petizione

Sala: d’accordo con Confcommercio ma evitiamo contrapposizioni

“Sull’appello sono senz’altro d’accordo “: Così il sindaco di Milano Beppe Sala, a margine dell’iscrizione di milanesi illustri al Famedio del cimitero monumentale, ha risposto a chi gli ha chiesto se condivide l’appello di Confcommercio contro i cortei no green pass. “Tanti segnalano anche la possibilità di fare una contromanifestazione su cui – ha aggiunto – ho più perplessità, evitiamo ulteriori tensioni, non mi sembra il caso in questo momento “. Per quanto riguarda Confcommercio, “ho parlato con alcuni rappresentanti e sono molto preoccupati perché si avvicina il Natale che per i loro associati è il momento più propizio, li capisco”. Sulla stessa linea il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana: “Condivido l’appello perché, se sicuramente è giusto il diritto ad esprimere il proprio parere, credo non si possa penalizzare la vita e le attività economiche di un comparto che in questo periodo ha sofferto in modo particolare”, ha spiegato Fontana a margine di un appuntamento a Palazzo Pirelli. Quanto a possibili ‘contromanifestazioni’, “credo che le contrapposizioni non facciano mai bene”, ha risposto Fontana. Per il governatore “anche una contromanifestazione contribuirebbe a impedire e rallentare le attività commerciali” quindi “credo non valga la pena in questo momento creare ulteriori tensioni”, ha concluso. ANSA

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La disperata follia di via Farneti

La disperata follia di via Farneti. Non sapremmo come definirla altrimenti, se non come una disperata follia quella manifestatasi in via Farneti: una rivolta a suon di raccolte firme e esposti si è scatenata per la riqualificazione di un palazzo. Volevano ridipingerlo tutto di nero, ma ecco arrivare gli immancabili cittadini arrabbiati. I difensori della morale ormai sono fuori moda, nella città del fashion li abbiamo sostituiti con i difensori della tinta. Secondo alcuni di loro, a quanto pare perché per fortuna almeno non si conoscono i nomi dei promotori, non esistono palazzine come quella tinte di nero a Milano. Una disperata follia. Primo, saremmo davvero curiosi di sapere se questi cittadini difensori dell’altrui tinta conoscono davvero ogni singola palazzina di Milano. Secondo, saremmo altrettanto interessati di che titoli possono fregiarsi questi individui. Terzo, sarebbe altresì interessante sapere come spendono la loro vita questi personaggi da avere il tempo di ergersi a difensori del decoro cromatico altrui. Quarto, sarebbe da approfondire la legge che permette a un gruppo di cittadini qualunque di decidere il colore delle case degli altri. Quinto, un’iniziativa del genere dovrebbe far riflettere sulla mancanza totale di valori seri che causa crociate sul decoro cromatico. Queste persone stanno bene? Secondo noi sono vittime di una disperata follia in via Farneti. Un male che sembra aver contagiato la maggior parte della società attuale. Si fanno petizioni e battaglie sulle questioni più assurde per una società sana. Si odia con una facilità disarmante. Un grande cantautore milanese aveva intercettato un primo passo in questa direzione, ma declinandolo in versione ironica: il sintagma “quelli che” era usato da Jannacci per ridere dei piccoli difetti delle persone. Oggi invece ogni problema diventa un’emergenza di inconcepibile gravità. I social network avranno una parte di responsabilità, ma ancora una volta temiamo che siano le persone di fronte allo specchio a essere colpevoli. C’è stato uno scivolamento inesorabile e latore di disperazione che ci ha portato a essere sempre più folli. Si propongono pene esemplari per ladri di biciclette e per padroni di cani incivili. Pochi giorni fa una signora per strada ha usato parole irripetibili contro due madri con passeggino perché occupavano troppo spazio sul marciapiede e lei aveva dovuto scostarsi (per circa 6 secondi) per lasciarle passare. La speranza è l’ultima a morire, ma non sembra avere moltissimo tempo ancora. Scivolando scivolando siamo precipitati in una disperata follia come quella di via Farneti.  

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Petizione per cambiare il nome della fermata MM San Siro

Lanciata oggi una petizione per cambiare il nome della fermata MM San Siro, a promuoverla il Consigliere Comunale Alessandro De Chirico che spiega così la sua iniziativa: “Milano deve molto al grande genio di Leonardo da Vinci. Uno dei migliori modi per celebrare il cinquecentesimo anniversario della scomparsa del Maestro è quello di valorizzare maggiormente la statua di bronzo, realizzata dal progetto originale di Leonardo su impulso di Charles Dent politico statunitense e di Frederick Meijer magnate del Michigan, che domina uno degli ingressi dell’Ippodromo del Galoppo“. “Il Comune di Milano deve realizzare un percorso turistico ad hoc che possa attrarre maggiormente i viaggiatori in visita alla nostra città e i milanesi. Un semplice accorgimento per far conoscere il Monumento potrebbe essere l’aggiunta “Cavallo di Leonardo” alla fermata della M5 San Siro Ippodromo, come fu fatto per Cairoli Castello e Conciliazione Cenacolo Vinciano, e la brandizzazione della stazione metropolitana. Valorizziamo le nostre bellezze!“. Se volete firmarla andate al link: Ippodromo – Cavallo di Leonardo

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Forza Italia raccoglie firme contro l’urbanistica tattica

“Mentre il Comune di Milano lancia la call per allargare gli esperimenti della cosiddetta “Urbanistica tattica” i residenti nei paraggi di piazza Angilberto II hanno promosso una raccolta di firme per chiedere il ripristino della viabilità originaria e la cancellazione dell’inutile pista ciclabile di via Comacchio che parte da piazzale Ferrara e si ferma in piazzale Angilberto II“, spiega Alessandro De Chirico, vicecapogruppo di Forza Italia in Comune, in merito alla petizione promossa dall’associazione Club Arcobaleno e dal Consigliere Municipale di Forza Italia, Vidal Silva che l’ha sostenuta presentando una mozione nel Consiglio di Municipio 4. Il documento, approvato grazie alla maggioranza di centrodestra, mentre il centrosinistra ha abbandonato l’aula, secondo Vidal Silva “esprime l’urgenza d’interrompere la sperimentazione attuata su piazza Angilberto II e chiede al sindaco e agli assessori competenti di ripristinare la viabilità di via Comacchio e di conseguenza anche il ripristino dell’accesso alla Via Ravenna da Via Comacchio/Piazza Angilberto II“. Secondo De Chirico: “Nel quartiere Mazzini sarebbe più importante far sentire in maniera forte la presenza del Comune e delle Istituzioni tutte” invece “s’impone una scelta calata dall’alto che sia il Municipio 4 sia i cittadini non vogliono in piazzale Angilberto II perché inutile e dannosa” poiché l’obiettivo di migliorare la vivibilità del quartiere è stato disatteso a causa dell’effetto “collo di bottiglia” e il rallentamento della circolazione prodotti dal restringimento di via Comacchio, che ha incrementato l’emissione di polveri sottili paralizzando il traffico a qualsiasi ora. “Concettualmente non siamo contrari a ripensare l’utilizzo degli spazi pubblici ma ci vuole più attenzione alle richieste che arrivano dal territorio”  aggiunge Vidal Silva ribadendo al Sindaco la disponibilità a collaborare per future proposte, “ma fin dalla fase progettuale e non a cose già decise”,  in modo di “valorizzare la funzione del Municipio come ente di raccordo con l’Amministrazione“. “Purtroppo il sindaco ha poca considerazione delle assemblee elettive, dei Municipi come del Consiglio comunale” prosegue De Chirico “Viste le politiche cittadine sulla mobilità e la conseguente cancellazione di migliaia di parcheggi in tutta Milano” per questo, conclude De Chirico “presenterò un emendamento al bilancio affinché il sindaco prenda esempio dal collega di Vidigulfo che a chi lascia a casa la macchina regala un bonus da spendere nelle botteghe della città. Proposta molto più utile rispetto alla guerra senza quartiere alle auto private”.

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