pericolo

Pericolo trappola online per il bonus mobilità

Pericolo trappola online per il bonus mobilità. Ad accorgersene sono stati alcuni esperti di hacking, ma il pericolo trappola online per il bonus mobilità c’è eccome: il sito internet creato dal Ministero dell’Ambiente lo potete trovare a questo link, ma nel contempo qualche furbo ha registrato un altro dominio internet quasi identico. E lo ha indicizzato molto bene, perché è nei primi risultati di Google subito sotto a quello ministeriale. Non è un caso isolato perché la pratica di sfruttare giorni di traffico intenso per rubare i dati degli utenti o compiere altri crimini informatici è molto diffusa. Anche in Italia. Anche nel Paese che meno di altri sembra aver accettato la tecnologia, almeno culturalmente: basta vedere quante persone inondano i social delle foto dei figli, quando da anni viene ripetuto in ogni modo che così si rischia di rivedere le stesse immagini in qualche sito di pedofili. Ma tant’è. Oggi dovrebbe essere il “clickday”, espressione di cui si è innamorata la stampa italiana e che significa “il giorno in cui tutti insieme cercheremo di collegarci allo stesso sito”. Poco tempo fa è successo con l’Inps, un clamoroso fallimento dell’ente e del presidente (che nonostante la pessima figura si è aumentato lo stipendio): nel clickday stabilito il portale dell’ente previdenziale più grande d’Europa era andato in pezzi. Un destino probabilmente molto simile a quello che attende il sito ministeriale dedicato a regalare 210 milioni di euro per comprare monopattini e biciclette. Ma se anche non saltasse, la possibilità che in tanti caschino nella rete di truffatori telematici sono alte perché l’educazione digitale è ancora molto indietro nello Stivale. Il governo potrebbe provare a chiudere quel sito, magari informandosi su chi lo ha registrato. Noi ci abbiamo provato con diversi siti dedicati al Whois, ma i dati sono nascosti.

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MM: reggetevi bene, ma agli stranieri non si spiega il perché

Da alcuni giorni nelle stazioni della Metropolitana sono comparsi dei cartelli che invitano i passeggeri a reggersi bene durante, la corsa per evitare di cadere e farsi del male in caso di brusche frenate. La campagna si è resa necessaria dopo lo stillicidio di episodi del genere, con conseguenti feriti, che si sono verificati in particolare sulla linea rossa. Una bilingue nelle raccomandazioni ma non nelle spiegazioni e, poiché è improbabile che la Pubblica amministrazione milanese abbia sposato l’adagio “prima gli italiani“, non resta che supporre si tratti di un certo imbarazzo, se non vergogna, nel rivelare ai turisti stranieri le pecche della città più internazionale d’Italia.

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