrà in silenzio. Mercoledì 30 settembre alle ore 12 saremo davanti a Palazzo Marino, così da poter spiegare anche a voce le ragioni della nostra contrarietà all’apertura del CPR Milano, 29 settembre 2020 FIRMATARI (In ordine alfabetico): Sumaya Abdel Qader, Olimpia Addabbo, Caterina Antola, Luciana Barbarano, Linda Bernardi, Chiara Bertinotti, Lamberto Bertolé, Loredana Bigatti, Paola Bocci, Chiara Boeri, Sergio Boniolo, Barbara Bonvicini, Valeria Borgese, Alberto Bortolotti, Sara Bossa, Mita Breda, Antonella Bruzzese, Riccardo Buccianti, Daniela Caputo, Vincenzo Casati, Cesare Castelli, Isabella Colombo, Luigi Costamagna, Vito Curci, Cinzia D’Alessandro, Simonetta D’Amico, Roberta DE Leo, Mariolina de Luca, Diana de Marchi, Francesco Demuro, Laura Di Donato, Enrico Fedrighini, Giorgio Ferrante, Elena Ferrario, Paola Ferri, Simona Ferri, Teresa Fontana, Laura Galimberti, Laura Gamucci, David Gentili, Alessandro Giungi, Nadira Haraigue, Elena Jacono, Elena Jona, Virginia Invernizzi, Paolo Limonta, Lorenzo Lipparini, Pierfrancesco Majorino, Maria Francesca Mammoliti, Massimo Poli Marchitto, Luciana Marcomini, Mirko Mazzali, Marina Melloni, Federica Merlo, Carlo Monguzzi, Daniele Nahum, Giuseppe Nardiello, Roberta Osculati, Lorenzo Pacini, Giulia Pelucchi, Fabrizio Pesoli, Luisa Pezzenati, Anita Pirovano, Paola Ponte, Marzia Pontone, Helga Lorena Ramirez, Laura Rasconi, Lucy Graciela Rojas Reischel, Giuseppina Rosco, Filippo Rossi, Claudio Santucci, Lorenzo Sitia, Anita Sonego, Emanuele Telesca, Natascia Tosoni, Michele Usuelli, Chiara Vannucci, Angelica Vasile, Lorenzo Zacchetti, Francesca Zanasi, Simone Zambelli, Paolo Zinna. Nb. Firme in aggiornamento Soddisfazione invece è arrivata dagli amnienti di destra che hanno contestato le manifestazioni di protesta degli eletti nelle fila della sinistra. Ecco l’intervento di Riccardo De Corato: “Sono cominciate oggi a mezzogiorno le manifestazioni del centrosinistra, che continueranno poi venerdì 2 ottobre con i centri sociali, contro l’apertura del Cpr di via Corelli”. Afferma così l’ex vice Sindaco di Milano ed Assessore regionale alla sicurezza, immigrazione e polizia locale, Riccardo De Corato in merito alla manifestazione di oggi alle 12 davanti a Palazzo Marino, i cui promotori sono in gran parte consiglieri di maggioranza di Sala “targati” Pd. “Alla manifestazione, composta da uno sparuto gruppo di dimostranti, appena 12,erano presenti vari esponenti politici a cominciare dall’immancabile Pierfrancesco Majorino. Oltre a lui c’erano anche membri del consiglio comunale di Milano come Sumaya Abdel Qader e il presidente del consiglio, Lamberto Bertolé che ha preso parola a nome della maggioranza di Palazzo Marino definendo i Cpr aperti dal Ministro Lamorgese “luoghi di ingiustizia e privazione dei diritti”. La loro soluzione è quella di abolire i Decreti Sicurezza e di liberare tutti in attesa di accordi internazionali. Secondo il Sindaco, che ieri ha finalmente rotto il silenzio, “Milano è sempre stata molto attiva con i rimpatri”. Posto che nella città, secondo i dati Orim e Polis Lombardia, ci sono 51.400 clandestini dei quasi 112mila presenti in tutta la regione, sarebbe interessante sapere sulla base di quali numeri afferma ciò. Ci dica quanti rimpatri vengono effettuati a Milano annualmente, secondo anche i famosi accordi internazionali citati da Bertolè. Sala, il centrosinistra ed i centri sociali si mettano il cuore in pace. Il Cpr è stato aperto per accogliere delinquenti stranieri pericolosi e clandestini destinatari di mandati di rimpatrio ed espulsione che verranno rimandati nel loro Paese di origine. Mentre il primo cittadino di Milano e tutto il centrosinistra si preoccupano delle condizioni degli ospiti della struttura, io vigilerò affinché le persone che si trovano all’interno del centro vengano rimpatriate e non, come spesso accade, tornino libere per decorrenza dei termini. Ovviamente- conclude De Corato-, l’iniziativa è stata occasione per pubblicizzare tramite volantini la prossima manifestazione contro il Cpr in C.so Monforte organizzata dai centri sociali alla quale non mi stupirei di vedere alcuni dei presenti di oggi in piazza”. Anche il leghista Stefano Bolognini ha espresso soddisfazione per l’apertura del centro di via Corelli: “L’apertura del CPR di via Corelli è importante per Milano e per tutto il paese, perché finalmente stranieri a tutti gli effetti clandestini verranno espulsi più rapidamente. Il fatto, però, è un altro: una componente significativa della maggioranza di Palazzo Marino e del Partito Democratico milanese, tra cui l’eurodeputato Majorino ed altri consiglieri, oggi ha manifestato contro il CPR e quindi contro il Governo e contro la stessa maggioranza che sostiene il sindaco Sala”. Lo dice il Commissario Provinciale della Lega Salvini Premier Stefano Bolognini, commentando il presidio del centrosinistra davanti a Palazzo Marino, contro l’apertura del CPR di via Corelli. “A questo punto – prosegue Bolognini –

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Murales su Fontana, anche a sinistra c’è chi si indigna

Murales su Fontana, anche a sinistra c’è chi si indigna. E come è capitato altre volte, ci complimentiamo volentieri anche con chi sta a sinistra. Sinistra sinistra in questo caso, perché le parole assolutamente condivisibili arrivano da Paolo Limonta. Ha tante cariche pubbliche e a partire dal ruolo di maestro di scuola, ma il motivo per cui è noto è che era il collegamento ufficiale tra l’ex sindaco Giuliano Pisapia e la galassia dei “centri sociali”. Insomma: sinistra estrema. Eppure proprio lui con senso delle istituzioni e della misura ha contestato l’idea di chi ha voluto attaccare il governatore lombardo in maniera così dura e vile. “Gli avversari politici si contrastano con la forza delle idee e delle proposte. La scritta “Fontana assassino” comparsa questa mattina su un muro di Crescenzago è quanto di più lontano ci possa essere dal mio modo di pensare e di agire. Il contrasto quotidiano all’odio e al rancore deve essere il tratto distintivo di chiunque lotti e si impegni per cambiare questa società. Piena solidarietà quindi al Presidente della Regione Lombardia. Perché la stupidità è sempre controproducente. Anche in politica…”. Chiaro, netto, condivisibile. In altri termini: giusto. Una posizione di civiltà che distingue Limonta da altri della sua parte politica che hanno invece trovato il modo di condannare il gesto aggiungendoci “ma” “però” “sebbene” eccetera. Una posizione molto comoda, perché non si condanna la violenza delle parole o dei gesti e basta. La si condanna con delle riserve, lasciando di fatto una porta aperta. Per questo motivo ringraziamo Limonta e i tanti di sinistra che la pensano come lui. Non serve scendere a certi livelli per scontrarsi sul piano politico, un discorso che vale per la sinistra tanto quanto per la destra: le battaglie possono essere altrettanto dure anche senza manifestazioni scomposte, insulti e minacce. Per carità, nello scontro possono capitare, ma poi bisogna essere saggi come Limonta per rimediare. Anche solo per tornare a litigare con più forza di prima.

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Enrico Fedrighini ha sostituito Paolo Limonta in Consiglio Comunale

E’ stato votato ieri in Consiglio Comunale il provvedimento di surroga in seguito al quale Enrico Fedrighini, di Milano Progressista, ha sostituito Paolo Limonta, diventato assessore all’Edilizia scolastica. Fedrighini è già stato consigliere comunale a Milano dal 2006 al 2011 e fino a ieri ricopriva la carica di assessore all’Ambiente e Mobilità del Municipio 8. “Ho rimesso il mandato come co-portavoce cittadino dei Verdi”, ha annunciato oggi prendendo la parola in aula, per poi esprimere la sua opinione sulla vicenda del taglio degli alberi del parco Bassini da parte del Politecnico,  “L’episodio di Bassini non va taciuto. Non voglio più vedere come scene con la Polizia e i Carabinieri che si occupano di un progetto di trasformazione urbana, a Milano non deve più accadere“. “Da un punto di vista normativo”, ha aggiunto “dobbiamo evitare che questa procedura semplificata diventi un precedente, dall’altro io chiedo che venga indetta una seduta consiliare per definire priorità, obiettivi, scadenze su quello che è un tema strategico per Milano“.  

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Le scuole crollano, gli assessori si moltiplicano

Le scuole crollano, gli assessori si moltiplicano. L’ultima mossa del sindaco di Milano è stata nominare Paolo Limonta assessore con l’incarico di occuparsi delle scuole e, dicono i politici, per coprirsi a sinistra in vista delle prossime elezioni. Giuseppe Sala è infatti sempre piaciuto alla gente che va alla Prima della Scala, ma non alla parte più a sinistra del mondo progressista meneghino. Pierfrancesco Majorino che lo copriva proprio con la parte più sardina di Milano si è trasferito nel Parlmento Europeo e nonostante gli sforzi non può presidiare il territorio quanto un assessore. La crisi delle scuole comunali è stata l’occasione per risolvere il problema alla vecchia maniera dell’Amministrazione Pubblica italiana, mondo dal quale proviene Sala: moltiplicare gli uffici e le poltrone. Con un posto al sole, il mondo della sinistra antagonista ha la soddisfazione necessaria per portare l’acqua al mulino che Beppe sta preparando per le prossime elezioni comunali. Tra l’altro lo spunto lo ha fornito proprio la destra meneghina passando alla stampa amica un “dossier” sulle condizioni pietose degli istituti scolastici della città: Sala ha dimostrato di avere le spalle larghe e la mente fina una volta di più risolvendo due problemi in un colpo. Ora l’estrema sinistra che vede in Limonta uno dei suoi punti di riferimento ingaggerà la destra, scaricando le energie di entrambi e permettendo al sindaco di assestare una altro colpo: la sinistra estrema che non lo ama sarà impegnata a tentare di arginare la destra sempre più sospinta dal vento in poppa di Giorgia Meloni. I nemici interni ed esterni sono sistemati e lui può concentrarsi sulla campagna contro Salvini e quello che rimane degli scarsi e disorganizzati avversari. Lui è già pronto, sta sistemando la scacchiera da tempo, mentre nel centrodestra ancora non si sa chi voglia tentare l’impresa di battersi per Palazzo Marino. Un avversario come Sala fa paura a molti, eppure ce ne sarebbero di temi su cui l’Amministrazione zoppica. Le scuole come abbiamo scritto anche noi più volte, sono messe molto male e Limonta difficilmente in un anno potrà compiere miracoli. Ma non sono il solo tema. I comitati verdi di piazza Baiamonti e di Città Studi non sembrano tanto felici delle continua erezione dell’edilizia grazie all’espansione delle piramidi e del Politecnico. Gli alberi cadono come le scuole che crollano, gli assessori si moltiplicano come i palazzi firmati delle archistar. Ma il popolo non può permettersi scuole private e attici in City Life. Però vota.  

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