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Intitolata a Piersanti Mattarella una piazza in via Moscova

È stata intitolata questa mattina a Piersanti Mattarella la piazza compresa tra i civici 26 e 28 di via della Moscova, davanti alla sede del Comando Legione dei Carabinieri. L’intitolazione a uno dei politici italiani che maggiormente si è distinto per aver portato avanti la cultura della legalità e che per questo, nello svolgimento delle sue funzioni di Presidente della Regione Sicilia, venne assassinato nel 1980 dalle organizzazioni mafiose è stata approvata dalla Giunta a fine marzo. La scelta del luogo è ricaduta su una piazza centrale della città per rimarcare la ferma volontà di contrasto a tutte le mafie da parte dell’Amministrazione. Nato a Castellammare del Golfo nel 1935, Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si trasferì a Roma nel 1948, per poi tornare in Sicilia nel 1958. Da consigliere comunale di Palermo, consigliere e assessore regionale e infine presidente della Regione Sicilia ha portato avanti la convinzione che sviluppo, equità e giustizia sociale potessero esistere solo nella legalità e nella trasparenza. Da Presidente della Regione, in poche settimane fece approvare riforme in direzione della trasparenza con grande determinazione sul fronte degli appalti e dell’urbanistica: con la legge n° 71 del 1978 riuscì infatti a comprimere gli spazi della speculazione edilizia nelle aree del “verde agricolo”. Dopo l’uccisione di Peppino Impastato, Mattarella pronunciò un durissimo discorso contro Cosa Nostra. Piersanti Mattarella venne ucciso a Palermo il 6 gennaio 1980 a colpi di pistola, mentre era in auto e si stava recando a messa con moglie e figli. Nel 1995, vennero condannati all’ergastolo i mandanti dell’omicidio Mattarella, i boss della cupola: Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Provenzano, Bernardo Brusca, Giuseppe Calò, Francesco Madonia e Nenè Geraci. Le condanne vennero confermate in Cassazione. Piazza Piersanti Mattarella vuole essere un tributo permanente a tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata. All’intitolazione, che si è svolta alla presenza del Sindaco di Milano Giuseppe Sala e del nipote di Piersanti Mattarella, Giovanni Argiroffi, hanno partecipato la Vicesindaco Anna Scavuzzo, l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno, il Presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolé e il Presidente del Municipio 1 Fabio Arrigoni, il Prefetto Renato Saccone, i vertici delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine presenti a Milano e rappresentanti dell’Associazione Vittime del Dovere e di Libera Milano.

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Berlusconi e “De Gasperi” scendono in piazza con la destra e l’estrema destra

di Biagio Maimone – Berlusconi ha annunciato di voler partecipare, in prima persona, alla manifestazione in Piazza San Giovanni promossa da Matteo Salvini contro il Governo Conte. All’interno del partito Forza Italia, tale annuncio, ha creato fratture che appaiono insanabili. L’ala sovranista e “nordica” del partito azzurro, infatti, sembra avallare il leader del carroccio Matteo Salvini e anche Giorgia Meloni, il cui partito Fratelli d’ Italia sembra sia diventato la nuova casa di molti forzisti “voltagabbana” i quali hanno cambiato casacca nella disperata ricerca di un posto al sole; mentre l’ala meridionale e “meridionalista”, così definita perché al suo interno vi sono esponenti nati nel Sud Italia, considera la partecipazione all’iniziativa “salviniana” una follia, un gesto suicida che cestina 25 anni di storia del partito Forza Italia nella spazzatura. Berlusconi, la scorsa settimana, ha dichiarato, in un suo intervento pubblico, di considerarsi il continuatore ideologico di Alcide De Gasperi , affermando: “ essendomi confrontato con tutti i suoi scritti, considero di essere un suo legittimo erede“. Se così è, nasce spontanea la domanda del perché egli stia insieme a Salvini e Meloni lontani anni luce dal pensiero di De Gasperi, il quale era antifascista e cattolico e, soprattutto,  ci si chiede  perché, se dice di essere il suo prosecutore con cui si immedesima, lo fa scendere in piazza con Casapound che ha annunciato di partecipare alla manifestazione. De Gasperi potrebbe rivoltarsi nella tomba. Ed, inoltre, perché Berlusconi, se dice di essere il legittimo erede del  fondatore della Democrazia Cristiana, non abbandona il duo sovranista e non si posiziona al centro creando i presupposti per la rinascita di una corrente di pensiero liberale certamente, ma soprattutto democratica? Non vi è dubbio che il pensiero politico degli esponenti della Democrazia Cristiana, che ha governato l’Italia dal  dopoguerra fino a qualche decennio fa, è molto distante dal  pensiero a cui si ispirano i sovranisti. La Democrazia Cristiana, piace o non piace, insieme alla sinistra e ai socialdemocratici, ha generato benessere per il nostro Paese mediante politiche del lavoro e politiche economiche ispirate dal principio di solidarietà e di cooperazione, che ha favorito la crescita dell’Italia e, perché no, anche l’affermarsi di una forma di “pragmatismo” liberale. Sono, perciò, nate in Italia, grandi aziende, che hanno consentito la crescita economica e lo sviluppo sociale della nazione. L’affermarsi dei principi democratici e cattolici in Italia ha offerto anche allo stesso Berlusconi, grazie anche al  Partito Socialista  guidato da Bettino Craxi, che certo sovranista non era, la possibilità di diventare un imprenditore di spicco. Il pensiero democratico e sociale della Democrazia Cristiana, con il contributo del pensiero dei socialdemocratici, ha garantito il proliferare del lavoro, il diritto alla casa agli italiani, nonché i più rilevanti ed imprescindibili diritti civili ed umani, tra cui il diritto di essere uomini liberi di esprimere il proprio pensiero. Alla luce di tali riflessioni riteniamo equo che  Berlusconi  guardi con attenzione a ciò che sta verificandosi nel Meridione d’Italia, in cui stanno creandosi i presupposti per la nascita di una nuova Democrazia Cristiana (vedi l’impegno di Gianfranco Rotondi) ed in cui sta nascendo un movimento politico pro Meridione di stampo sociale, con l’intento, secondo  alcuni, di  togliere di mezzo la Lega, la quale, anche  nel Sud Italia, sta per mettere radici.  Ora il Sud Italia potrebbe fare affidamento su un movimento meridionalista e qualcuno già esclama: “Salvini avrà pane per i suoi denti”. C’è chi afferma che ai meridionali piacerebbe alla guida del Movimento pro Sud, oltre a Rotondi, anche l’Onorevole Mara Carfagna, da sempre impegnata per la difesa del Meridione e contraria dalla partecipazione di Forza Italia alla manifestazione di domani contro il Governo Conte. Si tratta, per il momento solo di una ipotesi, che al Sud sperano diventi realtà molto presto. Tuttavia, l’obiettivo dei meridionali non è abbattere la Lega, ma partire dal Sud per ricostruire il nostro Paese. Ne consegue che la terre del mezzogiorno d’Italia, serbatoio di voti, non saranno più in vendita e che i poteri  forti , dominatori incontrastati da anni su tali territori,  residenti nelle regioni del Nord,  ora dovranno confrontarsi con i meridionali.

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