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Bonus ai parlamentari: Di Maio e Tridico rispolverano la caccia al politico

Bonus ai parlamentari: Di Maio e Tridico rispolverano la caccia al politico. I fatti sono evidenti come sempre: mentre le televisioni sono inondate della pubblicità sul referendum per il taglio dei parlamentari, dall’Inps di Pasquale Tridico casualmente trapela che cinque parlamentari su 945 hanno chiesto il bonus di 600 euro concesso durante la quarantena. E se diciamo casualmente è perché Tridico è stato il peggior amministratore pubblico del periodo (Arcuri lo consideriamo a parte): i disastri con il sito dell’ente da lui diretto resteranno nella storia come esempio di impreparazione. Con tanto di accusa agli “hackers” scopertasi poi fuffa. Eppure adesso promette un’inchiesta interna all’Inps per scoprire chi avrà parlato con i giornalisti. Sarà difficile che porti da qualche parte, ma tanto il lavoro è fatto: è servito a uno dei suoi datori di lavoro politici per una campagna di appoggio al referendum. E Di Maio ne aveva quanto mai bisogno: il passo indietro di Salvini al Papeete ha scatenato una serie di conseguenze che gli hanno fatto perdere il posto di vicepremier, nel frattempo Di Battista è tornato purificato dal non aver partecipato ad alcun governo con destra o sinistra. Di Maio è chiuso nell’angolo insieme al Movimento 5 Stelle che sta venendo vampirizzato nei sondaggi da tutti i partiti. Dopo i record alle elezioni parlamentari, l’emorragia è stata constante. Vito Crimi inoltre non sembra capace di dare una sterzata alle sorti del partito di maggioranza relativa. A Di Maio serve portare a casa qualcosa di pesante come un sostanzioso taglio dei parlamentari. Qualcosa in vecchio stile Cinque Stelle, per ricaricare le batterie elettorali. E allora quale carta migliore della caccia al politico? Un vecchio classico. Tra l’altro col delitto perfetto: annuncio che ci sono cinque parlamentari (cinque ndr) che hanno preso il bonus per chi era in difficoltà nonostante il ricco stipendio, ma non dico chi sono perché bisogna difenderne la privacy. Così ho diffamato in un colpo 945 parlamentari senza essere querelabile. Anzi, così il Parlamento e i giornali saranno bloccati a discutere di 3000 euro in tutto, mentre Di Maio e pochi altri potranno decidere con calma come distribuire la pioggia di miliardi che arriverà nei prossimi 12 mesi sull’Italia. La caccia al politico però piace agli italiani, perché pesca nell’invidia sociale di chi guadagna di più o occupa posizioni importanti. Noi vogliamo sottrarci a quella che consideriamo una bieca manovra politica del Movimento 5 Stelle e in particolare di Luigi Di Maio. Non partecipiamo alla caccia al politico. E’ un fatto deprecabile chiedere se non si ha bisogno? Senz’altro, ma ci sono mille motivi per un gesto del genere. E in ogni caso non sono temi che cambiano la nostra vita. E’ un dettaglio nello schema generale in cui ci si appresta a spartirsi miliardi presi in prestito dal nostro futuro e da quello dei nostri figli. Se proprio dobbiamo condannare i cinque messi alla berlina, puntiamo tutto sui 940 che si sono comportati bene.

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Le mezze verità di Tridico sono pericolose

Le mezze verità di Tridico sono pericolose. Molto pericolose. Perché in fasi come questa mentire dalle posizioni di responsabilità è molto più grave del normale. Pasquale Tridico ha detto che il sito dell’Inps ha retto all’assalto informatico di cittadini (si spera) bisognosi e cracker. Lo ha affermato in video che lo scudo ha retto. E tutto mentre da ieri rimbalzano video ed immagini di quanto non funzionasse il sito dell’Inps: persone che a ogni click accedevano a un profilo diverso, chi non è mai riuscito ad arrivare al proprio profilo, insomma una Caporetto informatica. Il fatto di aver comunque svolto delle operazioni non vuol dire che ha funzionato, perché decine di migliaia di profili sono stati compromessi a livello di privacy. E centinaia di migliaia di persone non sono riuscite a completare la procedura. Quindi l’attacco ha funzionato eccome perché i disservizi sono stati tantissimi, costringendo l’Inps a rivedere orari e modalità di accesso al sito. Quella detta da Tridico è dunque una mezza verità, ma le mezze verità di Tridico sono pericolose. Perché non è più il momento delle verità alternative che stavano vivendo un momento d’oro grazie a Donald Trump. Ricordiamoci che proprio il presidente americano, lo stesso che si proponeva di combattere gli uragani con le armi nucleari, ha chinato il capo e chiesto scusa dopo aver provato a minimizzare. Nel migliore dei casi negli Stati Uniti ci saranno centomila morti. Nel migliore dei casi. Questa è la misura del danno delle mezze verità che quelli come Tridico propongono. Ecco perché sono pericolose. Poi siamo convinti che quest’attacco sia stato portato dagli stessi che sostengono una certa parte politica, la stessa che ci ricorda che Boeri era bravo (mah…) proprio in questi giorni. Noi non sappiamo chi dei due sia meglio, solo che Tridico ha detto delle mezze verità di cui non ha bisogno l’Inps come tutta l’Italia. Abbiamo già dato con i respiratori della Protezione civile che non funzionano.

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