parità di genere

Premio Marra alla tesi sull’algoritmo per la parità di genere

“Inclusion impact: algoritmo e piattaforma web per la valutazione quantitativa della parità di genere in contesto aziendale”. È il titolo della tesi di Gianluigi Iobizzi, studente del Politecnico di Milano, Laurea magistrale in Computer science and engineering – Ingegneria informatica, vincitore del premio Marra edizione 2019. A causa dell’emergenza sanitaria, il premio è stato ritirato questa mattina durante una cerimonia in forma ridotta, alla quale ha preso parte il Presidente del Consiglio comunale, Lamberto Bertolé, i membri della commissione giudicatrice e Angelo Marra, fratello del presidente del Consiglio comunale Giovanni Marra, scomparso prematuramente, alla memoria del quale è dedicato il premio. L’iniziativa intende valorizzare tesi o ricerche universitarie che sviluppino il tema della responsabilità sociale nel settore pubblico o privato. “La tesi di Iobizzi – si legge nelle motivazioni della commissione – è finalizzata allo sviluppo di una piattaforma web capace di supportare le imprese nella autovalutazione delle proprie performance nell’ambito della tutela delle diversità e dell’inclusione, in modo interattivo, continuo e partecipato (…). La tesi individua e costruisce uno strumento innovativo per la misurazione e valutazione del grado di inclusione all’interno delle aziende tramite l’Inclusion impact index”. “Siamo molto felici di assegnare questo premio per un lavoro che coniuga una grande sensibilità verso la parità di genere, tema al centro del dibattito contemporaneo, e la ricerca informatica – commenta il presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolé -. Lo sviluppo di una cultura della parità può certamente avere una grande spinta dall’innovazione tecnologica”. L’Amministrazione comunale, per il 2020, ha bandito nuovamente il premio Marra e il premio alla memoria dell’avvocato Giorgio Ambrosoli. I bandi sono disponibili al link. Premio di laurea in memoria dell’avv. Giorgio Ambrosoli – anno 2020 Premio di laurea in memoria di Giovanni Marra – anno 2020

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Le comunicazioni ufficiali del Comune rispetteranno la parità di genere

Tajani e Lipparini: “Dagli avvisi ai cittadini alle delibere un linguaggio più idoneo a un miglior equilibrio di genere, utile al superamento di ogni tipo di discriminazione” Non uno stravolgimento della lingua italiana, come garantisce l’Accademia della Crusca nelle sue scrupolose indicazioni, ma un adeguamento al genere femminile del linguaggio usato dalla Pubblica Amministrazione. Dai termini più comuni come direttore e direttrice, ai più inusuali quali revisore e revisora, passando da quelli oggi più discrezionali come assessore e assessora, sino ad arrivare un giorno addirittura a sindaco o sindaca.  Queste sono alcune delle nuove parole, insieme a molte altre, che entreranno a far parte del lessico e degli atti dell’Amministrazione comunale. Sono state, infatti, approvate oggi dalla Giunta Comunale le linee guida per l’adozione della parità di genere nei testi amministrativi e nella comunicazione istituzionale del Comune di Milano. “Ogni volta che nel dibattito politico si introduce il tema del linguaggio, si corre il rischio di una levata di scudi e di inutili irrisioni – così l’assessora alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Risorse Umane del Comune di Milano Cristina Tajani, che prosegue: “Questione non prioritaria, si dice, forzatura di formule neutre, mentre non ci si rende conto quanta violenza ci sia nel voler declinare al maschile ruoli e funzioni svolti da donne e per cui la grammatica non ha dubbi di sorta. L’alibi delle priorità è poi sempre usato in ottica conservatrice. Rassicurando quindi che per concepire questa delibera, che recepisce una giusta e a lungo ignorata legge nazionale, nessuna importante ed urgente questione è stata trascurata – conclude l’assessora Tajani – diamo la giusta visibilità alle donne dell’ente che, essendo la maggioranza, tanta parte hanno nella buona reputazione del Comune di Milano e nella sua innovatività. Scrivere la realtà per quella che è, è un tema di giustizia, nulla di più”. “Occuparsi di linguaggio – spiega l’assessore alla Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open Data, Lorenzo Lipparini – è un’azione molto concreta perché non c’è cambiamento che non passi da un utilizzo consapevole di termini e parole. Questa delibera affronta il tema della discriminazione, a partire dagli aspetti linguistici, rende visibile e valorizza il ruolo delle donne che lavorano e si relazionano al Comune. La delibera fa seguito a una mozione adottata dal Consiglio Comunale su iniziativa della consigliera Diana De Marchi, che ringrazio.  Lavoreremo con lei e con la delegata del Sindaco per le Pari Opportunità, Daria Colombo e con gli uffici per la formazione e la creazione di atti, moduli e comunicazioni seguendo le indicazioni date sulla materia dell’Accademia della Crusca“. Linee guida che si inseriscono nella più ampia azione condotta, in questi anni, dall’Amministrazione comunale al fine di garantire il miglior equilibrio di genere nonché il superamento di ogni tipo di discriminazione, anche nel linguaggio sia scritto che parlato. Linguaggio che spesso, ad oggi nella modulistica, negli atti, nei testi e nella comunicazione della Pubblica Ammirazione non rispecchia la progressiva affermazione delle donne nelle professioni, nei ruoli e nelle istituzioni tradizionalmente ad esclusivo appannaggio del genere maschile. Nello specifico, il provvedimento prevede l’istituzione di un tavolo permanente inter-direzionale coordinato dai vertici dell’Amministrazione con il compito di diffondere nella compagine comunale, a tutti i livelli, una maggiore consapevolezza del divario di genere e una cultura linguistica appropriata. Tra gli obbiettivi perseguiti dal tavolo, la realizzazione di un programma di formazione per le risorse umane dell’ente, a tenore culturale e linguistico, per il superamento del divario di genere nel linguaggio del Comune. La pianificazione della revisione di tutti i testi amministrativi in vigore e della modulistica diretta alle utenti e agli utenti dei servizi comunali. Oltre a promuovere l’adozione della parità di genere nella comunicazione istituzionale e amministrativa delle società partecipate, enti e aziende.  

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